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Gay & Bisex

Sosta al Rifugio


di Alvertn
10.06.2013    |    10.650    |    1 9.2
"Mi sussurra nell’orecchio di abbassarmi e succhiarghielo bene, altrimenti stringeva …..."
Risaliamo verso la forcella, appena finito di mangiare, non è una cosa simpatica la digestione che tenta di cominciare mentre stai sforzando per ritornate in quota.
Il ghiaione poco prima disceso con velocità rimane alla nostra destra mentre risaliamo l’ero pendio lungo il sentiero che lo costeggia. Passiamo il punto di “sosta” dove prima ci eravamo fermati a … riposare.
Il passo è buono, cadenziato e veloce. Siamo su di nuovo in quota. Riprendiamo il percorso, verifichiamo la tempistica che il segnavia indica in 4ore 30 per arrivare al prossimo rifugio dove ci aspettano per cena e notte.
Ci aspettano perché abbiamo chiamato e prenotato, non si può fare una attraversata senza avere certezza dei punti di riposo o avere dietro la tendina.
Il percorso si snodo su e giù, dentro e fuori seguendo il movimento della cresta rimanendovi sotto di circa una ventina di metri. E’ una vecchia mulattiera militare della prima guerra mondiale che probabilmente serviva al trasporto delle vettovagli e munizioni alle linee del fronte, quindi studiata con pendenze dolci per trasportare anche cannoni e attrezzature pesanti.
Il contrasto fra la parte rocciosa frastagliata verso al cima ed i prati o i ruscelli che rimangono verso valle è uno spettacolo mozzafiato che per quante volte lo hai visto e vissuto si ripete meraviglioso perpetuando sensazioni di meraviglia e splendore.
Fiori alpini di moltissime specie, qualche edelwais, lentopodium alpinum ecc stimolano a farsi riconoscere da Luca e me.
Il passo è ben sostenuto, veloce e sicuro, l’incidente precedente non ha nessuna conseguenza e mi muovo normalmente senza problemi. Rassicuro Luca di questo.
Ci diamo il turno o meglio ci scambiamo senza saperlo nel ruolo di apripista, e quando confermo che la caviglia è a posto e non ho problemi Luca si ferma improvvisamente e si gira, io che cammino a circa un metro da lui quasi lo investo, mi fermo addosso, lui sorride mi dice che è una splendida notizia e mi piazza un bacio, un baci vero, un bacio con lingua che subito ricambio e che avvinghiandoci reciprocamente, come possibile per gli zaini che sono sulle spalle,sembra infinito e mi fa scoppiare il cuore, mi manca il fiato, anche per il camminare ovviamente, ma la sensazione è belle, piacevole, aumenta il desiderio, la fantasia, la conoscenza e la consapevolezza.
Ma come tutto finisce, direi io troppo presto, e si deve riprendere il cammino.
Luca si ferma a guardare un fiore, una genziana nana e si piega verso monte per sentirne il profumo, io proseguo passo e lo sculaccio affettuosamente.
Procediamo chiaccherando indicandoci i panorami che si aprono ad ogni svolta del sentiero, e alla fine giungiamo al bivio.
Il segnavia indica di scendere per andare al rifugio, 25 minuti indica. Proseguendo è l’itinerari di domani.
Prendiamo la cartina e guardiamo la zona. Notiamo che dal rifugio vi è un sentiero che collega quello in quota in diagonale sale nella direzione che dobbiamo prendere, quindi non devo risalire qui e la diagonale è meno pendente.
Localizziamo i nomi delle cime attorno, le loro quote.
Riponiamo la cartina nello zaino, ci sediamo a guardare quanto ci circonda e riposiamo.
Si riprende il percorso scendendo per il sentiero, sul fianco del monte su un verde prato che piano scendendo viene ricoperto da rododendro irsuto e nano.
In una zona cosparsa qua e la di macigni di notevoli dimensioni si vede la struttura del rifugio, pietra grigia delle murature con le finestre ad oscuro colorato bianco e celeste.
Entriamo, una bussola piccola in legno e passati all’interno la sala solita dei rifugi, rivestimento in legno e tavoli con panche con schienale sempre in legno, quadri di foto di imprese montane, scalate sia della zona che di altri mondi.
Il bancone bar accettazione in legno ovviamente non ha momentaneamente nessuno. Ci fermiamo li ad aspettare.
Poco dopo arriva un bel ragazzo sui 30, camicione aperto a quadroni rosso e giallo, jeans senza cintura, canotta girocollo gialla, sorriso sul viso pulito, ben rasato, occhi chiari e capelli a spazzola castano chiari.
Un bel figo veramente.
Gli comunichiamo la prenotazione fatta, lui verifica su una agenda logora, ci conferma e ci dice di andare alla numero 7, primo piano in fondo al corridoio. Ci ricorda che gli scarponi vanno tolti prima di salire le scale e di usare le pantofole che vi sono sullo scafale, che l’acqua calda c’è e che nel bagno in stanza vi è la doccia senza dover andare a farla nel bagno comune a tutti nel corridoio.
Zaino rimesso in spalla, si slaccino e si depositano gli scarponi e si infilano le pantofole e saliamo le scale. Luca che ha la chiave, davanti a me. Porta con il numero dipinto a mano, chiave nella toppa
Due giri e apre.
Entra e poi passo io, scarichiamo gli zaini a terra, Luca infila la chiave e chiude la porta con due mandate.
La stanza è piccola, rivestita tutta in legno, una finestrella in fondo, sotto alla quale una piccola panca, sulla destra un letto a castello con due posti realizzato nello stesso legno, su cui ben piegate vi erano 2 coperte per letto, Sulla parete opposta ganci attaccapanni in legno, due sedie e la porta sempre in legno. Aperta dentro in un pavimento e rivestimento ceramico chiaro il bagno con doccia in angolo, tazza e lavandino. Il bidet non c’è ma quanto necessario si.
Luca decide che va di sopra ed io non protesto e va bene sotto. Dagli zaini esce il sacco lenzuolo e ci facciamo i letti, ogniuno il suo, con 2 coperte perché è più facile toglierla durante la notte che metterla.
Ora si fa doccia. Vado prima io, Luca è li che armeggia nello zaino a cercare non so cosa.
Vestiti lasciati sul letto, e solo in mutande vado di la. Prima di tutto, dopo una giornata di cammino una seduta sulla “tazza” è un obbligo e toccasano.
Terminati i bisogni corporali mi sposto nella doccia e quasi subito l’acqua calda arriva, mi insapono bene anche la testa, avendo capelli cortissimi si asciugano in un attimo. Sento che entra Luca, mi dice che ha necessità impellenti e che non riesce ad aspettare, si scusa e si siede.
Gli dico che on ci sono problemi, il tutto con gli occhi chiusi per non ricevere la schiuma negli occhi. Un bel risciaquo e riapro gli occhi.
Luca ha concluso la sua seduta riflessiva, è nudo e viene in doccia. Mi chiede di fargli posto, ma è 70x70, stretta per due. Si piazza e subito mi prende palle e cazzo nella mano e chiude stringendo appena per far sentire il possesso.
Mi sussurra nell’orecchio di abbassarmi e succhiarghielo bene, altrimenti stringeva ….
Sorrido e attendo, lui stringe un attimo e con l’altra mano poggiata sopra la testa mi spinge in giù. Lo spazio è limitato, la posizione scomodissima ma arrivo ad avere il suo pube dilavato dall’acqua davanti al viso, lascia la testa e impugnandosi il cazzo me lo porta alla bocca, lo posizione e poi spinge. Io apro ed è subito dentro, piano sino in fondo, sino a sentirmi solleticare il naso dai peli del suo pube, poiché a fondo si ferma e spinge ancora. Ma è lui che mi scopa la bocca e non io che gli faccio un pompino, o se vuoi assieme ma è lui a fare il movimento.
Ho le mani avvinghiate alle sue cosce per poter stare in quella posizione assurda, con i crampi alle gambe che cominciano a farsi sentire, con l’acqua che scende calda sui nostri corpi e mimetizza in essa i nostri respiri e godimenti.
Mi trovo la gola piana di calda sborra mentre non cambiando ritmo continua inesorabilmente a scoparmi la bocca. Non riesco a sputare, non riesco a respirare bene, deglutisco e pongo la lingua a freno del getto che finendo direttamente in gola con forza mi provocava….
Svuotato tutto, sino all’ultima goccia bevuta e leccata misto doccia. Finalmente esce e mi aiuta a rialzarmi, mi bacia passionalmente, poi si riempie la bocca di acqua, mi bacia e mi passa l’acqua che poi ripasso a lui e di nuovo a me e a lui fino a deglutirne una parte ciascuno.
Chiusa l’acqua ci asciughiamo, torniamo di la e ci si riveste per la cena, come ogni rifugio che si rispetta rigorosamente fra le 18.30 e le 19.30.
Scesi nel salone chiediamo dove ci possiamo sedere e ci indica una tavolata con 6 posti per lato lungo e 2 a capo tavola, tavolata parzialmente occupata da una comitiva mista sia donne e uomini sia eterogenea di età.
Ci sediamo e svolti i soliti convenevoli delle presentazioni che ovviamente ci si dimentica subito, si passa a raccontarsi in percorso fatto le difficoltà la fatica il piacere il bello.
Poi arriva la cena che ovviamente è minestrone o pasta, carne in umido e verdure cotte. Bottiglia di vino e acqua del rubinetto.
Ceniamo chiacchierando.
Nel gruppo vi è una biondina simpatica e solare, caschetto giallo e due belle tette. Due maschi della nostra età, magri e alti, anch’essi molto disponibili al dialogo e alla conoscenza.
Poi una coppia maschio e femmina che tubano tranquillamente e ogni tanto partecipano.
Mentre ceniamo un temporale improvviso, con un tuono fortissimo che ci fa sobbalzare tutti e qualcuno grida dallo spavento e poi subito uno scroscio di acqua violento e continuo. I bagliori dei lampi illuminano a giorno le cine attorno ed il panorama è stranamente fantastico luce improvvisa e subito buio.
Smette e i colori del tramonto passano dal giallo al rosso al viola intenso con nubi nere che vagano in questo strano cielo.
Siamo tutti o quasi fuori a fare foto, per immortalare questo attimo.
Si ritorna ai posti e si prosegue nei racconti.
Poi piano piano si va a nanna, un po’ sparpagliati, chi prima chi dopo.
Con Luca decidiamo di risalire e di partire prestino l’indomani.
I due con la biondina ci seguono mentre la coppietta resta sotto.
Salutiamo e sono alloggiati nella stanza affianco alla nostra, che aprono ed è più grande con 6 posti a castello ma non hanno il bagno.
La biondina entra per ultima ed attende che noi siamo in stanza e chiudiamo.
In camera, lavaggio denti e prepariamo le cose per la mattina, giacca a vento pronta perché pensiamo che sarà freddo per le prime ore poi dovrebbe scaldare il sole.
M spoglio e subito Luca mi si appoggia delicatamente dietro, con un bel palo che prova ad allargare le chiappe. Con la sinistra mi avvinghia passandomi sotto il braccio e si posiziona con le dita sul capezzolo destro e spingendo con l’addome sul mio culo, gioca e stritola il capezzolo.
Mi abbassa lo slip e sento la sua cappella umica che cerca nella mia carne l’accesso, lo trova, si impunta, Luca mi fa piegare in avanti e tenermi con le mani al montante del letto. Entra, entra lento, entra piano, entra tutto, entra in me e non smette il movimento. Mi sembra che mi stia aprendo, mi stia scoppiando il culo, mi sento pieno e saturo di questo cazzo che non riesco ancora a capacitarmi se è enorme o se lo utilizza divinamente.
Scopa e si diverte, scopa e mi sussurra che sono una splendida troia, scopa e mi lecca nell’orecchio, scopa e inizia a masturbarmi, scopa e mi palpa le palle, scopa e mi esplode dentro con un sospiro che sembra una locomotiva che parte.
Caldi getti in me, caldi e forti, caldi e pulsanti. Esce e impugnandolo mi ordina di girarmi, di succhiargli i prossimi getti. Lo vedo che lo impugna ma per impedire che schizzi e appena infilato in bocca eccolo che parte di nuovo con 3-4 getti caldi e densi che arrivano giù in me.
Lecco e giro attorno alla cappella, la estraggo e la succhio con le labbra e la lingua, facendolo godere nuovamente.
Stiamo godendoci questo momento, attendo che Luca inizi qualcosa con il mio per svuotarlo quando sentiamo un bussare alla porta.
Luca chiede chi è. Sono i due del tavolo. Gli chiede di aspettare un attimo e mentre io vado in bagno a pulirmi e lavarmi, Luca vestito apre.
Salutano e si scusano per aver disturbato. Mentre i loro occhi si posano sulla patta del pantalone di Luca dove si nota l’asta turgida, chiedono gentilmente se potessero utilizzare la nostra doccia perché quelle comuni sono con una fila lunga di attesa.
Luca dice che è occupata da me ora, ma si poteva fare. Si sposata e li fa accomodare. Entrano e dietro vi è la biondina che non si era notata al momento della richiesta..
La stanza piccola e si accomodano sulla panca della finestra. Io esco dal bagno con il solo asciugamano, legato in vita, non avevo capito che erano entrati.
Mi scuso per la situazione emi sposto a prendere uno slip da indossare. Cerco nello zaino e nel rovistare con ambo le mani sento l’asciugamano sciogliersi, sfilarsi, cadere a terra. Resto piegato sullo zaino con il culo all’aria e le palle penzolanti davanti ai loro occhi ed è la biondina che scoppia a ridere seguita dagli altri e per ultimo Luca.
Nudo mi giro verso di loro, il cazzo ancora in forma, e con un pudore ritardato cerco di coprirlo con le mani.
E’ sempre lei che scatta dicendomi di lasciar vedere quel ben di dio.
Ci propone, visto che sono da noi per la doccia, di divertirsi senza perdere tempo mentre uno alla volta va a lavarsi.
E’ lei che manda uno dei due maschietti in bagno, chiude la porta a chiave e si spoglia velocissima, inginocchiandosi ed abbordando con la bocca il mio cazzo, il suo amico segue l’esempio e appena nudo si posiziona dietro, due belle leccate, prima una e subito dopo due dita a pomparmi e a saggiare la resistenza del buchetto, che già è tutto in me che mi tromba con gioia.
Luca si mette davanti a me. Mi fa abbassare e si fa leccare il cazzo.
Ma la biondina e scomoda, si stende sulla branda e mi sposta per farsi mettere il cazzo dentro, ma il tutto senza che l’altro lasciasse il mio culo., Luca si posiziona in branda e si fa spampinare da me e lei le lecca le palle e il buco del culo. Sono io a questo punto che scopo e mi faccio inculare, aumento e diminuisco il ritmi e godo di tutto questo.
Luca mi scopa in bocca mentre lo succhio avidamente alternando profondi respiri, scopo nella calda figa mentre le sue dita giocano e tirano i mie capezzoli, la sento leccare le palle e il culo
Il mio ritmo viene sorpassato da quello dell’amico che stà scopandomi, il suo respiro è affannoso il suo membro si indurisce e pulsa, e il nuovo movimento si trasferisce con me nella figa, la sento godere, mugulare sommessamente e il mio culo si riempie con colpi forti e decisi, il pulsare e vibrare di quel membro dentro che schizza e svuota tutto dentro, ed io che appena finito di sentire e godere questo suo piacere sborro e vengo riempiendo la vagina, e lei che gode assieme a me strizzandomi con forza, con violenza i capezzoli e morde le palle con delicatezza ma sento Luca contrarsi e penso che avrà sentito male ma sbaglio, un getto possente e lungo, una sborrata enorme mi riempie la bocca e scende in gola senza deglutire e quasi mi soffoca. A fatica deglutisco e ingoi tutti i getti sempre abbondanti.
Uno dopo l’altro ci si stacca.
Mi domando come abbiano capito che potevano usarmi al centro, Luca non lo ha mica detto.
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