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Gay & Bisex

Sul Divano con JACK DANIEL'S


di Bsx_930
25.07.2015    |    7.134    |    2 8.4
"Mentre mi inculava era diventato ancora più duro e l'eccitazione mi fece venire presto..."
La cenere cadde nel posacenere.
I bicchierini batterono ed il loro liquido travolgente e piccante scese nei nostri corpi aspettando il beato limone.
“Mi sei piaciuto anche questa settimana”. Disse Anna prendendo la sigaretta.
“Mi fa piacere”. Dissi sistemandomi sulla poltrona.
“Allora cosa mi canterai sabato?”.
“Non so pensavo un pezzo di Michael Jackson”.
“Oh si meraviglioso, ma voglio un pezzo di Madonna”.
Sgranai gli occhi.
“Madonna?”. Dissi.
“Si, hai presente, donna, bionda, alta uno e sessanta e qualcosa, regina della musica pop”.
“Me la ricordo si”. Dissi ridendo e versando altra tequila nel mio bicchiere.
“E sabato che serata c'è? Così da scegliere una canzone che ci si avvicini”.
Anna aspirò dalla sigarette e guardandomi mi fece cenno di versare anche a lei un altro bicchierino.
“Latino americano”. Disse facendo fuoriuscire il fumo dalle labbra.
“Cristo..”.
“Ehi! Non si nomina in vano! Ricordalo”. Disse sventolandomi davanti la sigaretta per poi indicarmi il crocefisso alla parete. L'ho sempre trovato molto trash in quell'ambiente.
“Scusa”. Dissi passandole il bicchierino.
“E se facessi qualcosa di Shakira? Lei è Sudamericana andrebbe meglio con la serata”.
Anna buttò giù il bicchierino.
“No, voglio Madonna. Shakira puoi farla mercoledì”.
Non capivo, avevo il palco per sabato, ora si parla di mercoledì.
“Mi dai altro spazio durante la settimana?”. Chiesi entusiasta.
“Già, mercoledì vengono dei miei vecchi amici e uno di loro ha una casa discografica che sta per cadere in rovina e cerca qualcuno di nuovo”. Disse spegnendo finalmente la sigaretta.
Urlai dalla gioia e saltai il tavolino abbracciandola.
“Piano piano tigre”. Disse lei ridendo e dandomi due pacche sulla schiena.
“Non sono così giovane da ricevere botte di questo tipo”.
“Ok, allora Madonna sia, cosa vuoi che ti canti?”. Chiesi eccitato come un bambino davanti a un negozio di caramelle.
“Mi fai scegliere anche la canzone?”. Disse riversandosi della tequila.
“Be' io di Madonna conosco Like a Virgin, Material Girl, Like a Prayer e altre prima del 2000”.
“Passami il tablet la dietro”. Disse indicandomi con la mano il mobile.
Aprì YouTube e guardò tra le varie canzoni di Madonna, poi sorridente mi passò il tablet.
“Don't Cry For Me Argentina? Non è drammatica?”. Dissi guardandola.
“No la versione remixata, è stata in vetta alle classifiche per settimane nel '99”.
“Nel '99 avevo sette anni, è già tanto che mi ricordo i Backstreet Boy”.
“Mi dimentico sempre che sei così piccolo”. Disse ridendo.

La sera latino americana era arrivata ed io aprivo la serata.
La musica che mi precedeva era alta e faceva ballare, io pregavo dentro di me di non sbagliare le parole di una canzone che avevo imparato nel giro di una settimana.
Guardai l'ora e mi accorsi che i ballerini non erano ancora arrivati.
Mi poggiai al muro e pregai che i loro culi apparissero magicamente dal nulla, ma in quell'istante apparve Anna.
“Cattive notizie, Luisa si è sentita male. Sta sera ci sarà solo Gabriel”. Disse.
“Ok, l'importante è che ci sia qualcuno che sappia cosa fare”. Dissi sorridendole.
Gabriel spuntò dal retro delle quinte con già il vestito ed il trucco in volto.
“Scusate il ritardo, stavo sistemando Luisa su un divano”. Disse prendendo la mano ad Anna.
“Tranquillo, voglio solo che lo spettacolo vada bene anche se siete solo vuoi due”. Disse salendo sul palco.
“Ok, come facciamo?”. Dissi io guardandolo terrorizzato.
La musica della canzone era già iniziata, fortunatamente c'era un intro molto lunga.
“Be' tu canterai e ballerai con me, dato che non abbiamo più una compagna da dividerci”.
“Ok, mi sembra ragionevole”. Dissi. “E con i passi?”. Continuai. “Guido io tranquillo”. Disse poggiandomi la mano sulla spalla.
“Ed ora colui che per me è come un figlio, colui che è sbocciato proprio su questo palco, un applauso per Claudio!”.
Entrai in scena e le luci mi colpirono direttamente in pieno viso.
Il vestito scuro non aiutava con tutte quelle luci.
“Buona sera 27!”. Dissi prendendo il microfono e cominciando a cantare.
“It won't be easy, you'll think it strange
When I try to explain how I feel
That I still need your love after all that I've done..”.


La canzone iniziava lenta, ma poi prendeva una nota di vivacità ed emozioni.
Gabriel entrò mentre intonavo la seconda strofa e cominciò a danzare prima con una corista.
Un casqué, una giravolta, un sollevamento, e la sua gonna danzava insieme alla mia voce.
La canzone avanzava ed il momento era arrivato, dovevo provare a ballare mentre cantavo. Mi aspettavo una catastrofe.
“Don't cry for me Argentina
The truth is I never left you
All through my wild days
My mad existence
I kept my promise
Don't keep your distance”


Presi il microfono in una mano e l'altra la poggiai sulla spalla di Gabriel. Lui sorrideva mentre io continuavo a cantare e a muovermi.
Destro, sinistro, mi riusciva bene fare entrambe le cose.
Con Anna avevamo deciso di accorciare la canzone, quella remixata sarebbe dovuta durare molto, questa sarebbe durata si e no cinque di canto e altri due o tre di canzone per dar spazio ai ballerini, ma dei ballerini ne era rimasto uno, ed io.
Dopo il ritornello era il momento che smettessi di cantare e mi impegnassi a ballare.
Il pianoforte suonava, le chitarre pure, persino la batteria, ed io dovevo andare dietro a Gabriel cercando di non pestargli i piedi.
“Stai andando bene”. Mi disse all'orecchio.
“Ho una paura di schiacciarti i piedi non puoi capire”. Dissi e lui scoppiò a ridere poggiandomi le mani sui fianchi per sollevarmi e farmi roteare.
Dal pubblico tuonò un applauso e delle urla di approvazione.
“Scusa, dovevo farlo con Luisa”.
“La prossima volta avvertimi”. Dissi ancora con il cuore a mille.
Continuavo a cantare, la canzone sarebbe finita dopo poco, le coriste ripresero il loro canto intonando “Evita”, e subito dopo “Don't Cry For Me”.
Era il momento lento della canzone.
“Have I said too much?
There's nothing more I can think of to say to you.
But all you have to do is look at me to know
That every word is true..”.


La canzone era giunta al finale, il piano riprese a marciare veloce e così anche gli altri strumenti, mentre Gabriel mi prese in vita e riprendemmo quella strana ballata tra tango e valzer che ancora non avevo intuito.
“Dopo c'è il casqué, mi reggi tu o ti reggo io?”. Disse.
“Reggimi tu, che in questo momento non mi reggo nemmeno per me stesso”. Dissi facendolo ridere e mostrando la sua brillante dentatura.
La canzone stava per finire, ripresi il microfono e lo portai alle labbra mentre Gabriel muoveva i piedi intorno ai miei.
“Don't Cry For Me!”.

Lasciai il microfono e mi gettai nel casqué, Gabriel mi portò quasi a terra.
La folla era entusiasta e io riprendevo fiato guardando Gabriel negli occhi.
Non so cosa gli prese, ma mi avvicinò a se e mi diede un bacio.
Dal pubblico partì un altro urlo e applausi a non finire.
Mi alzai e mi inchinai davanti a tutti chiamando tutti coloro che erano li per aiutarmi, il pianista, le coriste e tutti.
Un ultimo inchino e un grande “Grazie” e scappammo tutti via mentre il Dj saliva in console dall'altra parte del locale.
Anna come sempre era li ad aspettarmi.
“STUPENDO!”. Disse avvinghiandomi ancora una volta.
“Stupendi”. Dissi io guardando Gabriel.
“Meravigliosi”. Aggiunse Michela.
“Andate a divertirvi ora, il vostro l'avete fatto”. Aggiunse Anna dandoci una pacca sul culo per uno.
Uscimmo da dietro al palco per entrare negli spogliatoi.
Dovevo chiederglielo.
“Perché mi hai baciato? Non stai con Luisa?”. Chiesi subito, ma non ricevetti risposta, mi si avvicinò e mi baciò nuovamente, questa volta mettendo la lingua.
“Luisa è mia cugina”. Disse staccandosi per poi riprendermi nel suo bacio.
Sentivo da parte sua un forte contatto nel ripiano basso, era già bello duro.
Sembrava bellissimo ed enorme.
Mi staccai da lui e mi diressi alla porta per chiuderla.
Mi girai e lui si stava già togliendo la camicia.
Gli presi la camicia e gli strappai il resto dei bottoni facendo spuntare sul suo viso un altro sorriso.
Lui mi tolse la mia e continuammo a baciarci e a leccarci, sentivo che mi stava per esplodere nei pantaloni, e anche il suo non scherzava.
Gli sganciai la cintura e il primo bottone e i pantaloni gli caddero giù mostrando quelle gambe con pochi peli e quegli slip bianchi che mi arraparono subito.
Ci buttammo sul divano e lui mi strappò direttamente i pantaloni e le mutande.
Era da molto che nessuno mi spogliava in quel modo.
Senza molti inviti cominciò a mettermi prima un dito, poi due e poi tre in culo, era anche da molto che nessuno mi scopava, era come se fossi tornato vergine.
Mentre mi scopava con le dita sentivo il suo cazzo sbattere contro il mio, sentivo che mi voleva, sentivo che voleva scoparmi.
“Fermo”. Dissi allontanandolo.
“Ti ho fatto male?” disse.
“No, no, vado a prendere i preservativi”. Dissi alzandomi, ma lui mi bloccò e lo prese in bocca.
Aveva una bocca calda accogliente, così accogliente che lo prese tutto in gola fino a schiacciare il suo naso contro i miei peli.
Un gemito di piacere uscì dalla mia bocca. Si staccò e mi guardò sorridendo prima di dare un'altra leccata alla cappella.
Mi staccai da lui e andai al mio armadietto. Aprendolo trovai dei fiori con una busta su scritto “Da Anna e tutto il Club 27”. Mi trattavano come una star, ma ero al massimo uno che ci provava.
Presi l'occorrente e tornai da lui.
Si mise il preservativo e lo lubrificò con la vasellina, poi fece uguale al mio buchetto.
Si inserì piano, sentivo il buco allargarsi tra un mix di piacere e un po' di dolore.
Quando arrivò a metà dell'asta sentì un male cane, era molto grosso l'arnese.
A quel piccolo dolore gli morsi il labbro con una smorfia mentre ci baciavamo.
“Scusa”. Disse continuando a spingere lentamente.
Sentivo dentro di il suo cazzo che si faceva spazio spingendo. Era una sensazione che non sentivo da tanto tempo.
Cominciò a spingere più forte, e a muoversi più velocemente.
All'inizio non mi piaceva come lo faceva, ma poi trovai il nirvana.
Mi prese di peso dal divano e mi buttò al muro tenendomi per i fianchi.
Lo sentivo tutto e tutto entrava, il suo bacino andava sempre più veloce come la mia eccitazione saliva.
Ad un tratto cominciai a gemere guardandolo negli occhi, sembrava che la cosa gli piacesse, così continuai con piccoli urli, gemiti di piacere e un qualche “Si ancora” buttati qua e la.
Dopo poco venne nel preservativo e mi lasciò calare lentamente dalle sue braccia fino a terra.
Era completamente sudato, il sudore su quei muscoli era spettacolare.
Si tolse il preservativo e lo gettò nel cestino li accanto avvolto in un fazzoletto.
Si abbassò e cominciò a risucchiarmelo. Mentre mi inculava era diventato ancora più duro e l'eccitazione mi fece venire presto.
I primi schizzi scoppiarono nella sua bocca, ed il resto fuori sul suo petto, bagnandogli i capezzoli.
Si alzò ed io guardia la mia sborra colare sul suo addome, entrare nell'ombelico e colare sui peli del cazzo.
“Dovremo rifarlo”. Dissi baciandolo.
“Quando e dove vuoi”. Disse lui mettendomi le mani sul culo e aprendolo nuovamente.
Ci baciammo ancora un po', poi ci infilammo nelle docce del Club, lui fece prima di me ed uscì dicendo che mi avrebbe aspettato sul divano. Mi lavai bene dietro, togliendo ciò che restava della vasellina.
Tornai negli spogliatoi e Gabriel era in mutande sul divano con una boccia di Jack in bocca che buttava giù.
“E quella?”. Dissi poggiandomi accanto a lui ancora in asciugamano.
Mi guardò sorrise e si piegò nuovamente sul mio cazzo moscio con in bocca il Jack.
Una delle sensazioni più forti della mia vita.
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