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Gay & Bisex

Svergination (3)


di crigio
29.06.2015    |    8.435    |    3 8.8
"A terra, sotto i vestiti appesi, pesco un paio di scarponcini militari e glieli porgo..."
“Quando siete arrivati in città?”, chiedo ad Ahmed e Faruk, ora seduti sul divano del salotto a sorseggiare una bibita. Dopo l’intensa esperienza di sesso selvaggio che abbiamo avuto in cantina, abbiamo deciso di venire tutti su a rinfrescarci un po’.
“Siamo qui da un paio di giorni”, risponde il fratello maggiore. “Faruk aveva una sfilata a Milano e, per l’occasione, abbiamo deciso di fare un salto a salutare in nostri amici”.
“Già!”, interviene Enrico. “Mi hanno mandato un messaggio su WhatsApp ieri e allora mi sono detto: quale occasione migliore per fare capire alla nostra nuova puttanella che cos’è il vero sesso?”, prosegue, indicando Luca, seduto su uno sgabello della cucina a sgranocchiare arachidi e pistacchi. Sentendosi preso in causa, il ragazzino distoglie lo sguardo e arrossisce.
“Ma quanto è bellino così timido e remissivo al tempo stesso!”, dice Ahmed, fissandolo e squadrandolo da capo a piedi.
Luca si imbarazza ancora di più e fa: “D… devo andare in bagno… sc… scusate…”, e si alza ed esce dalla stanza. Noi quattro sghignazziamo, non per prenderlo in giro, ma per sottolineare la sua pulizia d’animo, nonostante poco fa sia stato una troietta spaziale.
“Giò!”, mi chiama, poi, il mio ragazzone. Io, davanti al frigo a versarmi un succo, mi volto verso di lui e lo ascolto. “Bisogna fare qualcosa per l’abbigliamento di Luca: non credo che vada bene per il bar di Andrea. Non può presentarsi vestito da collegiale: non attizzerebbe neanche un mandrillo!”.
“Hai ragione: ci avevo già pensato pure io. Di là dovrei aver lasciato qualche capo interessante”, ribatto, riflettendo sul contenuto dell’armadio di Enrico. “Ma per quando è prevista la scena con i negroni?”, gli chiedo distrattamente, mentre ripongo il cartone del succo nel frigo.
“Per stasera”.
“Che cosa???... Cough! Cough! Cough!”, esclamo, strozzandomi mentre ingoio la bibita. “Ma sei impazzito! Quegli animali lo squartano vivo!”.
“E non è quello che vogliamo? Vederlo godere come una troia sbattuto in ogni buco da Rico e i suoi amici?”.
Rimango perplesso. Poi, Faruk interviene: “Ehi, ehi! Che cos’è questa storia dei negroni? Diteci un po’, dai!”.
Allora Enrico spiega loro tutta la faccenda e i due turchi sembrano eccitarsi nuovamente, da come si sistemano sul divano e si strizzano i pacchi.
“Interessante!”, mormora infine Ahmed. “E si può assistere a questi provini?”.
“Credo di sì”, risponde Enrico. “Devo giusto chiamare Filippo per confermagli il nostro arrivo. Gli chiederò se posso portare degli ospiti”.
“Filippo?”, lo interrogo.
“Sì: è il regista”.
“Ah, bene!”.
“Bene”, mi fa eco, soddisfatto, Ahmed, bevendo un altro sorso di bibita.
Un attimo dopo Luca rispunta dall’uscio. “Vieni con me, tu!”, gli ordino afferrandolo per un braccio.
“Dove…?”, prova a chiedermi lui, ma le parole gli muoiono in gola. Lo porto in camera da letto e, una volta lì, apro l’armadio. In un cassetto ritrovo uno short di jeans, tutto sfrangiato, che avevo ormai dismesso e che penso gli possa andare bene. Sotto, scorgo un tanga nero che ha ancora l’etichetta attaccata: questo l’avevo proprio scordato! In un altro cassetto, infine, prendo una t-shirt a rete. Getto tutto sul letto, tranne il tanga.
“Aspetta qui un momento e, nel frattempo, spogliati!”, comando al ragazzino, e vado in cucina a cercare un paio di forbici per tagliare l’etichetta. Enrico sta giusto parlando al telefono con il regista.
“… sì, sì… si fa fare tutto, tranquillo… Ma no! E’ giovane, ma ben aperto. Ci ho pensato io”. Poi, guardando i due turchi, aggiunge: “Cioè… io e qualcun altro”, e sorride furbescamente. “Ok! Saremo lì per le undici. A più tardi!”. Poi, rivolto a me, mi chiede: “Come va di là?”.
“Ho trovato qualcosa. Tra poco ve lo sottoporrò”.
“Ok”. Torno in camera da letto, dove Luca sta armeggiando con i calzoni. “Ma non ti sei ancora spogliato?”, lo rimprovero bonariamente. “Non sembravi così timido giù”.
“Eheh!”, ridacchia lui e, accelerando un po’, si leva tutto.
“Metti questi ora!”. Lui si infila prima il tanga e il filo gli finisce dritto tra le natiche, facendole risaltare. Giovane com’è, gli stanno su che è una meraviglia! Quindi, indossa gli shorts, che gli arrivano proprio a fil di chiappa. Infine, si mette la t-shirt e si gratta un po’ dappertutto.
“Questa mi dà fastidio qui…”, si lamenta indicando i capezzoli.
“Su su!”, lo conforto. “Non ce l’avrai addosso per molto tempo”, continuo aggiustandogliela per farla cascare meglio, e lui mi guarda stupito. Si stara chiedendo che cosa gli succederà stasera. “Ora andiamo di là a vedere la reazione degli stalloni. Ah, no! Ancora un momento!”, e ritorno all’armadio. A terra, sotto i vestiti appesi, pesco un paio di scarponcini militari e glieli porgo. Lui li mette ai piedi. Adesso è perfetto.
Quando rientriamo nel salotto, le facce sorprese dei due turchi e di Enrico dicono tutto: ho fatto proprio un bel lavoro.
“Ora sì che sei una vera zoccoletta!”, lo insulta il gigantone avvicinandosi e girandogli intorno per ammirare il suo culetto fasciato negli shorts. Mi fa l’occhiolino e “ok” con le dita.
Anche Ahmed e Faruk sembrano su di giri per questa nuova versione di Luca e non vedono l’ora di capire che cosa succederà tra poco.
“Direi che possiamo avviarci, così vi mostro il posto e Luca ci prende confidenza”, fa Enrico, posando il bicchiere sul tavolino. Quindi, usciamo e saliamo in macchina. Luca ha un po’ timore a farsi vedere in giro così conciato, ma Enrico gli fa da scudo, comprendendo che la sua non è la mise più adatta ad un quartiere tutto sommato rispettabile. Lo fa salire dietro e sedere tra i due turchi. Mentre andiamo, sento un certo tramestio alle mie spalle e allora mi volto.
“Ragazzi! Non consumatelo! Ci serve intero per quello che dovrà fare stasera!”, li riprendo, essendomi accorto che entrambi hanno una mano dentro gli shorts del ragazzino e che lui stesso sta ansimando per le carezze che riceve al buco del culo. D’altronde, la troietta non si tira indietro: le sue mani scivolano sulle cosce dei due fratelli e raggiungono in men che non si dica le loro patte, che massaggiano e palpeggiano lentamente.
“Lasciali stare!”, mi fa Enrico. “Lo tengono caldo!”, e mi volto a guardare la strada. Dopo circa dieci minuti, il mio boy, rallentando e parcheggiando, dice: “Dai che si scende!”. Io mi giro di nuovo e vedo le mani di Luca piene delle verghe dure dei due turchi.
“O… ok!”, sospira Ahmed, reimpossessandosi del cazzo e richiudendolo a fatica nei jeans. Lo stesso fa Faruk, con molta più difficoltà, ma alla fine anche la sua minchia torna al coperto.
Entriamo nel locale e Andrea ci si avvicina. “Ma ciao!”, esplode salutando Ahmed e Faruk. “Quanto tempo! Enrico, non mi avevi mica detto che si trattava di loro! Avrei steso il tappeto rosso, sapendo quanto sono cari a Giò!”, continua provocatoriamente. “Allora: è questa la vostra nuova puttanella?”, chiede poi, squadrando Luca. “Niente male!”, commenta e gli sputa il fumo del sigaro in faccia. Il ragazzino tossisce educatamente e rimane a ridosso di Enrico, timoroso della figura e delle parole di Andrea. “Tranquillo, piccolo. Non ti faccio niente. ROAR! AHAHAHAHAH!!!”. Il grassone si prende gioco del nostro amichetto e avrei voglia di spaccargli la faccia, ma mi trattengo.
Enrico si apparta un momento con Luca e gli spiega che tipo è Andrea. “Non preoccuparti: abbaia ma non morde. È tutto a posto?”.
“S… sì… Credo di sì…”, balbetta lui.
“Dov’è Filippo?”, chiede, poi, Enrico.
“Dove vuoi che sia? Di là, no!”, risponde infastidito Andrea. Allora andiamo tutti e cinque verso la saletta e, prima ancora di entrare, dal corridoio sentiamo come dei guaiti. Sembrano quasi delle voci femminili, almeno due, che si alternano e si confondono l’una con l’altra.
“Vuoi vedere che girano anche delle scene etero?”, penso tra me e me. Quando scostiamo la tendina, però, rimaniamo esterrefatti, i due turchi e Luca più di me e di Enrico.
Sul divano di fronte alla porta di ingresso, Gino, il nostro amico transessuale, tiene le gambe completamente aperte e si fa trapanare nella fica dalla mano di Mario, mentre il suo volto è trasformato dall’eccessivo godimento che sta provando. Sul divano sulla sinistra, invece, un altro ragazzo transessuale sta subendo un frenetico ditalino dal dito medio di Felix, il quale, contemporaneamente, lo sgrilletta con l’altra mano. Ovviamente, per riprendere entrambe le fellatio allo stesso tempo, i cameramen sono due: oltre al solito porcone dal pacco sempre gonfio, ce n’è un altro, anche questo niente male e pure lui eccitato dalla scena che sta filmando.
Con la coda dell’occhio vedo l’espressione di Luca: è basito e si fa scudo col braccio di Enrico, quasi avesse paura di un eventuale identico trattamento. Sembra avere dimenticato che in una settimana di training ha subito ben altro che questo!
“AAAAAAAAHHHHHHHHH!!! AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH!!! AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHH!!!”, strilla d’un tratto Gino, mentre si massaggia l’interno cosce. Il suo busto si solleva e spinge fuori dal suo ventre la mano di Mario. Immediatamente dopo uno zampillo di umori schizza proprio sul cazzone del negro, che si affretta a frullare con due dita la passera della troia, facendo spargere il liquido per ogni dove. Quindi, si impugna la nerchia e la punta alla fica, abbattendosi con estrema precisione sul corpo di Gino, il quale rimane trafitto da tutta la virilità dello stallone e rantola mentre va in apnea. Luca rimane scioccato da tutto questo e si stringe al braccio di Enrico, che sghignazza divertito. Gli sussurra qualcosa all’orecchio e lui sembra riprendersi.
Intanto, Mario, sollevato sulle mani, inizia a sfondare il trans. Nella stanza si sente lo sciabordio nella fica di Gino provocato dallo stantuffo del cazzone del negro e, insieme, le percosse che la mano di Felix da all’inguine dell’altra troia, mentre la sditalina come un forsennato. D’improvviso, il secondo energumeno estrae la falange e la sostituisce con il suo randello di carne. Il trans inspira rantolando e sgrana gli occhi, sorpreso dalla mossa del suo stallone.
“Ma è enorme!”, sbotta, e comincia subito a massaggiarsi il clitoride, mentre Felix lo scopa a ritmo serrato.
Accanto a me, i due turchi parlottano tra di loro, apparentemente tranquilli, ma in realtà le loro patte rivelano altro: le vedo pulsare e soprattutto quella di Faruk lascia intravedere il suo obelisco che si allunga verso sinistra, proprio verso di me.
Quando risollevo lo sguardo, Rico fa il suo ingresso nella stanza, nudo, col cazzo dritto e i muscoli guizzanti.
“Ma quanti sono?”, chiede Luca ad Enrico, sussurrandogli all’orecchio.
“Non preoccuparti”, gli risponde il gigantone, rassicurandolo. “Riuscirai a prenderli tutti”, e gli sorride. Il ragazzino non riesce a staccare gli occhi da tutto questo ben-di-Dio e, d’altronde, come dargli torto!
Rico avanza verso il centro della stanza: quindi, si ferma e alza un dito. Sembra che stia facendo la conta per decidere a quale coppia unirsi. La sua mano si ferma su Mario e Gino. Il suo compare, avendo capito le sue intenzioni, tira fuori il cazzo dalla puttana, che si contorce tutta sul divano, e la fa spostare prendendola per un braccio. Quindi, si siede e gli afferra una coscia, facendogli capire che deve impalarsi sulla sua verga. Gino si sputa su una mano e si lubrifica la passera: poi, esegue l’ordine. L’asta di Mario gli sparisce nel ventre ed entrambi sospirano. Rico, allora si fa sotto: spinge Gino in avanti e lascia colare della saliva sul buco del suo culo. La sparge bene e lo stesso fa col suo cazzo. A seguire, appoggia il grosso glande sulla rosellina e spinge. Quella cede senza difficoltà e la troia emette un altro dei suoi guaiti. Poi, si appende al collo di Rico, torce il capo e i due iniziano a limonare come porci.
“Sì, infilatemeli tutti, dai! Sono la vostra troia, sì!”, blatera Gino, in preda ad una libido esagerata, mentre le due minchie si alternano dentro e fuori i suoi due buchi. Anche Felix si accorge finalmente dell’ingresso di Rico e allora priva la sua puttanella del cazzo e, trascinandola con sé, va ad unirsi al trio. Fa salire il trans sul divano, a cavalcioni della testa di Mario, il quale reclinandola ed estraendo la lingua, comincia a lappargli la fica. Lo stallone, invece, si posiziona dietro a Rico e si masturba, aspettando il suo turno per scopare il culo di Gino.
Nella stanza è tutto un tripudio di rantoli e di gemiti e non c’è persona che non sia eccitata. Strattonando indietro e strappando un urlo a Gino, Rico si riappropria del cazzo, lasciando campo libero al suo compare. Felix si accosta alla troia e la trafigge con la sua alabarda.
“Oh, sì! Ancora cazzi, sì! Datemeli tutti, dai!”, sbraita il trans, ormai senza più alcun controllo.
“Merda… slurp!”, esclama, all’improvviso, Mario. “Vengo!”, e, con uno scatto felino, senza che riesca a capire come abbia fatto, Gino si libera di entrambe le verghe che lo riempiono e si china su quella che sta per esplodere. La inghiotte completamente e subito dopo le sue guance si gonfiano ritmicamente mentre fiotti di sborra gli riempiono il cavo orale. Rico approfitta della sua posizione a pecorina per impalarlo nuovamente e, per non restare indietro rispetto al suo amico, scopa la troia a come un ossesso per raggiungere rapidamente l’orgasmo. Di lì a un minuto anche lui si scarica i coglioni nella fica di Gino, il quale sta ancora svuotando quelli di Mario.
L’altro trans, non volendo rimanere a bocca asciutta, scende dal divano e si inginocchia davanti a Felix, cominciando a spompinarlo con esperienza innata. Lo stallone, dopo pochi secondi, si china in avanti e rantola, mentre le sue chiappe si contraggono a causa degli spasmi alla prostata. Il gozzo del trans sale e scende nella sua gola e non si perde nemmeno una goccia della sborra dello stallone.
“STOOOOOOOP!”, grida Filippo, quando i tre negroni hanno finito di venire.
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