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Gay & Bisex

Sviluppi inattesi 1 – Un gradito ritorno


di vogliagay
24.10.2014    |    9.321    |    5 9.9
"Mi sento come un pollo infilzato sullo spiedo..."
"No Marco, basta! Come te lo devo dire??? Non voglio che stasera vieni da me a scopare! Sei sposato cazzo! Mi sento troppo in colpa nei confronti di Monica! Ma tu non ti senti in colpa?", chiedo sfinito a Marco, che mi sta tenendo al telefono ormai da un quarto d'ora. Vuole venire a tutti i costi a casa mia stasera. E di certo non per parlare del più e del meno.
"Ma no che non mi sento in colpa! Mi diverto solo un po' con il mio migliore amico. E lei di certo non lo verrà a sapere!", risponde risoluto Marco. "E poi scusa, perché quando ci sono anche gli altri non hai problemi, invece ora sì?".
"Non è che non ho problemi Marco! Quando ci sono gli altri mi faccio scopare da te perché non voglio che capiscano che c'è qualcosa di strano. Ma eviterei volentieri, te l'assicuro!"
"Mah, a me non sembra! Mi pare che te lo godi per bene il mio cazzo su per il culo, altroché!", lancia una stoccata. "E poi non capisco, ti senti in colpa nei confronti di Monica e non nei confronti di Valeria? Anche Enrico è sposato!".
"Certo, lo so che anche Enrico è sposato! Ma la loro situazione è diversa. Che ci creda o no, Valeria è a conoscenza del fatto che Enrico fa sesso con me e non ha nulla da dire!", ribatto io. "Loro sono sposati da anni, hanno raggiunto una certa complicità sessuale e hanno impostato il loro rapporto in questo modo. Tu invece sei sposato solo da pochi mesi, dovresti avere voglia di scoparti solo tua moglie, non anche il tuo migliore amico!".
"Sì, se solo mia moglie si facesse scopare", continua Marco. "E dei gemelli, che mi dici? Mi hanno detto che scopate ogni sabato sera, quando tornate a casa. Dormi da loro e vi mettete a scopare. A volte portate anche qualche bel tipo che conoscete in discoteca!".
"Ma che cazzo c'entra, Marco? Ma stai dicendo sul serio? Possibile che non cogli la PICCOLA differenza? Loro sono single, possono fare quel cazzo che vogliono senza dover rendere conto a nessuno! Come diavolo te lo devo dire che sei sposatoooo??? Ora basta però! Non ce la faccio davvero più! Ciao!!!", e chiudo la chiamata, buttando il cellulare sul sedile del passeggero.
Non so davvero più come gestire questa situazione con Marco. Vorrei chiudere definitivamente questo tipo di rapporto con lui, ma d'altra parte non voglio rinunciare a divertirmi con gli altri tre. Questo però fa sì che si senta autorizzato a pretendere altro al di fuori delle scopate del giovedì. Come cavolo faccio? Sono assorto nei pensieri, quando il telefono riprende a squillare. Sbuffo, lo afferro e rispondo alla chiamata: "Ancora??? Basta, ti prego, ti ho detto che è no!!! Che palle!".
"Ehm, ciao Giò! Ti ho chiamato in un momento sbagliato?"
"Oh cavolo, chi sei?", chiedo imbarazzato.
"Sono Giacomo, ti ricordi di me? Quest'estate, in Versilia. Ci siamo parecchio divertiti!", mi dice ridacchiando. "Inutile dire che pensavi fossi un'altra persona, che evidentemente ti sta infastidendo… Mi spiace!".
"Oddio, ciao Giacomo! Che piacere!!! È un po' che non ti fai sentire! A parte qualche messaggio dopo quei giorni in Versilia, poi non ti ho più sentito… Guarda, lasciamo perdere, mi trovo in una situazione del cavolo e non so come uscirne. Ma non è nulla di così grave, tranquillo".
"Meno male. Dai, spero riuscirai a trovare presto una soluzione. Hai ragione, ti chiedo scusa, ma sono stato molto incasinato col lavoro. Ma credimi, il fatto che non mi sia fatto sentire non significa che non ti abbia pensato. Anzi, non sai quante seghe mi sono sparato pensando al tuo culetto favoloso!", continua, questa volta ridendo di gusto.
"Oddio Giacomo. Dai, non dire così, mi imbarazzi!"
"Nulla di cui imbarazzarti, davvero. Sei fantastico! Ascolta, ti ho chiamato per dirti di tenerti libero venerdì 15. Devo venire a Milano per un meeting e mi farebbe piacere uscire con te. Magari andiamo a cena insieme e poi a bere qualcosa, se ti fa piacere".
"Ma scherzi? Certo che mi fa piacere! Sarò tutto tuo!", esclamo. "E quanto ti tratterrai?", gli domando.
"Mah guarda, fortunatamente il meeting è di venerdì, quindi pensavo di fermarmi anche nel weekend. Ho prenotato l'albergo per 2 notti, riparto domenica sera".
"Ma in che zona è il meeting?", gli chiedo.
"In pieno centro, zona Duomo", risponde.
"Bene, allora niente albergo, manda disdetta. Stai da me, il mio letto è abbastanza grande anche per te", gli propongo io. Anche se poi, tanto proposta non è. È più un ordine. "Io abito in zona Castello Sforzesco, 10 minuti a piedi da Piazza Duomo".
"Ma sei sicuro, Giò? Non vorrei disturbare", chiede dubbioso Giacomo.
"Secondo te se fosse stato un disturbo, te l'avrei proposto?"
"Ehm, effettivamente...".
"Ecco, quindi è deciso! Ci sentiamo nei prossimi giorni per metterci d'accordo meglio", concludo.
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Venerdì 15 dicembre, ore 17.45. Mi fiondo di corsa verso piazza Duomo. Giacomo è lì che mi aspetta da un quarto d'ora buono. Dovevamo incontrarci alle 17.30 ma purtroppo ho avuto un imprevisto dell'ultimo minuto al lavoro e sono uscito un po' in ritardo. Mentre mi avvicino provo le stesse sensazioni provate a giugno, quando arrivò in spiaggia e si piazzò vicino al nostro ombrellone. Sono ipnotizzato dalla sua bellezza. Oltretutto il completo, il cappotto e i capelli più lunghi rispetto alla scorsa estate gli conferiscono un'aria ancora più virile. La mia bocca si spalanca in un sorriso a 32 denti, così come la sua. Ci abbracciamo forte, ci diamo due baci sulle guance e dopo qualche secondo mi rendo conto che porta un suo braccio all'altezza del mio culo e mi palpa una chiappa.
"Giacomo!", lo rimproverò bonariamente.
Lui di rimando sorride e mi fa l'occhiolino. "Scusa, non ce l'ho fatta a resistere!", mi adula.
"Scusa per il ritardo, ma sai, l'ultima rottura di coglioni del venerdì sera 10 minuti prima che devi uscire dall'ufficio non manca mai...".
"Figurati, ne so qualcosa. Nessun problema! Sono convinto che saprai come farti perdonare!", allude malizioso, scoccandomi un altro occhiolino.
"Non so davvero a cosa ti stia riferendo", rispondo scoppiando a ridere. "Allora, che mi dici? Come va?", gli chiedo.
"Stanco, sono davvero stanco. Più che altro mentalmente. Questi meeting ti prosciugano l'energia, il tempo non passa mai, mi sembra sia durato un paio di giorni anziché solo una giornata", mi spiega.
"Lo so, ti capisco, so che vuol dire. Ma non pensarci più, il tuo weekend è appena cominciato. Rilassati e goditi queste due giornate. Preferisci fermarti a fare un aperitivo o vuoi andare subito a casa?"
"Subito a casa, se non ti spiace. Sono stanchissimo".
E così ci incamminiamo verso casa. Arriviamo dopo una decina di minuti. Saliamo al mio appartamento. Glielo mostro velocemente e lo conduco in camera. "Ecco, questa è la camera da letto e lì c'è il bagno. Spogliati e fatti subito una bella doccia calda e ristoratrice. Vedrai che poi ti sentirai rinato!".
Giacomo mi ringrazia e comincia a spogliarsi in camera, in modo da poter stendere l'abito sul letto. Subito mi avvicino all'armadio e tiro fuori un paio di appendiabiti, così da distrarmi ed evitare di fissargli il pacco. "Ah, in bagno i tuoi teli sono quelli appesi più vicini alla porta".
Giacomo mi passa di fianco e mi sussurra all'orecchio: "Guarda che puoi guardarmi eh? Non mi scandalizzo mica!", e si allontana con un ghigno.
Io arrossisco, spero che non se ne sia accorto. Sono agitato, emozionato e sento del movimento nelle mie parti basse. Sento l'acqua scrosciare nel box doccia, immagino il suo corpo completamente nudo, le sue mani passare su ogni centimetro di quel ben di Dio e il mio cazzo da barzotto diventa completamente duro.
Dopo quasi dieci minuti sento la porta del bagno aprirsi e vedo che Giacomo esce, coperto da un telo in vita. "Ohhh, avevi proprio ragione, sto decisamente meglio!".
"Bene, sono contento! Allora faccio che ti imito. Anch'io ho bisogno di una bella doccia calda".
Vado in bagno, mi denudo e mi chiudo nel box doccia, facendo scorrere l'acqua quasi bollente sulle mie membra affaticate. Mi rilasso e comincio molto lentamente a lavarmi: prima il petto, poi le braccia, poi l'addome, infine mi viene naturale afferrarmi il cazzo duro e cominciare a giocarci.
A un tratto sento una folata di aria fredda sul mio corpo, ma non faccio in tempo a girarmi che mi trovo schiacciato contro il muro. Un cazzo di marmo contro le mie chiappe. È un dejà vu. Una lingua lecca piena di desiderio il mio orecchio, al quale arriva un sussurro: "Sono sei mesi che sogno di ripetere questa cosa! Sei mesi che ti desidero come non mai! Sei mesi che bramo il tuo corpo. Sei mesi che voglio il tuo culo!".
Comincio ad ansimare in preda all'eccitazione. Giacomo prende le mie braccia e me le porta dietro la schiena. In questo modo vado ad accarezzare la sua asta, che noto già essere avvolta in un preservativo, pronta a farsi strada in me. Nel frattempo il mio uomo di avvinghia a me e si struscia freneticamente, sembra un polipo. Mi lecca l'orecchio, la guancia, il collo. E poi la spalla e la schiena. Scende sempre più giù. Il tocco delicato della sua lingua sul mio corpo mi mette i brividi, ho la pelle d'oca. Gemo di piacere. Scende sempre di più, si accovaccia, con le mani allarga le mie chiappe sode e si tuffa sul mio buchino. Lecca, succhia, lo tortura. Io lancio un gridolino di piacere. Il mio respiro si fa sempre più pesante e affannoso. "Ohh sìììì! Così Giacomo, continua! Che bello! Anch'io ti ho tanto desiderato in questi mesi!".
Giacomo risale. "Ah sì, mi hai desiderato anche tu?"
"Certo tesoro, non sai quanto! Quante volte mi sono masturbato pensando al tuo cazzone! Sognavo di sentirlo ancora nel mio culo!", gli dico senza alcuna vergogna, talmente preso dall'eccitazione.
Mi stringe forte a sé. "Stai tranquillo bello, ché ora il sogno diventa realtà!". Una spinta e sento la sua nerchia farsi strada decisa nelle mie viscere. Il dolore è fortissimo. "Ahhhhh! Che maleeee!". Subito una mano mi tappa la bocca, poi dopo qualche secondo il cazzo esce dal mio culo e la stessa mano ma a stimolarmi il buchetto. Me lo massaggia sempre più forte e in men che non si dica il dolore si tramuta in un piacere sempre crescente. "Ahhhhh, vai cosìììì! Continua!", lo incito. Dopo poco sento che il dito smette di massaggiare la rosellina. Si fa più audace, entra. Comincia un ditalino molto veloce. Io gemo. Si aggiunge un altro dito, poi un altro ancora. Il buco si allarga senza problemi, ora sono veramente pronto. Le dita escono, afferrano il cazzo e lo indirizzano verso il mio culo. Un colpo, ancora una volta violento, e quel bastone di carne è completamente piantato dentro di me. Mi sento come un pollo infilzato sullo spiedo.
Urlo ancora, ma stavolta non di dolore. "Sfondami con quel cazzone, ti prego! Adoro quando mi prendi così! Continua!".
Giacomo non parla, emette solo versi animaleschi. Mi prende per i fianchi e mi stantuffa con tutta la forza che ha. Scarica tutta la voglia accumulata in sei mesi sul mio povero culetto. Mi sento spaccare, ma non provo nessun dolore, anzi.
Una simile scopata non può durare a lungo. Giusto un paio di minuti, ma intensissimi e devastanti. Poi Giacomo emette un urlo ancora più forte e si blocca con la sua asta completamente dentro di me. Comincia a tremare e sento chiaramente che il preservativo di riempie della sua sborra. Percepisco distintamente le contrazioni del suo cazzo che spara la crema. Esaurito l'orgasmo Giacomo mi abbraccia e appoggia la sua testa sulla mia spalla. Rimane immobile, mentre piano piano il suo respiro si fa più regolare. Appena percepisce che il suo cazzo si sta addormentando, lo tira fuori immediatamente dalla tana. Nel preservativo c'è una quantità impressionante di sborra, che testimonia quanto sia stata intensa e piacevole per lui questa cavalcata. Io ho goduto talmente tanto, anche psicologicamente, che non sento il bisogno di segarmi per raggiungere l'orgasmo. Quindi con molta calma riprendiamo a lavarci a vicenda, non lesinando carezze sensuali sui nostri corpi.
Usciti dalla doccia ci rendiamo conto che sono già le 19.30, quindi è il caso di vestirci e andare a cena.
La serata passa in maniera davvero piacevole. Giacomo è simpaticissimo, brillante, anche se penso che stia facendo di tutto per farsi notare da me. Si vede che vuole fare colpo, come se già non lo avesse fatto... Mi parla brevemente del suo lavoro e mi dice che in campo sentimentale le cose in questi mesi sono parecchio cambiate. Conviveva con il suo tipo, ma intorno a metà settembre entrambi si sono resi conto che tra loro non c'era più passione e il loro rapporto si stava trasformando, diventando sempre più come quello tra due fratelli. Per questo hanno deciso di troncare la loro relazione, pur rimanendo ottimi amici. Un bel cambiamento, visto che quella storia durava da più di 5 anni...
Anch'io gli parlo del mio lavoro, mi chiede della mia vita sentimentale e io gli dico che sono libero come un uccello (!!!). Poi inevitabilmente il discorso va a finire sui miei amici e a questo punto, non so nemmeno io perché, decido di mentirgli. O almeno, ometto di dirgli quella che è l'attuale situazione con loro. Gli dico semplicemente che prosegue tutto nella norma e che al di là dei nostri soliti incontri del giovedì sera, mi vedo più che altro con i gemelli, in quanto Enrico e Marco conducono ormai una vita di coppia.
Facciamo una passeggiata e intorno alle 23.30 rientriamo a casa. La stanchezza della settimana e in particolare di questa giornata, particolarmente pesante per entrambi, si fa sentire.
Ci spogliamo, ci infiliamo sotto le coperte, entrambi con boxer e maglietta intima e continuiamo a chiacchierare ancora un po'. Passa poco tempo che la sua mano passa a carezzarmi il petto. Scende sempre di più, fino all'addome. Si intrufola sotto la maglietta e massaggia il mio corpo a nudo, soffermandosi a stuzzicare i capezzoli. Comincio a sospirare. Poi scende di nuovo, per dedicarsi alle parti basse del mio corpo. Mi abbassa i boxer e afferra il mio membro già duro. Qualche colpo di mano, poi aggiunge le attenzioni anche della sua bocca. Mi stringe l'asta e non appena la cappella si gonfia la imbocca e comincia a succhiare con bramosia. Comincio a lamentarmi e a esprimere il mio piacere. Da imboccare la cappella a piantarsi l'intero mio cazzo in gola il passo è breve. Ci dà dentro di gusto, confermando ancora una volta quanto mi desideri. Afferro la sua testa guidandolo nel pompino, ma il piacere è talmente intenso che non sento il bisogno di accelerare il ritmo o imprimere forza ai suoi affondi. Di tanto in tanto si stacca per riprendere fiato, ed è in una di queste pause che insaliva due sue dita e le indirizza al mio buco del culo. In un attimo vengono risucchiate. Il buco è ancora allentato dalla scopata di qualche ora fa, per cui non sento il minimo fastidio. Culo e cazzo stimolati nello stesso momento, mi sembra di essere in paradiso.
Dopo qualche minuto di questo trattamento molla il mio cazzo, sfila le dita e prende a limonarmi pieno di passione. Ne approfittiamo per denudarci completamente, poi lo stendo supino, scendo verso il suo cazzone e ricambio il favore. Prima però me lo rimiro per bene, visto che prima non ne ho avuto l'occasione. È favoloso, davvero perfetto. Giuste proporzioni in lunghezza e larghezza, bella cappella, peli pubici accorciati e ben "acconciati", è stupendo anche nelle parti basse. Lo impugno alla base e lo lecco lungo tutta l'asta. Poi ad un tratto, come preso da un raptus, me lo sbatto tutto in gola e comincio a spompinarlo come se non ci fosse un domani. Vado avanti per una buona decina di minuti, Giacomo gode, si agita e spesso sento qualche goccia di liquido prespermatico sulla mia lingua. Quando sento che si agita un po' troppo e il cazzo si contrae troppo nella mia bocca, decido di mollarlo per non far finire tutto prematuramente. Quindi prendo un profilattico dal cassetto del comodino, glielo infilo e mi metto in modo da impalarmi sul suo obelisco. Il mio culo lo inghiotte ingordo, sono già molto lubrificato dalla grande quantità di umori che ho prodotto. Mi abbasso finché sento le sue palle venire a contatto con le mie chiappe. E comincio a cavalcarlo. Ci guardiamo negli occhi, per nutrirci del desiderio che entrambi abbiamo dell'altro. Ad un certo punto mi tiene fermo, leggermente sollevato, e comincia a muoversi velocemente e a darmi colpi decisi. Comincio a urlare, la sensazione di piacere è troppo forte. Talmente forte che dopo poco sono costretto a smontare dal suo cazzo per non rischiare di sborrare e far finire tutto. Io invece voglio continuare a godermi questo bel cazzone.
Cambiamo posizione, lui scende dal letto, mi fa stendere supino e mi fa scorrere in modo che il mio culo si trovi sul bordo del letto. Si carica le mie gambe sulle spalle e riprende a stantuffarmi. La penetrazione è molto profonda e in questa posizione la prostata è molto stimolata. Comincio a emettere un lamento e tengo bocca e occhi spalancati. Non riesco a fare altro. Ad un tratto esce, forse perché troppo vicino all'orgasmo, si abbassa, si sputa su una mano e torna ad invadere il mio culo, questa volta con quattro dita. Il mio culo si apre a questa penetrazione così invasiva. Ruota la mano e cerco di strozzare l'urlo animalesco che vorrei liberare. Ma è troppo tardi, non voglio rischiare di ricevere lamentele.
Ormai è senza freni. Tira fuori la mano inzuppata di umori e me la mette in bocca,facendomela pulire. Pensavo mi avrebbe fatto schifo, invece stranamente mi fa l'effetto contrario. Il mio cazzo ha un guizzo e mi do da fare. Una volta pulita bene la mano mi sento sollevare e sbattere con la schiena contro il muro. Mi solleva le gambe, le allarga e punta il suo pisellone al mio buco e mi scopa così, in piedi, sorreggendomi col suo corpo muscoloso. Sembra la scena di un film porno. Mi sbatte senza tregua, finché mi avverte che sta per sborrare. Esce, mi butta letteralmente sul letto e si sfila il preservativo. Si mette a cavalcioni sul mio petto e si smanetta il cazzo. "Voglio che prendi tutta la sborra in faccia, come l'altra volta!", esclama come indemoniato.
Qualche colpo di mano e dalla sua cappella erutta un fiume di sborra, che si riversa su tutto il mio viso. Esaurito l'orgasmo si abbassa su ti me, tira fuori la lingua e comincia a leccare tutta la sua sborra!!! Per me è la goccia che fa traboccare il vaso , comincio a schizzare su tutto il mio corpo e mi contorco dal piacere.
Stremati ci abbracciamo, e mentre continua a darmi bacini affettuosi su tutto il viso tirato a lucido, mi sussurra: "Mi trasferisco a Milano, il mese prossimo. La mia azienda mi ha chiesto di venire a seguire la filiale che sta navigando in cattive acque. Io ancora avevo qualche dubbio, ma s'è sciolto dopo questa sera". E mi bacia appassionatamente.
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