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Trasformato in troia - La lista della spesa (cap.8)


di shinigami83ge
27.12.2013    |    17.620    |    9 9.1
"Squilla nuovamente il telefono, e questa volta purtroppo per me, non è una chiamata piacevole..."
(ottavo capitolo della mia storia di fantasia, spero che la trama fornisca sempre nuovi spunti di eccitazione - come sempre graditi i commenti. Buona lettura)
Amareggiato, e con il culo dolorante esco dall’appartamento dell’omone. In cuor mio avevo davvero sperato in un lieto fine, con me e lui abbracciati in un letto a baciarci e a scambiarci le coccole; invece, seppur certo di un qualche sentimento da parte sua, sono stato respinto con violenza e sento ancora addosso l’odore della sua urina e del suo piede enorme che mi ha schiacciato la faccia per umiliarmi ed allontanarmi da lui.
Squilla il cellulare, è nuovamente Lara, la mia ex, a questo giro non posso non rispondere, non voglio farla preoccupare inutilmente.
“Pronto ciao Lara, quanto tempo, come ti posso aiutare?”
“ma allora stai bene. Ero preoccupata, nei giorni scorsi ho incontrato il tuo amico e mi ha parlato del brutto accadimento”
Sicuramente deve riferirsi allo stupro iniziale con cui ho conosciuto l’omone e l’uomo con il pizzetto
“tranquilla, all’inizio è stato un po’ uno shock, ma era molto meno peggio del previsto”
Non posso certo dirgli della mia trasformazione
“vuoi che ti venga a trovare?”
“Lara, tranquilla… davvero sto bene, in questo momento ho solo bisogno di non pensare a nulla”
“ok, come vuoi, sappi che se hai bisogno sono qui”
“grazie, mi fa piacere sentirtelo dire. Buon proseguimento di giornata ciao.”
Chiudo la conversazione, avrei preferito che lei non venisse a conoscenza del mio rito di iniziazione, ma tanto ormai poco importa.
Squilla nuovamente il telefono, e questa volta purtroppo per me, non è una chiamata piacevole.
“sì pronto”
“ciao Troia, dove sei?” mi chiede l’uomo con il pizzetto
“non sono affari tuoi, inizio a rompermi il cazzo di questo gioco, pure il mio vicino di casa avete coinvolto”
“ahahahahah, certo che ne spari di cazzate tutte assieme. Per prima cosa questo è un gioco dal quale non puoi decidere di ritirarti, ti assicuro che diventare una troia è la cosa più facile che tu possa fare al momento, altrimenti puoi sempre provare a vedere quanto sono bravo a rendere un inferno la vita della gente. Secondo, il tuo vicino ti sbavava dietro da un po’ non è stato poi così difficile convincerlo, spero che la doppia inculata ti sia piaciuta. Ahhahahah”
“che cazzo vuoi? Perché mi hai chiamato?”
Cambiando tono il carabiniere mi risponde
“apri bene le orecchie troia, qui le regole le faccio io, e tu devi ubbidire, e con ubbidienza, intendo anche rispetto, quindi se non vuoi trovarti in qualche giochetto ben più estremo di quelli a cui hai già partecipato vedi di moderare i toni. Avanti chiedimi scusa.”
“non ci penso nemmeno a chiederti scusa”
Cala un breve silenzio poi
“lo vedi il baretto davanti a te?... li vedi quei due tizi stile gorilla seduti lì a prendersi un caffè?”
“sì, li vedo ma tu come…”
“bene, devi sapere che sono sotto di me e che se gli dico di venire lì a riempirti di botte perché sei uno spacciatore o qualche altra cazzata che mi viene in mente, loro lo fanno senza troppi problemi, quindi ora fai la brava troia e chiedimi scusa”
Con il sangue freddo nelle vene gli dico “scu.. scusami”
“ci siamo quasi troia,ma voglio uno sforzo in più, avanti devi dirmi: Le chiedo scusa mio Padrone”
“le chiedo scusa mio Padrone”
“bene, vedi che se vuoi sei un tipo ragionevole? Ora veniamo al motivo della mia chiamata, questa sera sei ospite a cena da me, ma siccome voglio prepararti una bella cenetta ho bisogno che tu faccia un po’ di spesa per me, ti mando un sms con le cose da comprare anche se i negozianti sanno già tutto. Hai capito troia?”
“sì ho capito”
“ho capito… cosa?”
“ho capito, mio Padrone”
Chiudo la conversazione con l’odio verso l’uomo con il pizzetto ancora più grande di prima, non bastava già il modo in cui mi trattava, pure Padrone adesso voleva farsi chiamare.
Come comunicato ricevo l’sms con le indicazioni, mi dirigo quindi verso il primo negozio, il fruttivendolo.
“buonasera, vengo la ritirare una busta di frutta e verdura fresca, mi hanno detto di dirle che è: per la cena”
“o eccoti qui, ti stavo aspettando, sì sì è tutto pronto”
“bene, dove sono le buste?” gli chiedo senza troppa voglia, ma cercando comunque di essere gentile
“oh, prima mi devi pagare”
“ma io non ho soldi con me” gli dico sorpreso da quella richiesta
“oh, ma io non sono d’accordo per un pagamento in denaro”
“e come allora?”
“avanti, mi è stato detto tutto del tuo percorso per diventare troia”
Quelle parole mi fecero sprofondare la terra sotto i piedi, ormai quella nomea si stava diffondendo intorno a me senza controllo e chiunque iniziava a pensare di potersi annoverare il diritto di scoparmi.
“guardi, lei si sta sbagliando, io non ho intenzione di fare nulla con lei”
“mi avevano detto che avresti potuto opporre resistenza, e che in quel caso avrei dovuto mostrarti questa foto”
Mi mostra quindi un’immagine di Lara. Perché hanno una sua foto, eppure ho parlato con lei al telefono poco prima e stava bene, è anche vero che l’uomo con il pizzetto mi fa controllare e sapeva esattamente dove mi trovassi. Preoccupato per la sorte della mia ex decido di cedere al ricatto.
“cosa vuole che faccia?”
“semplice, voglio soddisfare una mia fantasia”
“ e sarebbe?”
“dovrai metterti nudo, in ginocchio davanti a me e continuare a succhiarmelo, senza mai fermarti qualunque cosa succeda, finché non ti riempio la bocca di sborra, che ovviamente dovrai bere”
“insomma, vuoi un pompino”
“vedo che hai capito”
E senza altre perdite di tempo si abbassa la zip e tira fuori il suo grosso cazzo, ormai la certezza che siano state scelte solo persone dotate si fa sempre più strada nella mia testa.
“dove posso andare a spogliarmi?” chiedo al fruttivendolo
“semplice” mi risponde lui “qui in mezzo al negozio”
“ma qualcuno mi potrebbe… ci potrebbe vedere” gli dico sbigottito
“appunto, è quello il bello della mia fantasia”
“ma… io…”
Leggendo la titubanza sul mio viso il fruttivendolo mi mostra nuovamente la foto di Lara e pieno di imbarazzo inizio a spogliarmi nel mezzo del negozio, scrutando furtivo le vetrine per essere sicuro che nessuno guardi.
Completamente nudo mi inginocchio sui miei vestiti di fronte a lui, apro la bocca e senza mani, mi avvicino a quel nuovo cazzo, a quel nuovo sapore di uomo da scoprire, e lo prendo in bocca.
Rapida come sempre la mia oscura presenza, scomoda ed ingombrante, arriva procurandomi un’erezione violenta. Sapere di avere un cazzo di uomo in bocca, il suo sapore, i gemiti che riesco a provocare tramite lui, mi eccitano e mi fanno capire che davvero una troia è nascosta dentro di me.
La mia eccitazione è resa ancora più intensa dall’enorme cappella dell’uomo, che eccitato dalle mie cure ora sfoggia un cazzo di considerevoli dimensioni e che io succhio avido, come a voler presto dissetarmi del suo nettare.
“cazzo come sei bravo, se me lo succhi in questo modo vengo subito”
Mentre sono lì che sto godendo del momento improvvisamente si apre la porta del negozio. Spaventato e perdendo di colpo tutta l’eccitazione mi blocco coprendo con le mani le mie intimità. Effettivamente è entrato nel negozio un cliente.
Mi arriva un doloroso e forte schiaffo sulla testa
“chi cazzo ti ha detto di fermarti troia” mi sgrida il fruttivendolo “tu devi succhiarmelo e basta, al resto ci penso io”
Mi afferra quindi per i capelli e mi spinge nuovamente la faccia sulla patta dei pantaloni e io mi ritrovo il suo cazzo più duro di prima in gola.
“mi spiace, ma in questo momento non posso venderle nulla” dice il negoziante rivolto al cliente
Io mi sento arso dalla vergogna, chissà cosa starà pesando quella persona della scena, di me.
“mi sembra che te lo stia succhiando davvero bene” dice il cliente contro ogni mia aspettativa “mi avevano detto che qui ci sarebbe stato un bello spettacolo, ma non mi immaginavo questo”
Qualcuno aveva pubblicizzato quella cosa. Razionalmente sapevo che dovevo preoccuparmi e che la mia immagine pubblica stava per essere distrutta, ma essere lì, con un magnifico cazzo in bocca ed un ulteriore estraneo che guardava mi eccitava da morire.
“auoh, questo è il paradiso” grida il fruttivendolo eccitato dalla nuova foga con cui avevo ripreso a succhiarglierlo.
Il cliente si avvicina a noi due, lo tira fuori e guardandoci inizia a segarsi.
“ehi ragazzi, guardate lì per terrà, ma allora è proprio vero” grida un ragazzo entrando nel negozio accompagnato da altri due amici.
Ora gli spettatori del mio pompino sono 4 e sempre più coperto di vergogna e al contempo eccitato continuo il mio lavoro.
Anche i ragazzi iniziano a segarsi guardando la scena.
Continuo a succhiare e con le mani inizio a segare i cazzi dei nuovi ospiti, ma tenendo sempre e solo in bocca il cazzo del fruttivendolo come ordinatomi.
“ah cazzo… sto pervenire” grida uno dei ragazzi dopo un po’ dall’inizio dello spettacolo, ed avvicinandosi ancora di più a me schizza coprendo in parte la mia faccia e in parte il cazzo del fruttivendolo, che ora ha anche il sapore della sua sborra.
“e bravo Ricky” dice il ragazzo più grande, ora guarda come lo annaffio io, e segandosi molto più velocemente mi schizza in faccia pure lui, ma come ordinatomi, incurante di quello che succede continuo a succhiare.
“cazzo ragazzi, se fate cosi non resisto” esordisce il primo cliente, e senza potersi più controllare si alza sulle punte dei piedi e mi fa colare sulla fronte e sul resto della faccia la sua bianca eccitazione.
“a quanto pare siete tutti soggetti ad eiaculazione precoce” dice l’ultimo ragazzo “ora guardate all’opera il maestro” e avvicinandosi poggia la sua cappella sulle mie labbra che ancora tengono in bocca l’enorme cazzo del fruttivendolo e senza toccarsi inizia a schizzare un grande quantità di sborra che lentamente, al ritmo del mio pompino, mi arriva in gola.
“ora sì che sei una troia magnifica” mi dice il fruttivendolo osservando il mio volto ricoperto di sperma “eccoti il tuo premio” e afferrandomi la testa a due mani mi schizza nella gola la sua copiosa sborrata il cui calore fa sborrare anche me. Mi sento pieno di vergogna ed esausto, ma il negoziante bastardo non ha ancora terminato il suo gioco ed usando il suo cazzo molto più mollo come un pennello raccoglie la sborra degli altri 4 uomini e tenendola sulla punta della cappella, a piccole ciucciate me la fa ingoiare tutta.
“credo che verrò a comprare la frutta qui più spesso” dice ridendo il ragazzo più grande, poi sempre sghignazzando esce seguito dai suoi amici e dal primo cliente.
Finalmente riesco ad alzarmi in piedi, e mi accorgo che altri spettatori avevano osservato la scena dalla vetrina. Pieno di vergogna e a testa china finisco di pulirmi, prendo la busta con la frutta e verdura che erano state ordinate ed esco rapido sfuggendo lo sguardo della gente.
Mille pensieri si accalcano nella mia mente: Lara, l’omone, l’uomo con il pizzetto, il progetto della mia trasformazione, ma soprattutto la tappa del prossimo negozio.
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