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Gay & Bisex

Una nuova vita 2 – Io ed Enrico (… e non solo!)


di vogliagay
18.09.2014    |    8.231    |    4 9.5
"Aprii la bocca e lasciai entrare Valeria, che apprezzò con un gemito..."
Era lunedì, due giorni dopo il matrimonio di Marco. Stavo rientrando in ufficio dopo la pausa pranzo quando il cellulare prese a squillare. Guardai lo schermo e vidi che era Enrico. "Che strano!", pensai tra me, visto che il mio amico non mi chiamava mai, ma mi scriveva sempre messaggi su Whatsapp. Presi la chiamata. "Ciao Enrico, dimmi! È tutto ok?". "Sì, sì, certo, non preoccuparti! Ti ho chiamato solo per chiederti se stasera sei libero". "Ehm, sì sono libero, perché?". "Ah bene, lo speravo! No niente, volevo invitarti a cena da me, va bene alle 8?". "Ma sei a casa da solo? Valeria è fuori?", chiesi, pensando che il mio amico volesse compagnia.
"No, c'è anche Valeria! È solo che ci farebbe piacere averti a cena. Effettivamente non è mai capitata l'occasione!".
Ero stranito. "Pronto, Giò, ci sei?". "Oh, sì, scusa Enrico! Ci sono, certo, mi fa molto piacere! Allora vengo da voi alle 8!".
"Perfetto!", finì entusiasta Enrico, "allora a stasera!".
Dire che ero sorpreso era un eufemismo. Enrico e Valeria erano sposati da 4 anni e non mi avevano mai invitato a cena da loro, almeno non da solo… Ma d'altra parte, ora mi avevano invitato e alla fine non c'era nulla di strano. Rientrai in ufficio per uscirne di nuovo dopo 3 ore abbondanti, alle 5 passate. Prima di rientrare a casa mi fermai in enoteca per comprare una bottiglia di vino rosso (non avevo idea di cosa avrebbe preparato Valeria, ma non potevo certo presentarmi a mani vuote!).
Andai a casa, mi feci una doccia fresca per togliermi di dosso il sudore della giornata e mi sdraiai sul letto per una buona oretta a rilassarmi in attesa di vestirmi e andare da Enrico. Puntai ovviamente sul casual: un paio di bermuda appena sotto il ginocchio e una T-shirt.
Suonai il campanello e dopo qualche secondo Enrico venne ad aprirmi. Gli porsi subito la bottiglia e mi ringraziò, dicendo che però non avrei dovuto assolutamente.
Entrai in salotto e intravidi Valeria indaffarata ai fornelli. Rimasi di stucco: indossava un vestitino cortissimo nero e trasparente! Tanto che riuscivo a vedere tranquillamente l'intimo sotto! Non mi sembrava la Valeria che conoscevo io! Lei sempre così misurata, ben vestita, mai una scollatura un po' più accentuata. E ora era praticamente nuda!!! Cercai di distogliere lo sguardo e intavolai subito un discorso sul caldo incredibile di quei giorni.
"È un caldo assurdo, davvero! Io non lo sopporto proprio più, tanto che almeno in casa cerco di stare più leggera possibile!", disse Valeria con disinvoltura. "E poi per stasera ho preparato un'insalata di pasta e un'insalata di pollo. Tutto freddo, almeno facciamo anche meno fatica a mangiare. Questo caldo ti toglie davvero l'appetito!", continuò. "Anzi, io qui ora ho finito, vi lascio un attimo soli, vado di sopra a farmi una doccia!".
La vidi salire le scale, mentre Enrico mi invitava a sedermi sul divano e mi offriva un aperitivo. Tempo dieci minuti e Valeria era già con noi, sempre vestita con un vestitino succinto, anche se meno trasparente di quello pre-doccia. Si fermò comunque solo un paio di minuti giusto per bere il suo bicchiere e poi ci lasciò per preparare la tavola sul terrazzo.
Ci mettemmo a cenare e cominciammo a conversare amabilmente. A stupirmi ancora fu Valeria. Era sempre molto seria di solito, invece ora era molto più disinvolta e si mise addirittura a ridere quando Enrico le fece una battuta sulle ridotte dimensioni del suo vestitino. "Eh dai, con questo caldo!!! Non credo che Giò si scandalizzerà, non sono di certo la prima donna che vede! E tu non dirmi che adesso ti metti a fare il geloso!", e si mise a ridere facendomi l'occhiolino! Oddio, questa aveva bevuto di brutto durante il pomeriggio! Solitamente appena Enrico le faceva una minima battuta che andava a sfiorare l'argomento sesso si scandalizzava, metteva un muso che non finiva più e rimaneva incazzata per tutto il resto della serata… Non sapevo davvero più cosa pensare. Finimmo di cenare, sistemammo i piatti e ci trasferimmo in salotto. Enrico e Valeria presero un digestivo, mentre io rifiutai. Mi sedetti sul divano e vidi che Valeria si era sistemata molto vicino a me, accavallò le gambe, si girò sul fianco e mi mostrò praticamente tutta la coscia. Cercai di distogliere lo sguardo e continuai a parlare come se nulla fosse. Il discorso cadde su Marco e Monica, che proprio quel giorno erano partiti per la luna di miele.
"Eh povero Marco!", esclamò Enrico, "ora deve per forza smettere di fare il galletto! Dovrà pensare solo ed esclusivamente a Monica!".
"Mah amore, perché dici così?", intervenne Valeria, "può sempre e comunque divertirsi con lei! Ci sono tanti modi, sai?". E detto questo mi mise una mano sulla coscia cominciando ad accarezzarmi. Io mi irrigidii all'istante e scommetto che diventai anche rosso.
Valeria se ne accorse. "Dai su, non fare così, rilassati, non ti piace?"
"Ehm, no, io… io… io veramente…", non riuscivo a spiccicare parola per l'imbarazzo, anche perché l'eccitazione stava salendo.
"Eppure sembra che ti stia piacendo, e anche parecchio!!!", continuò sorridendomi maliziosamente e facendo cenno col capo al mio cazzo che si stava indurendo sotto la sua mano. Poi si alzò, si mise cavalcioni su di me e cominciò a baciarmi. Io ero impietrito, rigidissimo, la bocca stretta a fare quanta più resistenza possibile alla lingua impazzita di Valeria, che cercava in tutti i modi di entrare. Avevo gli occhi sbarrati e cominciai a cercare timoroso lo sguardo di Enrico. Sorpresa delle sorprese, appena i nostri sguardi si incrociarono sul suo viso si allargò un sorriso complice e vidi la sua mano scendere verso le sue parti basse.
Ero davvero sconvolto da quello che stavo vivendo, la reazione di Enrico mi sembrava davvero inverosimile, tuttavia mi spinse a sciogliermi un attimo. Aprii la bocca e lasciai entrare Valeria, che apprezzò con un gemito. Le sue mani non stavano ferme un attimo, mi toccavano ovunque. Cominciò ad alzare la maglietta e a palparmi il petto, soffermandosi a stuzzicare i capezzoli e lasciandomi sfuggire un gemito. Tempo qualche secondo mi tolse la maglietta e la lanciò lontano. Era ingrifatissima! Prese a leccarmi e a mordicchiarmi i capezzoli. A un tratto sentii che una mano aveva preso a massaggiarmi il cazzo, non poteva essere che Enrico. Questa proprio non me l'aspettavo! La mia eccitazione salì a mille e cominciai davvero a essere più rilassato e disinvolto, tanto che le mie mani afferrarono le tette di Valeria e le palparono con convinzione. Valeria capì che il vestitino era d'intralcio e se lo tolse, così avvicinai le mie labbra a quei capezzoli succosi e cominciai a succhiare con passione, provocando un'ondata di piacere alla moglie di Enrico, il quale non se ne stava di certo con le mani in mano. Sollevò leggermente il bacino di Valeria in modo da avere lo spazio necessario per slacciarmi i pantaloncini e abbassarli insieme ai boxer. Il mio cazzo libero tornò ad appoggiarsi ai miei addominali con un rumore sordo. Allo stesso modo tolse le mutandine di Valeria, che libera dell'indumento si abbassò di nuovo su di me.
Il momento in cui la mia asta durissima e la sua vulva entrarono in contatto fu elettrizzante: entrambi lanciammo un urlo e Valeria si rituffò sulla mia bocca per cercare di soffocare in parte il suo piacere. Il mio cazzo si insinuò tra le labbra della sua figa, era fradicia di umori!
Enrico riprese in mano il mio uccello e cominciò a segarlo lentamente, poi dopo qualche secondo sentii una sensazione di umido sulla cappella. Mi stava spompinando! E ci dava dentro di brutto! Ed era fantastico, bravissimo! Lasciai la bocca di Valeria ed esclamai: "Enrico!!! Oh cazzo che bravo!!!".
Valeria capì al volo quello che stava succedendo e rispose: "Oh sì amore, preparamelo! Preparalo che lo voglio dentro!".
Il lavoro di bocca di Enrico durò ancora una trentina di secondi, poi sentii che indirizzava l'asta verso la figa di Valeria, la quale sentito che il cazzo era ormai a portata, si abbassò di botto e lo ingoiò completamente senza alcun problema e senza l'ombra del minimo dolore. La sensazione inaspettata di piacere mi portò a gemere con più convinzione. Ma questo era nulla, infatti la fame di Valeria era talmente tanta che rimase impalata sul mio cazzo cominciando a ruotare il bacino e a contrarre i muscoli della figa. Cominciò ad urlare e io sentivo che il piacere era troppo intenso. "Non così però! Sborro subito!".
Con la stessa velocità con cui si era presa il mio cazzo, ora lo lasciò. Si alzò dal divano, tirò su anche me e mi fece capire di mettermi in ginocchio accanto a lei e davanti a Enrico. Trafficò con la zip dei pantaloncini del marito e li abbassò, portando alla luce immediatamente il mostro di carne del mio amico. Non portava le mutande il porco!
Impugnò il cazzone di Enrico e me lo porse davanti alle labbra, dicendomi: "Avanti, succhia! Enrico mi ha raccontato tutto di settimana scorsa! Lo so che lo vuoi!".
Era un invito che non potevo rifiutare, spalancai la bocca e mi tuffai su quel pezzo di carne, cominciando a pompare come un ossesso. "Ahhhhh, cazzo sei un'idrovora!!! Uhhhh sì, così! Continua!".
Mi diedi parecchio da fare, anche se ovviamente il gola profonda era praticamente impensabile viste le dimensioni. Diventai egoista, senza rendermene conto, tanto che dopo qualche minuto Valeria reclamò la sua parte.
Lasciai la mazza e la porsi a Valeria, la quale ancora una volta mi lasciò senza parole. Cominciò che riusciva a tenere in bocca a mala pena un terzo di quel tubo, poi vidi che piano piano, quasi impercettibilmente, prendeva in bocca sempre più cazzo, non mollandolo mai. Respirava col naso, mugolava, si capiva che faceva abbastanza fatica, gli occhi divennero lucidi e poi presero a lacrimare. Fatto sta che dopo all'incirca un minuto il cazzo di Enrico era interamente in bocca e nella gola della moglie. Le labbra erano arrivate a lambire i testicoli. 25 cm di cazzo piantati in gola. Ero estasiato. Mi venne immediatamente alla mente la scena dei serpenti che piano piano allargano sempre di più la loro bocca fino a riuscire a ingoiare interamente la loro preda. Robe che sembrano andare contro ogni legge della fisica.
Enrico mandò indietro la testa in preda al piacere intenso. Poi Valeria, visibilmente provata, lasciò andare quel mostro. Mi guardò con un'espressione da troia di strada, si sdraiò supina sul tappeto e mi disse: "Ora scopami, ho voglia di cazzo!".
Mi misi sopra di lei e cominciai a muovermi. Era un lago, a ogni movimento si sentiva lo sciabordio dei suoi umori. Intanto aprì la bocca e riprese a leccare e succhiare, stavolta con molta più calma, l'uccellone del marito. E gemeva, gemeva in preda alla lussuria. Presi a muovermi sempre più forte e in maniera sempre più violenta, tanto che la stanza era invasa dal rumore sordo dei colpi del mio bacino contro il suo.
Ad un tratto, quando ero interamente dentro di lei, mi prese per le chiappe e mi tenne fermo. Cominciò a muovere il suo bacino contro il mio pube e prese a mugolare sempre più forte, almeno fino a quando lasciò la presa dal cazzo di Enrico. Poi emise un urlo animalesco e sbarrò gli occhi, un'espressione vuota. Ero interdetto, ma Enrico mi ridestò urlandomi: "ESCI ESCI ESCI!!!". Così feci, Valeria portò immediatamente una mano a stuzzicarsi il clitoride e dalla sua figa schizzarono violentemente due, tre, quattro fiotti di liquido che mi lavarono il petto e la faccia! Stava squirtando! Ero letteralmente allibito! Sul viso di Enrico nacque un sorriso soddisfatto e compiaciuto, mentre Valeria sembrava tarantolata. Serrò le cosce e cominciò a muoversi in maniera sconnessa, stimolandosi in maniera violenta i capezzoli. Ed emetteva versi animaleschi, come se la stessero squartando. Dopo una trentina di secondi si calmò ma era stremata.
Quindi Enrico venne dietro di me e mi sussurrò all'orecchio: "Hai visto quanto è troia la mia mogliettina? Ora è meglio lasciarla riposare un attimo però, non credi?", insinuando il suo tubo nel mio solco. Immediatamente capii. Voleva incularmi davanti a sua moglie, era quello che voleva di più in assoluto. Il suo cazzone era un pezzo di marmo.
Mi spinse a pancia in giù sul tappeto, mi allargò le chiappe e lavorò con dedizione il mio buchetto. Prima la lingua, poi uno, due, fino ad arrivare a tre dita. I miei gemiti divennero sempre più alti e più convinti, mentre il mio sfintere si contraeva per trattenere le dita. "Ora sei pronto, hai voglia del mio cazzone, non è vero?", chiese retoricamente Enrico. Risposi con la voce affannata che volevo essere inculato subito, così diede un'ultima leccata al mio buco, sputò sulla sua cappellona e si sdraiò su di me. Giocò per un po' strusciandosi su di me senza mai decidersi a entrare, quando poi capì che mi aveva in pugno e che desideravo solo essere spaccato, impugnò il suo cazzò, allargò le mie chiappe e cominciò a spingere. Avevo sicuramente paura di sentire dolore, ma mi aveva portato a uno stato tale di eccitazione che inaspettatamente il mio sfintere si allargò e la sua cappella enorme mi entrò senza che sentissi alcun dolore. Il peggio era passato, la strada era spianata. Piano piano, senza alcuna fretta, mi piantò il suo cazzone interamente nelle mie viscere e prese a scoparmi prima lentamente, poi con sempre maggiore decisione. A mano a mano che mi scopava, il mio piacere cresceva sempre più, tanto che mugolai sempre più deciso e sempre più soddisfatto. "Sì amico mio, continua! Sfondami come hai fatto settimana scorsa, fammi godere!".
Mi resi conto che non eravamo soli però, con noi c'era Valeria, quindi sollevai con un po' di timore lo sguardo. Invece vidi che era sul divano, con le cosce spalancate che si sgrillettava allegramente. Troia!!! Troia fino nell'anima! Mi sorrise e mi disse: "Bravo Giò, vedo che ti piace farti spaccare dal cazzone del mio maritino! Sei una troia anche tu!". Poi scese dal divano, mi venne davanti e cominciò a limonarmi. Questo era troppo per Enrico evidentemente, che sollevo un po' il mio bacino e cominciò a devastarmi letteralmente il culo. Poi soddisfatto uscì da me e disse a Valeria: "Amore mio, zoccola del mio cuore, sdraiati che ora voglio aprire in due te!".
Valeria immediatamente obbedì, spalancò le gambe e si preparò ad accogliere il marito. Enrico era infoiato, le entrò di botto, tanto che temetti che l'avesse davvero distrutta. Valeria invece lanciò un urlo straziante, si aggrappò al collo del marito e lo incitò: "Sì porco! Così! Fammi vedere quanto ti piace scoparmi!".
Era una scena stupenda, le labbra della figa di Valeria erano tiratissime per le dimensioni esagerate del cazzo di Enrico, ma a lei non faceva né caldo, né freddo, anzi, a giudicare dagli umori di cui era cosparso il cazzo, godeva di brutto! Il mio cazzo era tornato di marmo e me lo smanettavo beatamente.
Dopo qualche minuto di scopata, Valeria disse: "Ora voglio finalmente realizzare la mia più grande fantasia, esaudire il mio più grande desiderio. Sei d'accordo amore?". Enrico annuì, sorridendo a 32 denti alla moglie e cominciando a limonarla appassionatamente. Non capivo cosa intendessero. Valeria chiarì subito tutto.
"Giò, lecca il buco del culo del mio porco, preparalo e poi inculalo mentre continua a scoparmi!". Non credevo alle mie orecchie, ma ora era finalmente tutto chiaro, avevo capito qual era l'obiettivo finale del loro invito a cena!
Aprii le chiappe del mio amico e cominciai e leccare il suo buco del culo. Enrico apprezzò immediatamente. Lo insalivai per bene, poi avvicinai la mia cappella, un po' timoroso. Valeria se ne accorse e mi tranquillizzò: "Giò, tranquillo, il mio Enrico non è certo vergine lì! Sapessi quanti cazzi finti si è preso! Ma il tuo è il suo primo cazzo vero! Non vedeva l'ora di provare, e anch'io desideravo tantissimo vederlo scopato da un uomo!".
Porci depravati!!!
Quindi mi decisi e cominciai e spingere il mio uccello dentro il culo di Enrico. Effettivamente non incontrai la minima resistenza… Sospirò di piacere. Arrivai fino in fondo e cominciai a cavalcarlo. Gemeva.
"Oh amore mio, ti piace eh??? Wow, il cazzo ti è diventato ancora più grosso e più duro! Sembra impossibile! Lo sento pulsare! Ti piace il cazzo nel culo, vero?".
"Sì puttana, sì! Sto godendo come un maiale! Forza Giò, scopami forte! Povera te amore mio, ora vedi cosa ti faccio!". Iniziammo a scopare come gli animali, in maniera violenta. In maniera talmente violenta che Valeria ed Enrico cominciarono a lamentarsi per il dolore, ma nessuno dei due disse di fermarsi o rallentare. Passarono un paio di minuti e sia io sia Enrico raggiungemmo l'orgasmo in preda alla foga.
Lui esplose dentro Valeria, contraendo senza sosta il suo sfintere. Era la goccia che fece traboccare il vaso. Non riuscii più a trattenermi: almeno 5 fiotti invasero il culo di Enrico, lasciandomi letteralmente senza forze. Ci staccammo e ci buttammo tutti e tre sul divano. Limonammo per un buon quarto d'ora, poi Valeria, non ancora sazia, afferrò i nostri cazzi e se li portò alla bocca, cominciando a spompinarci famelica. "Mi manca solo una cosa per essere totalmente soddisfatta!", esclamò, facendo un occhiolino a Enrico. Lo guardai interrogativamente e lui mi disse: "Vuole la sborra in faccia, vuole essere ricoperta di sborra!".
Ci impegnammo quindi a esaudire il suo desiderio, cominciando a masturbarci furiosamente. "Vi voglio insieme, tra 30 secondi! 30, 29, 28, 27… 15, 14, 13… 5, 4, 3, 2, 1. Sborrate!!!".
Cominciamo a eruttare contemporaneamente, Valeria girava la faccia da una parte all'altra, con la bocca spalancata, nell'intento di bere quanta più crema possibile. Alla fine era una maschera di sborra. Prese a spalmarsela su tutto il viso, il collo e le tette, come la più navigata delle pornoattrici.
Lei ed Enrico si avvicinarono al mio viso e mi baciarono. Poi Valeria prese una mia mano e infilò un mio dito dentro al culo di Enrico. "È stato favoloso, Giò! Tu qui sarai sempre il benvenuto!".
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