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Gay & Bisex

la seconda volta 4


di rico150
23.03.2016    |    13.046    |    3 9.4
"Quindi prese a narrare l’amplesso di qualche ora prima e di come lo avevo cavalcato..."
Mugolavo come una troietta in calore mentre mi cavalcavo zio Remo, era allungato sul lettone e mi ero impalato sul suo cazzo mentre con i piedi poggiati sul letto mi alzavo ed abbassavo. Non ero molto bravo perché perdevo l’equilibrio e mi ritrovavo con la schiena sul suo petto (ed il suo pancione). Adesso mi teneva a gambe spalancate e con il suo bel cazzo mi dava colpi ben assestati. Dallo specchio di fronte riuscivo a vedere tutta la scena con il suo arnese che entrava ed usciva ed io oscenamente spalancato sulla sua pancia. L’orgasmo fù bello potente tanto che non riuscendo a tenerlo sparò il suo seme verso la mia pancia colpendomi il mento, lo scroto e riempiendo il mio ombelico. Non mi preoccupai di sporcare le lenzuola del letto quando scivolai al suo fianco per riposarmi, quindi mi alzai e corso in bagno.
Ero diventato abbastanza bravo, mi ero scopato lo zio (ed anche la zia) non ricordo più quante volte. Come l’ano ritornava elastico lo zio Remo provvedeva a riaprirmi di nuovo. Quel giorno eravamo andati a Roma a trovarli per passare un fine settimana in famiglia. Io ero rimasto con zio Remo mentre gli altri tutti insieme in giro per Roma. La zia “amorevolmente “ ci copriva ed io sempre più ingordo di cazzo ero in trasferta per soddisfare le mie voglie. Anche oggi mi aveva slabbrato come si deve e rimasi parecchio tempo sul bidet per ristabilire, con l’acqua fredda la situazione. Uscimmo più tardi anche noi e passeggiammo per Roma, poi arrivammo al bar dove lo zio era solito incontrare gli amici suoi pensionati. Erano tutti presenti, molti proprio vecchi vecchi, altri della sua età ed altri anche più giovani. Tutti simpatici orsi belli e grassottelli, magri e claudicanti. Il più simpatico ed interessante tra loro era Rolando con il quale condivideva il vizio del sigaro e , scoprii più tardi anche il vizio dei sederi. Durante la fumata dell’antico toscano, parlottavano e sorridevano, quindi avvicinandomi li sentivo parlare a bassa voce di prestazioni.
“E’ questo il famoso nipotuccio?” chiese Rolando
“Si si” rispose sorridente
“Mmmmm disse un bel bocconcino, quando me lo fai provare?”
“Devi avere pazienza devo ancora istruirlo”
“Ok fammelo sapere con anticipo che mi devo preparare fisicamente”. Scoppiarono in una fragorosa risata.
Quindi prese a narrare l’amplesso di qualche ora prima e di come lo avevo cavalcato. Ora devo essere sincero le persone di una certa età mi hanno sempre affascinato da sempre però sentirmi svenduto mi rompeva un pochino. Verso ora di cena tornammo a casa e non affrontammo nessun tipo di discorso. La sera io rimasi a dormire dagli zii mentre mamma e papà andarono in albergo. Durante la notte mi montò come un toro. Malgrado si fosse rilevato un grande stronzo con il cazzo ci sapeva fare sul serio. La zia dormiva e noi in sala a scopare. Ero già largo ed arrossato dal pomeriggio ma lui inesauribile volle fottermi di nuovo. Mi ero seduto sul divano e con la sua nota forza, malgrado avessi tentato di resistere, mi aveva tolto il pigiama di sotto e mi ero ritrovato alla sua mercè. Mi aveva penetrato senza lubrificarmi, sicuro di trovare l’apertura ancora morbida e, mentre mi montava infoiato come un toro mi prese in braccio e mi portò sul tavolo della cucina. Li poteva restare in piedi e fottermi senza stancarsi. Mentre mi scopava, tenendomi le gambe alzate sentivo il tintinnare dei bicchieri e dei piatti di sottofondo, sentivo la sua cappellona squarciarmi l’ano, non era mai stato tanto violento, non che la cosa mi dispiacesse, anzi stavo godendo come un porco, ma mi fece quasi paura. Comunque continuò per un po’ di tempo, quindi si fermava e poi ricominciava, adesso i miei polpacci erano sulle sue spalle ed era tutto dentro di me. Si arresto di punto, usci fuori e mi disse di scendere dal tavolo quindi mi mise a novanta con le braccia appoggiate al tavolo mi allargò le natiche con due dita della mano quindi affondò quattro dita dell’altra all’interno del mio cratere. Mugolò, tirò fuori la mano e infilò trionfalmente il suo cazzo bollente mi diede altri quattro o cinque colpi e finalmente venne riempiendomi il culo di seme caldo. Rimanemmo fermi per qualche istante, poi mentre il suo cazzo perdeva consistenza, lo tirò fuori , mi diede una pacca sulla natica e mi disse di andare a dormire amava sapere che durante la notte ero pieno del suo sperma. Quella notte mi addormentai al suo fianco toccando il suo petto e il suo cazzo ancora sporco di me soddisfatto di riuscire a dargli tanto piacere.
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