marcoooo

Era lì davanti a me, completamente nudo. Mille volte avevo immaginato di poterlo vedere e ora potevo finalmente ammirarne le fattezze indugiando sul suo corpo. Il largo petto era coperto da una folta peluria nera e regolare che scivolava assottigliandosi verso l’ombelico per diventare una selva fitta e spessa attorno al suo cazzo. Sul torace i peli esaltavano quel corpo maschio, tuttavia l’aspetto era curato. I peli ricoprivano le gambe muscolose e toniche. Le braccia, altrettanto formate, erano quanto di più maschile potesse esserci con i bicipiti ben visibili e una folta peluria sotto le ascelle. Certo marco non avrebbe mai considerato l’ipotesi che un uomo potesse interessarsi ai propri peli né tanto meno depilarsi.
Avvicinai la mia faccia al petto di marco facendomi pervadere dalle sensazioni e dagli odori che il suo corpo emanava, scivolai verso il basso dove il suo uccello, dormiente come lui, regalò al mi olfatto una fragranza più decisa che sapeva decisamente di sesso. Ero stupito, lo avevo immaginato mille volte al punto di pensare di conoscerlo quasi come l’immagine nella mia mente fosse reale. L’uccello molle di marco era adagiato di lato sul pube in una leggera torsione verso sinistra, non era duro né eccitato tuttavia era comunque abbastanza spesso e lungo ma soprattutto, la cosa che non immaginavo, era circonciso. Guardavo la sua cappella di un tono leggermente più chiaro del membro sotto al quale le palle erano racchiuse in una sacca abbondante e pelosa che gli pendeva tra le gambe.
Allungai le mani per saggiarne la consistenza soppesando la sua dotazione. La sensazione del suo cazzo pesante nella mia mano, le palle morbidamente adagiate nella sacca mi eccitarono tanto che dovetti sistemarmi meglio l’uccello ancora rinchiuso tra slip e jeans. Le mie dita rimasero invischiate del mio liquido prespermatico che stavo colando a dismisura, dopo averle odorate le passai sulle labbra di marco. Il cuore mi batteva forte, come la paura che si svegliasse, che si accorgesse di quel che stavo facendo. In fondo aveva solo bevuto, non come la ragazza sul cui appisolamento indotto potevo invece far affidamento.
L’odore che emanava era un mix di pulito, di uomo e di alcool. La ragazza era completamente addormentata di fianco ed anche lui ormai non reagiva più agli stimoli. Dalla stanza accanto, la mia, nessun rumore giungeva più, ero rimasto l’unico sveglio in casa.
Feci uno sforzo e interruppi il mio gioco anche se il mio corpo reclamava altri piaceri più decisi. Non potevo rischiare di compromettere i miei piani futuri per un evento non previsto per quanto piacevole. In fondo un primo passo l’avevo fatto, l’avevo visto nudo e l’avevo toccato.
Presi l’iphone e gli scattai diverse foto, poggiai la sua mano vicino al cazzo per farlo sembrare sveglio come fosse in posa, la stessa maglietta che ancora aveva sulla faccia sembrava se la fosse messa apposta per non farsi riconoscere nelle pose osè. Non sapevo ancora bene come avrei utilizzato quelle foto ma intanto divennero parte dei miei strumenti per sopraffarlo.
Il rischio era che il giorno seguente potesse ricordarsi qualcosa, dovevo creare una scena che gli suggerisse al suo risveglio la trama della nottata. Spogliai la ragazza, jeans, maglietta, reggiseno e mutandine. Presi quest’ultime e le infilai intorno al collo di marco sostituendo la tshirt che gli copriva gli occhi e strappai il reggiseno simulando un gioco erotico tra i due che erano completamente nudi di fronte me, lui scuro e coperto di peli, lei pallida, molliccia in alcune rotondità, con la fichetta completamente rasata.
Ormai erano passate altre due ore da quando entrammo in camera, era tardi e decisi che al risveglio non avrebbero dovuto avere dubbi sulla mia presenza per cui andai in camera mia per far sloggiare la coppietta. L’indomani si sarebbero sicuramente lamentati con marco del suo coinquilino rompicoglioni. Fu così che entrai in camera, dormivano nudi e abbracciati, lui aveva un fisico tonico e sportivo, in fondo non avesse dovuto reggere il confronto con marco avrei detto un bel ragazzo. Il pisello moscio pendeva di lato con la pelle abbondante che gli ricopriva la punta e sporgeva oltre. Non era sicuramente esagerato ma pur sempre un cazzo piacevole.
Accesi la luce, li svegliai dicendo che era il mio letto e che dovevo dormire perché sul divano non riuscivo. Loro tra un lamento e l’altro, nell’imbarazzo della situazione e nel torpore del risveglio improvviso non reagirono granchè. Si rivestirono ed andarono via chiudendosi la porta d’ingresso alle spalle.
Mi preparai per dormire quando mi voltai e vidi sul comodino un preservativo usato con dentro il suo contenuto schizzato.
Avevano usato il mio letto e oltre a ciò avevano anche lasciato il ricordino. In fondo non erano miei amici per cui andai nuovamente in camera di marco pensando che il souvenir spettasse a lui. Rovescia parte del contenuto a piccole gocce sul suo petto e vicino la bocca simulando una sua sborrata dopodiché misi il goldone mezzo vuoto tra le cosce dischiuse di lei. Al loro risveglio non avrebbero sicuramente avuto dubbi sull’andamento della nottata.
Io mi addormentai dolcemente pensando che gli eventi della sera non erano certo quelli che avevo ideato ma che tutto sommato l’approccio soft alla vendetta era il mio regalo di compleanno per marco.

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