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Ancora mio cugino


di passeradisandra
03.03.2015    |    35.454    |    1 9.0
"Il glande è già dentro, una piccola sensazione di dolore subito annullata e sovrastata dal piacere che mi da quella minchia che mi sta penetrando, lentamente..."


Ieri pomeriggio rientravo dal lavoro dopo una giornata veramente pesante.

Ero anche dovuta passare in banca a prelevare la pensione di mio padre che, come quasi tutte le persone anziane, vuole tenersi il contante in casa.

Al terzo giro intorno all’isolato trovo il parcheggio più vicino a casa dei miei che alla mia. Così ne approfitto per andare subito a portare i soldi. Quel po’ di spesa andrò a farla dopo.
Suono alla porta di casa e viene ad aprirmi Torchio.
- Torchio, cosa ci fai qua e senza preavviso?
- Ho accompagnato mia mamma a vedere la tua e volevo farti una sorpresa
Mi abbraccia e mi stringe a se trasmettendomi il suo calore. Provo un brivido, ma mi stacco da lui.
Entro in soggiorno, seguita da lui, e vado a salutare zia Erminia, la mamma di Torquato. Iniziamo tutti a parlare del più e del meno, allorché mi ricordo che devo fare la spesa.
- Scusatemi ma devo andare a fare un po’ di spesa
- Ma no - interviene mia madre - resta a cena con noi, tanto mi pare che i ragazzi stasera sono col padre
- Si, ma solo a cena, poi vengono a dormire a casa e comunque servono latte e biscotti per la colazione di domattina
- dai, ti accompagno - conclude Torchio, facendomi l’occhiolino

Ci chiudiamo la porta alle spalle e chiamiamo l’ascensore. Appena entrati e premuto lo “zero”, Torchio mi infila la lingua in bocca in un bacio senza fiato, mentre le sue mani palpeggiano il mio culo. Troppo pochi tre piani…
Visto che mio cugino mi darà una mano a portare la spesa, andiamo a piedi l supermercato. Una spesa veloce, resa più lunga dai continui strusciamenti e carezze furtive che mi regala Torchio “costringendomi” a pause che mi permettono di godere delle sue attenzioni. Ma posso sempre incontrare qualcuno che conosco, quindi è meglio affrettare le compere.
Duecento metri separano il supermercato da casa mia e, stavolta, li percorriamo quasi di corsa.
Apro il portone, saliamo i sette scalini che ci separano dal piano rialzato e chiamo l’ascensore. Non c’è nessuno e la portineria è chiusa; Torchio non si fa sfuggire l’occasione di rubarmi un bacio.
Entriamo in ascensore, posiamo i sacchetti della spesa a terra, e Torchio mi stringe da dietro afferrandomi i seni già duri. Mi lecca il collo, sale con la lingua fino all’orecchio destro causandomi un brivido di piacere.
Siamo già al mio piano, si aprono le porte, raccogliamo la spesa e ci avviciniamo alla porta di casa mia, non senza aver controllato che non vi sia nessuno.
Entro precedendolo e non faccio in tempo a posare il mio sacchetto a terra che il cazzo di Torchio è già appoggiato fra le mie natiche, causandomi un nuovo brivido. Per quasi un minuto mi godo quell’asta assecondandola con un leggero movimento del bacino. Pian pianino mi sollevo e le sue mani si riappropriano, da dietro, del mio seno. Così come la sua lingua riprende a leccarmi il collo e ambedue le orecchie.
Non resisto e mi giro cercando la sua bocca, la sua lingua. Le nostre lingue si cercano, si attorcigliano con passionale desiderio. Le sue mani sono ora sul mio viso, lo tengono iincollato al suo; quindi scendono sul mio seno, la destra si fa strada sulla mia mammella destra e la sinistra sulla mia sinistra, iniziando ad accarezzarle prima piano e poi sempre più forte, fino a pastrugnarle con violenza, stringendomi i miei capezzoli ormai duri ed appuntiti come spilli che ora abbisognano della sua bocca e, con un’intesa che mai avrei creduto, senza una parola, stacca la sua bocca dalla mia per andare a leccarmi prima l’incavo del seno e poi la tetta ed il capezzolo destro. Con la lingua fa dei cerchi sulla mia areola finché si attacca al capezzolo succhiandolo come un ciucciotto. I brividi che mi procura mi mandano una fitta al cervello:
- andiamo di là, sul letto
ma lui non si stacca, continua a succhiare, sa di avermi in suo potere. Smette di succhiare e passa a leccarmi la tetta sinistra, ripetendo lo stesso rituale dei cerchi concentrici sull’areola fino a succhiare il capezzolo. Il dolore è tanto, ma il piacere molto di più…
In un momento di dolore più acuto del normale, riesco a staccarmi dalla sua bocca e, prendendolo per mano:
- vai a letto, un attimo e ti raggiungo
Vado in bagno, mi tolgo il perizoma, faccio una lunga pipì al momento liberatoria e rilassante e, senza pulirmi i residui di urina, lo raggiungo in camera da letto.
Lui è disteso, nudo sul letto, a cazzo dritto. Mi avvicino a quella cappella già paonazza e turgida di desiderio e, con la punta della lingua, gliela bagno. La sua verga ha una scarica elettrica, dalla sua bocca proviene un mugolio di piacere. Riprendo possesso di quell’asta meravigliosa, regalandoci un pompino che lo lascia senza fiato, soltanto:
- continua troia, nessuna sa fare pompini come te…
me la infilo fino in fondo alla gola, quasi a farmi mancare il respiro, la insalivo dall’uretra fino ai coglioni, soffermandomi sulla vena dorsale, causandogli quelle continue contrazioni che mi eccitano da morire.
Dopo una decina di minuti debbo fermarmi perché capisco che potrebbe venirsene, ed io non voglio. Stacco malvolentieri la mia lingua da quel meraviglioso uccello ed inizio a leccare il suo ventre verso l’ombelico, risalendo fino al petto ed ai suoi capezzoli turgidi sui quali mi soffermo con voraci colpi di lingua e succhiotti. Riprende ad ansimare sotto i miei colpi di lingua, mi prende per le braccia e mi solleva fino ad impossessarsi della mia bocca con la sua. Cerca la mia lingua e nel contempo avvicina il suo prepuzio alla mia fica, inarca il bacino e, al primo tentativo, entra nella mia fica bagnata, arrivando subito al mio utero. Si ferma un attimo, io prendo a muovermi assestandolo dentro ben bene. Inizia a stantuffare, dapprima piano, poi più velocemente ed io, da perfetta troia quale sono, lo assecondo. Il suo respiro accelera, si altera, capisco che sta per raggiungere l’orgasmo:
- Sandra sto per venire…
- fermati, escilo, mettimelo al culo!
Mi stacco, mio malgrado, dal suo cazzo, mi sposto alla sua destra e mi metto a quattro zampe. Lui si alza, si mette dietro di me ed appoggia la cappella al mio buchetto già bagnato ed eccitato. Appena il suo glande sfiora il mio ano, un flusso di sangue mi arriva in testa, al cervello. Il mio respiro cambia, il ritmo accelera impazzito. Il glande è già dentro, una piccola sensazione di dolore subito annullata e sovrastata dal piacere che mi da quella minchia che mi sta penetrando, lentamente ma inesorabilmente, il culo. Ormai è tutto dentro di me, il mio respiro si normalizza, Ora prendo io il comando del gioco: comincio a dimenare il bacino impalandomi su questo cazzo duro e voglioso di sfondarmi fino alle viscere, lo bagno con i miei umori, lo risucchio fino all’intestino, fino a farlo esplodere nel mio canale defecatorio che, per ringraziarlo, gli deposita numerose piccole quantità di merdolina.
Per alcuni minuti finché non si ammoscia, mi godo il cannolo di mio cugino.
Cazzo! Abbiamo perso la cognizione del tempo, è trascorsa oltre un’ora e mezza da quando siamo usciti per andare al supermercato…
Andiamo in bagno velocemente per un bidet e ci rivestiamo alla meno peggio.

Viene ad aprirci mia madre:
- ma quanta gente c’era al supermercato?
- Un casino assurdo ed una sola cassa aperta; hanno detto che oggi c’erano tre malati
- Su, entrate che la cena è pronta









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