Racconti Erotici > incesto > Angelona
incesto

Angelona


di Membro VIP di Annunci69.it resistente78
02.12.2012    |    40.795    |    2 7.6
"L'unico suo legame con la civiltà era il suo amico Rocco che una volta a settimana col suo furgoncino rosso andava da lui gli consegnava la roba che gli..."
Vincenzo aveva appena compiuto 70 anni. Viveva in una cascina di campagna ristrutturata da cima a fondo con le proprie mani di cui andava molto orgoglioso. Solo, da quando aveva perso la moglie quasi nove anni prima, passava le giornate dedicandosi alla campagna e ai lavoretti in legno.

In paese lo conoscevano come uomo schivo e anche un po' pericoloso infatti non esitava ad accogliere col fucile alla mano i visitatori indesiderati. “Non ti avvicinare a quella cascina altrimenti quel vecchio pazzo esce e ti spara” dicevano le madri ai figli e non era neanche l'unico problema. Qualche tempo prima una ragazza di nome Nunzia, brava giovane ventenne ancora illibata e ingenua si era avventurata nelle terre del vecchio Vincenzo e aveva cominciato a cogliere frutta fresca dai suoi alberi.

La ragazza non era certo ignara che non fossero di sua proprietà ma attratta da quei bei fiori non aveva esitato a coglierne un cestino.

Stava quasi per andarsene quando era apparso il vecchio Vincenzo tutto arrabbiato e col fucile alla mano. Lei si era pietrificata temendo davvero che lo volesse usare su di lei. Invece l'uomo aveva altre intenzione. Aveva messo a terra l'arma e le si era avvicinato “Ma tu lo sai che mi stai fregando la frutta?”.

“Signor Vincenzo ma ne ha così tanta e lei nemmeno la mangia. Come fa a mangiarla tutta? Mica andrà in rovina per quattro frutti”.

“Io la vendo la frutta giovane stupida insolente. La vendo per guadagno e tu col tuo furto mi stai togliendo dei soldi” aveva fatto un altro passo avanti sempre più minaccioso.

“Ma via per un cesto? Quanto varrà un cesto così?”.

“Per me vale tanto visto che è roba mia”.

Temendo che davvero quel vecchio burbero volesse farle del male Nunzia aveva provato la via della mediazione “Senta, le chiedo scusa, vado a casa e le prendo i soldi. Gliela pago va bene?”.

“Si ma me la paghi adesso” era scattato il vecchio con gli occhi iniettati di rabbia. Prima che la ragazza avesse modo di replicare si era aperto la patta dei pantaloni e, sorpresa, ne era sgusciata fuori una mazza di carne dura e venosa che pareva quella di un toro.

La ragazza aveva sbattuto gli occhi spaventata quanto incredula. Mai prima di allora aveva visto un cazzo così lungo su un uomo.

“Forza pagami troietta! Pagami in natura” era scattato lui tendendo il cazzo verso la ragazza.

“Oddio!” era impallidita lei mentre lui le strofinava addosso quell'uccello rovente.

“Forza apri la bocca che ti faccio assaggiare io un frutto buono” aveva detto mentre puntava dritto alle sue labbra con quella cappella gonfia.

Per fortuna, di lei, Vincenzo non era più un giovincello e la ragazza era riuscita a chinarsi veloce e a scattare via prima che la prendesse.

Lui in piena erezione, con quel bastone duro che gli ciondolava sul petto non aveva nemmeno tentato di inseguirla.

Sopraffatto dai sensi si era masturbato scaricando la tensione mentre immaginava di infilarlo fra le grosse tette gonfie della ragazza. Una eiaculazione liberatoria memore del sesso che aveva fatto per anni sia con la povera moglie sia fuori casa. Sessualmente molto attivo e dotato di quel cazzo da esposizione Vincenzo non se ne era fatta sfuggire una e quando aveva infine scelto la donna giusta come compagna di vita una donna ben tettuta e calda che non gli aveva mai lesinato il sesso in ogni sua forma lui non era comunque riuscito ad accontentarsi di quel rapporto monogamo continuando a scoparsi tutte quelle che poteva.

Poi era diventato vecchio, la moglie era morta e lui sopraffatto dal dolore e solo come un cane aveva piano piano smesso anche solo di pensare a quanto il sesso avesse contato nella sua vita.

Dopo sei anni senza infilarlo in una fica, la sola provocazione delle tette gonfie di Nunzia lo aveva rimandato indietro facendolo sentire ancora giovane,,, almeno per qualche minuto.

La cosa però lo aveva isolato ancora di più perchè appena la ragazza aveva raccontato quanto fosse accaduto oltre alla nomea di vecchio bisbetico si era fatto anche quella di maniaco.

Se già prima vedeva di rado persone dell'altro sesso ora non ne sentiva nemmeno più l'odore. L'unico suo legame con la civiltà era il suo amico Rocco che una volta a settimana col suo furgoncino rosso andava da lui gli consegnava la roba che gli serviva e prelevava i prodotti della terra per venderli al mercato in sua vece.

Solo e vecchio Vincenzo si era ormai rassegnato ad attendere la fine imminente.

Fu quindi una sorpresa quando ricevette la strana telefonata dalla nuora Angela. Anche lei stava passando momenti difficili. Infatti, come era stato per la madre, anche il suo amato figlio Domenico era morto di una grave malattia lasciando la donna sola ad accudire il giovane figlio Matteo.

La famiglia di Vincenzo aveva di certo una gran sfortuna. Prima la moglie, poi il figlio... La vita non era mai stata generosa con loro.

Forse più occupato a pensare alle proprie disgrazie di vedovo Vincenzo non si era mai curato troppo della sorte della nuora. Sapeva di avere questo nipote, il figlio di suo figlio, ma non l'aveva mai davvero conosciuto. La mancanza di suo figlio aveva come rotto il loro rapporto familiare e mentre Vincenzo si curava solo della lenta morte della moglie Angela si cresceva il figlio da sola.

Stupefacente quindi era quasi dir poco. Una donna che non vedeva e non sentiva dalla morte di suo figlio ora si faceva viva e gli chiedeva di andare a vivere da lui.

“Ma per quanto tempo?” chiese Vincenzo.

“Il meno possibile papà” disse la donna che chiamandolo così sperava di risvegliare in lui l'antico legame che di fatto li aveva legati come unica famiglia.

“Io ragazza non so se potrei... Io sono vecchio, solo e malato. Non posso prendermi cura di voi. Non posso”.

“Papà senti la situazione è davvero grave. Dopo la morte di Domenico voi non mi avete mai cercata e io mai vi ho chiesto nulla. Tua moglie non ha mai visto di buon occhio il nostro matrimonio e io ne ero più che conscia. Ho fatto tutto da sola. Ho fatto da madre, da padre a tuo nipote...”.

“Non vi ho mica detto io di fare un figlio” scattò lui.

“E io non avevo mica previsto che due anni dopo il parto tuo figlio sarebbe morto lasciandomi sola”.

“Nessuno poteva saperlo” ammise mesto Vincenzo con la morte nel cuore al solo ricordo del figlio perduto.

“Ora però questo ragazzo ha quasi diciannove anni. Non ha mai conosciuto suo nonno... E' un bravo ragazzo, educato, studioso.... Sono certa che ti piacerebbe”.

“Se lo dici tu....” mormorò lui poco convinto.

Angela decise di essere sincera e gli confessò tutto “Ho perso il lavoro. L'ufficio dove lavoravo ha chiuso. Ho pochi soldi e non posso più permettermi di mantenere mio figlio. Lo so che non ci siamo mai piaciuti molto Vincenzo ma tu sei l'unico parente che ci resta e io ho bisogno di mettere un tetto sulla testa a mio figlio”.

“E' questa la situazione?” chiese il vecchio.

“Si è questa”.

Ci pensò su un paio di minuti buoni e poi le disse “Va bene. Potete venire quando vi pare. La casa è molto grande e non ci saranno problemi di spazio”.

E così ecco che un paio di giorni dopo una scassatissima Punto nera arrancava faticosamente lungo la strada sterrata che portava alla cascina di Vincenzo. A bordo Angela, una bella donna quarantenne d'aspetto molto giovanile e il figlio ventenne Matteo un ragazzo, a detta di molti, grazioso quanto la madre.

Appena li vide scendere dall'auto Vincenzo sentì chiaramente che da quel giorno la sua vita non sarebbe stata più la stessa.

Da un punto di vista emotivo era contento di godere finalmente dell'affetto di un nipote e di una nuora, tanto più che gli acciacchi della vecchiaia si facevano sentire e all'atto pratico avere in casa una donna che cucinasse e pulisse avrebbe di certo migliorato la situazione. Dall'altra parte ormai amava la sua solitudine e si chiedeva come avrebbe potuto sopportare la convivenza con un giovane ventenne carico di energia e la cosa lo preoccupava non poco.

Ma c'era una cosa che assolutamente non aveva pensato e che capì solo quando vide Angela scendere dall'auto con un corto vestitino color pesca. La donna era davvero bella. Anzi forse bella era dir poco era decisamente sexy. Un seno gonfio e florido, forse una quinta.... Formosa con bei fianchi modellati, lunghe gambe.... bellissime.

Il vestito era così corto che ne vedeva una bella porzione e quelle cosce ben tornite gli richiamarono alla mente la sua amata moglie...

A forza di guardarla attraverso la finestra si rese conto che il suo anguillone si stava muovendo. Stava avendo un erezione era chiaro.

Faticando a nasconderla sotto ai pantaloni andò ad accogliere nipote e nuora e fu davvero freddo. Circostanza avrebbe voluto che li abbracciasse con affetto e chiacchierasse un po' con loro ma aveva una dannata paura che il suo uccello gonfio si strusciasse sulla nuora o peggio sul nipote così lesto li fece entrare in casa “Le vostre camere sono di sopra, cambiatevi e ci vediamo fra un ora per il pranzo. Il bagno è in fondo al corridoio” detto ciò uscì di casa, arrivò con grandi falcate al capanno degli attrezzi, sprangò la porta col lucchetto e certo che i due non potessero vederlo se lo tirò fuori dai pantaloni.

Era durissimo, fremeva, la cappella quasi gli bruciava per il desiderio.

Si afferrò con la mano quel lunghissimo uccello e senza freni si masturbò a tutta forza.... pensando ad Angela.

Angela e Matteo decisero che visto il caldo bisognava darsi una bella rinfrescata e così il ragazzo andò in bagno e denudatosi si fece una bella doccia fresca.

Non trovando accappatoi prese l'unico asciugamani che c'era in bagno e se lo legò in vita quindi andò in camera della madre.

Entrò “Mamma hai già tirato fuori i jeans puliti dalla valigia”.

“Si eccoli” disse lei.

Lui si sfilò dalla vita l'asciugamani e il suo lungo uccello si spalancò in tutta la sua potenza agli occhi della madre. Non era duro, anzi il contrario ma nonostante ciò Matteo aveva comunque un uccello che molti attori di film porno gli avrebbero invidiato. Angela spesso si sforzava di non fissarlo perchè quella mazza era davvero una meraviglia della natura che anche “a riposo” gli sbatteva allegramente sul ginocchio.

Spesso Angela si era domandata se il ragazzo fosse consapevole di avere un cazzo tre volte lungo quello di un uomo normale ma non aveva mai trovato la forza di toccare l'argomento col figlio. Lui come sempre faceva si spogliava tranquillamente davanti a lei e non pareva provare alcun imbarazzo a tabù.

Era un ragazzo semplice, e Angela era certa fosse ancora vergine e probabilmente non si era ancora reso conto delle dimensioni generose di tanto uccello. Forse per lui era del tutto naturale e lei non aveva mai nemmeno osato parlare di quel “problema”. Spesso però si era chiesta se da buona madre sarebbe stato doveroso parlare col ragazzo, prepararlo in tal senso ma lei povera Angela era così pudica che davvero non riusciva a dirgli “dobbiamo parlare del tuo cazzo o pisello o pene o comunque lo si voglia chiamare” Non ci riusciva e sentiva tutta la colpa di non aver a sufficienza preparato il figlio alla vita domandandosi con paura cosa sarebbe successo quando il giovane ragazzo avesse mostrato quel lungo e inesperto arnese ad una donna.

Tutto ciò che poteva fare era proteggerlo come aveva già fatto in mille altre occasioni. “E quando sarà il momento speriamo lo faccia con una donna che faccia l'amore con lui senza farlo sentire un mostro”.

Angela in questo senso aveva avuto una grossa esperienza personale proprio col padre del ragazzo. Anche lui aveva una di quelle mazze fuori scala che aveva poi lasciato come eredità genetica al ragazzo. La prima volta era stato un disastro. Quando il marito l'aveva penetrata le era sembrato che stesse per uscirle dalla bocca e il dolore mentre la sua vulva si fratturava incontenibile... da svenire. Certo dopo poco tutto il dolore era diventato piacere un piacere moltiplicato per dieci proprio da quelle dimensioni animalesche ma all'inizio era stata davvero dura non aver paura di quella cosa che non sembrava nemmeno naturale.

Così si chiedeva che sarebbe successo se l'amato figlio avesse avuto il suo primo rapporto con una giovinetta inesperta che invece di rendere la sua prima volta come il momento più bello e sublime di una coppia lo avrebbe trasformato in una umiliante e traumatica esperienza. “Povero ragazzo mio -mormorò tra sè- tanti piangono perchè hanno il pene piccolo e tu invece avrai problemi perchè lo hai troppo lungo. Molti maschi ti invidierebbero e quando sarai esperto le donne avranno di che bearsene ma all'inizio ti sarà molto dura non farti prendere per un mostro”.

Forse era proprio per questo che aveva fatto di tutto per educare il ragazzo alla castità assoluta evitandogli brutte compagnie o peggio

Di certo lei stessa si era quasi trasformata in donna asessuata coscia di dover proteggere il frutto del suo ventre. Aveva rinunciato ad ogni piacere della carne per il bene del figlio e mai sarebbe venuta meno al suo impegno.



Solo che..... ogni tanto..... quando era sola a letto..... in quelle notti buie e tristi..... ripensava al suo amato marito..... ne sentiva la mancanza affettiva..... ne sentiva la mancanza fisica......

E senza freni si masturbava furiosamente con le dita fino a venire come una cascata che si infrange sulle rocce placata la voglia se ne vergognava profondamente. Che mai avrebbe pensato suo figlio sapendo che sua madre si masturbava?

Eppure, ogni tanto, la pulsione era troppo forte e non riusciva a resistere...

Non ci riusciva davvero.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 7.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Angelona:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni