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Benedetto poker - 2


di bird2012
19.10.2013    |    57.061    |    3 9.7
"Sai cosa ti dico, amore? Credo proprio che io ci stia riuscendo benissimo a far uscire papà dal buio tunnel in cui, purtroppo, si era cacciato… e poi sono..."
BENEDETTO POKER

Cap.2


Durante tutto il viaggio di ritorno a casa non dicemmo una parola… entrambi muti… ognuno con i propri pensieri.
Appena dentro casa la guardai.

“Vado in salotto a farmi un bicchierino…”

“Ne preparo due… voglio farti compagnia…”

“E’ un piacere… un immenso piacere… la tua compagnia mi è di molto conforto!”

“Lo spero vivamente, papà!” mi rispose guardandomi seria.

Andai in salotto e mi sedetti sul divano, mentre lei preparava due drink… mi porse il mio e lei, con il suo tra le mani, si sedette sulla poltrona di fronte a me.
Cominciammo a centellinare i nostri beveraggi mentre ci fissavamo negli occhi profondamente… ma senza parlare… i nostri sguardi già esprimevano più che eloquentemente i nostri pensieri.

Piano piano cominciò ad allargare le gambe: la sua stupenda fica apparve ai miei occhi in tutta la sua deliziosa oscenità.
Sentii una fitta al basso ventre: credo non ci sia immagine più stupenda, più eccitante e libidinosa di quella della donna che apre le gambe per farti ammirare la sua intimità!
Incollai lo sguardo tra le sue cosce: non riuscivo più a distogliere gli occhi da quella fica in cui avevo spruzzato tutto il mio sperma un’ora prima!

“Carla, tu mi farai impazzire… se ancora senza mutandine!”

“Ho visto quanto ti piaccia guardarmela… e a me eccita da morire fartela guardare! E poi, senza mutandine, credo tu possa gustarti meglio lo spettacolo! Voglio darti il massimo del piacere!”

Poi improvvisamente mi chiese.

“Non mi dici niente del nostro film? Io l’ho apprezzato molto!”

“Anche per me è stato fantastico… ma ti chiedo solo “perché!”

“Perché come tante figlie che amano, stimano e adorano il loro padre ho sempre avuto un forte desiderio di fare sesso con te! Quando sentivo quanto mamma godesse sotto i tuoi colpi, quando sentivo le sue urla di piacere, spesso sarei voluta stare al suo posto, concederti il mio corpo per provare gli stessi piaceri che facevi provare a lei! Ma tra il dire e il fare… non ho mai avuto, e non avrei mai avuto, il coraggio di provare a sedurti… fino a questa sera! L’idea mi è venuta in macchina, mentre andavamo al cinema: solo nel buio avrei potuto trovare il coraggio! Senza guardarti, temendo il tuo sguardo ostile, severo, di rimprovero, avrei trovato la forza di essere spudorata e iniziare una manovra di avvicinamento toccandoti la gamba! Quando ho sentito che non ti sei mosso e non mi hai respinto, il resto è stato semplice… ma di una libidine tremenda… e ho coronato il mio sogno!
Quando poi ho visto la sala vuota, ho capito che era scritto nel destino che dovevamo amarci!

Ma stare nel buio di un cinema se da una parte mi è stato di valido aiuto per sedurti, dall’altra mi ha privato del massimo del piacere: poter vedere l’espressione del tuo viso mentre godevi dentro il mio corpo, deliziarmi della vista del tuo membro, della sua cappella vermiglia e sentire i nostri gemiti di piacere, senza doverli soffocare per timore di essere sentiti, e poterti urlare in faccia che stavo venendo tra le tue braccia!
Si papà, sono certa che fare l’amore con te in piena luce sarebbe molto, ma molto più appagante: potresti vedermi nuda… nelle pose più oscene ed eccitanti… pronta a riceverti… e sentiresti i miei gemiti, i miei godimenti, le mie implorazioni a non fermarti, ma darmene sempre di più… di più… non sei d’accordo?”

“Come non potrei essere d’accordo? Sei una donna bellissima, che sprizza sensualità e libidine da ogni poro… e dopo questa meravigliosa serata in cui ti ho conosciuto così intimamente come potrei dirti di no?”

“Speravo di sentirtelo dire ed ora ne ho la conferma: non mi diresti di no! Ed io, ormai, non ho più bisogno del buio del cinema…”

Seguitava a sorseggiare il suo drink con atteggiamenti altamente sensuali… dopo ogni sorso si passava la lingua libidinosamente sulle labbra e poi leccava l’orlo del bicchiere dove aveva posato le labbra… il tutto mentre seguitava a offrirmi la visione della sua fica aperta! Mi stavo nuovamente eccitando!

“Carla, sei veramente desiderabile! Non voglio entrare nel rapporto tra te e tuo marito, vorrei rispettare la tua privacy, ma non posso fare a meno di dirti che una donna come te non merita di essere lasciata a casa il sabato sera… e neanche le altre sere! Io tua madre non l’ho lasciata mai sola!”

Mi sorrise.

“Grazie, papà… sono veramente lusingata dai tuoi complimenti… solo lui non lo capisce! Comunque questa sera sono proprio felice sia andato a farsi il pokerino con i suoi amici!”

Sentii il cuore accelerare le pulsazioni.

“Ormai sono una donna e credo possa confidarti liberamente che amo il sesso e che non posso farne a meno! Vorrei che almeno il sabato sera fosse dedicato al sesso: voglio essere scopata, voglio giocare con un bel membro, voglio godere come ogni donna degna di tale nome! Purtroppo mio marito, dopo i primi tempi del matrimonio, preferisce sempre più spesso una serata con gli amici alla mia fica… non mi fa più sentire desiderata come piacerebbe a me! Mi piacerebbe vedere il mio maschio che sbava dal desiderio di possedermi… vedere la sua incontrollata eccitazione… a un uomo che mi desiderasse con tanta passione non sarei capace di negare nulla! Tu, invece, con i tuoi sguardi colmi di libidine e desiderio, mi stai facendo capire che preferiresti sempre la mia fica a una serata con gli amici… e la cosa mi sta sconvolgendo di passione… e non ci sarebbe neanche più bisogno di andare al cinema! Mi faresti trascorrere meravigliose serata anche dentro queste quattro mura!

Me ne sono accorta nel cinema: temevo mi avresti respinto, essendo tua figlia, invece ti ho sentito piacevolmente disponibile! Da canto mio non c’è alcun problema: io sono stata da sempre disponibile a concedermi a te… se solo me lo avessi chiesto… ma questo appartiene al passato! Nel cinema, appena ti ho messo la mano sopra la coscia, ti ho sentito vibrare e l’ho sentito durissimo sotto la mia mano! Ho sentito subito in te, nonostante fossi mio padre, il forte desiderio di possedermi, di farmi tua… e la conferma l’ho avuta quando te l’ho preso in bocca: mi sarei accontentata anche solo di farti un pompino e ingoiare il tuo sperma! Ma quando l’ho sentito così duro, così caldo, quando ho sentito i tuoi tremori convulsi dal sentirti succhiato dalle labbra di tua figlia, quando ho compreso il tuo forte desiderio nei miei confronti, non ho potuto fare a meno di desiderarti di averti dentro di me! Il signore mi ha aiutato: eravamo soli e potevamo dare libero sfogo ai nostri reciproci desideri!

Sorrideva ed era dolcemente abbandonata sulla poltrona…
All’improvviso indicò i miei calzoni.

“Papà, hai tutti i calzoni macchiati dal nostro piacere!”

Li guardai: non me ne ero reso conto, ma sulle cosce vi erano evidenti chiazze bianche… lo sperma e i suoi umori che erano colati dalla sua vagina!

“Papà, non ti preoccupare… li smacchio io… e poi li porto in tintoria!”

Non tentennai neanche un attimo a risponderle.

“No! Voglio lasciarli così: ne ho tanti di calzoni… non voglio assolutamente cancellare i segni di una serata indimenticabile!

La vidi deglutire.

“Li vuoi addirittura tenere come ricordo? Veramente te ne ho già donato uno molto più realistico… lo hai nella tua giacca!”

Cercai nella tasca e mi sentii avvampare: la mano accarezzò la morbida stoffa delle sue mutandine!
Le tirai fuori e, mentre la fissavo, le portai al naso per gustare nuovamente il loro aroma: erano ancora fortemente impregnate dell’odore della sua fica.

“Sei contento? Mentre uscivamo dal cinema te le ho messe in tasca… non te ne sei accorto!”

“Uhmmm! Dio santo… Carla, il tuo odore mi dà alla testa!”

Mentre mi guardava sentii il suo respiro farsi più accelerato.

“Dai, papà… dai… mi eccita da morire vedere il mio uomo che annusa le mie mutandine… se poi lecchi la pattina che è stata a contatto con la mia fica mi eccito ancora di più!”

Ubbidii prontamente, come un bravo papà che esaudisce tutti i desideri della sua bambina… anche i più inconfessabili!
Con entrambe le mani allargai la stoffa della pattina e cominciai ad annusarla e a leccarla… sentivo la testa scoppiarmi!

“Cazzo, papà, quanto sei porco! Dovresti vederti mentre lecchi le mutandine di tua figlia! Ma puoi fare ancora meglio: succhiale… dovrebbero ancora essere impregnate dei miei umori! Mi stai facendo nuovamente eccitare come una porca! E poi tiralo fuori… toccatelo… mi fa impazzire vederti segarti l’uccello mentre succhi i miei umori dalle mutandine!”

Tirai fuori l’uccello dai pantaloni, già splendidamente duro vista l’eccitante situazione, e cominciai a segarmi lentamente.
Misi la pattina in bocca e la succhiai voracemente: aveva ragione… sentii sulla lingua il sapore umido dei suoi umori!
Mi guardava con gli occhi di fuori: ormai completamente scosciata, con la gonna che le era salita fin sopra il ventre, si era infilata due dita nella fica e si chiavava con un lento movimento di dentro e fuori!
Una situazione irreale: lei si masturbava scosciata guardando suo padre che si segava mentre aveva le sue mutandine in bocca; io succhiavo le mutandine di mia figlia mentre mi segavo e la guardavo mentre si chiavava la fica!

“Anche tu sei una porca… ti stai eccitando e ti stai masturbando mentre mi guardi succhiare le tue mutandine con il cazzo in mano!”

“Si, lo so che sono una gran porca… solo mio marito ancora non lo ha capito… o forse lo ha capito ! Mi dispiace per lui, ma ora che ho sedotto te, non ho più alcun problema: ho capito che sei porco abbastanza per farmi godere! Lascia le mutandine, vieni a leccare direttamente la fonte! Dai, papà, vieni tra le mie cosce a leccarmi! Devi sapere che sono multi orgasmica… una sola venuta non placa la mia eccitazione… devo godere più volte per essere veramente soddisfatta… il mio uomo deve farmi sentire una porca per poter essere veramente appagata! Vieni… fammi venire ancora sulla tua bocca!”

Si allungò sulla poltrona, aprendo ancora di più le cosce: con entrambe le mani si allargò le labbra della fica… in una spudorata offerta.
Mi inginocchiai davanti a lei e tuffai il viso tra le sue cosce: cominciai a strofinare il viso sopra quel ben di Dio, mentre lei me la teneva oscenamente aperta.
Cominciai a leccarla come un invasato… avevo dimenticato il dolce sapore della fica!
Il grilletto era bello duro e scappucciato: lo presi in bocca e iniziai a succhiarlo voracemente!
Presi a lavorarlo con passione, con desiderio, volevo farlo esplodere nella mia bocca!
Carla spingeva il suo ventre contro le mie labbra… e gemeva sempre di più.

“Dai… finalmente posso urlare il mio piacere… posso vedere il tuo viso tra le mie cosce! Leccamiii… fammi godere ancoraaa… voglio venirti in boccaaaa… dai… dai… cazzoooo… vengoooo… papààà… adorabile porco… delizioso bastardo… che meravigliaaaa… vengoooo… sulla tua boccaaa!!!”

Seguitai a succhiarle il grilletto, mentre sentii la bocca riempirsi del suo dolce e sensuale miele!
Rimasi con il viso tra le sue cosce… a strofinarlo ancora sopra la sua fica fradicia… mentre lei seguitava a esternare il suo godimento.

“Oddio mio… che gusto… sborrare sopra la bocca di mio padre! Papà, mi hai fatto godere ancora… ed è stato meraviglioso! Ma adesso alzati e spogliati… voglio vederti nudo… voglio ammirare il tuo cazzo! Nel buio del cinema ho potuto gustare solo il suo sapore, ma ora lo voglio vedere! E poi lo voglio ancora dentro: per essere completamente soddisfatta devo venire con il cazzo dentro… sentirlo sfregare contro le pareti vaginali… sbattermi contro l’utero… sentire i suoi schizzi bollenti! Dai, spogliati!”

Mi alzai e iniziai a spogliarmi… anche lei si alzò dalla poltrona e in un attimo fu nuda: si lasciò solo le calze… come da brava porca!
Eravamo in piedi, uno di fronte all’altra, completamente nudi.
Guardò il mio uccello, al massimo dell’erezione, lo prese in mano e cominciò ad accarezzarlo.

“Hai proprio un bel cazzo, duro e caldo come piace a me… e poi è molto più grande di quello di mio marito… il che non guasta affatto… mi farà godere molto di più! Già l’ho gustato dentro al cinema… mi sono sentita piena come non mai! ”

La fissavo con occhi di fuoco… il suo modo di comportarsi mi mandava fuori di testa!
E a lei non sfuggì il mio desiderio.

“Ecco cosa ti distingue da mio marito: lui ormai mi scopa per dovere coniugale… tu, invece, mi desideri, vuoi scoparmi perché ti piaccio, ti eccito, perché ti piace la mia fica! Quando leggo nei tuoi occhi la libidine nei miei confronti mi ecciti da impazzire! Papà, mi fai sentire donna, femmina… e potrai avermi quando vuoi… completamente! Dio santo, ogni momento che passa mi sto sentendo più tua… ”

Sempre tenendo l’uccello in mano, mi abbracciò e mi baciò con passione… infilandomi tutta la lingua in bocca… i nostri corpi nudi allacciati completavano il quadretto erotico!

“Siediti sul divano e allungati: dopo lo voglio ancora dentro, ma prima me lo voglio ancora gustare con la bocca!”

Mi misi seduto, allungato, a gambe larghe, con l’uccello mostruosamente eretto.
Si mise in ginocchio tra le mie gambe: cominciò a leccare, a succhiare e a baciare cazzo e palle.
All’improvviso squillò il suo cellulare: si alzò malvolentieri dal mio uccello per vedere chi fosse.
Quando vide che era suo marito sorrise.

“Papà è il mio adorabile cornuto… adesso ci divertiamo un po’!”

Si rimise in ginocchio e riprese a leccarmi l’uccello, mentre rispondeva al marito: cominciò a parlare, alternando le parole con delle pause durante le quali giocava con la mia verga… mentre mi fissava sorridendo.

“Pronto, si, ciao (leccata lungo l’asta).

Mi stai chiamando durante la vostra pausa di gioco? No, non sto a casa, sono venuta da papà, come mi avevi detto. Ho fatto bene, lo vedo un po’ depresso… (prese a succhiarmi, con una mano impugnava l’uccello, con l’altra il cellulare).

Dopo quel maledetto incidente è in uno stato di profonda prostrazione… penso proprio io debba essergli più vicina… si, io e papà dobbiamo stare molto più a contatto (leccata di palle)!

Si, penso io debba prendere in mano la situazione… (stretta al cazzo, inizio di una sega… mentre mi guardava sorridendo).

Devo stargli più vicino, molto più vicino, ultimamente l’ho trascurato troppo, si, devo stargli sopra per guidarlo (si alzò, si mise a cavallo delle mie gambe e si infilò velocemente il cazzo dentro… la vidi mordersi le labbra dal piacere mentre sentiva la verga riempirle la fradicia vagina!).

Oh! Si… adesso si… scusa, amore, ma stavo in una posizione scomoda… ho cambiato posizione e ora sto molto meglio! (cominciò a ondeggiare il bacino con il mio uccello piantato nel ventre… avevo un uccello durissimo… sentivo i suoi umori colarmi lungo le cosce!).

Lo sento, si, lo sento… sapessi amore quanto lo sento! Amore, devo darti atto che avevi ragione, adesso che gli sono vicino lo sento rivivere, sento che la mia presenza gli fa bene… si, lo sento… quanto gli faccia bene! Dovresti vederlo, amore… sembra un’altra persona! Lo sento vivo… si… proprio molto vivo!! (seguitava a ondeggiare il bacino… era una delizia sentirla seduta sopra il mio ventre con il cazzo profondamente piantato nella sua vagina).

Ti ringrazio per avermi consigliato di venire da papà: sento che anche a me fa bene… molto bene! Mi sento gratificata, come figlia, sapere di poter essere di aiuto a mio padre nel momento del bisogno… e sento che lui ha bisogno di me… si, lo sento… e sinceramente anche io ho bisogno di lui! E’ qui vicino a me… fa un cenno affermativo con la testa per confermarmi che ha bisogno di me! Hai ragione tu, amore, devo stargli vicino per farlo uscire da questo profondo stato di tristezza… devo mettere tutta me stessa a sua disposizione per farlo tornare a vivere e ritrovare piacere nella vita… e solo io, sua figlia, posso riuscirci… si, ormai sono sicura, io e papà dobbiamo stare a stretto contatto! (cominciò a galoppare lentamente sul cazzo)…

Si, penso di avere tutte le carte in regola per riuscirci… quello che gli faccio io non glielo fa nessuno, vero papà? Si… si… lo sento dentro di me che nessuno può fargli quello che gli faccio io… si, sento dentro di me la sua riconoscenza, la sua gioia… sento che mi riempie di gratitudine… si, mi sento piena del suo ritrovato vigore… si… mi riempie del suo amore! (sorrideva e si chiavava sul mio cazzo: che adorabile porca… tutta sua madre!).

Sai cosa ti dico, amore? Credo proprio che io ci stia riuscendo benissimo a far uscire papà dal buio tunnel in cui, purtroppo, si era cacciato… e poi sono solo all’inizio! Sono certa che con una frequentazione più assidua lo farò volare!

Allora ho pensato una cosa, amore, purché tu sia d’accordo… sai che non mi piace prendere iniziative senza il tuo consenso… (mi sorrise… fece il segno delle corna con le mani… e mi leccò il viso! Mi sbagliavo: era molto più troia di sua madre!)

Quando tu sei impegnato con i tuoi amici per il poker, il calcetto o quant’altro, io, invece di stare sola a casa a rompermi le palle, potrei venire da papà e fargli qualche servizietto di cui potrebbe avere certamente bisogno… come si dice, con una fava (sorrise e accelerò la galoppata…) prenderei due piccioni… il mio e il suo piacere.

Sei d’accordo anche tu? Mi fa piacere… anche papà sarà contento che permetti a tua moglie di andare da suo padre: molti mariti sono gelosi della propria moglie anche nei confronti del padre. Come? Tu non sei geloso di papà? Questo ci fa molto, ma molto piacere, vero papà? Si, papà mi fa un cenno affermativo per ringraziarti per la tua generosità: il fatto che tu non sia geloso, ci rende tutto più facile! (fece di nuovo il segno delle corna con entrambe le mani!)

OK, allora siamo d’accordo: tu vai dai tuoi amici e io vengo… si vengo… (mi lanciò un bacetto) da papà! Si, ecco, torna al tuo poker… anche io e papà dobbiamo terminare un servizietto che avevamo iniziato prima che tu telefonassi! (seguitava a salire e scendere sopra il mio cazzo che era una delizia!)

Volevo dirti comunque di non preoccuparti questa sera per me, gioca pure quanto vuoi, perché dormirò da lui questa notte: voglio iniziare da questa sera la mia opera benefica… devo recuperare il tempo perduto! Torno domani mattina, ma non so a che ora: voglio lasciarlo solo quando sono certa che la prima serata insieme abbia dato buoni frutti! Ma adesso che ci penso, domani tu vai a vedere la partita! Ottimo! Allora potrebbe darsi che tornerò domani sera: tanto io e papà sapremo certamente come passare il tempo! Ci siamo accorti di avere molti interessi in comune…
Si, tesoro… bravo… vedo che hai capito… è proprio come immagini tu… ti confermo che le tue intuizioni sono corrette… e dal tono della tua voce sembra tu sia molto soddisfatto di come stia evolvendo la situazione!
Comunque puoi chiamarci quando vuoi!
Ciao… buona partitella!”

Chiuse la conversazione e mi fissò sorridente, mentre seguitava a cavalcarmi e a fare il segno delle corna con le mani!

“Questo bel cazzone nella fica, così duro e caldo, mi conferma che hai bisogno delle mie attenzioni… allora rendiamo pan per focaccia al mio maritino: mentre lui gioca a poker noi ci facciamo qualche partitina a scopa… che ne dici? Non è una splendida idea?”

Si piegò in avanti e pose il suo corpo sopra al mio, abbracciandomi forte: il calore del suo corpo mi faceva venire i brividi! Cominciò a strusciare i suoi seni contro il mio torace… i suoi capezzoli, irti come chiodi, sembrava volessero bucarmi il petto.
Iniziò a baciarmi con libidine e a leccarmi il viso come una cagna in calore, mentre il suo bacino si alzava e abbassava in una incestuosa galoppata.
Afferrai le sue natiche, le allargai e cominciai ad accarezzarle la rosellina… la sentii bella umida… anche lei era profondamente eccitata!
Carla sembrava impazzita.

“Mi piace… Oddio quanto mi piace… sentirmi toccare il buchetto del culo mentre chiavo mi fa impazzire! Dai, papà… ficca dentro… ficcaci un dito: con il tuo cazzo nella fica e un dito nel culetto mi fai sentire in paradiso! Ti prego… più mi fai sentire porca più mi fai godere!”

Non la feci attendere… appuntai il dito sul buchino umido di piacere e glielo spinsi tutto dentro!
Era fuori di se… galoppava come una forsennata mentre la inculavo profondamente con il dito.

Dopo un po’ si fermò.

“Papà, è una meraviglia come ci intendiamo: il tuo cazzo e la mia fica sembrano proprio essere fatti uno per l’altra! Adesso, se sei d’accordo, te lo prendo ancora un po’ in bocca… la mia fica è fradicia e il tuo bel pisello dovrebbe aver ben assorbito i miei umori… mi piace sentire il sapore della mia fica… un bel pompino al sapore di fica!”

Si rimise in ginocchio tra le mie gambe e cominciò nuovamente a spompinarmi come sa fare lei: leccata e succhiata di palle, lunghe leccate all’asta, deliziose succhiate della cappella.
Lavorava di bocca come lavorava con la sua fica: partiva dalla cappella, con la bocca leggermente aperta, e avanzava lentamente imboccando centimetro dopo centimetro l’intero uccello, finché non lo faceva scomparire completamente dentro la sua bocca, ingoiandolo tutto fino in gola.
La sua bocca calda, umida e profonda mi faceva impazzire… e quando vedevo che cominciava a scendere con la testa verso il mio ventre la incitavo come un pazzo.

“Brava, tesoro… brava… così… vai giù… vai giù… cazzo… si… fino in gola… prendimelo tutto in bocca… tutto… dai, amore… tutto!”

E lei, da brava figlia ubbidiente, se lo prendeva tutto!
Poi serrava le labbra intorno all’asta e risaliva lentamente… lo succhiava per tutta la lunghezza accarezzandolo con le labbra… e mentre saliva dava anche qualche delizioso e leggero morso all’uccello per renderlo sempre più duro… finché non arrivava alla cappella, dove si fermava e cominciava a ciucciare come una invasata! Il movimento delle gote, che si gonfiavano e si contraevano velocemente per l’azione della succhiata, mostravano chiaramente con quale ingordigia Carla mi succhiasse la cappella!
Poi riscendeva… e riprendeva l’imboccata!

“Carla, cazzo santo, sei stupenda, hai una bocca da favola! Anche a tua madre piaceva molto succhiarmi, ma, con tutto il rispetto e l’amore che avevo, e che ho tuttora, per lei, devo riconoscere che tu sei superiore… sei veramente eccezionale! Però adesso fermati, altrimenti mi fai sborrare!”

“Papà, non sai cosa possa provare nel sentirti dire certe cose: lo so quanto vi amavate e quanto mamma ti facesse godere: sentire dalle tue labbra che la mia bocca ti fa morire e che sono più brava di lei… beh! Mi sento riempire di gioia! Non voglio farti venire: dopo ti voglio ancora dentro. Riposati un po’… ne approfitto per metterti a parte di alcune piacevoli novità, almeno per me… ritengo giusto che tu sappia dei miei sospetti!”

Si alzò e si mise seduta accanto a me, mi abbracciò e cominciò ad accarezzarmi delicatamente l’uccello: mi dava piacere senza farmi venire.

“Tesoro, sono curioso… di quali novità parli? Quali sospetti?”

Mi sorrise… e mi strinse… il suo corpo contro il mio mi dava sempre i brividi.

“Papà, credo che Franco abbia intuito che stiamo scopando e sono quasi certa, salvo prova contraria, che la cosa non lo sconvolga più di tanto… anzi, forse la auspicava… così non le rompo più le palle quando gioca a poker! E di questo non potrebbe esserne più sicuro: pensi che mentre mi godo questo superbo cazzone nella mia esigente fica me ne freghi un cazzo se lui gioca a poker?”


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