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COLEI CHE NON SI DOVEVA AMARE


di papy60
26.02.2015    |    54.077    |    3 9.7
"Egli dolcemente le sussurrò: ” Non aver paura amore…non voglio farti del male…ti piacerà” Baciò prima la parte superiore e sui lati dei fianchi, lisciando..."
George, era da un paio di mesi che, con sua figlia, si stava creando un non so che di diverso dai primi tempi; le coccole che nascevano lì sul divano, stavano assumendo qualcosa di peccaminoso. Lei, che a volte si dimenava in grembo al suo papà, al continuo solletico mostrava un sorrisino malizioso. A lui era capitato di eccitarsi , gli si induriva il sesso e, forse la ragazza se ne era accorta; appariva quel sorrisino strano sulle sue labbra, labbra che lui cominciò a beccare con fugaci bacetti, ricambiati; lui era sicuro che aveva capito che lo stava interessando ed era sicuro che le piaceva.

Così è stato quella sera che, era entrata nella sua camera da letto la buonanotte al suo paparino, si era seduta su un lato del letto, come sempre nel sedersi, si era alzata la camiciola da notte aderendo, col suo corpo, al suo papà.


Il calore e la morbidezza della sua pelle nuda aveva acceso in lui una forte eccitazione che, come un incendio gli si propagò in tutto il suo essere.

Il cazzo ebbe un’incredibile impennata, si era eccitato. L’anca della piccola Gina le era proprio contro e lei sapeva cos’era quella cosa. L’uomo aveva paura di spaventarla, ma purtroppo non poteva fare nulla.

Sedeva lì, la teneva abbracciata col braccio sinistro dietro la schiena, mentre la mano destra era appoggiata sul piccolo ginocchio stringendolo delicatamente. Teneva appoggiato il mento sulla parte superiore della sua testa, mentre lei timidamente guardava verso il basso. Le baciò la sommità della testa e le sussurrò ammirandola.


"Tesoro, sei così bella"

Fu qui che cedette il suo ultimo baluardo di resistenza; la sua mano destra lentamente si spostò verso l’alto, lungo la parte esterna della sua anca sinistra assaporando la morbidezza e il calore della giovane pelle di sua figlia; le prese la mano sinistra che le giaceva in grembo, la portò alle labbra dove fissandola, baciò ogni dito; poi con la mano le sollevò delicatamente il mento verso di lui, esplorando con gli occhi quel visetto adorabile.

I loro occhi si incontrarono, sorrise, ma non disse nulla. Baciò dolcemente la fronte più volte, poi il naso, sussurrandole una frase un po' schiocca:


"Accidenti hai un nasino bellissimo sai?"

Gina ridacchiò, lui allora ha iniziato a baciarle la guancia destra. Come le sue labbra cominciarono a muoversi verso di lei, la sua mano destra ha iniziato ad accarezzare dolcemente la guancia sinistra e il collo. Le dette un bacetto e, non appena sfiorato le labbra con le sue, si sentì ipnotizzato da questa fanciulla, da sua figlia; le parve quasi d’essere controllato da lei, da qualcuno o da qualcosa.

Baciò lentamente e molto dolcemente le labbra, prima quello in alto, poi quello inferiore, cominciò poi a beccarle entrambe. Gina, socchiudendo gli occhietti, ricambiò con la stessa dolcezza del suo papà; infine, dopo un minuto che le bocche si erano tenute in un continuo contatto, lui cominciò a sondarle la boccuccia con la lingua. D’apprima sfiorò leggermente le carnose labbra, poi quando sentì che la piccola le aveva socchiuso la porta del Paradiso, vi si spinse dentro, incontrando la sua lingua.

Attimi inebrianti.

Rispondeva la fanciulla emettendo miagolii appena udibili. Poi si fermò di colpo e dopo alcuni secondi, ha ricominciato a baciarle di nuovo le labbra; Si fermò e si staccò ancora facendole aprire gli occhi. Quei bei e innocenti occhietti azzurri lo stavano curiosamente fissando, era come gli stesse chiedendo se avesse fatto qualcosa di sbagliato, come gli stesse chiedendo “Papà, perché hai smesso? Ho fatto male?” Lui la guardò negli occhi, sorrise e le disse.


" Sei incredibile"

Lei gli rispose con un radioso sorriso e alzando il mento gli porse le labbra; le loro bocche si unirono, si fusero, divenendo un unico centro d’amore. Gina le era seduta in grembo; senti il calore del culetto e la parte posteriore delle sue gambe contro la sua coscia.

Tutto il suo corpo fu invaso da ondate di calore; la sua mano destra ha cominciato a spostarsi lentamente in basso, lungo il braccio sinistro, poi il fianco e lungo la parte esterna della gamba sinistra fino a quando non è arrivato ancora una volta al ginocchio; il suo cuore correva all’impazzata, incapace di fermarsi, le sue dita si muovevano tra le ginocchia, cercando gentilmente di separarle.

In un primo momento hanno resistito. Ricominciò a baciarla spingendole gentilmente ancora la lingua in bocca; ora le loro lingue si muovevano, roteavano, si cercavano, Gina respirava a fatica col nasino; ancora una volta la sua mano ha cercato gentilmente di separare le ginocchia, e questa volta sentì che le gambe si stavano rilassando, le sue dita erano state ammesse tra di loro.

La liscia pelle della figlia era così calda, così morbida. L’entusiasmo era alle stelle! Cercando di non spaventarla, la sua mano ha cominciato a muoversi lentamente sul ginocchio destro, attento di non forzare i tempi. Dopo un piccolo spostamento della mano, la fanciulla bloccò il ginocchio, esitò, come se lei non fosse sicura di permettere al sua papà di fare questo. Anche lui si fermò, doveva decidere cosa fare per convincerla. Ha di nuovo iniziato a baciarle le labbra, dopo poco tornò a cercarle quella linguetta fantastica; come lo ha fatto, un delizioso gemito uscì dalla gola della sua bambina. Le ginocchia ripresero ad aprirsi.

Cominciò ad accarezzare lentamente e delicatamente l’interno della coscia destra; la mano poteva sentire il calore che fluiva dalla sua pelle. Gina strinse leggermente le cosce, non lo stava scacciando, era un abbraccio, e lui capì che la sua bambina stava accettando quelle carezze; era arrivata ad ammettere a se stessa che stava permettendo a lui di toccarla.

Sentendo la sua disponibilità, ha spostato la mano all’interno del ginocchio destro; quando fu convinto della sua complicità, tirò dolcemente il ginocchio verso di lui, premendo l’esterno della gamba sul suo duro rigonfiamento. George stava andando oltre il limite. Come cominciò a muovere lentamente la mano nella parte interna della coscia, entrò in un altro mondo. Dio, era morbido e caldo! Mosse la mano un pochino più in alto, poi la spostò ancora un po’ indietro. Sentiva la carne giovane e i nervi interni tremare. Ogni volta che muoveva la mano, andava sempre un pochino più in alto sulla coscetta di sua figlia. Dio che tremori.

Dopo poco, mosse la mano sulla parte esterna dell’altra gamba; era un test per capire se potesse cambiare idea e chiudere le gambe; non l’ha fatto, anzi le aprì un pochino di più mentre allo stesso tempo, la lingua della fanciulla riprese a muoversi sessualmente sulla sua. Dalla sua gola uscivano gemiti e mugolii appena percettibili; senza dubbio alcuno, la sua ragazzna si era eccitata; un miracolo.

Finalmente la sua mano tornò sulla coscia della gamba destra, dirigendosi verso la sua meta. Cominciò ad agitarsi baciandole la bocca un po’ più freneticamente, ovviamente consapevole dove la sua mano si stava dirigendo. Poi finalmente il suo dito ha trovato il suo premio. La carne nuda della fica di sua figlia. Gina miagolò.


La fichetta era bagnata fradicia

Lui ne rimase molto impressionato, non poteva credere che lo potesse essere, così prersto! Il suo cazzo si contrasse repentinamente. Mai così lentamente e mai così delicatamente cominciò a muovere le dita lungo quell’incredibile fessurina; come l’ha fatto, la ragazzina cominciò a gemere nella sua bocca. Allo stesso tempo, le gambe di Gina si allargarono ancora di più. Il suo corpo ormai tremava tra le braccia di suo padre.

La mano di George, toccò la parte superiore della dolce e piccola fessura di sua figlia. Lentamente cominciò a vellicarla verso il basso. Col dito medio lentamente e delicatamente, seguì la fessura lungo il bordo esterno, sfiorandolo appena. Quando arrivò in fondo, la sua mano si mosse ancora di più verso il basso e, quindi le prese tutto il grazioso culetto con la mano, palpandolo dolcemente! Ancora una volta lei,emise un lamentevole guaito. Seppure la fanciulla era innocente e vergine, il padre era riuscito a suscitare in lei sensazioni che mai avrebbe sperato di ottenere.
Mentre continuava a deliziarsi di baci, per eccitarla ancora di più, scese con la mano sul suo culetto, dando una gentile stretta al sodo e vellutato gluteo stringendolo e rilasciandolo più volte; poi, col dito medio, lentamente percorse vellicando lo spacco tra le natiche ripetendo lo stesso processo; dopo la terza volta, il dito tentò di inserirsi nel caldo e stretto tunnel. Come la figlia sentì quel dito, smise di muoversi ed emise un suono acuto quasi come farebbe un gattino alla ricerca di sua madre. Lui sentì un’improvvisa umidità nei pantaloni, aveva scaricato una parte del suo carico represso.

Quattro o cinque volte ripeté con la mano e il dito, costringendo la fanciulla a torcere e sollevare istintivamente il bacino, quasi ad invitare il papà a fare di più. George ruppe il bacio, ha visto con piacere piccole perline di sudore formate sopra le sopracciglia della bambina e lungo i bordi delle labbra.

Mise dolcemente il braccio destro sotto le gambe, riunendole. Si volse alla sua sinistra facendola scendere dolcemente dal suo grembo, scendendo poi dal letto.

Gina era così carina e adorabile seduta in quel modo sul bordo del letto, i suoi biondi capelli brillavano alla luce tremolante della tv che trasmetteva musica classica e mostrava piacevoli immagini di paesaggi, era un canale musicale che, di proposito, lui aveva cercato prima di andare a dormire. Allietavano quei momenti, le note del notturno di Chopin, mentre si susseguivano bagliori colorati che illuminavano la stanza; poteva vedere così bene le gocce di sudore sul volto della ragazza. Lei lo guardò, arrossì; con le mani istintivamente e nervosamente, spinse la camicia giù, sulle ginocchia.


Guardò con meraviglia sua figlia, Dio, era un angelo

Chinandosi verso di lei, le prese dolcemente le guance con entrambe le mani; le diede un bacio sul naso, poi le forzò le labbra baciandola per oltre mezzo minuto, si staccò, la guardò negli occhi, le sussurrò:” Hai idea che cosa stiamo per fare? Tu sei la piccola Lolita di papà”. Non pensava lei conoscesse la storia di Lolita, ma a lui non gli importava per niente.

Con le guance morbide a coppa ancora tra le mani, inchinandosi incominciò di nuovo a baciarla, ancora una volta le loro lingue turbinavano nelle loro bocche in estasianti sensazioni e, come ha ricominciato a gemere, le ha preso entrambe le mani portandole alla sue spalle, Ora Gina teneva il suo papà avvinto a sé, alla sua bocca; il cazzo pulsava.

Una volta sistemato in ginocchio, le si riprosizionò di fronte. Mentre continuavano a baciarsi, le sue mani si mossero verso la parte posteriore dei polpacci e, accarezzandoli dolcemente, li spostò, allargandole un pochino le gambe. Questa volta la piccola non oppose resistenza alcuna.


Si spostò in avanti tra le gambe strusciando il cazzo durissimo sul bordo del letto

Le sue mani cominciarono a muoversi lungo l’esterno delle ginocchia, lungo la carne calda, morbida; sulle parti esterne delle sue cosce; sorridendole, spostando sempre un po’ più in alto le mani, poi dubbioso tornava un po’ indietro. Pochi secondi, poi fermava la lingua, si staccava dalla bocca, ritornando a baciarle le guance, il naso, la fronte, tornando ancora sulle labbra. Ogni volta lei era in attesa di incontrare quella del suo babbo. Anche nella penombra della stanza, lui poteva vedere le gocce di sudore e il rossore del suo viso.

Come le sue mani hanno trovato la strada sui fianchi, il respiro della piccola Gina divenne più pesante; ha iniziato a tirarlo ancora di più verso di lei, usando le mani, che erano ancora sulle spalle e dietro il collo. George prendendola dolcemente per i polsi e staccandola da lui, le sussurrò a fior di labbra: “Stenditi sul letto …tesoro”.

Teneva gli occhi chiusi la fanciulla, mentre si lasciava guidare il corpo all’indietro dalle amorevoli mani del padre. Quando la sua testa toccò la superficie del letto, lui cominciò a togliersi i pantaloncini corti che indossava.


Il suo cuore correva come un treno merci

Cominciò a tremare mentre il sudore gli si formava per tutto il corpo. Dio era nervoso ed eccitato.

Tolti i pantaloncini, si chinò e cominciò a baciare la parte superiore del ginocchio destro, mentre lentamente accarezzava con ambo le mani la snella gamba, s’avvicinò con le labbra e la lingua all’altro ginocchio risalendo di pochi centimetri la levigata gamba. Ogni tanto si fermava e passava a baciarle un pochino l’altro ginocchio, continuando ad accarezzare le deliziose gambine. Ogni tanto si fermava a guardarla. Giaceva distesa, aveva girata la testa da un lato, le braccia giù lungo i fianchi, gli occhi chiusi e una strano sorriso sul suo viso innocente.

Mentre con le labbra e la lingua gustava la pelle dell’interno della coscia sinistra, le sue mani facevano scivolare lentamente la camicia da notte un po’ più in alto. Impossibile descrivere il piacere che il padre provava baciando e dando leccatine su ogni centimetro della pelle della sua creatura. Gina veniva percorsa da brividi su tutto il corpo, intanto la camicia da notte le era stata spinta fino all’ombelico e lui era entrato in piena vista della sua intimità. Era lo spettacolo più squisito che si possa immaginare.

Tutto il suo corpo cominciò a tremare quando vide la bella e piccola fessura della radazza, era a non più di tre centimetri dalla sua bocca. Un’impressionante aroma gli riempì le narici, era così potente da sembrargli un afrodisiaco che gli rapiva il cervello. Appena con la lingua iniziò ad avvicinarsi e senti l’alito caldo del suo papà, Gina strinse forte i pugni in spasmodica attesa.


Egli dolcemente le sussurrò: ” Non aver paura amore…non voglio farti del male…ti piacerà”

Baciò prima la parte superiore e sui lati dei fianchi, lisciando poi, con le labbra e la lingua, quella carne immacolata. Portò le mani sotto le ginocchia sollevandole e spostandole da parte ancora di più. Come baciò l’interno della coscia si trovò a pochi centimetri dalla piccola fica.

Era perfetta, un capolavoro della natura, radi pelini la coprivano, la fessurina, seppur chiusa, mostrava quel luccichio che tradiva la sua eccitazione. Lui si era incantato, tanto che se una bomba fosse esplosa a pochi passi, neanche si sarebbe voltato.

Aveva alzato le ginocchia di sua figlia, le gambe sembravano galleggiare da sole, come sapessero cosa fare e dove andare, la bocca tornò al suo interno, sulla parte superiore del ginocchio sinistro cominciando a baciare spostandosi verso il basso. La sentì gemere come la lingua stuzzicò la sua carne. Delicatamente poi, accarezzò l’interno della sua coscia destra.

La sua lingua era finalmente giunta alla piccola vulva; lentamente, iniziò a risalire lungo i suoi bordi esterni, le dita ballavano una carezzevole danza sulle gambe che appoggiavano leggere sulle sue spalle, poté così con una mano, deliziarsi palpeggiando una soda e dolce natica del suo adorabile culetto. La ragazzina aveva istintivamente allargato le gambe come se avesse saputo cosa fare per il suo papà. Gina sembrava così innocente eppure così sfrenata.

Davanti a quell’ara dell’amore si sentì leggero, le pareva impossibile d’avere davanti alla bocca quella giovane gemma, la fica della sua bambina. Iniziò a leccare dolcemente, dilettandosi nel sentirla mugolare ad alta voce. Impaziente, con la lingua appuntita separò la rosea carne delle piccole labbra vaginali, come arando quel scrigno d’amore che pulsava sotto i suoi dolci passaggi. Era il Paradiso.

“Aaaaaahhh !!!” Gridò la fanciulla sotto quelle brucianti e deliziose carezze. Gina guizzando come un’anguilla, continuava a lamentarsi ; il padre dovette tenerla ferma per i continui sussulti del corpo eccitato al massimo. Finalmente la sua lingua le stava leccando la vulva, stava gustando il sapore sessuale pennellando le umide labbra pulsanti della sua giovane fica. Dio, era deliziosa !

“Oooooh” gemette, “Oooooh, papà”. La punta della lingua, in un primo momento, cominciò a muoversi su e giù, su e giù, poi le cercò il buchetto, leccando avidamente lungo tutta la fessurina. Dopo tre o quattro volte, con sua grande sorpresa riuscì, nonostante la sua innocenza verginale, a farla impazzire. Sentiva il corpo della figlia che fremeva e dando forti strappi ad ogni lappata della sua lingua. Lui respirava profondamente l’aria profumata e tepida che si era creata tra le calde cosce della sua creatura. Pennellava la fessura dardeggiandole la nocciolina della pulsante e piccola clitoride.

“Ti amo” mormorò, parlando alla piccola fica presente davanti alla sua bocca. “Amo la tua piccola fica sai amore” riuscì poi a dire con voce roca. Gina gemette il suo assenso; nella sua giovane vita, mai aveva sentito qualcosa di così meraviglioso, così bello; questo aveva superato di gran lunga i suoi sogni più rosei.

Le morbide e tremanti pieghe delle piccole labbra vaginali della ragazzina, hanno risposto vibrando all’esperta lingua del suo papà, che nel sentire l’umidità crescente che ne scaturiva fuori, lo rendeva sempre più eccitato. Stava avendo difficoltà a controllare gli scossoni del piccolo corpo. Due mani gli si erano aggrovigliate ai capelli, lo tiravano, mosse dal forte desiderio che cresceva di momento in momento.

George, beandosi dell’umidità stillata dall’imberbe fessurina di sua figlia, aveva ripreso a succhiare rumorosamente, un’azione delicata stringendo le labbra e creando suoni osceni. Avidi bocconi sulla piccola fica, lo rendevano felice, amava completare l’azione sessuale e far godere per la prima volta la sua piccola Gina.

Poteva sentire il suo cazzo dolorante, teso e duro, che urlava il suo tormento. Voleva entrare, devastare la fresca e deliziosa fica di sua figlia, voleva strisciare tra quelle gambe ed entrare quella piccola e vergine vagina, voleva essere il primissimo cazzo a violare quel stretto meandro per giungere finalmente in Paradiso.

Inginocchiato davanti a quella mraviglia, con entrambe le gambe ai lati del suo corpo, George eccitato, socchiudendo gli occhi, risalì sotto la camiciola cercando e trovando i due piccoli rilievi delle tettine. Continuando a sondare con la lingua il proibito taglietto della fica, cominciò a palpeggiare quei piccoli rilievi di morbica carne, leccava elettrizzando la clitoride e contemporaneamente frullava con due dita il minuscoli capezzoli. L’esasperante e persistente leccaggio gonfiò il clito annunziando al padre l’imminente orgasmo della sua piccola.

Il segno che stava aspettando, era arrivato. Improvvisamente Gina rabbrividì, la sua giovane figa, dolcemente devastata, non era più in grado di sopportare un secondo di più, all’inesorabile assalto sessuale di suo padre. Gli occhi della fanciulla si aprirono brevemente per prendere visione dei capelli ondulati del papà che, andavano avanti e indietro, laggiù nel suo inguine, deliziosamente martoriato.

Poi, con un cupo gemito dal profondo del petto, cominciò a spingere i suoi lombi inesperti verso il suo viso, spingeva costantemente quasi volesse attirare dentro di sé tutta la meravigliosa lingua del babbo.

“MmmmmmNNNoooonnnnoooo! Oh Papà…oh papà…”

Mugolava in continuazione la piccola, le si formò la pelle d’oca, sulle braccia, sulle gambe, mentre gocce di sudore le imperlavano la fronte. Questi brividi sono stati la cosa più eccitante che avesse mai immaginato…molto, molto di più, si sentiva come se stesse per evaporare ed esplodere allo tempo stesso; le pareva di non poter sopravvivere all’intenso piacere che stava provando.

Singhiozzando e tremante, completamente fuori controllo, la ragazza si trovò nel bel mezzo di una tempesta selvaggia; con inconsulti strattoni alzava le belle cosce nell’aria, poi con un gemito di totale abbandono le ha chiuse sulle spalle di suo padre tirando a sè la testa e la bocca; colpita da una forte ed emozionante turbolenza che le ribolliva nella giovane figa. Tutti i pensieri della sua mente si erano azzerati, si erano incentrati sulla sua femminilità appena scoperta grazie alla bocca del suo papà, al suo adorato papà.

Aveva visto su internet, e aveva guardato eccitandosi, quello che suo padre le stava regalando.La stava portando a quel culmine, a quell’orgasmo che aveva sempre sentito parlare ma che non era mai riuscita a realizzare con le sue mani. Il suo corpo era eccitato al massimo, si alzava e sbatteva spudoratamente nel letto agitando la sua piccola e fremente fessura davanti agli occhi e alla bocca vorace del suo babbo che, rincorrendola, la leccava selvaggiamente travolta dal vortice della lussuria più sfrenata.

“Oooohhhhaaaa !” Ogni piegolina della sua fica, era oggetto della bramosia del maschio; le si scioglieva in bocca. Tutto il suo mondo le girava attorno, abbagliandola con fuochi d’artificio sfolgoranti nel tumultuoso orgasmo. Un rapimento mai conosciuto era nato nel profondo dei lombi della ragazzina, che ormai preda dell’orgasmo, sospirò ” Oh! oh! oh! oooohhhh!” in una lunga e accorata litania.

George tenne la bocca saldamente e avidamente incollata alla vergine fica di sua figlia, mentre sgorgava ammantandole le labbra, la linfa orgasmica della sua figliola. La piccola era venuta, colpita dalle travolgenti ondate dell’orgasmo. ” Oooohhhh Papaaaaaa! Siiiiii Siiiiii…mmmhhhh che bello…che belloooo”, continuando tra guaiti e mugolii, ad emettere mezze parole, in una Babele di parole incomprensibili.

L’uomo aveva ricevuto in bocca i preziosi succhi del primo orgasmo della piccola Gina, in attesa che si placasse, col cuore, si gustò appieno l’impareggiabile scenario che gli si parava innanzi agli occhi, lì, tra le cosce divaricate della sua dolce figliola; tremò al tremendo pensiero d’averla introdotta alla vera sessualità.

Mentre aspettava che lei tornasse al mondo cosciente, ha iniziato di nuovo a lavorare di bocca nell’aromatica fica. Ancora una volta la punta della lingua, lentamente girò sul bordo esterno della piccola e perfetta fessura. Ogni tanto si fermava, in cima, solleticando l’arrossato clitoridino inebriandosi nell’udire la dolce nenia dei suoi gemiti, una melodia che lo faceva impazzire. Dopo la quarta o la quinta volta, Gina, con entrambe le mani, cercò di allontanargli la testa; la fica era troppo sensibile, era così eccitata che non ce la faceva proprio più.

Il padre, abilmente le prese allora ambo le mani nelle sue, baciò l’esili dita, poi ha iniziato a spostarle verso l’alto. Mentre lo faceva, cominciò a baciarle la pancia, lungo i fianchi, l’ombelico, entusiasta nel sentirla tremare.


Stava per scopare sua figlia.

L'accarezzò lentamente lungo i fianchi, sospingendo verso l’alto la camicia da notte. Come iniziò a baciarle il ventre, spostando sempre più le labbra verso l’alto, Gina, ancora una volta riprese a contorcersi sotto il suo assalto orale. Le sue labbra stavano seguendo il bordo inferiore della camiciola, mentre le mani continuavano a spingerla sempre più in alto. Arrivò presto ai piccoli capezzoli, e come la sua bocca catturò il primo, la ragazzina ricominciò a muoversi torcendo il torso in brevi movimenti e riprendendo a gemere. Gioia per le orecchie del padre.

Gocce di sudore fiorivano sulla fronte della figlia, poi, come segnale di resa totale, Gina alzando le braccia sopra la testa, come dire al babbo ” fai quello che vuoi, papà”. Alla fine, sfilò completamente la camicia da sopra la testa e la guardò. Vide allora, e per la primissima volta, la sua bambina distesa, completamente nuda. Visione assolutamente mozzafiato!

I seni appena sviluppati, ugualmente però sotto gli stimoli della bocca dell’uomo, i capezzoli si ergevano, curiosi forse di capire e vedere cosa e chi li stava molestando. Il padre infatti continuò a succhiarli delicatamente con malcelata bramosia. Tutto il suo essere s’infiammava sempre più nel baciare i deliziosi rilievi carnosi di sua figlia. Preso da queste forti emozioni, non si rese conto che agganciandola con una gamba, sembrava stesse per divorare il suo piccolo e dolce corpo.

Poi, il desiderio di spingere il suo cazzo dentro quella calda fessurina dove aveva così ben lavorato la sua lingua, lo fece alzare, e postosi davanti a lei, appoggiò la punta dolente sul scivoloso ingresso della vergine fica. Iniziò a spingere. Gli occhi della ragazza si spalancarono dalla paura. Anche se il sesso del padre non era esagerato, per lei era lo stesso troppo grande, era così giovane. Temeva le potesse fare troppo male.

Aumentò la pressione, anche se la piccola fica era bagnata, capì che non sarebbe entrato facilmente: Per un momento restò indeciso, nonostante la sua grandissima voglia. tentennò. Portò allora una mano laggiù, coprendo tutta la zona, insinuò poi il dito medio nel buchetto bollente. Entrava.

Gina era in attesa, il corpo, tutto il suo corpo era in spasmodica attesa, palpitava e, quando la punta del dito la toccò, una scarica elettrica le attraversò il corpo, e lei non poté che emettere un gemito di piacere. George torturò il clitoride della sua piccola, col polpastrello arò come un vomere, le piccole labbra, lentamente su e giù fra quelle fradice zolle sessuali. Sondò il vergine tunnel, col preciso intento di capirne la struttura e, mentre aveva immerso in lei un paio di nocche, lei stessa l’aiutò spingendoglisi incontro, ricevendo così dentro di sè tutto il dito e chiedendosi se il coso del suo papà le avrebbe fatto tanto male.

“Aaaarrrrggg! Sìììì…sìììì…oh! ” gridò. Poi le parole si persero in suoni gutturali strettamente imputabili all’intrusione del lungo dito di suo padre. Lo spinse in profondità nella giovane ed eccitata fica, godendo degli strazianti gemiti di piacere della sua figliola e fu felicemente sorpreso di non averle arrecato alcun dolore. Impresse allora un ritmo incessante di un dentro e fuori alla calda fica. In quel frangente, il dito fungeva da cazzo.

Gina si dimenava incurvando il bacino contro il dito del suo papà nell’incessante bisogno del piacere. Era bello sentirsi frugare così, si sentiva stimolare anche nel più profondo dell’anima. La ragazzina sperava durasse in eterno, ” beeellllooo papà… beeelllooo…”. George nel vedere come la piccola si godeva quei profondi attacchi, fu assalito da una potente carica di lussuria che le annebbiò la mente.

” Ti piace?” chiese alzandosi un poco e assestandosi fra le sue perfette cosce ” Questo ti piacerà ancora di più dolcezza… “ disse impugnandosi il cazzo durissimo. Gina lo sentì ansimare su di lei, poi improvvisamente fu colta da un turbinio che le sconvolse la mente; stava godendo, stava ancora esplodendo, ancora una volta sotto il furioso dentro e fuori del dito di suo padre, raggiunse le vette dell’orgasmo, per la seconda volta la piccola si godette il supremo piacere.

Anche lui era fuori controllo, dimenava freneticamente i lombi tra le gambe aperte della ragazza. Strofinò la parte superiore del suo cazzo. sul calore e l’umidità del suo cavallo. Era impaziente, non riusciva a calmarsi, aveva il sesso alla porta del Paradiso. Premeva la punta del cazzo contro la piccola fessura, si chinò poi cominciando a baciarle una guancia, il collo, mordicchiando con amore il lobo del suo orecchio. Gina gemeva sotto questa dolce violenza sessuale. Entrambi sudavano respirando affannosamente. ” Tesoro…ti amo con tutto il cuore “le sussurrò all’orecchio ” voglio fare l’amore con te”.
Attese un momento, nessuna risposta di nessun tipo. Ha iniziato allora a muovere leggermente e lentamente i fianchi, strusciandole il cazzo sulla vergine fica continuò a baciarle il collo e le spalle e poi, spostatosi un pochino più in basso, a succhiare ancora e delicatamente i piccoli capezzoli; in pochi istanti la figlia ricominciò a miagolare muovendo il corpo, alzando e allargando ancora di più le ginocchia. Gina stava istintivamente preparandosi alla penetrazione.

Il padre continuò a succhiare il capezzolo sinistro, mentre con una mano guidò il glande del suo durissimo cazzo sulle arrossate labbra della piccola fica di sua figlia. Lentamente cominciò ad eccitare con la rossa cappella quella valle celeste, fermandosi per alcuni istanti sulla soglia dell’Eden e concentrandosi su dove si nascondeva il suo stretto passaggio. La sfregava dolcemente contro e tutto intorno alla vergine gemma; sua figlia iniziò a gemere un po’ più forte, la fica vellicata, lasciò defluire così, preziose stille del suo nettare.

Le sue labbra e la lingua, si godevano i piccoli capezzoli, poi tornò verso l’alto, tornando a baciarle il collo delicatamente. Un delirante tremore lo scosse, la punta aveva trovato il roseo buchetto; iniziò a spingere delicatamente ma con fermezza, la cappella cominciò a farsi strada nel strettissimo pertugio; era teso al massimo, tratteneva il fiato, stava entrando nel corpicino della sua creatura. Gina contorcendosi, si lamentava ininterrottamente, erano entrambi sudati dondolandosi avanti e indietro, infine quando la testa le entrò per pochi centimetri, mormorò ” Sì papà…sì ” e chiuse di nuovo gli occhi.

Quando con un’ulteriore spinta la testa del cazzo ha spuntato ancora qualche centimetro dentro di lei, Gina tirò indietro il bacino. Entrambi smisero di muoversi per qualche momento. Lui si chinò al suo orecchio e, un pò preoccupato, chiese ” Stai bene?” Lei non rispose, i suoi occhi rimasero chiusi, non respirava. Si bloccò e attese, aveva paura che le farle troppo male; sentì poi cingersi il collo. Il suo papà le guardava il viso. C’era un sorriso su quelle fresche labbra, che solo questo dolce piccolo angelo poteva mostrare. La figlia stava cercando di avvolgergli le gambe attorno, ma non poteva, era sepolta sotto il suo papà.


Lui spinse ancora un poco in avanti, dolcemente, la cappella si posò sul fondo, sulla cervice di sua figlia.

Difficile controllarsi, il suo sesso duro come non mai era in un Paradiso così caldo, così stretto, cosi umido, da farlo delirare. La piccola sussultò eccitata, ” Oh papà…”. Dopo una pausa, sia per assaporare quel celestiale momento sia per assicurarsi che stesse bene, riprese a muoversi; questa volta non si fermò, non poteva. Iniziò a spingere dentro e fuori della sua fica, ormai sopraffatto dalla lussuria. Sentendo l’avvicinarsi della marea, iniziò a pistonare più velocemente. La fica della figlia lo stringeva così forte che temette di avere una attacco cardiaco.

Senza fermare quell’irruente scopata e, mentre lei si divincolava sotto di lui, con la bocca le cercò il collo baciandola e leccandola, poi voltò la testa e le loro lingue iniziarono ad aggrovigliarsi fra fremiti d’impareggiabile piacere. Improvvisamente la ragazzina staccò la bocca da quella del suo papà, girò il visetto ed emise un forte urlo, pareva che il suo corpo si sollevasse dal letto


Oooohhhh…vengo papà, vengooooo…

George non riusciva a crederci. La sua piccola dagli occhi blu, la sua bionda bellezza, la sua bella figliola, stava avendo un orgasmo, stava bagnando il suo cazzo con la sua ambrosia. Le pareva di morire. Era la prima volta che il suo sesso l’aveva fatta godere, ed era certo che non sarebbe stata l’ultima. Infine non poteva più reggere. Quando le iniettò il primo getto, sua figlia ebbe uno strattone. Iniziò a spruzzare in lei tanto sperma che mai pensò di poter produrre.

Si è scaricato come non ci fosse un domani. Stava sborrando dentro la propria figlia. Lei reagì sotto gli impulsi di sperma che il babbo le schizzava nelle viscere, reagì con violenti sussulti del corpo.

Sua figlia era ancora eccitata, George non riusciva a crederci. Un pensiero lo colse sulla possibile gravidanza, ma lo scartò subito, non volle pensarci, non voleva rompere quell'incantevole momento, lo sperma che le allagava l’utero, le era rinchiuso dentro, il palpitante cazzo fungeva da tappo; Gina stava sdraiata lì, le braccia aperte sopra la testa, gli occhi chiusi, tutta sudata e arrossata. Le sue ginocchia erano ancora aperte e sollevate, sentiva che il sesso del suo papà si stava sgonfiando: Si rilassò un pochino. Infine, lo sentì scivolare fuori, staccandosi da lei dolcemente, lentamente.

Tutta la fessura, la parte inferiore della pancia e il culetto, erano intrisi dei loro succhi. George, per quanto esaurito fosse, le volle dimostrare quanto lei significasse per lui. Scese dal letto e postosi fra le sue gambe, cominciò a leccare il continuo rivolo di sperma che fuoriusciva dalla calda fessura. Lei è rimasta al suo posto, ferma a godersi quelle perverse ma deliziose carezze del suo paparino. Musica per le orecchie del papà i gemiti che la sua bambina gli faceva giungere mentre sorrideva.

George poi si è fatto strada con la bocca, sulla pancia, sui piccoli capezzoli e sul collo. Dolcemente sussurrò “Ti amo.” Lei girò la testa, aprì gli occhi: “Ti amo anch’io papà… mai avrei creduto fosse così bello.”.

Poi Chiuse gli occhi felice mentre il suo cuore cantava al mondo tutta la sua straripante gioia.

Il padre se la tenne coccolata abbracciando l’esile corpo della sua crestura, le pareva impossibile che seppur così giovane, potesse aver goduto così intensamente, che la sua deliziosa fica potesse aver stillato quel prezioso nettare, eppure è stato così, lui suo padre è stato il primo maschio che ha bevuto a quella fonte meravigliosa, e, ora se la teneva stretta stretta, inconsciamente temendo che anche l’aria potesse danneggiarla o portargliela via, mugolava, gemeva, il mondo non esisteva più.

Il giorno appresso, Gina, avvicinò il papà e gli sussurrò furtiva


Papà, oggi la mamma va dal parrucchiere…lo…lo rifacciamo ?

Gesù.. George impiegò tre secondi per recepire quella richiesta, per tre secondi rimase interdetto, poi, capito il messaggio si bloccò, gli si bloccò il cuore il cervello l’anima, tutto; era troppo. Sua figlia, la sua fogliola, la sua bellissima creatura, gli stava chiedendo di fare ancora sesso con lei, gli stava offrendo il suo splendido e giovane corpo perfetto e glielo stava offrendo impreziosito dall’immenso amore che nutriva da sempre per il suo papà.

“Lo rifacciamo” aveva chiesto, infatti quel pomeriggio, lo fecero, lo fecero anche due giorni dopo, poi ancora ancora e ancora, per anni, con immutata passione continuarono ad amarsi; le si erano sviluppate le tettine, un vello ricciuto le coriva la paffuta fica, il viso, le gambe, il corpo armonioso completava quella favolosa opera della natura. George ogni mattino si guardava allo specchio, chiedendosi cosa avesse fatto mai per meritare una simile fortuna, sì tutti i Santi giorni se lo chiedeva, l’unico cruccio era che temeva sempre si potesse rompere quell’incantesimo. – F I N E –
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