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Fino alla vigilia del mio matrimonio cap. 4


di giov60
23.05.2016    |    22.350    |    1 9.5
"Le faccio notare che ha il pelo della figa ben curato, cosa non molto in voga in paese..."
La sera stessa metto al corrente mia sorella della cosa, mentre le racconto l’accaduto ci accarezziamo lentamente l’un l’altro. Le dico che tutto sommato la signora è una gran bella figa che promette molto bene, per cui decidiamo di usare Carla sua figlia come paravento per il paese pettegolo. Chiederò alla madre di poter corteggiare la ragazza in modo che nessuno possa sparlare sul fatto che entrerò spesso in casa sua. Quindi mi potrò godere mamma e figlia senza pettegolezzi di sorta.
Il giorno dopo incarico Carla di fare un certo lavoro in negozio aiutato da mia sorella che dovrà anche far provare a Carla alcuni capi d’abbigliamento per svecchiare il suo guardaroba.
Sono quasi le quattro del pomeriggio quando busso a casa di Carla. Sua madre sarebbe dovuta tornare a casa da qualche minuto così come eravamo rimasti d’accordo. Infatti mi viene ad aprire invitandomi ad entrare che indossa ancora il soprabito.
Si scusa del suo leggero ritardo e mi invita a sedere in cucina mentre lei si cambia: solo qualche minuto.
Sento che entra in bagno e ne esce più tardi con addosso un accappatoio per passare in camera da letto. Solo qualche secondo dopo mi chiama invitandomi a raggiungerla. Con l’abito in mano entro in camera da letto certo di farle provare il capo per una decisione definitiva; ma appena aperta la porta rimando a bocca aperta: è stesa sul letto nuda e a gambe ben aperte. Il suo seno, che ho il piacere di vedere per la prima volta, è spettacolare grande e sodo con aureole scure e capezzoli ben irti, il ventre appena accennato e un bacino largo e materno con al centro una boscaglia di pelo ben curato però, segno che la signora deve mostrarla spesso, le gambe sono due colonne di carne soda.
“Dai fammi rivedere bene il tuo cazzo, che ho passato la notte a sognarlo!” dice mentre con una mano si allarga le labbra della figa come ad invitarmi.
In un attimo sono nudo con il cazzo duro che per l’eccitazione è ben dritto e la cappella mi sfiora l’ombelico.
Mi dice di rimanere fermo un attimo, poi mi invita a girarmi per potermi ammirare a tutto tondo. Si sta masturbando.
“Sai leccare?” mi chiede. “Certo che si è una cosa che adoro fare!” le rispondo
“Fammi vedere e, innanzitutto, sentire.”
Allarga ancora di più le gambe e, con le dita, la sua figa lucida di piacere.
Mi tuffo e inizio prima a carezzarla leggermente sentendola fremere poi, sempre lentamente, poggio le mie labbra su un suo capezzolo e inizio a morderlo leggermente e sempre lentamente passo all’altro mentre con la punta della lingua le umetto il solco del seno e le tette. Inizio poi a scendere sempre più fino ad arrivare al pelo. Intanto lei ha afferrato il mio uccello con forza e mi masturba.
Arrivo infine tra le sue intime labbra e mi abbevero dei suoi umori leccandola profondamente. Ha un sapore molto dolce e per nulla forte. Dopo pochi minuti sento che sta per godere, sento le sue mani sulla mia testa che mi afferrano e il bacino che spinge sulla mia bocca. Viene quasi gridando e contorcendosi come una biscia.
“Dai adesso scopami!”
Poggio la cappella all’entrata della sua vagina e spingo. La sento calda e molto stretta, come se non scopasse da tempo.
“Sei stretta.” le dico. “Si, non la do spesso. Per stare tranquilla uso il culo. Godo lo stesso e non ho problemi.”
“Infatti per essere cosi troia mi sembrava strano.”
Inizio un lungo su e giù e desidero baciarla ma lei non vuole. Mi dice che le puttane non si baciamo mai in bocca e poi lei non ama il assaggiare il suo sapore.
“Quanto è cornuto tuo marito?”
“Il giusto, se lui mandasse a casa più soldi forse lo sarebbe un po’ meno”
“Quanti cazzi hai conosciuto, puttana?”
“Non molti per la verità. Ma tutti generosi. Adesso il farmacista aveva l’esclusiva, fino ad ora. Ma solo con il mio culo, che la moglie non gli concede.”
“Quindi la signora ti tiene a casa sua a servizio sapendo del marito?”
“Il solo servizio che svolgo in quella casa è quello di dare il culo al dottore e tenere compagnia alla moglie che ama passare il tempo a leccarmi la figa. Le piacciono molto le donne.”
“Hai capito!”
“Dai parliamo dopo adesso fammi godere”
Dopo venti minuti in cui la prendo in ogni posizione l’avverto che sto per sborrare.
“Mettilo nel culo svelto.”
“No voglio venirti in bocca.”
“No non l’ho mai fatto.”
“Inizi adesso allora”
Appena sento lo spasmo dell’orgasmo lo tiro fuori e glielo metto tra le labbra. Inizio ad eruttare prima che la cappella sia completamente nella sua bocca e due schizzi le disegnano la faccia ma il resto gliela scarico in bocca con molta soddisfazione.
Non ingoia ma nemmeno ha la faccia schifata. Poco dopo prende un fazzoletto e si pulisce bocca e faccia.
Rimaniamo distesi al letto e adesso posso ammirarla in tutta la sua bellezza di donna matura. Le dico che mai avrei immaginato che nascondesse un corpo così ben fatto. Mi risponde che, per educazione, ha sempre cercato di non esporsi. Cosi passa inosservata e nessuno può sparlare di lei. Le faccio notare che ha il pelo della figa ben curato, cosa non molto in voga in paese. Vuole cosi la signora del farmacista, anzi è proprio lei che gliela tiene in ordine.
Mentre le carezzo il seno, pieno e sodo, penso alla figlia Carla, che invece è quasi piatta. Mi dice che la ragazza mangia pochissimo e quindi non ha messo su ancora nulla.
Mi confida a questo punto che non vuole rinunciare al mio cazzo. Le dico che neanche io voglio perdere una puttana come lei, sempre che non si offenda ad essere chiamata così. Detto da me è un complimento perché lei non pensava di poter interessare un ragazzo della mia età. Le dico che se vuole le farò passare per il letto tutti i ragazzi del paese che impazzirebbero con una tale femmina.
“Per carità. Se parli ti ammazzo.”
Le propongo così di poter corteggiare la figlia in modo tale da non dare adito a commenti in paese. Mi risponde che se lei è d’accordo si potrebbe fare, ma non vuole ferirla. Le rispondo che se è figlia di tale madre, non si rifiuterà di certo dopo che le avrò fatto vedere il mio cazzo. Lei sorride ma mi avverte che Carla proprio non le sembra interessata agli uomini. L’unico che frequenta è lo zio, il sarto, che aiuta a volte quando questi deve prendere le misure a ragazze e signore e l’aiuta a disegnare la stoffa da tagliare.
“A proposito, lui è quello che controlla come mi comporto per poi riferire a mio marito. Ma è anche quello che pretende da me per il suo silenzio il mio culo.”
Hai capito il cognatino.
Ci lasciamo con la promessa che io inizio a corteggiare la figlia e lei, da madre premurosa, inizierà a parlare di me alla figlia come possibile consorte, invitandola a darmi corda. Nel salutarla le lascio il vestito dicendole che sono soddisfatto del pagamento!
Tornato in negozio trovo mia sorella e Carla intente a parlottare tra di loro. Mi salutano calorosamente e Mina, che ha subito capito tutto, le dice che per oggi può andare a casa. Carla mi saluta e prende con se una busta con dentro della roba. Mi dice che è l’abito da indossare per il giorno dopo in negozio. La guardo negli occhi e ci vedo una luce nuova. Mi guarda come mai mi aveva guardato. Gatta ci cova.
Mina chiude il negozio appena Carla è uscita. Le faccio notare che sono solo le sei e mezza mentre noi di solito, chiudiamo alle sette e mezza.
Mi comunica che stasera ha un impegno quindi si deve preparare però vuole anche sapere da me come è andata e anche lei ha da confidarmi qualcosa.
Torniamo a casa e sto per entrare in bagno quando Mina mi chiede se ho scopata la madre di Carla.
“Una vera troia! Calda, morbida, una donna bellissima.”
“Fammi sentire il suo sapore” mi dice mia sorella abbassandosi davanti a me “lo so che ancora non ti sei lavato perché potessi assaporare il tuo cazzone.”
Me lo tira fuori e lo prende in bocca: quando non sono ancora duro non c’è cosa migliore che sentire crescere il tuo cazzo in una calda bocca vogliosa. Mi lava con la sua lingua tutto l’uccello e non posso fare a meno di spremere ancora i miei coglioni in una bocca cosi calda e umida, mentre le racconto della scopata, del farmacista e di sua moglie e della mia proposta, accettata dalla signora, di corteggiare Carla.
“Ecco fatto non hai bisogno più di lavarti. Il sapore della signora Concetta, questo il suo nome, mi piace molto. Mi sa che devo parlarci un po’ anch’io!”
Poi Mina si spoglia per farsi una doccia e nel mentre mi rifaccio gli occhi con il suo armonioso corpo, mi mette al corrente che, avendo avuto una bella conversazione con Carla, questa le ha confidato di essere attratta da me, ma che si vergogna molto non ritenendosi bella abbastanza. Mi dice ancora che accetterebbe volentieri una uscita con me ma è certa che la madre non sarebbe d’accordo. Poi Mina mi racconta che l’ha convinta a parlare con la madre e che la ragazza le ha promesso che la sera stessa lo avrebbe fatto.
Poi mi comunica che stasera uscirà con il figlio del segretario comunale. Ribatto che per come lo conosco, non mi pare sia proprio un maschio all’altezza della situazione, timido, piuttosto chiuso e non proprio un fusto.
“Io il mio maschio c’è l’ho già in casa. Quello che vado cercando è un possibile marito, buono, devoto e che stia al posto suo, sotto i miei piedi.”
“Alzo le mani!”
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