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I PARENTI LONTANI 2


di ALIO
02.08.2015    |    16.840    |    3 9.8
"Era a pancia in giù, gambe divaricate con la destra inclinata ad angolo retto, una posizione che ben disegnava il suo corpo, che io, ora, potevo osservare..."
I PARENTI LONTANI II

Un rumore dietro di me mi svegliò, mi girai, vidi il cugino Angelo sdraiarsi sul suo lettone dopo essere tornato probabilmente dal bagno; la luce molto debole che trapelava in camera dalle imposte chiuse della finestra, era abbastanza perché io riuscisse a vedere bene il cugino steso sul suo lettone proprio a fianco al mio. Era a pancia in giù, gambe divaricate con la destra inclinata ad angolo retto, una posizione che ben disegnava il suo corpo, che io, ora, potevo osservare senza essere visto. Angelo non superava un metro e settanta di altezza, il corpo piuttosto tozzo e muscoloso ricoperto nelle giuste zone da folta peluria nera, faceva di lui una sorta di “gladiatore”; punto forte erano sicuramente le due massicce gambe, un po’ storte come quelle di un calciatore, e il fantastico culo con chiappe generose e sode. Un culo che in quella posizione potevo ben ammirare e che ben presto rimandò i miei pensieri alla notte trascorsa ed a quello che mi era accaduto: qualcuno mi aveva fatto quel meraviglioso pompino, il mio primo pompino che, presupponevo, mi fosse stato fatto da un uomo (unici presenti in quella casa) ma, ciò nonostante, mi era piaciuto tantissimo; io non ho una grande esperienza sessuale. Sinora mi ero limitato a limonare con amichette e/o compagnette di scuola. Ad eccezione dell’esperienza fatta due anni prima con Luca, figlio dei vicini di casa con il quale una sera mi sono segato (e reciprocamente toccato), non avevo mai avuto un rapporto sessuale con un altro uomo.
Guardare il culo del cugino Angelo ed i ricordi della notte precedente ebbero ancora una volta un inatteso effetto che mi turbò e mi lascio perplesso: mi ero eccitato, il mio cazzo si era nuovamente indurito ed ingrossato come non mai. Intanto Angelo si era girato supino, ora vedevo il suo pacco e mi sembrò che anche lui manifestasse una certa eccitazione, mi guardò, si accorse che ero sveglio, mi sorrise sussurrandomi un buongiorno. Replicai al suo saluto e ricambiai il sorriso. Angelo si sedette sul suo letto, si stiracchiò per bene e mi chiese se avessi dormito bene. Ripensai a quanto era accaduto, esclusi Angelo fra gli indagati che potevano avermi fatto il pompino notturno, mi chiesi però se per caso lui non si fosse accorto di quanto mi era accaduto durante la notte. Risposi che tutto sommato avevo fatto una bella dormita e lo provocai aggiungendo che avevo fatto dei sogni piuttosto strani ma eccitanti, molto eccitanti. Angelo si alzo, si sedette sul mio letto e con occhi curiosi mi spronò a raccontare il sogno che avevo fatto. Mi spostai per fargli posto, lo guardai con falso pudore e gli dissi semplicemente che avevo sognato di aver ricevuto un pompino da qualcuno che non sapevo chi fosse realmente. Sgranò gli occhi e ribadì la sua curiosità dicendo che non era possibile che io non sapessi chi aveva osato tanto. Mi scoprii delle lenzuola, mi alzai e mi sedetti anch’io di fronte a lui, incrociando le gambe come fanno gli indiani. Anche lui assunse la stessa posizione davanti a me, ora eravamo seduti sul mio letto uno di fronte all’altro con gambe incrociate ma che lasciavano ben vedere i nostri pacchi. Lo guardai sotto con insistenza e mi era sembrato che fosse eccitato. Volevo andare fino in fondo, gli raccontai nei dettagli quello che non era stato solo un sogno. Anche lui guardò il mio pacco e vedendolo consistente mi disse che chiunque mi avesse fatto quel lavoretto, sicuramente mi era piaciuto, visto che ero ancora eccitato e nel dire ciò indicò con un dito il mio pacco sino quasi a toccarlo. Confermai il piacere ricevuto e l’attuale eccitazione, aggiunsi che se avessi avuto ora l’occasione lo avrei rifatto volentieri ma che purtroppo non sapevo chi fosse veramente l’ardito spompinatore della notte e, per quel che mi riguarda, poteva anche essere stato lui.
Angelo mi guardò con occhi sempre più eccitati, disse che poteva anche essere stato lui a spampinarmi e che solo io avrei potuto saperlo visto che si trattava di un sogno ma disse anche che se io avessi voluto avere una conferma, lui si offriva di farmi ora un pompino di confronto. Non dissi nulla, mi sdraiai nuovamente sul letto, lui allungò la mano sino ad afferrare il mio uccello lo accarezzò da sopra lo slip, che già non riusciva più a contenerlo la mia eccitazione, poi , con decisione, mi sfilò del tutto l’inutile indumento, abbasso il viso a pochi centimetri dal mio inguine e iniziò a leccarmi il cazzo con delicata sapienza. Mi godetti le sue slinguazzate, ciò mi bastò per convincermi che non era stato Angelo a spampinarmi quella notte. Avrei riconosciuto fra mille le sue grossa labbra voluttuose che ora pompavano il mio uccello senza tregua, Angelo quando capì che ero arrivato al culmine interruppe il suo prezioso lavoro e mi disse: - non è così caro cuginetto che voglio farti godere, ora rilassati e lasciami fare… -
Si alzò, si denudò dell’ormai umidiccio boxer e si sdraiò al mio fianco. Sentirlo così vicino mi aveva provocato una sorta di imbarazzante pudore, rimasi immobile nella posizione supina in cui mi trovavo. Angelo iniziò un delicato lavoro di lingua su tutto il mio torace, soffermandosi più volte prima su un capezzolo poi sull’altro, scese sino all’inguine per poi risalire sino al collo, il lobo, l’interno dell’orecchio. Sentivo il suo alito vicinissimo, sentivo il suo odore, odorava di maschio. La sua lingua scivolò dall’orecchio alla guancia, risalì leggermente per assaggiare la mia palpebra, il sopraciglio ed intanto fece aderire il suo corpo al mio, le sue braccia alle mie e le sue mani si intrecciarono alle mie. Sentivo il suo cazzo premere con forza contro il mio simulando un andirivieni; solo ora compresi le vere dimensioni del suo uccello: lungo quanto basta ma decisamente grosso e prepotentemente tentava di insinuarsi tra le mie gambe serrate. La sua lingua intanto scivolo sino al naso che lecco senza titubanze. Poi alzo leggermente la testa mi guardò negli occhi, mi sorrise e si limitò ad un occhialino di intesa, come per chiedermi consenso. Capii presto cosa intendeva chiedermi con il suo loquace silenzio; si avvicino delicatamente alla mia bocca socchiusa, appoggiò le sue labbra alle mie. Resistetti alla tentazione di serrare la bocca e lasciai fare … La sua lingua si insinuò con delicatezza dentro il mio cavo e ben presto la mia lingua rispose a quel richiamo andando a perlustrare il suo palato, tutti i suoi denti. Iniziammo un gioco di lingua che durò parecchio; stavo scoprendo il piacere di un vero bacio passionale e stavo vivendo questa mia prima esperienza con un uomo e per giunta con mio cugino.
Angelo capì che a questo punto aveva vinto contro ogni mio possibile ritroso dubbio, mi teneva in pugno e poteva chiedermi e farmi qualsiasi cosa. Ben presto divenne più audace, si girò fino a raggiungere il mio inguine ed offrendomi il suo. Il suo enorme uccello sbatacchiò contro il mio naso, ne sentii ogni fraganza, poi con la mano lo guidò verso la mia bocca. Non avevo mai preso un uccello in bocca ne mai avrei pensato di farlo. Aprii timidamente la mia bocca al prepotente arnese che ben presto si intrufolò all’interno. Mi colse una conata di vomito, non tanto perché avevo un cazzo in bocca, bensì perché quel cazzo era enorme ed andò a solleticare le mie tonsille. Capii che dovevo imparare a gestirlo e capii soprattutto che mi piaceva il cazzo in bocca. Iniziai un attento e laborioso lavoro di bocca e fu a quel punto che sentii qualcosa di umido farsi strada tra le mie chiappe. Qualcosa di grosso, caldo e umido stava cercando di deflorare il mio buchino: era la sua lingua.
Mi riscoprii per niente disturbato di quel che Angelo,con la sua esperta lingua, stava facendo al mio buco, mi piaceva sentirla farsi strada all’interno del mio budello. Gli confermai di gradire aumentando il ritmo del pompino che gli stavo facendo. Il cuginone si interruppe e mi disse: calmati piccolo, abbiamo tutto il tempo e poi voglio che questa esperienza risulti per te indimenticabile. Mi abbracciò con forza, i suoi peli si strusciavano ovunque il suo corpo fosse adiacente al mio. Cercai la sua bocca, giocai prima dolcemente, poi come un animale impegnato a sbranare la sua preda, gli succhiai decisamente la grossa e saporita lingua ingoiando in continuazione la saliva che si accumulava. Mi piaceva succhiarlo, leccarlo ovunque la mia lingua riuscisse ad intrufolarsi. Angelo rimise il suo poderoso uccello tra le mie gambe strette, sentivo la sua enorme cappella premere sul mio buco, le sue dita si incrociarono con le mie, alzò il viso quanto basta per trovarmelo a pochi centimetri dal mio e con cortese tono mi chiese: voglio scoparti Matteo, voglio essere il primo a… lo interruppi impossessandomi nuovamente della sua bocca e della sua lingua, poi lo liberai e gli dissi: non mi sento pronto cuginone a farmi sfondare il culo, non era nei miei programmi abbi pazienza, semmai dovessi decidere di farmi sverginare te lo farò sapere.
Per nulla risentito l’amato torello mi sorrise, mi accarezzò dolcemente, mi baciò teneramente e iniziò a scoparmi tra le gambe. Il suo cazzo si faceva strada tra le mie cosce sempre più serrate, il ritmo veloce del su e giù dentro le mie cosce, mi fecero comprendere di quanto grosso e prepotente fosse il suo uccello. Angelo si accontentò di scoparmi in questo modo ed il piacere non fu da meno. Ben presto lo sentii irrigidirsi, mugolare a voce strozzata, subito dopo il caldo della sua sborra scivolò tra le cosce, sino al mio culetto. Mi baciò con quanta più passione potesse dimostrarmi. Poi senza preoccuparsi del vischioso liquido che impiastricciava il mio inguine, si buttò a capofitto sul mio uccello. Le sue calde e grosse labbra ripresero la pompa che aveva interrotto poco prima, resistetti poco, gli urlai con voce roca che stavo venendo. Angelo non si scostò dal mio cazzo anzi lo strinse in una morsa nella sua bocca e risucchiò golosamente della mia giovane sborra. Così come mi aveva promesso, era stata davvero una esperienza magnifica, unica; mi godetti gli ultimi spasmi abbracciato al cuginone. Eravamo così presi dal nostro godere da non accorgerci che era arrivato qualcuno ed era li davanti alla porta della nostra camera, ma da quanto tempo era li a spiarci???
Guardai preoccupato Angelo...
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