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I TRE CUGINI (terza parte)


di gioviaf
27.02.2014    |    21.716    |    0 9.3
"Rimasi un po’ in quella posizione mentre Ro si posizionava sotto di lui a 69 fino a trovarsi col naso contro le mie palle, arretrai ed uscii da lui guardando..."
Finalmente venne il momento di Lino. Un pomeriggio restammo finalmente soli e padroni di casa; i grandi erano andati in città per sbrigare commissioni e noi, che già dal mattino ci eravamo caricati ricordando le impalate nel mio culetto e in quello di Ro, appena soli ci organizzammo senza perdere tempo. Preparammo l’occorrente per il clistere per tutti e tre e poi, dopo esserci svuotati per bene, iniziammo a farci coccole con baci leccate e palpatine su tutti i corpi. Ro aveva la passera lucida di bagna e noi ragazzi eravamo arrapati e duri da avere le palle doloranti e bisognose di essere svuotate.

Io e Ro prendemmo la situazione in mano dedicandoci entrambi a Lino che veniva accarezzato, palpato, pizzicato, baciato e leccato dedicando particolari attenzioni a slinguare e insalivare bene il suo culetto infilando la lingua e poi le dita girandole bene dentro per ammoorbidirlo e renderlo elastico.

“Dai con quelle dita Ro, ficcale bene dentro e allargamelo bene che poi ci voglio il cazzo di Gio infilato fino alle palle. E tu Gio dammi il cazzo in bocca che te lo faccio diventare bello duro e scivoloso”. “Tieni spompinami ma vai adagio che ti voglio riempire bene il culetto prima di godere”. “Porcelloni io avrei finito col buchino di Lino, ormai è bello morbido e ricettivo. Lino come preferisci metterti per prenderlo?”. “Alla pecorina, mi sembra una posizione più porca e da puttana”:

Si mise in posizione e mi offrì il suo bel culetto tondo e morbido. Ro si posizionò a cavalcioni e lo preparò aprendogli le chiappe mettendomi a disposizione il suo buchino già aperto e pronto. Appoggiai la cappella e spinsi un poco, la sua reazione fu un sospiro e allora spinsi con decisione e mi affondai nel suo retto fino a metà cazzo, altro sospiro e poi, visto che non si lamentava, spinsi e con un unico colpo fui dentro di lui fino alle palle. Mi fermai per farlo abituare all’intrusione e poi incominciai a chiavarlo con colpi sempre più decisi e frequenti tenendole fermo per le anche.

Lino era in affanno e rispondeva ai miei colpi di cazzo arretrando col sedere e intanto Ro gli aveva preso i capezzoli fra le dita e li strizzava tirandoglieli. “Mi fate sembrare proprio una femmina che si fa possedere mentre le strizzano i capezzoli. Mi sento interessato e usato nella mia parte femminile: culo e capezzoli, manca solo un bel cazzo in bocca per un pompino e poi sarei al completo”.

Intanto io continuavo a fotterlo in culo con colpi potenti e sempre più frequenti fino al momento in cui sentii le ginocchia che stavano cedendo e mi appoggiai alla sua schiena mentre venivo con spruzzi lunghi e potenti finendo col riempirgli la pancia di crema bollente e consistente.

Rimasi un po’ in quella posizione mentre Ro si posizionava sotto di lui a 69 fino a trovarsi col naso contro le mie palle, arretrai ed uscii da lui guardando il suo ano dal quale usciva un filo bianco che subito Ro si fece colare in bocca stando in posizione fino a quando ormai non usciva più nulla dal buco ancora aperto.

“Non berla tutta che ne voglio anche io. Voglio assaporarla come se avessi fatto un pompino a Gio”. Ro scivolò da sotto a Lino e, inginocchiatasi davanti a lui, gli porse la bocca per un bacio con lingua durante il quale si scambiarono sborra e saliva mentre io mi mettevo supino cono la faccia sotto il culo di Lino e mettevo la bocca sul suo buco per leccare e succhiare ogni residuo del mio godimento.

“Allora che impressione fa ad essere un culattone che si è fatto rompere il culo?” chiesi. “Lo stesso che hai provato tu. Mi sento come una puttana usata e goduta da un maschio cazzuto e ben duro”. “Che bello! Ho due cugini checche se godono a farsi trattare da troie ma che a me non pensano. Ormai che vi siete scopati a vicenda spero che non dimenticherete la cuginetta perché anche lei ha voglia di divertirsi”. Guardai Ro sorridendo “Tranquilla che non ti abbiamo dimenticato e poi non ci si diverte solo fra maschi, anche una bella fichetta e due tettine come le tue sono sempre molto gradite. Vero Lino?”. “Certo Gio, figurati se ci dimentichiamo di lei. E’ troppo bella e porcella per lasciarla da parte”.

Dopo un breve riposo il pomeriggio proseguì vedendoci tutti impegnati in un bel trenino. Dopo esserci ricaricati con bocche e lingue leccando i culetti e succhiandoci il cazzo per farlo indurire bene, Quando i nostri buchini furono resi morbidi ed elastici e i nostri cazzo furono duri come marmo,Ro si mise alla pecorina porgendo le chiappe, io dietro a lei le aprii bene e poi, appoggiata la cappella al buchino, la introdussi spingendo fino ad avere tutto il cazzo nel suo pancino. Lino, inginocchiato dietro di me, mi separò le chiappe e senza troppi complimenti infilò tutto il cazzo nel mio retto fino a sbattere con le palle contro le mie.

Il trenino stava funzionando a meraviglia: io dietro a Ro la inculavo mentre con una mano le palpavo le tette e con l’altra le carezzavo la fica rorida passandole un dito dalla base fino al bottoncino sul quale mi soffermavo per stringerlo dolcemente fra pollice e indice. Lino dietro di me mi scopava in culo e intanto, sapendo di farmi piacere, mi strizzava con forza i capezzoli mentre si spingeva dentro di me con tutto il cazzo.

“Gio, prima quando me lo hai messo mi hai fatto godere da matti e adesso vorrei stare io in mezzo chiavando Ro mentre tu me lo rificchi dentro”. Naturalmente ci staccammo e cambiammo le posizioni per cui adesso ero io che scopavo ma il mio buchino era tristemente vuoto e solo. Dopo un poco cambiammo nuovamente posizioni e mi ritrovai in mezzo come prima e avevo nuovamente a disposizione la fichetta di Ro che ripresi a masturbare come prima.

Io e Lino iniziammo una cavalcata selvaggia senza esclusione di colpi con affondi fino alle palle mentre ci tenevamo per le anche e ci davamo schiaffi sulle chiappe fino a renderle belle rosse. Infine godemmo svuotandoci le palle e riempendo il culo usato da una buona quantità di sborra calda.

Questa volta avevamo tre culi farciti di crema da leccare e mentre due si tenevano il buco ben stretto per non perdere nulla, il terzo buco era a disposizione per essere leccato e succhiato fino a prosciugare tutto il godimento che vi era stato introdotto. Quando fummo tutti e tre leccati e succhiati per bene e dopo esserci scambiati, come al solito, le sborrate con baci e slinguate, ci sdraiammo a riposare commentando le ultime esperienze della giornata.

Fu a questo punto che Ro fece notare che lei, come donna poteva solo prenderlo e che le sarebbe piaciuto anche poterci trattare da femmine. “Ho visto che nei pornoshop vendono oggetti che potrebbero servirci tipo dildo. Strap on e anche plug. Sarebbero cose molto utili ma come facciamo a procurarcele? Bisogna essere maggiorenni per entrare in quei negozi e comprarle. Dovremmo trovare qualche maggiorenne disponibile a fare gli acquisti per conto nostro”.

Obiettai “Sì, ma se chiediamo a qualcuno di farci il favore poi dobbiamo farlo giocare con noi e in questo momento non mi va di fare entrare altri nelle nostre faccende”. Ro specificò “Allora è meglio arrangiarci con quello che abbiamo a disposizione, forse se cerchiamo bene troviamo qualcosa di utile. Stavo pensando a mia mamma che ormai è sola da parecchio tempo e sicuramente avrà qualche surrogato al cazzo, a meno che non si faccia scopare da qualcuno. Andiamo a frugare nei suoi cassetti ma, mi raccomando lasciate tutto come avete trovato; non voglio”. Salimmo in camera di mia zia ma non trovammo niente di utilizzabile, o non aveva bisogno di surrogati o erano molto ben nascosti per cui desistemmo.

Qualche giorno dopo si ripresentò l’occasione di essere nuovamente soli e allora Ro decise che era giunto il momento di farsi scopare in fica. “Allora, ragazzi, oggi tocca alla mia passerina , voglio diventare finalmente donna completa e vi voglio tutti e due. Oggi sarò al centro delle vostre attenzioni e mi dovrete corteggiare per convincermi a concedervi le mie grazie. Voglio carezze e baci e tutto quanto occorre per rendere il momento indimenticabile”.

Iniziammo come facevamo di solito prima di fare sesso e ci praticammo i clisteri di prammatica, poi giù in giardino tutti nudi e con una voglia matta di iniziare. Ro se la tirava da principessa e noi eravamo i suoi cavalier serventi, si adagiò su telo da bagno e ci avvicinammo per dispensarle baci e carezze. Prima ci alternavamo su tutto il suo corpo dividendoci la bocca, le tettine e più sotto culetto e fichina, poi ognuno di noi si dedicò ad una parte specifica e Lino si occupò del suo corpo dalla vita in su mentre io mi dedicai alla parte di sotto.

Le mie mani la carezzavano delicatamente mentre le baciavo dolcemente ogni centimetro della sua pelle abbronzata e liscia, aveva un profumo di sano e di pulito che mi eccitava da matti e mi applicai per procurarle quell’eccitazione che giudicavo necessaria per rendere indimenticabile quanto sarebbe seguito.

Le baciavo i piedi salendo alle caviglie e poi, superati i polpacci, arrivavo alle cosce che lei teneva aperte e le baciavo dando anche leccatine alla parte interna fino ad arrivare al suo inguine che baciavo e leccavo facendo piccoli succhiotti. Le lisciavo la patatina passando un dito dal basso fino al grillettino ormai indurito, era decisamente bagnata e allora usai la bocca. Furono baci e leccatine fra le sue cosce che lei aveva divaricato per facilitarmi a leccare la fichetta e poi anche il buchino dietro; ormai Ro era bagnata e potevo dissetarmi con il suo miele.

Dopo qualche minuto di questo trattamento iniziò a gemere e ad agitarsi dopo il primo orgasmo ed io continuai a fare scorrere la mia lingua partendo dal suo buchino e, percorrendo il perineo, passando alla parte bassa della sua fichina per poi salire al grilletto ormai indurito e sensibile che leccavo e poi prendevo fra le labbra per suggerlo mentre con due dita le titillavo il culeto.

“Basta adesso! Gio, lo voglio dentro! Dammelo! Fottimi finalmente che non ne posso più”. Le diedi un’ultima leccata per insalivarla bene mentre Lino passava la lingua sulla cappella per farmelo, se possibile, diventare ancora più duro e ci sputava sopra abbondante saliva poi mi misi fra le sue gambe divaricate, appoggiai la cappella al suo fiore ancora, per poco, chiuso e la passai dal basso all’alto fra le labbra che lei si teneva bene aperte con i due pollici. Spinsi un poco per fare entrare la cappella ma lei mi fermò. “Aspetta, voglio farlo da sola!”. Mi fece stendere supino e si accosciò sul mio ventre prendendo il mio cazzo in mano e appoggiandolo alla fica. Si passò la cappella fra le labbra e poi, trovata la posizione buona, si abbassò di colpo impalandosi con un grido liberatorio. Adesso mi stava seduta sulla pancia con il mio paletto duro infilato dentro con la bocca spalancata quasi le mancasse il respiro.

Io ero immobile e non volevo interferire in quel momento che era tutto suo nel dolore della sverginatura e il piacere di sentirsi finalmente la fica riempita da un bel cazzo. Si appoggiò su di me baciandomi il volto e poi in bocca mentre incominciava a muovere il bacino per la sua prima chiavata. Adesso le cose sembravano andare avanti da sole e presi ad accarezzare quel corpo che mi stava dando tanto piacere anche se mi rendevo conto che tutto ciò che stava accadendo era stato voluto da lei che mi aveva semplicemente usato per i suoi scopi. Ma non mi interessava, volevo tanto bene a mia cugina e sapevo che anche lei me ne voleva che non pensavo ad altro che al piacere che ci saremmo procurati vicendevolmente.

Ro, dopo quel breve tempo in cui rimase ferma su di me, mi disse “Adesso mettimi sotto e scopami come si deve che ti voglio sentire quando mi sbatti le palle sul culo”, ruotando me la misi sotto e lei mi cinturò con le gambe accavallando le caviglie, ora ero tutto dentro di lei e iniziai ad alzarmi e abbassarmi facendo uscire l’uccello dal suo dolcissimo nido fino alla cappella per poi rimetterglielo dentro fino a sentire le palle che si appoggiavano sul suo culetto. La scopai a lungo baciandola in bocca succhiandoci a vicenda le lingue piene di saliva e intanto sentivo il mio ventre sbattere sul suo pancino con un dolce ciaf ciaf e durante tutto questo lei continuava a gemere di gioia e di piacere. Alla fine sentii che le mie palle piene di sperma volevano vuotarsi e mi sollevai, lei capì che anch’io stavo per raggiungerla godendo e “Sborrami addosso” diedi qualche colpo con la mano e sentii arrivare l’orgasmo svuotandomi sulle sue tettine e poi a scendere schizzando sul suo pancino ancora contratto per gli orgasmi che le avevo procurato.

Ci baciammo dolcemente. “Grazie Gio, non saprai mai da quanto aspettavo questo momento, adesso ho avuto quanto volevo, sono veramente una donna completa e la sono diventata con te.
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