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Il Nonno ed io


di cd1948
22.10.2014    |    119.728    |    5 9.6
"-”Sei sicura amore mio ?” mi chiese, senza smettere di leccarmi la passerina..."
Mi presento. Mi chiamo Silvia. Ora ho 35 anni, sono sposata con figli. Ma quello che voglio raccontare mi è successo l'anno che compii 18 anni. All'epoca ero una ragazza bionda, occhi azzurri non molto alta, poco più di 1,60, con un corpicino acerbo, una seconda scarsa di seno ma un bel culetto rotondo e dei fianchi che iniziavano ad arrotondarsi per bene.

Vivevo con i miei genitori in un paesino del nord in un villino. A poche centinaia di metri, verso la periferia del paese, abitava mio nonno, da solo, visto che tanti anni prima aveva divorziato dalla nonna, che ora abitava lontano, in una grande città.

Il nonno era un bell'uomo, vicino alla settantina, piuttosto robusto, con una gran massa di capelli biondi. Aveva una casa di campagna con un grande terreno dove allevava anche dei cani.

Con lui ci vedevamo spesso perché i miei lo invitavano a cena da noi oppure noi andavamo a cena da lui. Mi piaceva stare con lui, era dolce e gentile con me e spesso mi accoccolavo sulle sue ginocchia chiamandolo il mio nonno preferito e lui a sua volta mi chiamava la sua nipotina preferita.

Andavo spesso anche a giocare con i suoi cani oppure ogni tanto mi aiutava nello studio, visto che i miei genitori lavoravano e non potevano farlo loro.

Comunque, dopo una primavera piuttosto freddina, venne finalmente il caldo. Quando avevo caldo, non indossavo mai il reggiseno (anche perché non ne avevo bisogno) e mi piaceva anche stare con la patatina al vento, senza indossare mutandine, nonostante mia madre spesso mi sgridasse, sia sotto i pantaloni, che sotto le gonnelline.

Quel giorno, mia madre mi chiese di andare dal nonno a vedere se voleva venire a pranzo da noi. Io indossavo un leggero prendisole con due bretelline, molto corto, che mi copriva appena il culetto. Come al solito, non indossavo le mutandine per prendere fresco sulla mia patatina.

Quando arrivai dal nonno, lui era nel retro con i suoi cani.

-”Ciao piccolina”, mi salutò.

-”Ciao nonno”, risposi, gettandogli le braccia al collo e dandogli un bacio sulla guancia.

-”Come sta la mia nipotina preferita ?” chiese, abbracciandomi e sollevandomi da terra.

-”Bene, ora che sono con te” risposi ridendo e allacciando le mie gambe attorno alla sua vita.

-”Certo che ti sei fatta splendida. Sei cambiata molto dallo scorso anno”, mi disse.

-”Sai, è la prima volta quest'anno che riesco a vestirmi in modo estivo” ribattei.

-”Dai, ora scendi, che devo fare accoppiare dei cani”, mi disse ad un certo punto.

Mi lasciò andare ed io misi i piedi a terra, ma la gonnellina era rimasta leggermente sollevata.

-”Vieni, ora, andiamo a liberare il maschio e la femmina che devo far accoppiare”, aggiunse.

Io lo seguii fino alle gabbie dei cani. Mi diede un guinzaglio e mi disse di prendere una certa cagna dal suo recinto. Mi disse anche di condurla in un recinto più grande lì vicino, dove lui avrebbe portato il maschio.

Quando fui alla gabbia, la aprii e mi piegai per mettere il guinzaglio. Nel farlo, visto il vestitino corto, mostrai completamente il culetto al nonno, che mi guardò ma non disse nulla.

Lui prese l'altro cane e li liberammo nel recinto. Il maschio, come sentì l'odore, iniziò a rincorrere la femmina. Io all'epoca ero alquanto ignorante il materia e chiesi al nonno

-”Cosa fanno, nonno? La rincorre per assalirla ?”

-”No, lui ha sentito dall'odore che è in calore e si sta eccitando” mi rispose. “E' come per uomo e donna, quando l'uomo vede una donna in calore si eccita”.

-”E cosa succede ?” chiesi.

-”Vedi, quella cosa rossa è il pene. Quando l'animale maschio si eccita, il sangue gli va lì e si gonfia, fino a diventare duro” mi fece il nonno.

Nel frattempo, il maschio aveva iniziato a lappare la vagina della cagna.

-”E adesso cosa fanno, nonno?” chiesi.

-”Lui la lecca così si eccitano e poi cercherà di penetrarla con il suo pene” mi rispose.

La faccenda m'incuriosiva parecchio. Non avevo visto mai una cosa del genere. Sentivo anche una certa eccitazione al basso ventre. Nel frattempo, il cane aveva abbrancato la cagna e le stava puntando il suo membro all'entrata della vagina. Poi, con un colpo la penetrò ed iniziò ad andare su e giù. La cagna guaì al principio ma poi si lasciò montare. Ingenua com'ero, anche se avevo visto qualcosina, chiesi al nonno :

-”Ma cosa stanno facendo?”

-”Lui la sta montando eccitato per scaricare il suo sperma in lei” mi rispose, “come, del resto, fanno anche gli esseri umani”.

-”Ma le ha fatto male ?”

-”All'inizio un pochino, perché è una cagna giovane e non ha mai subito una monta”.

-”Ma ora ?”

-”Beh, sembra che le stia piacendo, non rovi ?” mi disse il nonno.

Io sentivo un calore al basso ventre e la patatina mi si stava riscaldando dall'eccitazione. Avevo anche i capezzolini che stavano diventando duri e spingevano le stoffa leggera del mio vestitino. Continuai a fare domande al nonno e lui mi spiegò le analogie fra uomini e cani, ma anche le differenze.

-”Gli uomini lo fanno anche per il semplice piacere”, disse.

-”Ma alle donne non fa male ?” chiesi.

-”Come per le cagne, la prima volta fa un po male, poi, pian piano la donna si abitua ed impara a trarre piacere e godimento dall'atto sessuale” continuò a spiegarmi il nonno. “Ma vieni, lasciamoli soli.”

Entrammo in casa. Io ero rossa ed eccitata da quello che avevo visto, i capezzoli duri e mi sentivo strana nella patatina. Ci sedemmo sul divano. Anzi, il nonno si sedette sul divano ed io mi misi, al solito, in grembo. Il nonno mi cinse le spalle con un braccio, attirandomi a sé e mise l'altra mano su una coscia, carezzandomi dolcemente la gamba. Lasciò mollemente cadere la mano che mi cingeva le spalle verso il seno e mi accarezzò una tettina.

Io mi sentivo strana ed accaldata. Sentii anche qualcosa che spingeva sul culetto, fra le gambe del nonno. Cercai di sistemarmi meglio ma quella cosa dura spingeva. L'altra mano, nel frattempo, era risalita fino all'orlo del vestito ed ora stava andando oltre, all'interno della coscia, verso il mio inguine. Ad un certo punto mi sentii sfiorare la patatina dalle dita del nonno. Mi strinsi ancora di più a lui e lo bacia su una guancia. Lui girò la faccia e depose un dolce bacio sulle mie labbra. Le lasciammo così incollate per un attimo poi, lui socchiuse la bocca e la sua lingua spinse leggermente sulle mie labbra. Aprii leggermente la bocca e la sua lingua si insinuò per un poco, a cercare la mia. Io risposi, incollandomi a lui ed accogliendo tutta la sua lingua nella mia boccuccia.

Mentre mi baciava, mi abbassò una spallina del vestito, scoprendo una delle mie tettine. Prese il capezzolo fra le dita ed iniziò a stuzzicarmelo e strizzarmelo dolcemente. Per poterlo baciare meglio, nel frattempo, mi misi a cavalcioni su di lui. Nel farlo, il vestitino mi si alzò e mise in mostra la mia patatina. Lui anche si sistemò meglio, e sistemò il suo membro fra noi.

Quando fummo sistemati, il suo membro, costretto dentro a dei pantaloncini corti, premeva contro il mio pancino. Mi abbracciò stretta e, con una mano, scese fino al mio culetto scoperto, per tenermi più aderente a sé.

Iniziò ad alzarmi il vestito ed io lo agevolai, alzando le braccia. Me lo sfilò del tutto e lo lasciò cadere sul pavimento. A quel punto ero completamente nuda, il mio piccolo seno schiacciato contro il suo forte petto, le nostre bocche incollate, le lingue intrecciate.

Ci baciammo a lungo.

-”ohhhhhhhhhh, nonno, che bello” feci, quando ci separammo.

-”Bellissima, dolcissima nipotina mia, sei meravigliosa” disse, mentre mi teneva stretta fra le sue braccia, le mani calde che mi accarezzavano la schiena, il culetto, “ e che corpicino splendido che hai, ora”.

-”Grazie, nonno, ma è tutto così strano, per me ora”.

-”E' il risveglio dei sensi, piccina mia. Ma non hai mai baciato prima ?”

-”Mai così, nonno. Ma cos'è quella cosa che mi preme contro il pancino ?” chiesi.

-”E' il mio pene. Vuoi vederlo ?”

-”Posso ?” feci, curiosa.

-”Certo piccina mia. Spostati un pochino indietro.” mi disse. Cosa che feci, sempre restando a cavalcioni sulle sue gambe, con le mie spalancate, la patatina bene in vista.

Lui si abbassò i pantaloncini ed il suo pene emerse, ritto come un palo. Era il primo che vedevo e rimasi meravigliata. Ora che sono più esperta dirò che era un po sopra media ma niente di che. Ma quella volta mi sembrò enorme.

-”Posso toccarlo, nonno ?” chiesi.

-”Certo, bambolina mia, toccalo pure.”.

Lo presi con le mie manine ed iniziai ad accarezzarlo, mentre lui mi accarezzava la patatina.

-”Fai piano, ecco così, lentamente su e giù, stringili un po' alla base, sì, così” mi diceva man mano che lo toccavo.

-”E questo fa come abbiano visto con i cani ?” chiesi ancora.

-”Sì, amore mio, questo si infila nella patatina e si muove su e giù fino a ve la donna gode e l'uomo pure, scaricando il suo sperma.”

-”Ma è grandissimo”, dissi, sbalordita.

-”E' la meraviglia della natura, amore, la patatina pian piano si allarga e si adatta alle dimensioni del pene, così da farsi riempire tutta. Ma tu ti sei mai toccata prima ? Ti sei infilata un ditino nella patatina ?”

-”Sì, nonno” dissi, Diventando rossa come un pomodoro. Effettivamente, qualche volta mi ero toccata ed avevo anche goduto parecchio.

_”Vuoi che ora ti tocchi io, amore ?” domandò.

-”Sììììììììììììììì, sarebbe bellissimo” feci io entusiasta.

-”Allora vieni, tesoro, andiamo di là, in camera. Sul lettone staremo più comodi.” mi disse, prendendomi in braccio e portandomi nella sua camera da letto.

Mi fece stendere e si stese al mio fianco. Iniziò a carezzarmi dolcemente, il viso, le labbra, il collo, scese verso le mie tettine, le strinse un pochino, si abbassò con il viso ed iniziò e succhiarmi e mordermi i capezzoli, che divennero duri come il marmo, mentre con la mano, piano piano, mi carezzava il pancino, intrufolò le dita nella mia bionda peluria, scese su una gamba e risalì sull'altra, fino ad arrivare alla mia patatina. Iniziò a carezzarmela dolcemente, stuzzicare il clitoride, mi mise un dito dentro e lo iniziò a muovere lentamente.

Io stavo godendo come non ero mai riuscita a godere da sola. Mugolavo dal piacere. A quel punto, lui lascio le mie tettine, mi fece aprire bene le gambe e si distese in mezzo, la bocca sulla mia patatina ed iniziò a leccarmela tutta, ad inserire la lingua, a mordicchiarmi il clitoride. Non ce la feci più e venni con un urlo

-”Ohhhhhhhhhhhhhhhhhhh, sììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì, ancoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, odddioooooooooooo”, dicevo sconclusionatamente.

Lui mi lasciò e si stese al mio fianco, il suo membro eretto. Io timidamente accostai la mia faccia e gli chiesi se potevo baciarlo. Fece un cenno affermativo. Allora iniziai a baciarlo, a leccarlo. Il nonno allora mi disse :

_”Apri la boccuccia, tesoro, ed inizia a prenderlo dentro, ma stai attenta a non farmi male con i denti.”

Annuii e provai a fare come diceva lui. Quasi mi si slogarono le mascelle ma ce la feci a prenderne un bel po in bocca ed allora lui iniziò a guidarmi la testa su e giù, piano e dolcemente. Era il mio primo tentativo di un pompino. Andai avanti per un po'. Ma poi mi stancai, mi faceva male la bocca e glielo dissi. Allora mi fece smettere, mi attirò a sé e mi baciò a lungo.

Intanto si erano fatte le 11. Oramai ero da lui da più di due ore.

-”Nonno, la mamma mi aveva mandato a chiederti se volevi venire a pranzo da noi ma poi, presa dall'eccitazione, mi sono dimenticata di chiedertelo” dissi.

-”Ma tu cosa preferisci ? Che venga a mangiare da voi e continuare a stare con me a coccolarci ancora ?” mi chiese a sua volta.

-”Oh, vorrei restare tutto il giorno con te a continuare come ora, nonno” risposi.

-”Sarà meglio, allora, che tu avverta i tuoi che ti fermi qui da me per aiutarmi ad accudire i cani. Dì anche che pranzeremo assieme”.

Così feci. La mamma mi sembrò perplessa ma non fece obiezioni. Finita la telefonata, ritornai a letto dal nonno e riprendemmo dove avevamo lasciato. Mi fece godere ancora tantissimo. Ma io, nella mia inesperienza, non riuscii a fare godere lui.

Comunque, ci rivestimmo, io il mio vestitino e lui i suoi calzoncini ed andammo a mettere via i cani. Dalla vagina della cagna colava qualcosa di latteo. Il nonno mi spiegò che era lo sperma e che la cagna sarebbe rimasta incinta.

Poi rientrammo ed il nonno preparò il pranzo per noi, ma lo consumammo con me seduta sulle sue ginocchia. Per stare più comodi, ci spogliammo e mangiammo nudi, con il pene del nonno, ben duro, che tenevo fra le gambe.

Finito di mangiare il nonno andò a fare un piccolo pisolino ed io andai a letto con lui. Mi stesi al suo fianco, abbracciata e lui, mentre lui mi circondava le spalle con un braccio. Ero così, accoccolata al suo fianco, la mia testa appoggiata sul suo petto e lo guardavo dormire. Ad un certo punto non resistetti più ed inizia ad accarezzarlo sul petto, dolcemente. Lui ebbe un movimento, come per farmi fare meglio, ma sembrava comunque addormentato. Allora osai di più e scesi con la mia mano ad accarezzargli il suo membro a riposo. Come iniziai a toccarlo, iniziò a prendere consistenza e si rizzò come un obelisco. Io rimasi affascinata e, senza accorgermene quasi, mi sollevai e portai la mia bocca sopra quel bel uccellone ed iniziai a succhiarlo. Il nonno a quel punto era ben sveglio, perchè mi prese la testa e mi dettò il ritmo. Mi spinse delicatamente la testa fino a farmelo arrivare in gola. Andai avanti per un po', fino a che sentii male alle mascelle e lo dissi al nonno, al che mi fece smettere.

Allora si mise fra le mie gambe ed iniziò a leccarmi la patatina, già completamente bagnata.

-”Nonno, lo voglio”, gli dissi.

-”Sei sicura amore mio ?” mi chiese, senza smettere di leccarmi la passerina. Io ero al settimo cielo e risposi :

-”Sìììììì, lo voglio tutto, nonno, per favore!”

Lui allora si sollevò, venne avanti e mi puntò la cappella all'entrata della mia patatina, guardandomi negli occhi. Io feci un cenno affermativo. Allora il nonno iniziò a spingere molto lentamente, lasciando che la mia passerina un po' alla volta si abituasse. Ad un certo punto si fermò. Stette lì per un po', poi diede una piccola spinta decisa e sentii un dolore, come di qualcosa che si rompesse. Feci una smorfia di dolore e lui si fermò immediatamente.

Mi aveva appena rotto l'imene ! Appena il dolore passò, lo incitai a continuare. Lui riprese a spingere, sempre dolcemente, fino a che arrivò in fondo.

Il dolore era passato ed ora la sensazione era meravigliosa. Non avevo mai provato una cosa simile. Mi sentivo piena di una cosa calda, era bellissimo.

-”Oh, nonno, che sensazione meravigliosa, mi sento piena di te”.

-”Sei, bellissima, amore mio, e hai una patatina calda e stretta. Ti ho fatto male prima ?”

-”Un pochino, ma ora è passato”.

Allora iniziò a muoversi pian piano, su e giù con degli allunghi lenti e profondi. Ogni volta mi sentivo come svuotare e poi, subito dopo, riempire, fine a che il suo pisellone toccava in fondo. Mi sembrava quasi che mi uscisse dalla gola. Poco a poco mi sentii scaldare tutta, fino a che, con una sensazione meravigliosa, mai avuta prima, venni con un urlo, aggrappandomi al nonno con tutte le mie forze e poi caddi sfinita. Lui continuò ad andare su e giù. Io venni ancora ed ancora. Alla fine, lui sfilò il suo membro dalla mia passerina ed il suo pisellone iniziò ad eruttare degli spruzzi bianchi sul mio pancino. Era lo sperma. Non lo avevo mai visto prima. A me uscì un po di sangue dalla patatina.

Infine, si accasciò accanto a me, con il suo membro che rimpiccioliva un po' alla volta. Rimanemmo così, esausti, stesi, fianco a fianco sul suo lettone. Poi, si alzò, mi prese in braccio e mi portò in bagno, dove ci facemmo la doccia, lavandoci vicendevolmente e carezzandoci e baciandoci ancora, sotto l'acqua scrosciante. Ci asciugammo, poi, sempre nudi, lo aiutai a levare le lenzuola macchiate ed a lavarle, rifacemmo il letto, rigovernammo la casa. Il tutto ridendo e scherzando.

Infine, telefonai alla mia mamma per tranquillizzarla. le raccontai che avevo aiutato il nonno a governare i cani, che poi avevamo lavorato in casa, e cose così. Nel frattempo si era fatta sera. Al che il nonno mi propose di andare in pizzeria. Ci rivestimmo e ci recammo in macchina in una pizzeria nel paese vicino. Mangiammo due pizze poi mi accompagnò a casa.

Quando arrivammo, trovammo la mamma ed il papà che mi aspettavano con ansia ma, quando ci videro così allegri e sorridenti, evitarono di sgridarmi, anche se erano piuttosto sorpresi. Andai subito nella mia camera per evitare che i miei mi vedessero con la passerina nuda. Una volta a letto, nuda, ripensai a tutta quella giornata, a tutte le cose nuove che avevo imparato e mi bagnai nuovamente. Era stata la più bella giornata della mia vita fino a quel momento.

Per tutta l'estate andai spesso dal nonno, con gran sorpresa dei miei genitori, visto che, prima di allora, ero sì, stata affettuosa con lui, ma non ero mai andata a casa sua così spesso. Ogni volta che andavo da lui finivamo per fare l'amore, ogni volta mi insegnava qualcosa di nuovo per godere e per far godere il mio partner.

Mi fece andare da una ginecologa sua conoscente, che mi diede anche delle pillole per non restare incinta. Dopo, quando fui protetta, iniziò a venirmi dentro, ed era molto più bello sentirlo scaricarsi dentro di me.

Un giorno iniziò anche toccarmi il culetto, a mettermi un dito dentro ed a spiegarmi che si può godere anche con il rapporto anale. Io avevo paura ma mi tranquillizzò, usò delle creme speciali sul mio buchetto ed infine lo facemmo. Anche quello fu bellissimo, ebbi degli orgasmi anali incredibili.

Da quella volta, alternammo patatina e culetto con grande goduria di entrambi.

Fu quella l'estate più bella che io ricordi della mia vita perché scoprii tante cose nuove, diventai una donna completa. Il nonno m'insegnò tantissime cose ed io so di averlo reso molto felice.

Quando iniziò la scuola, continuai ad andare spessissimo da lui perché mi dava ripetizioni di tutte le materie scientifiche, visto che era ingegnere. Alle volte, con il permesso dei miei genitori mi fermavo da lui anche per dormire, con la scusa degli studi. Ogni volta che andavo da lui, finito con gli obblighi scolastici, facevamo l'amore in mille modi, sempre dolcemente. E mi faceva sempre godere tantissimo.

Mi incitava ad uscire con dei ragazzi, ma io preferivo stare con lui. Ebbi anche un paio di ragazzi, ma con loro finì presto. Semplicemente, non erano all'altezza del nonno.

Poi, all'università, finalmente, incontra quello che oggi è mio marito. A lui raccontai tutto. All'inizio si scandalizzò, ma poi accettò tutto ed, anzi, divenne amico del nonno.

Ora ho la mia famiglia, mio marito, i miei bambini, sono felice, ma i periodi passati con il nonno sono stati unici. Quando morì, un paio d'anni fa, lasciò tutto a me con una frase criptica, che solo io potei capire. Ma non raccontai mai ai miei genitori quello che il nonno era stato per me.
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