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Isabella, cuginetta di campagna ep.003- la rivelazione


di forrestsherman
18.02.2015    |    23.953    |    0 9.1
"Siamo cugini, siamo nel peccato..."
Andando in bici la mattina dopa chiacchieravamo e quando fummo lontani dal paese e dalle orecchie della gente le chiesi “allora ieri..con Dario..com’è andata?” Lei non mi guardò fingendosi impegnata nella guida e disse “grazie! È stato bello e molto romantico, era tanto che desideravo stare sola un pò con lui.” E io ma cos’avete fatto? L’amore?” “ eh no io per quelle cose lì aspetto, sono seria, ci siamo solo limonati a lungo, e abbracciati, ma niente di più”. Io dissi “ ahh ecco” e pensavo al liquido e al biancore che usciva dalle sue cosce poco prima che me andassi e….. bugiardella, ma va bene certe cose sono riservate anche tra complici. Ma dissi “ allora se ti è piaciuto ti aiuto a riprendere un appuntamento?” Lei disse, “forse, non so…ci penserò e te lo dico stasera quando ci vediamo”. Il resto della giornata passò come al solito. Alla sera, alla solita ora risposi all’invito e sgattaiolai nella sua camera mentre tutti dormivano. Tutto il giorno ero percorso da un desiderio di sesso ma che dovevo reprimere per ovvi motivi, mentre eravamo seduti insieme sul letto sfogliando fumetti i nostri sguardi si incrociarono. Era un po’ pensierosa.
“cos’hai? Sei stanca ? a te basta poco per tornare in forma". “ no, ho pensato che non dobbiamo più fare niente..siamo cugini, siamo nel peccato..ti prego, lasciami, mi piace fare cose con te, ma non posso.
Rimasi di sasso, deluso, arrabbiato…allora mi aveva solo usato..per scopare Dario…dissi “no, no io non posso..io ti penso..io voglio fare … Lei no, dai basta, abbiamo già trasceso..scusa..dimentica le pazzie di questi giorni… La rividi sorridere, e mi schioccò un bacino sulla guancia…ero avvilito, offeso ma eccitato da lei, non potevo bermi quel tradimento, la rivelazione mi rese cieco…volevo, dovevo venire dentro la sua fica, riempirla ....Sibilai..”eh, non puoi mollarmi ora…” “ in che senso, non capisco..” io ora ti amo, ti desidero, ma non puoi allontanarmi..io..io…non mi piace, ma …se non stai con me..dico tutto !” “tutto cosa?” mi disse sbalordita..” di Dario, dove sei stata , ai tuoi, ti metteranno in collegio, non verrai mai più qui…” “ ma dai, lo sanno che mi piace, ma niente di più…ci ho ballato tutta lasera..sotto i loro occhi..” “i ma non sanno che tu..tu…gliel’hai data…e gli hai succhiato l’uccello, e ti sei fatta fottere, e ti sei masurbata davanti a lui e poi te lo sei infilato e hai goduto...
eho 48 foto, le ho date da sviluppare a Neri, il fotografo del paese vicino, che non ti conosce...Lei sgranò gli occhioni “ Pierinoooo, come…come fai a…” “ ahh..vedi…è vero..” ma lo so…” tu . tuu “ si, ho guardato…e anche “ cosa? Fotografato, ..ero cattivo, ma accecato dalla passione, non importano i mezzi, tutto è lecito in amore…vidi lei che chiudeva gli occhi dopo aver rovesciato all’indietro le pupille e veniva scossa da tremiti …di rabbia o altro…disse..
” come. Come…hai.. tu..foto...noo, mi vergogno, ….stronz...o scusa.....sei il mio cuginetto preferito..vieni qua, mi fece pat pat sul letto, mi fece sedere praticamente fino a toccarci coscia con coscia... avvertivo un leggero calore a quel contatto fisico, era un filo imbarazzata .. mi disse, “sai..ho un'amica , Cristina, abita in una cascina ai bricchi, poi te la faccio conoscere..vuole andare al torrente a fare il bagno...magari ti va di accompagnarla, io dissi, “ è bella? “ si e anche..facile...penso che le piacerai. Dissi. Senza entusiamo..” ok, domani vado in bicicletta ai bricchi e la invito al torrente.. grazie”.
E lei, vedrai, ti piacerà...fa impazzire i maschi...fa pompini favolsi...Io ribattei, si , ma ame piaci tu. Ti amo..ti desidero..e lei “ arino..il mio Pierino, ma siamo cugini... poi vedo cosa posso fare ancora per te...ma sai ..ti devo...un premio...l'ho detto e lo manterrò”...poi cambiò discorso...”Tu, Pierino...cugino, mi trovi carina?” - chiese sorridendo maliziosa... io, a dire il vero, iniziavo a dar segni di insofferenza, il pisello si era svegliato, trovavo scuse per dimenarmi, col risultato che lei aveva capito ,si sfregava non so quanto ingenuamente... Io in quella situazione ero combattuto tra il desiderio di lei e alune remore sugli incesti...dissi “.ma cosa stiamo facendo, Isabella..siamo cugini...non possiamo andare avanti...lei si rattristò...disse “ certo ci divertiamo, ma ci vogliamo bene e ci piacciamo. Quindi non ci vediamo nulla di male. Non è bello tradire o essere amante,ma non abbiamo intenzione . Noi ci vogliamo bene e non riusciamo a stare lontani. Sarebbe bello se potessimo stare insieme senza problemi, ma la vita non ci ha dato questa possibilità Vogliamo solo stare un po' insieme per distrarci dalla vita di tutti i giorni. Non immaginiamo di non essere parenti,perchè la nostra parentela ci ha legati,sogniamo solo una vita in cui due persone possano stare insieme senza problemi,pregiudizi o altro. ..” Il nostro desiderio non si era certo placato: volevamo di più. Ad un certo punto, dissi con voce fioca…”il premio per il Dario..”… così, all'improvviso, iniziai a massaggiarle l'interno coscia... la sentivo ansimare, e feci finta di nulla. Lei intanto continuava a respirare in fretta ! Era un massaggio innocente, ma quando per gioco le solleticai i fianchi, mi resi conto che potevo osare. Senza nemmeno guardarmi negli occhi esclamò: "Lo sai che piace anche a me - mi disse -? E il fatto che siamo praticamente soli in tutto questo piano mi fa eccitare ancora di più. Però sono combattuta". Adesso anche lei mi guardava; nel suo sguardo mi sembrò di leggere un qualcosa che si stava affacciando anche nella mia mente. I nostri occhi si incontrarono, e quello sguardo valse più di mille parole. Isabella si girò verso di me e, in un attimo, le nostre labbra si cercarono, le bocche si unirono e le lingue si abbracciarono avide. Fu un bacio pieno di passione e di desiderio, come una miccia di una bomba pronta per esplodere senza più pensare che eravamo cugini! Lei si alzò , aveva lasciato accesa la luce del comodino, la vidi controluce con la camicia da notte rosa traspaerente , avea solo le mutandine nere Presi il coraggio a due mani, le alzai la camicia da notte e iniziai a lisciarle gli slip: era già bagnata..."Ahhh - esclamò -, ? Mi sto vergognando, queste cose con te, un cugino, ma non riesco a fermarmi...".
"Ssshhh... - le dissi tappandole la bocca -. Hai voluto la bicicletta? E ora pedala"...e iniziai ad armeggiare dentro le sue mutandine nere... era un lago, ma feci finta di nulla. Giocai col suo clitoride sfregandolo col medio, mentre l'indice cercava quella vagina piena di umori. "Mamma mia - iniziò a dire con un filo di voce - mi farai morire...Ma che hai in quelle mani - disse – “ahhhh ahhhh"...si vede che gli orgasmi del giorno prima avevano stimolato i suoi nervi sensoriali e tutto il sistema nervoso del piacere era acceso in modo speciale. Ma volevo farla soffrire un po', rallentando il suo orgasmo: tirai fuori la mia mano piena dei suoi umori. Ero curioso di vedere fino a che punto fosse perversa e in grado di scandalizzarsi. Stava dicendo “e pensare che ci conosciamo da anni, ….iiiiiiiiii... ahhhh ahhhhh basta ti pregoooooooo". Naturalmente non avevo intenzione di smettere, e continuavo il mio giochino: le presi gli slip e glieli tirai su, in modo che la striscia sul davanti le strusciasse la vagina, mentre io giocavo con la sua folta peluria.Rimasi qualche secondo ad ammirare quel bosco nero, sotto la seta della camicia da notte, quel posto oscuro che Isabella ha in mezzo alle gambe! Avevo sognato da quando mi ero sviluppato 5 anni, e mi avava sempre fatto impazzire pensare una gatta pelosa e ora era là, mi venne in mente la prima volta che avevo leccato la ferita li vicina, ma ora potevo andare avanti, misi la testa in mezzo alla sua fica, respirai lentamente, immerso in quell'esagerazione di peli neri. Strofino la punta del naso in cerca delle sua grandi labbra. Sento la sua pelle, sento la sua pelle "viva", umida, bagnata! Ci sono. Erano passati già dieci minuti dall'inizio di questa avventura, e volevo lasciare il segno... Fu così che stavolta entrai di nuovo con due dita in quelle mutandine fradicie, ma volli andare al massimo: con l'indice sfregato il clito e trovai il pertugio per infilare il medio nei dintorni del suo orifizio anale. "Nooooooo, cosa fai ? Noooo noooo..." Usai una tattica "attendista", e girai attorno a quel buchetto in senso circolare... "ahhhhhhh bastaaaaaa – sussurrava perché i suoi che dormivano sotto non sentissero.” mi farai morire"...Era un segnale di resa.... entrai con due dita nella fica e con l’anulare poco poco nel buchettosuo ano, e poi un'altra... il tutto senza lasciare scoperto il clitoride curato dal pollice.
La mano sentiva un lago..."Ahhhhh, oddioooooooooo vengo ancoraaa"... e poi calò il silenzio. Era venuta copiosamente, me ne accorsi solo dopo qualche secondo. Restò seduta su di me con la testa china, poi si girò e volle pomiciare come due innamoratini...“E tu non hai goduto però ? - mi disse ricomponendosi - mi sento in debito ancora ". No no, io godrò tra poco - risposi -... ora tocca a te darmelo". "Che vuoi dire - affermò con faccia curiosa - non vorrai mica continuare qui?". Vabbè che ti sono debitrice".
Dopo esserci un minimo riassettati, mi alzai in piedi davanti a lei, e avevo ancora il pene durissimo... lei lo notò e sorrise e si sdraiò restando immobile, gli occhi al soffitto .” Dai , il premio ! Non eri così eccitata poco fa ? ” la spronai , lei sospirò lievemente e poi si portò una mano al seno e iniziò a carezzarsi lentamente, sfiorando con le dita il capezzolo che, non aveva ridotto il suo gonfiore. Anche l’altra mano aveva iniziato a massaggiare il seno, ed in breve tornava verso la meta del suo piacere. Ansimava piano, con gli occhi chiusi, godendosi il contatto delle sue mani. Era anche maniaca di autoerotismo, Il Dario l’aveva capito e mi aveva mostrato il gioco.
Scendevano impazienti dal seno alla pancia, e poi all’interno delle cosce, per quindi risalire lente e suadenti lungo il corpo, fino al collo e ai capelli; e ancora, si soffermavano sulle umide labbra dischiuse, per essere leccate dalla lingua con evoluzioni di sensualità. Finalmente era giunto il momento anche per me di riscuotere. In piedi accanto al letto, la baciai di nuovo, esplorando con la lingua ogni angolo della sua bocca, mentre la sua mano non mollava la presa del mio uccello . In piedi, uno di fronte all'altra ci baciavamo ancora, mentre il mio cazzo in perenne erezione, trovò spazio tra le sue gambe, strusciando sotto i suoi slip fradici. Isabella lo sentiva e mentre continuava a baciarmi, strinse leggermente le sue cosce ed iniziò leggermente a muoverle, cercando di farmi una sega con le sue gambe, mentre lo muovevo in mezzo allo spacco della sua fica e con le mani afferrai il suo bel sederino e cercavo di spingermi ancora piú dentro. Qualche mugolio usciva dalla bocca della mia cuginetta forse ha un principio di orgasmo. Continuai a muovermi in cerca del suo buchetto. Quel gioco, quella piccola masturbazione, doveva piacerle. Ma io non resistevo più: quel momento corpo così eccitante, quei movimenti ipnotizzavano, mi presi il pisello con le mani. La situazione mi aveva eccitato più di quanto avessi mai immaginato . Aprii gli occhi e mi voltai a guardarla. Vidi che Isabella era già più avanti: una mano sempre a tormentarsi il seno, l’altra che sfiorava la fica, le gambe piegate ed aperte. Ora gemeva di nuovo e si agitava preda di una eccitazione montante.Quando le nostre bocche si staccarono, le sue labbra scesero lungo il mio corpo ed arrivarono al pisello, chiusi gli occhi e mi abbandonai alla sua calda lingua, poi inginocchiandomi le sfilai le mutandine.
Per un attimo pensai che Isabella avesse studiato tutto: che lei volesse fare cose vastase con me e che, non sapendo come dirmelo avesse mostrato il suo desiderio di masturbarsi, avesse inventato tutta la storia del Dario e che io avessi fatto il suo gioco. Comunque mi stava bene. E il pensiero volò via rapido come era arrivato, perchè intanto quello che stava avvenendo tra noi era un qualcosa di bello e desiderato, la cosa più vicina all’estasi che avessi mai provato.Ora la lingua di Isabella scorreva sul mio pisello fremente.
Stavo impazzendo. Provavo sensazioni così forti da non capire più nulla; volevo sentire anche io la pelle di Isabella sotto la mia lingua, volevo che lei vibrasse al contatto della mia bocca. Lentamente mi spostai mettendomi in ginocchio sul letto: Isabella si sdraiò e si impossessò del mio sesso e lo succhiava, guardandomi desiderosa mentre continuava ad accarezzarsi i seni. Se ripenso a quei momenti, ancora oggi sento che l’eccitazione mi sale prepotente e incontrollabile. Anche io le feci scivolare una mano fra le gambe, le dita a massaggiare il clitoride indurito. Ci masturbammo così, lei sdraiata ed io in ginocchio, fino a godere entrambi di un orgasmo dirompente . Ma non me l'aveva ancora data... Ma domani sarebbe stato un altro giorno..
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