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La Visita Ginecologica


di mezzasuora
15.02.2012    |    109.004    |    15 8.4
"Vediamo di farti un tampone vaginale..."
Non so la vostra, ma la mia famiglia è monotematica. I miei nonni, i miei genitori e i miei fratelli sono tutti medici. Io sono avvocato. La mia è una famiglia veramente strana. La domenica ci ritroviamo a pranzo e si parla solo di Sistema Sanitario, patologie, sindromi e tutto ciò che concerne la medicina. Io non entro mai nel discorso perché con la fisiologia umana non vado tanto d’accordo. I miei nonni sono stati per anni medici di base, ora sono in pensione. In paese erano venerati come semidei, specialmente la nonna che con la sua immensa dolcezza è riuscita a far nascere e a chiudere gli occhi a centinaia di persone. Mio padre e mio fratello Luca sono due ginecologi. Mia madre è colonproctologo, ossia si occupa del “lato b” dei pazienti. Mio fratello Massimo è chirurgo vascolare e mia sorella Luana sta studiando medicina, puntando alla specializzazione in chirurgia plastica. Ovviamente fidanzati e fidanzate sono medici a loro volta. Io sono single. Sono una bella donna, alta, un po’ in carne, bionda, occhi azzurri e molto sicura di me. E non riuscirei mai, a differenza dei miei fratelli e dei miei cari, ad avere una relazione stabile. Io sono alla perenne ricerca di un uomo che mi soddisfi sessualmente. Nel mio studio, nascosti nel cassetto, quello in basso chiuso a chiave, ho diversi vibratori (classico, il rabbit, l’anale…), un dildo enorme, un buttplug con lucchetto e altre cose carucce. Mi piacerebbe avere un uomo, almeno con 25 cm tra le cosce, da usare a mio piacimento tra un processo e l’altro (si, perché a me stare in tribunale mette una gran voglia di fare sesso… In mezzo a tutti ‘sti uomini virili e vestiti eleganti, sicuri di sé…). Ma mi devo accontentare di darmi soddisfazione da sola.
Non so se è per sfortuna o un segno del destino (leggi: devo raggiungere la pace dei sensi), il mio ultimo partner sessuale mi ha lasciato come ricordino la terribile candida, un fungo che causa la vaginite. Non ho mai avuto disturbi all’apparato sessuale, nonostante anni di contraccettivi orali e preservativo. Fu così che mi ritrovai per la prima volta a dover andare dal ginecologo: mio padre Adolfo (come Hitler). Mio padre è sempre stato un grandissimo donnaiolo, ma proprio un affamato (ecco da chi ho preso) “figaiolo” (per usare un neologismo di origine parentale). Lui cerca un pertugio dove infilare il suo uccello, nonostante sia tutto il giorno a contatto con vagine, seni, clitoridi… E’ un bell’uomo e molte donne lo adorano. E mia mamma chiude un occhio. A volte due. Possibile che non vada mai a sbattere contro la schifosa realtà?
Mi sono recata nello studio di mio padre e di mio fratello. Lavorano insieme e spesso assistono contemporaneamente la paziente.
“Ciao Maria!”, mi ha detto la segretaria. Avrà già avuto la prima mestruazione? E’ magra come un chiodo, dimostra 12 anni e ha il cervello di un pulcino. Nel senso di una piccola pulce.
“Ciao Luisa! C’è mio padre o Luca?”, ho chiesto io.
“Oh, yes!”, mi ha risposto. Ha arrotolato la lingua, ha afferrato il telefono e l’ho sentita parlare con uno dei miei parenti.
“Ok, Maria, vai pure. Ti stanno aspettando!”, mi ha detto lei con fare complice.
Sono entrata nel loro studio e vedere lì mio padre e mio fratello in camice bianco mi ha lasciata di stucco.
“Ciao Maria! Come mai qui?”, ha chiesto mio fratello.
“Penso di aver contratto la candida”, ho sussurrato io.
“E come hai fatto a riconoscerla?”, mi ha domandato mio padre.
“Ehm… dalle perdite bianche e dal prurito assurdo laggiù!”, ho risposto.
“Ok, vediamo un po’. Non voglio sapere come tu l’abbia contratta… Ora spogliati e sistemati sul lettino. Vediamo di farti un tampone vaginale.”, mi ha detto Adolfo, mio padre.
Mi sono svestita completamente e mi sono sistemata sul lettino. Ho messo le gambe sulle staffe e, quando mi sono trovata davanti mio padre e mio fratello, sono diventata rossa. Stavo mostrando ai miei parenti più stretti un lato molto intimo di me. Entrambi si sono messi i guanti. Mio fratello ha preso lo speculum e me l’ha inserito delicatamente in vagina. I miei capezzoli sono diventati come ciliegie sode e sono arrossita di piacere. Ho sentito una sensazione di frescura molto, ma molto piacevole. Luca ha infilato un bastoncino cotonato nella mia vagina, poi un altro e un altro ancora.
“Comunque, cara Maria, bastava che ti togliessi solo i pantaloni e gli slip!”, ha detto mio padre.
“Ops, ho esagerato?”, ho detto vergognandomi.
“Vabbè, controlliamo tutto, vero papi?”, ha detto Luca rivolto a mio padre.
Luca ha tolto lo speculum e ha infilato un dito nella mia vagina.
“Mmh… bella umida… Papi, vuoi sentire anche tu la vagina di tua figlia?”, mio fratello rivolto a mio padre.
“Umida quanto?”, ha detto mio padre inserendo altre due dita. Così avevo in vagina le dita dei miei due parenti.
Mio padre ha iniziato a giocherellare con il mio seno destro e mio fratello ha afferrato la sonda per l’ecografia vaginale.
“Controlliamo un po’…”, ha detto Luca infilandomi l’ecografo. Ha iniziato a stantuffarmelo e contemporaneamente a titillarmi il clitoride. Io stavo per impazzire di piacere.
Ho afferrato la patta dei pantaloni e ho detto a mio padre che volevo succhiarglielo. Lui non ha spettato che finissi la frase e mi sono ritrovata con il suo pene mastodontico in bocca.
“Scendi dal lettino, così ti inchiappetto!”, ha detto mio fratello.
Sono scesa e mi sono ritrovata in ginocchio. Mio fratello si è massaggiato il pene con il gel per le ecografie e me l’ha infilato nell’ano. Ha iniziato a spingere con forza e … cavoli… era favoloso. Ho afferrato il pene di mio padre e ho iniziato a leccarglielo, concentrando le mie attenzioni verso i punti di maggiore sensibilità dei suoi genitali. Con la lingua ho sfiorato il prepuzio, sono scesa sotto la corona disegnando un semicerchio attorno con la saliva, poi sono risalita sul glande e ho coccolato l’orifizio dell’uretra. Mio fratello Luca continuava a spingere con sempre maggiore foga. L’ho sentito irrigidirsi e eiaculare nel mio povero culetto… Con mio padre ho continuato a succhiargli il glande e a leccargli l’asta del pene. Lui ha iniziato a segarsi e ad un tratto mi è venuto in bocca.
“Cazzo… che pompino da favola!”, ha detto Luca, “Lo voglio anch’io. Ma non oggi. Mi ci vorrà un po’ per riprendermi da quest’inculata!”
“Vero, tua sorella è una grande spompinatrice! Divina!”, ha detto mio padre.
“E io ho voglia di cazzo!”, ho detto io.
“Mmh, vieni qui, bella pacioccona di papi…”, ha detto mio padre e mi ha fatta coricare nel lettino.
Ha iniziato a stantuffarmi con l’ecografo mentre mio fratello mi titillava il clitoride. Dopo pochi secondi gli ho inondato le mani (a entrambi) con i miei umori.
“Oh cazzo! Mai visto una cosa così…”, ha detto mio padre.
“Dio mio, manco io!”, ha sussurrato mio fratello scioccato.
“A parte la vostra espressione da idioti, adesso potete dirmi cosa devo fare in attesa dell’esito?”, ho chiesto io scendendo dal lettino e rivestendomi.
Mio fratello e mio padre hanno iniziato a rivestirsi, poi si sono messi dietro la scrivania a confabulare. Non capivo di cosa stessero parlando.
“Ti facciamo sapere appena abbiamo l’esito…”, ha blaterato mio fratello.
“Cavoli, Maria… mi hai fatto un pompino favoloso. Inopportuno, ma doveroso: complimenti!”, mi ha detto mio padre.
Sono uscita dallo studio sessualmente soddisfatta. Sono andata a casa e mi sono coricata sul letto. Ho iniziato a masturbarmi pensando a cosa sarebbe successo quando fossi tornata per sapere l’esito…
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