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La madrina - 1


di meridiana90
18.03.2015    |    54.716    |    2 9.5
"Appena mi dilatai abbastanza dall'eccitazione, lui velocissimo se lo tiò fuori e..."
Ho un attaccamento morboso per mio nipote e figlioccio Tito. Fin da quando ho saputo che mia sorella Amelia era rimasta incinta, ero andata al settimo cielo.
Subito dopo il lieto annuncio al secondo mese di gravidanza, presi un anno sabbatico dal mio lavoro e venni giù dall'Olanda per stare con lei. La servivo e la proteggevo come la pancia fosse stata la mia. Dal ginecologo assistevo alla visita emozionata, la guardavo e la contemplavo appassionatamente, catturando nella mia mente tutto quello che potevo. La ammorbavo con domande inopportune chiedendogli nel dettaglio come era avvenuto il concepimento.
Al sesto mese la pancia comició a diventare evidente e io non perdevo mai l'occasione di fargli fotografie e video, catturando la più grande varietà possibile di inquadrature e momenti. Mi spingevo a riprenderla mentre si cambiava, con la scusa di dare meglio l' idea della rotonditá, mentre faceva il bagno nella vasca ed in molti altri momenti imbarazzanti. Gli depilai personalmente la patata per riprenderla meglio anche in mezzo.
Questo all'ottavo mese non mi bastò più e con la scusa che non ne avesse neanche uno, proposi a mia sorella alcuni scatti con suo marito, proponendogli di abbracciarsi stretti e baciarsi. Un paio vennero davvero spinti, mia sorella si sentiva a disagio ma a mio cognato Paolo non dispiaceva di certo e con il pretesto del divertimento e della goliardia, mentre io scattavo prese ad infilare le mani nel reggiseno e nelle mutandine della moglie. Di tanto in tanto catturavo così anche il pacco gonfio e vistoso di mio cognato, con cui avevo una spiccata e piccante confidenza. Nei giorni seguenti, come se non bastasse così le proposi un paio di volte di farsi scattare alcune foto alla vulva, con la scusante della meraviglia del cambiamento della sua forma e del suo colore, adesso più aperta e violacea. Quelle foto le passai poi proprio a Paolo, con malizia spiccata. Sicuramente in tutto questo non c'era niente di strano, molte donne documentano le loro gravidanze, il problema era che io quelle foto le modificavo. Io e mia sorella nonostante non siamo gemelle ci somigliamo almeno all'85%. Mi bastava modificare alcuni tratti della forma del viso, aggiungere un piccolo neo vicino alla bocca, inscurire un pò i capelli ed il gioco era fatto. Avrei voluto che quella gravidanza fosse stata mia. Io con quelle foto ci passavo ore, chiusa nella stanzetta che mia sorella mi aveva preparato accanto alla sua camera da letto, a masturbarmi, persa nelle fantasie più depravate.
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Cosi nacque mio nipote e non dimenicherò mai, la prima volta che lo presi in braccio, appena nato, Paolo mi si avvicinò commosso, mi abbraccio e mi disse, -vi somigliate così tanto che giurerei potrebbe anche essere nostro-, l'uso della parola "nostro" mi mandò in confusione che quasi non venni, lì, in piedi sul posto. Vi risparmio ovviamente la descrizione delle migliaia di altri teneri momenti passati insieme. Tranne uno a cui sono particolarmente affezionata.

Il pomeriggio di uno dei suoi primi bagnetti a casa, forse il terzo. Mia sorella era talmente assonnata dalle nottate ad allattarlo che dopo essersi goduta i primi due bagnetti era talmente stanca che aveva ordinato di farlglielo io. Lo tenevo stretto in braccio pronta ad adagiarlo delicatamente nella piccola vasca tiepida, riempita a metà. Paolo mi aiutava assistendomi nei movimenti con cura. Si era messo dietro di me e mentre mi ero piegato in avanti, proprio per adagiarlo, seguì il mio movimento aderendo al mio corpo... quando il bambino si trovò immerso, la testa mi divampò d'eccitazione ed il mio viso si fece rosso come il fuoco. Una netta protuberanza spingeva contro il mio sedere. Paolo mi sussurrò -Bella la foto di mia moglie a gambe aperte... col neo vicino alla bocca..., ancora più bella quella in cui lei ha i capelli castani, noi ci abbracciamo ed io ho le mani sul suo seno, o sul tuo?- io non riuscivo a fiatare, mi mancava il respiro, sentivo solo qualcosa fremermi tra le gambe. Il giorno prima gli avevo fatto sistemare un paio di cose sul mio portatile, ma non avrei mai pensato si fosse messo a sbirciare tra le cartelle, soprattutto quelle nascoste. Tremando gli sussurrai delle parole incomprensibili, mentre lui aveva già le mani sul mio seno. Intrufolò un dito attraverso lo scollo del vestito ed iniziò a stuzzicarmi i capezzoli. Io stavo quasi per svenire dall'eccitazione, quando lui con l'altra mano mi afferrò deciso la fine del vestito e lo tirò su fino alla schiena, scoprendomi il culo. Indossavo un comunissimo slip bianco. Con un dito lo scostò ed iniziò a strofinare la mia delicata fica appena appena coperta di corti peli, iniziò deliziato ad assaggiarla portandosi il dito zuppo alla bocca e succhiandolo.In quel breve lasso di tempo si sbizzarrì, divertendosi a masturbarmi sia il grilletto che la vagina. Non sapevo che fare. Da un lato stavo attenta al bambino e cercavo di distrarlo con un giocattolino di gomma, dall'altro strozzavo l'incontenibile ansimamento. Appena mi dilatai abbastanza dall'eccitazione, lui velocissimo se lo tiò fuori e..... sentimmo gli sbadigli di mia sorella che si era appena alzata dal letto. Ci ricomponemmo in fretta e non avemmo mai più occasioni simili o perlomeno non ce le creammo noi.
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A tempo debito decisi di portarlo al battesimo come madrina.
Presto il bambino compì tre mesi di vita e dovetti tornare in Olanda al mio lavoro, per rivederlo ogni anno per le ferie. Ogni volta che scendevo a visitarlo, con i suoi genitori rigava dritto come un soldatino, ma io gli concedevo tanti di quei regali, che, sappiamo bene come sono fatti i bambini, capendo che da me avrebbe potuto ottere tutto quello che avrebbe mai desiderato, si attaccò al punto di adorarmi. Lo viziavo in qualsiasi modo, non negandogli nulla. Cominciò a prendere con me una tale confidenza che verso i tredici anni si convinse che io ero la sua fidanzata e non mancava di inviarmi tenere letterine d'amore. Era romantico come suo padre e cominciò a somigliargli sempre di più.

Gli anni volarono veloci. Tito raggiunse la maggiore età e per la prima volta venne per le vacanze da me in Olanda. Venne cresciuto una mazza, quasi la copia sputata di suo padre. Quando arrivò in aeroporto la sua visione mi eccitò a tal punto che il cuore prese a battermi così forte da non lasciarmi respirare. Passammo 20 minuti abbracciati all'uscita dei passeggeri, lì per lì con fare ingenuo ed apparentemente innocente.
Mio nipote però era cambiato, le mie bocce rotonde premendo sul suo petto, gli provocarono un'eccitazione nuova, facendolo arrossire. Me ne accorsi, ma la cosa non mi disturbò. Il nostro attaccamento era così forte da superare anche l'imbarazzo. Sarà stata poi la mancanza di parenti li ed il soggiorno in un paese libero ed aperto mentalmente come l' Olanda che la situazione iniziò a degenerare, portandoci a comportare in modo involontariamente sempre più intimo, e lascivo, giorno dopo giorno.

Successe perché avevo cresciuto Tito in modo così viziato che sapeva che io ero per lui come una fatina dei desideri, da me avrebbe ottenuto qualunque cosa, qualunque.

Certi confini nella sua mente da maschietto non esistevano più da tempo, ormai mio nipote aveva gli ormoni in subbuglio e mi guardava con gli occhi di un uomo. Io tra l'altro, single per scelta e non me ne vogliate, abbastanza bella da farmi guardare anche mentre passeggio, contiuavo a comportarmi con lui in modo vezzeggiativo e tenero, non perdendo mai l'occasione di stringerlo a me o riempirlo di baci e carezze, modi abbastanza inappropriati per l'età sessuale che ormai aveva, rischiando di farlo andare in fibrillazione. Lessi involontariamente in un bar, mentre lui ebbe un urgente bisogno di andare in bagno, un messaggino scritto sul telefonino, che aveva un attimo lasciato sul tavolo. Aveva inviato al suo migliore amico: "mia zia si è fatta davvero un gran pezzo di fica, non so cosa gli farei".

Quelle parole passarono per diverso tempo nella mia mente, facendomi fare fantasie strane. In giro per la città avevo i suoi occhi perennemente attaccati dovunque, esaminavano le mie audaci forme femminili, cercando di rubare sempre di più. Vista la sfacciata confidenza non mancò inoltre di fare apprezzamenti su quanto ero bella. Questo mi rese ancora piú diabolica facendomi prenderci gusto ad indossare davanti a lui sempre il meno possibile...
Dopo un giorno a provocargli una nuova ed inevitabile riminescenza nei pantaloni, la sera, gli diedi il colpo di grazia, rincoglionendolo parecchio. Sono sempre stata abituata a stare in casa da sola e tanto più che ero totalmente a mio agio con lui, per andare a letto scelsi di indossare il solito: un comodo slip e un top senza reggiseno. Cenammo così. Lui mi guardava perso nell'eccitazione, mi squadrava il culo ogni volta che mi alzavo per servire. Tra un boccone e l'altro cercava nel top attillato di scorgere i capezzoli del mio sodo fantastico seno. Aveva il pacco gonfio, ma non faceva niente per nasconderlo.

Mentre io facevo i piatti lui si chiuse prima in bagno e poi in camera sua. Appena io finii lui andò a farsi la doccia ed io, caso volle andai a rifargli il letto. Trovai una bella sorpresa dentro il cuscino. Oltre la federa teneva un mio bel perizoma in cotone, che aveva sicuramente pescato dalla biancheria sporca in bagno. Lo osservai attentamente e mostrava macchie giallastre, fresche, in corrispondenza della patatina. Avevano l'odore acre del seme. La cosa mi eccitò parecchio e non resistetti alla tentazione di masturbarmi con esso. Me lo portai via.

Passai la notte a pensare a lui e se mi era concesso spingermi così oltre, poi mi presi di coraggio ed il mattino dopo decisi di lasciarmi andare e godermi la vita. Sapevo che appena sveglio avrebbe sicuramente dovuto avere qualche problema già di suo, quindi pensai di alzarmi prima di lui e di mettermi a lavarmi in bagno solo con quel perizoma, nuda sopra. La mia divina quarta naturale, sballonzolava beata a destra e a sinistra, poi arrivò lui e bussò. Io lo invitati ad entrare rendendo i suoi venti centimetri di pisello in tiro ancora più duri. Mi guardò con la bocca aperta senza staccare gli occhi da me, senza muoversi ne fiatare, immobile col pacco durissimo coperto solo da uno slip bianco.
Mi avvicinai a lui dandogli il buon giorno con un bacio sulle labbra e gli dissi: - Oggi abbiamo tanto da visitare, non vorrai girare combinato così!?- mentre gli indicavo il pacco. Lui se lo coprì con la sinistra ma disse - Se mi aiuti zia, provvedo subito a sistemarlo...- Un sogno proibito si fece concreto.
Gli abbassai gli slip lasciandolo nudo, lo spinsi a sedersi sul water e dopo essermi sfilata il perizoma lo masturbai impugnandolo con esso, mentre mi ero infilata l' altra in mezzo alle gambe, per godere anche io. Vennimmo entrambe in due minuti.
Riconoscendo subito il suo adorato capo intimo mi schizzò copioso in faccia, io tremai cedendo dal piacere sulle sue gambe, sgrillettandomi il più velocemente possibile.

Uscimmo di casa con due enormi sorrisi stampati in faccia. Quel giorno passammo molto tempo mano nella mano e ci scambiammo decine di baci, come due fidanzatini.

Continua....
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