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La mia Nipotina


di cd1948
26.10.2014    |    60.818    |    7 9.6
"Mentre stavo a letto, da solo, svegliata dal rumore, sulla soglia della mia camera apparve Claudia..."
La mia nipote sconosciuta

Sono un pensionato più vicino ai 70 che ai 60. Nella vita mi sono sposato 2 volte. La prima da giovane, avevo 24 anni e lei 20, avemmo un figlio e ci separammo dopo quasi 10 anni perché “non si sentiva realizzata “. Lei si trasferì all'estero e, pur avendo sporadicamente sue notizie, non li rividi mai più. Venni a sapere che mio figlio si era sposato ed aveva avuto una bambina.

La seconda volta, io 38 e lei 22, il matrimonio durò di più, fino alla morte di lei, che mi lasciò vedovo qualche anno fa. Avemmo un figlio che ora ha poco meno di 30 anni e vive per conto suo con sua moglie in un'altra città.

Abito in una città del nord, dove c'è una prestigiosa università, faccio una vita abbastanza attiva, fra passeggiate, volontariato ed altre cose.

Ora veniamo alla storia vera e propria.

Qualche mese fa, era l'inizio dell'estate, ricevetti una lettera da un paese dell'Africa. Era del mio primo figlio che mi comunicava che la sua figliola, oramai diciottenne, aveva finito le scuole superiori e voleva frequentare l'università nella mia città. Mi chiedeva se potevo occuparmi di lei, trovarle alloggio, ecc..

Risposi che, siccome abitavo vicino al centro in un appartamento che oramai era grande per me, l'avrei ospitata volentieri, visto anche che avevo stanze a sufficienza. Inoltre, lo pregavo di comunicarmi quando sarebbe arrivata così d'andarla a prendere in aeroporto.

Poi, più nulla per alcuni mesi.

Ad inizio dell'autunno, un pomeriggio sentii suonare alla porta del mio appartamento e andai ad aprire. Sulla soglia c'era una splendida ragazza, mora, non molto alta, forse poco più di 1,60, snella, capelli di media lunghezza, nasino diritto, occhi scuri e profondi, un bellissima boccuccia, due piccoli seni, forse una seconda misura ed uno stupendo culetto sodo.

-”Ciao”, disse, s”ono tua nipote Claudia. Eccoti una lettera di mio padre”.

Io rimasi basito.

-“Non ti aspettavo”, dissi, “Tuo padre mi doveva scrivere per darmi i dettagli del tuo arrivo”.

-”Oh, non preoccuparti, ho fatto tutto da me, non volevo disturbarti e poi volevo capire come avresti reagito ad un'improvvisata”.

-”Se mi avessi avvisata, avrei detto alla donna delle pulizie di prepararti la tua stanza”.

Comunque, presi lettera e la feci accomodare nella stanza che le avevo destinato, le mostrai il suo bagno ed il resto dell'appartamento, poi la lasciai a sistemare le sue cose, mentre mi ritiravo nel mio studio a leggere le comunicazioni di suo padre. In poche righe mi spiegava che non avevano potuto scrivermi per problemi, che lei si sarebbe iscritta ad un certo corso di laurea, che loro non potevano venire e mi ringraziavano per la disponibilità. Alla fine dell'anno accademico, lei sarebbe tornata in Africa per le vacanze. Punto !

Dopo che ebbi letto la lettera, andai verso la sua camera per vedere come si era sistemata. La porta era aperta e la vidi che stava mettendo via le sue cose nell'armadio. Si era spogliata e stava semplicemente con una maglietta un po lunga che le copriva appena il sederino e con delle mutandine bianche di cotone.

Come mi vide, si voltò verso di me, sorridendo, senza fare alcun cenno di coprirsi.

-”Nonno, che bella stanza che mi hai dato, penso che ci starò benissimo. Grazie. E che bella casa hai”.

-“Sono felice che ti piaccia, le dissi, sedendomi sul letto. E dimmi, com'è andato il viaggio ?”

-”Molto bene, grazie, anche se è stato faticoso, perché fra cambi di aereo, attese in aeroporto e via discorrendo, sono quasi 24 che sono in viaggio”.

-”Allora sarai stanca”.

-”Eh, sì, ho dormito molto poco. Ti spiace se quando ho finito mi metto a riposare un po ?”

-”No, cara, fai pure, non preoccuparti, ti chiamerò quando sarà pronta la cena.”

-”Grazie nonno”, mi fece e di slancio mi getto le braccia al collo e mi diede un sonoro bacio sulla guancia.

Io rimasi sorpreso, ma immediatamente ricambiai l'abbraccio e la tenni così per un po, fra le mie braccia. Sentendo quel suo corpicino splendido e sodo contro il mio, il mio corpo ebbe la reazione che ci si aspetta : un inizio di erezione. Prima di compromettermi troppo, la lasciai andare e mi diressi nel mio studio.

Dopo un paio d'ore passate a leggere, mi diressi in cucina per preparare la cena. Una volta pronta, andai nella camera della mia nipotina Claudia a chiamarla La porta della sua camera era aperta e la vidi. Sembrava un angioletto. Stava dormendo, voltata su un fianco, una gamba stesa ed una piegata, il culetto rivolto verso la porta, vestita come prima, ma la maglietta si era alzata fino sopra la cintura e le mutandine si erano infilate fra le chiappette sode.

A vederla così, mi venne una nuova erezione. Mi sedetti sul bordo del letto e le posai la mano sul fianco, per svegliarla. Lei si voltò verso di me e aprì gli occhioni scuri ancora velati da sonno. La maglietta, che era risalita sopra l'ombelico, le aderiva al corpo e vidi che non indossava il reggiseno. Le sue tettine, forse una seconda misura, non ne avevano sicuramente bisogno. La mutandina bianca faceva vedere l'ombra scura di una peluria scura sull'inguine. Il mio cazzo era duro come il sasso e spingeva sotto i pantaloni. Meno male che erano larghi, la luce era poca e potevo mimetizzare l'erezione, mentre mi dicevo che ero un porco, che non dovevo che era la mia nipotina, e così via.

-”Mmmmm, che bella dormita, ne avevo proprio bisogno nonno. Mi hai chiamato perchè la cena è pronta ?”, fece, stiracchiandosi.

-”Sì, piccolina, vieni pure in cucina.”

Sempre così vestita (o svestita, come preferite), mi raggiunse a tavola, dove avevo servito la cena. Mangiammo, parlammo un po della sua vita precedente, bevemmo un paio di bicchieri di vino ed infine, con uno sbadiglio mi disse

-”Caro nonno, scusami, ma sono ancora molto stanca. Posso andare a dormire ?”

-”Certo piccola mia, fai pure. Oramai questa è casa tua per i prossimi mesi.”

Allora si alzò da tavola, mi venne vicino e diede un bacio sulla guancia, dicendo

-”Grazie nonno, buona notte”

-”Buona notte, piccolina, dormi bene.”

Io andai in sala a guardare un po la tv e, dopo un paio d'ore andai a dormire. Devo chiarire che, siccome era autunno e faceva freddino, il condominio aveva acceso il riscaldamento che, come al solito, era eccessivo. Per andare nella mia stanza passai davanti a quella di Claudia. La porta era aperta (Ma non la chiude mai ? Mi chiesi) e lei dormiva a pancia in giù. Indossava una corta e leggera camicia da notte e le solite mutandine bianche e stava sopra la biancheria del letto visto proprio il caldo.

Fra le abluzioni serali, quel giorno dovetti inserire anche una sega, vista l'eccitazione provata più volte durante il pomeriggio e la sera. Infine mi ritirai a dormire, nudo come al solito, sotto un lenzuolo, lasciando, come d'abitudine, la porta della camera aperta.

Al mattino seguente, al risveglio, mi infilai un paio di calzoncini corti, senza mutande, feci le solite cose e poi mi diressi in cucina a preparare la colazione. Mentre stavo prendendo il caffè arrivò Claudia. La sua camicia da notte, alquanto corta, era anche semitrasparente, cose di cui la sera prima non mi ero accorto. Ebbi così modo di vedere le sue splendide tettine con i capezzolini rosa.

Mi venne vicino e mi diede un bacio sulla guancia.

-”Buongiorno nonno, sapessi che bella dormita che ho fatto !”

-”Buongiorno angelo mio, vuoi che ti prepari la colazione ?”

-”No, non preoccuparti faccio da me, basta che tu mi dica dove sono le cose.”

Meno male, pensai, perché, al vederla così, praticamente nuda, mi era venuto duro e, con i pantaloncini corti e senza mutande, sarebbe stato impossibile nascondere l'erezione. Si preparò il caffè, prese le altre cose dal frigo e si sedette in fronte a me a fare colazione. Parlammo di tante cose, della sua famiglia, della mia, di cosa avrebbe voluto dalla vita. Insomma, si dimostrò una ragazza seria, intelligente, con idee abbastanza chiare, come potrebbe avere una diciottenne, comunque. Mi disse anche che avrebbe compiuto i 19 anni in novembre.

-”Hai un ragazzo, un fidanzato”, le chiesi.

-”No, sai, nonno, ogni tanto esco con qualcuno proprio per non restare chiusa in casa, ma i miei coetanei sono frivoli, irruenti, cercano subito di allungare le mani, di saltarti addosso. Non li sopporto.”

-”Effettivamente, gli uomini maturi riescono a parlare meglio, anche perché le esperienze le hanno avute, hanno imparato a capire e rispettare le donne. Ma sai, quando una ragazza è bella come te, alle volte a qualcuno viene la tentazione di toccarti per vedere se è tutto vero.”

-”Oh, dai nonno, ovvio che è tutto vero, hahahaha.”

-”Ma dimmi, non chiudi mai le porte ?”

-”Siccome giù a casa ho una specie di appartamentino tutto mio, in realtà, non le chiudo mai, tranne la porta d'ingresso. Perché ? Ti disturba ?”

-”Ma no, cara, anzi. Neppure io chiudo le porte delle camere, visto che vivo solo. Ma pensavo che stando con un uomo che non è tuo marito, avresti voluto un po di privacy.”

-”Ma sei mio nonno, non ho nulla da nasconderti. E poi è casa tua, faccio come vuoi.”

-”Fai pure come sei abituata, non mi disturbi, anzi”, replicai, pensando, invece fra me e me, “sarebbe meglio nascondessi qualcosa, cara mia!”

Dopo colazione, ognuno si ritirò nel proprio bagno per le abluzioni mattutine. Poi io mi vestii per uscire e vide che anche lei aveva fatto altrettanto, imbottendosi in pantaloni lunghi ed un maglione girocollo.

-”Nonno, vado all'università. Mi sono iscritta online da casa ma devo perfezionare mostrando i miei documenti, e poi devo prendere informazioni sui corsi. Come si fa ad arrivare ?”

-”Non preoccuparti, ti ci porto io, per questa volta. Ma dimmi, hai un cellulare italiano ?”

-”No.”

-”Bene, allora, prima di tutto, andremo a prendertene uno, così ci potremo tenere in contatto spendendo di meno.”

Uscimmo, le acquistai un cellulare in un negozio specializzato e l'accompagnai all'università, dopo averle spiegato come fare per ritornare al mio appartamento. Io feci la spesa e poi ritornai a casa.

Verso mezzogiorno mi arrivò una telefonata da Claudia, mi comunicava che aveva conosciuto alcune ragazze che facevano il suo stesso corso e che non sarebbe rientrata per pranzo.

Al pomeriggio, al suo rientro, si mise subito piuttosto svestita, viste le temperature nell'appartamento, e venne a sedersi nel mio studio per raccontarmi la sua giornata. Era una ragazza entusiasta piena di vita, osservatrice. Mi raccontò dell'università, delle nuove amiche, di quello che aveva visto della città, insomma, mi tenne per oltre un'ora a far conversazione, poi mi chiese se poteva accedere ad internet per mandare dei messaggi ai suoi genitori ed agli amici, così le diedi i parametri per connettersi.

Io, frattempo, mi misi a preparare la cena. Dopo un po' arrivò Claudia e mi disse che voleva aiutarmi, allora le chiesi di preparare la tavola e le indicai dove prendere le cose. Lei, sempre con la maglietta del giorno prima, corta che le copriva appena il sederino, si diede da fare. Ad un certo punto le cadde qualcosa e si chinò, lasciandomi vedere il culetto, coperto, quella sera, da un perizomino, nero. Ragazzi, roba da infarto. All'erezione immediata, reagii voltandomi verso un'altra parte per non farmi vedere. Quando mi calmai, finii di preparare la cena. Mangiammo conversando del più e del meno e poi io mi avviai in sala per guardare un po di tv.

Mi sedetti sul divano e lei mi si sedette vicino. Dopo un po, si accoccolò al mio fianco, piegando le gambe sotto di sé. Allora le passai il braccio attorno alle spalle, e si appoggiò mollemente sul mio petto.

-”Che bello, nonno, stare così, a casa. Sai mi piace farmi coccolare, ma il mio papà era sempre un pochino freddo. Invece tu mi sembri più dolce. Com'è che la nonna se ne andò ?”

Sempre tenendola contro di me, le spiegai la situazione, del fatto che le mia ex, sua nonna, voleva “realizzarsi” ma che, a mio avviso, semplicemente non sapeva che cosa voleva dalla vita.

Passammo così una serata tranquilla, in casa. Poi, verso le 11 si alzò e si diresse verso la sua camera. Dopo un po' arrivò nella sua camiciola da notte corta e trasparente per darmi il bacio della buonanotte. Dovetti farmi forza per non saltarle addosso, ma dovetti anche nascondere l'erezione al vederla nuda sotto la camiciola. La porcellina si era levata anche le micro mutandine che aveva prima !

Andai a letto ma non potei trattenermi dal masturbarmi pensando alla ragazza che dormiva nella stanza accanto.

Le prime giornate trascorsero così, con le che finiva la giornata accoccolata contro di me sul divano mentre mi raccontava le novità di giornata. Per me era nel contempo un immenso piacere avere attorno una ragazza così piena di vita, così, al naturale, del tipo acqua e sapone, ed un tormento vederla così sexy, alle volte seminuda, oppure, come mi capitò qualche volta, completamente nuda che faceva la doccia o si cambiava con la porta della camera e del bagno aperte.

Usciva raramente la sera, le amicizie non erano ancora formate, ma quelle poche volte rientrava sempre presto e mi trovava spesso ancora a guardare la tv oppure a leggere in sala. Allora si sedeva, accoccolata al mio fianco, mettendosi il mio braccio attorno alle spalle, e mi raccontava la sua serata, prima di andare a dormire.

Dopo alcuni giorni così, una sera, dopo essere andata in camera sua ed avermi lasciato a leggere nella mi poltrona preferita, me la vidi ricomparire davanti. Addosso soltanto una camicia da notte trasparente, cortissima e con le spalline.

-”Nonno, non riesco a dormire, mi abbracceresti per un po ?”

-”Ma certo piccolina.”

E si sedette sulle mie ginocchia, appoggiando la testolina sulla mia spalla e passandomi le braccia attorno al collo. Io la presi e la tenni abbracciata. Ma il mio membro, con quella meraviglia della natura in grembo iniziò a dare segni di risveglio. Io non potevo fare nulla, con lei in grembo. Indubbiamente lei so sentì contro il suo sederino e si mosse come per sistemarsi meglio, senza dire nulla, facendolo proprio incunearsi fra le sue chiappette. La corta camiciola non copriva praticamente nulla e c'erano soltanto i leggeri pantaloni della mia tuta a separarci. Pian piano i suoi capezzolini divennero turgidi, spingendo contro la stoffa della camiciola. Facendo finta di nulla, li sfiorai delicatamente con un braccio e Claudia ebbe un brivido. Allora mi spinsi oltre e abbassai la mano fino a posarla sulla sua coscia scoperta, per poi risalire dolcemente verso il suo culetto, che strinsi delicatamente. Nel frattempo, una spallina era scesa scoprendo una delle sue stupende tettina. Restammo così per qualche minuto poi mi disse :

-”Oh, nonno, che bello è stare così, fra le tue braccia, mi fai sentire così bene, protetta, vorrei restare così per sempre.”

Attesi così fintanto che, ad un certo punto lei mi diede un bacio, dolcissimo, sulla bocca, si alzò ed andò a letto. Io rimasi lì ancora per un po, poi tirai fuori il mio cazzo dai pantaloni ed iniziai una sega che finii al gabinetto. Infine andai a letto, nudo come al solito, ma non riuscii a dormire.
Quella notte si alzò un vento fortissimo, cosa che qui da noi succede spesso, specie in autunno ed inizio inverno. Le raffiche sono rumorose e, per chi non è abituato, possono dare apprensione.
Mentre stavo a letto, da solo, svegliata dal rumore, sulla soglia della mia camera apparve Claudia. La leggera camicia da notte, con la luce alle spalle, la faceva sembrare nuda.

Si avvicinò al letto e mi chiese

-”Cos'è tutto questo rumore ?”

-”Non preoccuparti, piccina, è soltanto la bora, il vento locale.”

-”Ma è impressionante, mi fa paura. Posso venire a letto conte, nonno ?”

-”Certo, vieni piccola mia, così ti sentirai più sicura.”

-”Grazie nonno”, fece, infilandosi sotto le lenzuola ed avvicinandosi fino ad accoccolarsi al mio fianco.

Io le passai un braccio attorno alle spalle e la avvicinai ancora di più, mentre lei mi mise un braccio sul petto. Nel frattempo, il mio uccello aveva già raggiunto la sua massima dimensione. Mi voltai leggermente verso di lei per abbracciarla meglio e la sfiorai con il pisellone. Ebbe un piccolo sussulto, ma si strinse ancora di più a me. A quel punto stavamo praticamente uno di fronte all'altro, vicinissimi.

Io la abbracciai stretta e la trassi leggermente a me, infilandole l'uccello fra le gambe. Lei emise un lungo sospiro. Mentre con una mano la tenevo, con l'altra inizia ad accarezzarla dolcemente, infilandola sotto la camiciola che piano piano alzai, mentre le accarezzavo la schiena, dal culetto fino al collo e poi di nuovo giù.

A quel punto lei emise un lungo sospiro ed alzò la testa verso di me. Posai le mie labbra delicatamente sulle sue, che iniziarono a rispondere al mio bacio. Tirai fuori la lingua e la infilai fra le sue labbra. Erano fresche ed avevano un sapore dolce. Lei aprì la boccuccia e mi accolse, intrecciando poi la sua lingua con la mia. Fu un bacio dolce, lungo, appassionato.

Ci baciammo ancora ed ancora, le baciai le labbra, gli occhi, il nasino. Poi la misi supina e accesi l'abatjour per vederla meglio. Teneva gli occhi chiusi e la bocca socchiusa. Le alzai la camiciola ed iniziai a sfilargliela del tutto. Lei mi aiutò inarcando prima la schiena e poi sollevando le spalle. Rimase completamente nuda. Era adorabile.

Iniziai allora a baciarla tutta, il visino, le labbra il collo, il petto, le tettine, le succhiai e le mordicchiai i capezzoli. Lei rimase immobile, lasciandosi fare tutto e sospirando. Io continuai a baciarla dolcemente giù fino all'inguine, coperto da un bellissimo ciuffetto nero. Poi, andai verso i piedini ed iniziai a risalire baciandola ancora ed ancora. Le aprii le gambe ed iniziai a baciarle l'interno delle cosce. Quando arrivai all'inguine, mise una manina quasi a coprire la sua patatina ma io la scostai dolcemente, baciandole la mano e poi la patatina. Era piccola e rosa, scostai le grandi labbra e le inizia a succhiare e mordicchiare dolcemente il clitoride.

Lei emise un lungo “ooohhhhh” inarcandosi come a spingere la fighetta verso di me. Allora iniziai ad infilare la lingua dentro alla sua dolcissima fìghetta, che oramai era un lago.

-”Mmmmmmmmmmmmmmmmm, ti prego continua così”, disse. Poi, dopo averle quasi fatto raggiungere l'orgasmo mi sollevai per risalire e le appoggiai il mio pisellone durissimo sulla patatina.

-”Ti prego, nonno, fai piano, sono vergine”, fece lei.

La guardai aveva il visino con un'espressione sognante. Poi, con una delle sue manine prese il mio membro e se lo infilò nella patatina. Iniziai a spingere lentamente, guardando le sue reazione. Era strettissima e, pur se bagnatissima, facevo fatica ad entrare. Ad un certo punto ebbe un leggero sussulto.

-”Ti faccio male ?”

-”Un pochino ma continua, per favore”

Continuai a spingere, oramai con la cappella tutta dentro fino a toccare l'imene. A quel punto diedi una spinta più decisa e lo ruppi. Lei ebbe un altro sussulto.

-”Ti ho fatto male, amore, chiesi.”

-”Si, un po, ma ora sta passando”, rispose.

Mi fermai ed attesi che si abituasse a quella presenza ingombrante dentro di lei. La osservavo. Stava ad occhi chiusi, leggermente contratta. Poi, un po alla volta il suo visino si distese ed iniziò a sorridere. Allora iniziai dei lunghi e lenti su e giù.

-”Oh si, ti prego, continua, per favore. Ti amooooooooo, ohhhhhhhhh, sììììììììììììì”, continuava a dire mentre io andavo su e giù.

Di colpo, giunta al massimo piacere, eruppe in un grido

-”Sììììììììììììììììììììììììììììììììììì, vengooooooooooooooooooooo”

Io seguitai a pompare. Lei ebbe almeno altri 2 orgasmi poi, infine, sentii salire il mio orgasmo. Allora lo sfilai velocemente e lo poggiai sul suo ventre, dove venni abbondantemente. Rimasi così per un po, appoggiato su di lei, ma mi levai presto, per non schiacciarla. Il suo bel faccino era tutto un programma, scarmigliata, stravolta dal piacere, ansimava.

Poi si voltò verso di me ed iniziò a baciarmi il viso, i capelli, il petto, mormorando

-”Grazie, grazie, oh che meraviglia.”

Alla fine, ci alzammo, ci lavammo vicendevolmente sotto la doccia, carezzandoci tutti, anche le parti intime. Poi prendemmo la biancheria del letto, la mettemmo in lavatrice per evitare che le macchie di sangue rimanessero, rifacemmo il letto ed infine ci coricammo abbracciati.
Dopo quella prima stupenda volta in cui si donò a me, non uscì più dal mio letto. Mentre all'esterno continuavamo con la finzione del nonno e la nipote, iniziammo a vivere come marito e moglie, facendo l'amore ogni giorno e più volte al giorno, in tutte le posizioni. Le insegnai a fare i pompini, a fare tutto per fare raggiungere ad un uomo il massimo piacere. Lei mi donò anche il suo culetto.
Ovviamente prendemmo tutte le precauzioni del caso affinché non rimanesse incinta, anche se lei ogni tanto mi parlava di avere un figlio nostro.

Ora sono passati alcuni mesi, le frequenta regolarmente l'università ma quando è a casa con me si scatena.

Qualche giorno fa mi disse :

-”Nonno, i miei vorrebbero che tornassi a casa per le vacanze. Ma io non voglio lasciarti, voglio rimanere qui con te, fare l'amore con te ogni giorno.”

-”Cuoricino, mio, dobbiamo stare attenti. Potrebbero venire qui per vedere come stai, come sei
sistemata, potrebbero sospettare qualcosa.”

-”Non mi interessa, voglio rimanere con te.”

E' giunta oramai la primavera. A me sembra di ritornare alla primavera della vita, nonostante i miei 66 anni. Ma non importa, la vita va vissuta giorno per giorno. La situazione non durerà in eterno, la mia nipotina alfine troverà l'uomo della sua vita, anche se ora dice che quell'uomo sono io. E ne sono molto felice.
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