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La mia futura nuora - 3


di bird2012
26.03.2012    |    38.991    |    3 9.7
"“Lo credi davvero? Io invece sono certa che proverà le delizie del paradiso… vedrai che quando avrò terminato il racconto non sarai ancora di questa..."
La mia futura nuora

3° Cap. – Il padre di Marta

La mattina seguente andai a scuola molto prima del normale: sapevo che Sandro arrivava sempre molto presto per prepararsi la lezione e speravo di incontrarlo da solo.
Infatti lo trovai nella sala dei professori.

“Ciao, Sandro, come va?”

“Magnificamente, grazie…”

I suoi occhi percorsero tutto il mio corpo… ero vestita particolarmente sexy, con magliettina attillata che metteva in risalto il mio seno, gonna scozzese a pieghe ben sopra al ginocchio, calze fumèe…

“Oggi ti vedo particolarmente in forma, Olga… se ti vesti così i tuoi alunni ti si fanno…” esclamò sorridendo.
Gli risposi sorridendo anche io.

“Magari!!!... è così difficile di questi tempi trovare roba buona e giovane con cui valga la pena… quando capita l’occasione bisogna coglierla al volo… come si dice? “Carpe diem”, ogni lasciata è persa…”

“Ti piacerebbe, eh!”

“Vuoi la verità? Ma non dirlo a nessuno, è un mio segreto… nelle mie fantasie sessuali c’è sempre una bella ammucchiata con tre o quattro aitanti diciottenni…”

“Addirittura tre o quattro… sei una donna insaziabile…”

“Ebbene si… dietro questa professoressa seria e professionale si cela una gran porcona…”

Cominciammo a ridere allegramente alle nostre battute, volevo creare un clima di complicità e confidenza.

“Ieri ho visto Marta, è venuta a casa a trovare Franco, mi accorgo sempre di più che è veramente una bella ragazza, anzi, per essere sinceri e scusa la volgarità, ma è proprio una gran bella fica. Sono sempre più contenta che sia la futura moglie di mio figlio… credo proprio che lo renderà felice e… soddisfatto… poi dopo quello che ho visto ieri… ha delle doti che non mi sarei mai aspettata in una ragazza della sua età… e questo me la rende ancora più simpatica… è veramente forte tua figlia…”

“Ti ringrazio per i complimenti, ma perché, cosa ti ha detto?”

“Veramente lei non mi ha detto niente…”

“Ma non hai detto che ieri vi siete viste?”

“Veramente sono io che ho visto lei… Marta non mi ha visto… era troppo impegnata…”

Ogni frase era accompagnata da sorrisetti e pause ambigue… volevo destare la sua curiosità…

“Che significa che non ti ha visto… stai parlando a indovinelli… parla chiaramente…”

“Ma non hai capito? Ho visto i nostri figli avere un incontro molto, ma molto ravvicinato… ieri sono tornata a casa prima del previsto… Franco e Marta stavano nella stanza da letto di Franco… la porta era socchiusa quel tanto che mi ha permesso di vedere e soprattutto sentire le loro performances… Sandro, avresti dovuto vedere… sono rimasta molto piacevolmente sorpresa nel vederli nel pieno esercizio delle loro funzioni… sono proprio eccezionali i nostri figli… chissà di chi avranno ripreso…”

Sandro era diventato tutto rosso: evidentemente il mio racconto non lo aveva lasciato indifferente…
Mi fissò…

“Ma stavano proprio… “

Non aveva il coraggio di terminare la frase, ma la terminai io per lui…

“Intendi dire “scopare”? Si, stavano scopando, ma la parola scopare è molto riduttiva e non rende assolutamente l’idea per descrivere ciò che ho visto…”

Mentre parlavo preparavo le cose da portare in classe, fingendo di non essere interessata a ciò che raccontavo, ma, come speravo, avevo destato l’interesse di Sandro.

“Cosa facevano per aver destato tanto la tua ammirazione?” mi chiese quasi a mezza bocca, ma lo volevo tenere sulle spine…

“No, Sandro, non puoi chiedermelo, forse ho sbagliato a raccontartelo… non è giusto che ti racconti i particolari della loro intimità… non voglio tradire la loro privacy… e poi è tua figlia… a me la cosa è piaciuta molto… ma a te?”

“Se non me lo dici come fai a saperlo? E poi… perché tu si e io no?”

“Ma io li ho visti per caso, non volevo spiarli deliberatamente…”

“Dai, ti prego, dimmelo… senti, facciamo una cosa… adesso stanno per iniziare le lezioni, ma oggi pomeriggio abbiamo i consigli di classe… rimaniamo a pranzo insieme… qui vicino alla scuola c’è un ristorantino con delle salette appartate, molto intimo, fatto proprio per le coppiette che vogliono pranzare in intimità… nessuno ci disturberà… il cameriere viene solo se chiamato con il campanello… potrai raccontarmi con calma dei nostri figli…”

Ero riuscita nel mio intento, ma continuai a fare la parte della ritrosa.

“Ok, andiamo a pranzo insieme, mi fa piacere, ma non so se me la sentirò di tradire i segreti dei nostri figli, le loro fantasie… comunque, stanno iniziando le lezioni… ci vediamo all’uscita della scuola…”

“Grazie, a più tardi…”

Alla fine delle lezioni andammo in questo ristorante e ci accomodammo in una saletta riservata per due persone… c’erano anche salette riservate per quattro o sei persone… certamente il ristorante era concepito per facilitare l’intimità anche tra diverse coppie.. era da tenere in considerazione…
Durante il pasto, leggero ma particolarmente gustoso, mi attendevo la sua domanda che non tardò a venire.

“Allora, mi racconti dei nostri figli?”

“Vuoi proprio saperlo nei particolari?”

“Si, ti prego…”

“Mi metti in imbarazzo, ci conosciamo da anni, siamo quasi consuoceri, ma non abbiamo mai parlato di sesso… adesso vuoi che ti racconti i particolari degli amplessi dei nostri figli… dovrò usare un linguaggio osceno…”

“Olga… ti prego…”

“Ok, sperando che il mio racconto non ti blocchi la digestione…”

Eravamo arrivati alla fine del pasto… il cameriere ci portò i caffè e i digestivi… Sandro gli disse di non disturbarci, a meno che non lo avessimo chiamato noi.
Mi fissò… in attesa… iniziai…

“Vedi, Sandro, la cosa che ho imparato ieri è che noi non conosciamo veramente i nostri figli… in tutti i sensi… pensiamo siano sempre bambini, invece crescono… eccome se crescono… ieri ho visto quanto è cresciuto mio figlio… quando ho visto il suo membro non credevo ai miei occhi…”

Sandro mi interruppe.

“Intendi dire… il suo… cazzo?”

“Ho capito, vuoi che sia più esplicita… si… il suo cazzo… mio figlio si ritrova tra le gambe una bestia, ad occhio e croce, di circa 25 centimetri, grosso come il polso di una bambina… sono rimasta impressionata, anche se, come madre, mi sono sentita orgogliosa di aver messo al mondo un ragazzo così dotato… e questo è stato solo l’inizio delle mie piacevoli scoperte…”

Sandro mi fissava…

“Che effetto ti ha fatto vedere il cazzo di tuo figlio?”

Fui presa alla sprovvista, non mi aspettavo una domanda del genere…

“Beh! Sinceramente… diciamo che non sono rimasta indifferente… anche se è di mio figlio un cazzo del genere è sempre molto stimolante per una donna…”

“Penso di si… ma Marta è solo una bambina… soffrirà le pene dell’inferno…”

Sorrisi.

“Lo credi davvero? Io invece sono certa che proverà le delizie del paradiso… vedrai che quando avrò terminato il racconto non sarai ancora di questa opinione…”

“Perché?”

“Perché è proprio di questo che sono rimasta sbalordita… Marta se lo prende tutto… completamente… fino ai testicoli… sia davanti che di dietro… si, cioè nella fica e nel culo… avrai certamente visto qualche film porno… quando il cazzo è molto grosso solo un pezzo penetra la donna, il resto rimane fuori… anche per le attrici porno rimane difficile prenderlo tutto…

Invece Marta è fantastica, non credevo ai miei occhi… come ho detto, riesce a prendersi tutti i 25 centimetri di cazzo fino alle palle, sia dentro la fica che dentro il culo… impressionante vedere quel randello di carne penetrarla completamente… il bello è che lei non ne soffre affatto, anzi, ne gode immensamente… spero non ti dispiaccia se dico che Marta è nata per godere e per far godere…”

Sandro mi guardava ammutolito, il viso paonazzo dall’eccitazione… le mie rivelazioni lo avevano certamente turbato… decisi di affondare il coltello…

“Prima mi hai chiesto che effetto mi ha fatto vedere il cazzo di mio figlio… adesso lo chiedo io a te… che effetto ti fa sapere Marta così porcella?”

Sandro seguitava a fissarmi senza parlare… non aveva il coraggio di esternare le sue sensazioni…

“Non dici niente… vuoi che lo scopra io?”

Mi tolsi la scarpa destra, allungai la gamba sotto il tavolo e posai il piede sopra la patta dei suoi pantaloni… sentii un cazzo durissimo e di ottime proporzioni…
Sandro spalancò gli occhi…

“Olga… cosa fai…”

“Sento che pensare a tua figlia ti fa un gran bell’effetto… però… sei ben messo…”

Cominciai a massaggiargli il cazzo con la pianta del piede… lo sentivo vibrare… la mia passera cominciava a lacrimare… Sandro chiuse gli occhi ed emise un profondo sospiro di piacere… l’espressione del suo viso mostrava chiaramente quanto gradisse questo trattamento.
Riaprì gli occhi e mi fissò nuovamente…

“Olga, ti prego… fermati… altrimenti mi fai venire dentro i pantaloni…”

Gli sorrisi, assumendo una espressione libidinosa da gran troia…

“Allora tiralo fuori… così non ti sporchi…”

“Ma… cosa dici…”

“Dai… tiralo fuori… mi piace molto vedere un uomo che se lo tocca…”

Il suo respiro cominciò a farsi pesante… la mano scese lentamente sotto il tavolo… il rumore della zip… la punta del cazzo a contatto del mio piede…
Cominciò a segarsi lentamente, mentre mi strofinava la cappella contro la pianta del piede… il suo viso era sempre più paonazzo dall’eccitazione… anche le mie mutandine erano sempre più umide… mi piaceva lo sfregamento della cappella contro il mio piede.

“Olga… anche a me piace molto vedere una donna che se la tocca…”

Gli sorrisi… finalmente… non ce la facevo più… stavo scoppiando se non mi toccavo la fica… ma volevo fosse lui a chiedermelo…

“Hai ragione…”

Mi piaceva accarezzarmela bene… mi tolsi le mutandine completamente umide del mio piacere e le posai sul tavolo… riallungai la gamba destra sotto il tavolo sopra il suo cazzo e allargando bene la coscia sinistra cominciai a passarmi le dita lungo lo spacco… lentamente… dalla vagina al clitoride… su e giù… su e giù… anche il mio respiro cominciò a farsi pesante…
Sandro non sapeva dove guardare… alternava il suo sguardo dal mio viso, al movimento del mio braccio, alle mutandine sul tavolo.

“Se desideri sentire il mio odore ne sarei lusingata…”

“Grazie…”

Prese le mutandine e le portò al naso… aspirò profondamente l’odore che emanavano, mentre sfregava con più vigore la cappella contro il mio piede…

“Dio santo… che buon odore hai…”

Intanto avevo afferrato il mio grilletto tra il pollice e l’indice e lo massaggiavo come fosse un piccolo cazzo… la situazione stava eccitandomi più di quanto sperassi.

“Credo che il mio sapore sia anche migliore…”

Sempre fissandomi mise in bocca la pattina delle mutandine intrisa dei miei umori e cominciò a succhiare la stoffa… mentre ne assaporava il gusto cominciò a gemere dal piacere.

“Ti piace?”

“Oh! Si… Olga… mi piace da morire…”

“Pensa se quel sapore fosse di tua figlia Marta… sarebbe molto più gustoso…”

Chiuse gli occhi, come per immaginare la scena.

“Perché mi dici questo…”

“Perché quello che ti ho raccontato è solo una parte di ciò che è accaduto ieri sera… manca la parte migliore…”

“Migliore anche di ciò che mi hai già detto?”

“Molto… riguarda le fantasie sessuali dei nostri bambini…”

“Come fantasie sessuali…”

“Perché, tu non ne hai di fantasie sessuali? Ognuno di noi ha fantasie che vorrebbe esaudire… anche le più inconfessabili… il problema è poterle realizzare, altrimenti ne risente il nostro sistema nervoso…”

“Tu ne hai?”

“Certo… e fino ad ora sono sempre riuscita ad esaudirle… e tu?”

Non rispose, non aveva il coraggio di confessare che si sarebbe voluto scopare sua figlia… cambiò discorso…

“Cosa intendevi per le fantasie sessuali dei nostri figli?”

“Vuoi proprio saperlo? Non temi di conoscere desideri inconfessabili?”

“Non mi importa… ti prego… dimmelo…”

“Va bene… vedi… i nostri figli, mentre scopavano, stavano giocando a padre e figlia… ovviamente Marta era la figlia, mentre Franco faceva la parte del padre… cioè tu… le frasi che uscivano dalle loro labbra erano inequivocabili…”

Sandro era allibito… non se lo aspettava…

“Vuoi dire che Marta… con me… suo padre…”

“Hai capito benissimo… fingeva di godere con te… quasi urlava il suo piacere… Sinceramente, Sandro, devo confessare che le frasi dette da Marta mi hanno messo addosso una eccitazione inaspettata…”

Sandro era cianotico dall’eccitazione… il suo braccio si muoveva più velocemente… sentivo il cazzo vibrare contro il piede… stava per scoppiare… io non ero da meno… sentitola mia sbroda colare dalla fica sulla sedia…

“Olga, ti prego… non stai scherzando?”

“Sul sesso non scherzo mai… tua figlia desidera scoparti… e non potendolo fare realmente si serve di Franco per realizzare un incesto virtuale…”

“E Franco cosa dice?”

“Franco è un porco come tua figlia… non solo è consenziente al rapporto incestuoso tra te e Marta, ma vorrebbe partecipare… l’ho sentito io dire: e Marta quasi urlando gli rispondeva: … anche le parole di mio figlio mi hanno fatto bagnare…”

Sandro cominciava a non essere più padrone di se…

“Troia… Marta… sei una troia… mia figlia è una troia… mi si vuole scopare… insieme a suo marito…”

“Sandro, non essere ipocrita… non te la scoperesti tua figlia?”

“Ma è contro la morale… è incesto…”

“Sarà pure immorale, ma sapessi quanto è bello godere con i propri figli… dovresti provare…”

Rivedevo Franco che mi sborrava in bocca… il suo splendido cazzo tra le mie mani…

“Ma tu che ne sai, Olga?”

“Perché non solo Marta vuole scoparti… anche Franco vuole scopare la sua mamma… ed io esaudisco sempre i desideri di mio figlio…”

“Dio mio… vuoi dire che te lo sei scopato?”

Mentii…

“No… ancora no… l’ho solo spompinato… avresti dovuto vederlo mentre mi schizzava in bocca urlando il mio nome. . Ho deciso di farmi scopare davanti a te e Marta… mentre tu le riempirai la gola di sborra…”

“Anche tu sei una troia… come Marta… Dio… sto per venire… siete due troie… tu… farti scopare da tuo figlio… pervertita…”

L’orgasmo stava arrivando per entrambi… accelerai il movimento sul grilletto, mentre mi strizzavo i capezzoli a morte…

“Si… siamo due adorabili troie… sborra Sandro… dai… sborra in bocca a tua figlia… mentre mio figlio mi chiava…aaaaahhh!!!! aaaaahhhhh!!!!!... vengoooo!!! Franco… amore di mammaaaa… sco..pa..miiii… scoooopaaaa tuaaaa maaaadddreeeeeeee…”

“Schizzoooo!!! Marrrrrtaaaaaaaaa… vuoi la mia sborraaaa… prendilaaaaa… Diooooo… sboooooorrrroooooo!!!!!! In bocca a mia figliaaaaaaaaaa!!! Vengoooooooo!!!”

Tolsi il piede dal suo cazzo e allargai le cosce più che potevo… sotto il tavolo sentivo gli schizzi di sborra colpirmi il ventre, le cosce, la mano…
Raccolsi un po’ di sborra e la portai alla bocca assaporandola…

“E’ buona la tua sborra, Sandro… come quella di mio figlio… è un peccato non farla assaggiare anche a tua figlia…”

Sandro aveva il volto trasfigurato… il braccio seguitava a muoversi… stava seguitando a segarsi il cazzo…

“Olga… non ho mai goduto tanto in vita mia…”

“Pensa quando te la scoperai realmente…”

“Vorrei… ma non trovo il coraggio…”

“Sabato sera non prendete impegni, tu e Marta… siete invitati e cena da me e mio figlio…”

Mi guardò con uno sguardo interrogativo…

“E cosa accadrà?”

“Soltanto ciò che ognuno di noi vorrà che accada…”

Rimanemmo qualche minuto in silenzio, terminando di bere i nostri digestivi.
Ci alzammo… mi accorsi che la sedia era completamente bagnata dei miei umori.
Sandro si avviò all’uscita per pagare il conto.

Quando arrivò il cameriere, un giovane dallo sguardo molto intraprendente, gli dissi che era caduta un po’ di acqua sulla sedia.
Mi fissò sfrontatamente, passò due dita sulla sedia e le portò alla bocca succhiandole…

“Questo è un elisir… no acqua…”

Gli sorrisi, mi voltai e mi diressi verso l’uscita.

“Signora, scusi… dimentica queste…”

Mi voltai… aveva le mie mutandine in mano… stavo talmente bene senza che le avevo dimenticate sul tavolo…

“Tienile pure… ad un cameriere così riservato è giusto dare una buona mancia…”

Non scorderò mai il suo sguardo…
Mentre mi allontanavo lo vidi portare le mie mutandine al naso…


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