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La vendetta di Nino


di makaresco
28.01.2013    |    35.057    |    1 9.2
"Troppo per il suo corpo già sconvolto dai precedenti colpi di lingua..."
Era passato più di un mese da quando Nino aveva iniziato a scopare con sua sorella Mirella e tutto filava liscio come l’olio. Anche se è facile pensare a niente di buono, nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare cosa sarebbe realmente accaduto se qualcuno li avesse scoperti. Neppure ciò che vi sto per raccontare.

Tutto è cominciato quando la sorella che si era trasferita a Roma per l’università tornò a trovare i genitori per le vacanze di natale. Aveva programmato di rimanere con loro a lungo. Circa 5 mesi da Dicembre a Maggio. Voleva approfittare della calma vita del paese di campagna in cui era nata non per rilassarsi ma per recuperare parte dell’anno accademico precedente. Troppe erano state le distrazioni in città.

Mirella aveva vent’anni ed era un anno più vecchia del fratello Nino. Entrambi bellissimi. Insieme sembravano due modelli da copertina. Atletico lui, 181 cm per 80 Kg. Carnagione olivastra. Occhi verdi. Capelli lisci di lunghezza media e di colore castano. Bellissima ragazza lei, dotata di un corpo mozzafiato. longilineo e con una terza di seno. Occhi cerulei. Capelli neri e lunghi come quelli di sua madre.

I due fratelli hanno sempre avuto un rapporto molto burrascoso sia durante la loro infanzia che adolescenza. Anche perché Mirella che aveva preso dal padre possedeva un carattere difficile. Amava il bellissimo fratello ma spesso per indole era portata ad arrabbiarsi senza motivo e di conseguenza aveva fama di essere una grandissima e cattivissima stronza.

Anche Nino provava sentimenti contrastanti. Da un lato le voleva molto bene, l’apprezzava come donna e la rispettava come sorella. Dall’altro non la poteva soffrire e se avesse potuto ne avrebbe fatto volentieri a meno. In breve, gran parte del tempo i due fratelli lo passavano a litigare, farsi dispetti e a rincorrersi a vicenda.

Ma quest'anno era del tutto diverso. Dal suo ritorno Mirella sembrava molto maturata, apparve sin da subito più gentile e ben disposta nei confronti di tutti. Specie per il fratello Nino. Non era più “Mira l’instabile” e Nino che era rimasto piacevolmente sorpreso da questo mutamento contraccambiava. Per la prima volta nella loro vita entrambi cominciarono a godere l’uno della piacevole compagnia dell’altro.

Una sera, i genitori erano andati a far visita ad alcuni amici, Nino e Mirella se ne stavano seduti in salotto a parlare del loro passato e a guardare la TV. Improvvisamente forse per via della complicità che si era da qualche giorno creata l'argomento di conversazione mutò sulla loro vita sessuale. Mirella sembrò lì per lì ben disposta a parlare circa le sue relazioni. Premesso che lei non desiderava legarsi a nessuno, gli raccontò, con dovizia di particolari, dei numerosi ragazzi con cui era uscita e delle nottate infuocate che alcuni di loro avevano saputo regalarle. A Nino quasi sembrò impossibile credere a ciò che udiva uscire dalla bocca della sorella. Con quella scioltezza poi e proprio con lui che al contrario mostrava una certa reticenza a parlare di queste cose. Del resto era ovvio che avesse ben poco da raccontare. Non aveva ancora compiuto diciannove anni e, come si suole dire, non era ancora uscito dal paese. Anche se era molto bello poteva solo parlare di Loredana, l’unica ragazza che aveva avuto. Se così si può affermare. Perché Nino era ancora vergine.

Nessuno può raccontare come successe. Diciamo che una cosa tira l’altra e che ad un certo punto Mirella si trovò nuda sul divano mentre il fratello altrettanto nudo giaceva tra le sue gambe con l’uccello interamente immerso nella sua figa rasata. Fu quella sera e grazie a sua sorella che Nino perse la verginità.

Da quel momento entrambi i fratelli cercarono di sfruttare ogni occasione per stare insieme. Ed infatti l’ultimo mese è stato un susseguirsi di scopate furiose. Ogni sera, quando i loro genitori, Carla e Mario, si ritiravano nella loro stanza, Nino sgattaiolava di nascosto in camera di Mirella e godeva in silenzio dei suoi favori incestuosi. Inizialmente preoccupati di essere scoperti presero tutte le precauzioni possibili. Osservavano attentamente i movimenti dei genitori e si comportavano di conseguenza. Ma presto divennero indulgenti e non se ne curarono più. Del resto il padre Mario difficilmente avrebbe potuto notare qualcosa perché per motivi di lavoro era sempre assente mentre la madre Carla, bè lei era sempre in casa ma da buona svampita sembrava non accorgersi mai di nulla.

Troppa sicurezza si paga e difatti una sera proprio mentre Nino stava venendo dentro la passera di sua sorella. Udirono sbattere furiosamente la porta della camera. Carla era lì in piedi esterrefatta, chissà da quanto li stava osservando – Ma cosa cavolo state facendo...siete impazziti – . Disse scuotendo le mani in segno di stupore. Sia Nino che Mirella cercarono di giustificarsi. Senza esito. Carla sembrava impazzita. Continuava a gesticolare. Non poteva credere a ciò che aveva visto ma l’aveva visto. Non vi era possibilità di equivoco. I suoi figli stavano facendo sesso tra di loro. Mai avrebbe pensato che potesse accadere una cosa del genere. Non nella sua famiglia. Era arrabbiata ma sembrò comunque ragionevole. Non fece scenate, i suoi figli erano adulti per cui non c’era molto da dire o da fare. Semmai c’era tanto da chiedere ma non era il tipo. Decise di tagliare corto: – Rivestitevi svergognati e tu Nino vai immediatamente in camera tua. Appena torna vostro padre faremo i conti… – . Disse con tono e fare gravosi. Entrambi i suoi figli ubbidirono. Nino docilmente si ritirò nella sua stanza.

Il giorno dopo Mirella si svegliò presto. Stabilì che non avrebbe aspettato il ritorno del padre e prese il primo treno per Roma determinata ad attendere da lontano l’esito per la sua condotta. Praticamente una fuga. Nino non la prese bene. In questo mese aveva imparato a conoscere sua sorella e se ne era profondamente innamorato. La sua partenza improvvisa lo fece cadere in uno strato di frustrazione. Per tutto il giorno non fece altro che pensare a lei e soprattutto alle forti sessioni di sesso cui l’aveva sottoposto e che erano diventati una droga. Non era da tanto che aveva iniziato a scopare ma sua sorella era riuscita in brevissimo tempo ad illuminarlo per bene circa i vari aspetti del piacere carnale e insieme avevano esplorato ciascuno di essi. Che si trattasse di leccare, scopare o di fare l’anale Mirella aveva cercato di educare il suo fratellino in ogni modo possibile e il suo allievo aveva eccelso in ogni campo. Nino provava dolore per l’assenza di sua sorella, provò a chiamarla più volte ma lei non rispondeva. Questo fece crescere in lui molta rabbia.

Nino sapeva che erano stati beccati per la loro negligenza. Tuttavia nei giorni successivi l’evento spostò la colpa su Carla. Era infuriato con sua madre perché entrando furtivamente nella sua vita privata aveva costretto Mirella a partire ed interrotto così la cosa più bella che gli fosse mai capitata. Anche se era sua madre doveva fargliela pagare. E questa non era l’unica cosa. Era anche preoccupato per come avrebbe reagito suo padre una volta informato dell’accaduto. Per fortuna di tutti Mario non era in città e sarebbe tornato solo la settimana dopo. Nino doveva fare qualcosa e doveva farlo prima del ritorno di Mario.

Realizzò che forse era meglio mettere da parte i propositi di vendetta e cercare di ottenere il silenzio di sua madre. Nino poteva - inventandosi una storia credibile - dimostrarsi dispiaciuto e chiedere perdono – Si ma come? – . Dal momento dell’incidente entrambi avevano smesso di parlarsi. Inoltre sapeva che la madre Carla era una donna profondamente religiosa e ai suoi occhi lui era colpevole del peccato di incesto. Capì che non sarebbe mai riuscito a persuaderla. E provò moltissima rabbia: – Sta vecchia rincoglionita mi sta rovinando la vita …Meriterebbe che pagassi qualcuno perché se la scopi di brutto così impara a farsi i cazzi suoi. Anzi quasi quasi lo faccio io. –. Mormorò a se stesso. Era sicuramente la rabbia per la partenza di Mirella che non lo faceva ragionare ma alla fine questo insano pensiero, nato casualmente dalla collera, gli sembrò una soluzione.

Ormai grazie agli insegnamenti della sorella era un uomo non solo sessualmente capace ma anche avvezzo all’incesto. Sua madre infine era una donna come tutte le altre, se aveva scopato Mirella poteva benissimo scopare anche lei. Ovviamente sapeva che difficilmente Carla glielo avrebbe lasciato fare . Decise che l’avrebbe forzata. Se fosse riuscito a scoparsela, consenzientemente o meno ne avrebbe sicuramente ottenuto il silenzio per complicità o per vergogna.

Prima della sua relazione con Mirella mai aveva pensato a sua madre come una donna scopabile. A dire il vero nella sua condizione di prima tutte e due le donne di casa erano inviolabili. Inoltre Carla gli era sempre apparsa come una piccola bigotta grassoccia. Mai la bella donna che era realmente. Adesso che grazie a sua sorella aveva provato il forte piacere dell’incesto la cosa cambiò. Nino ripensò a certi momenti di particolare ingenuità familiare, come ad esempio a quella volta che si era soffermato a guardale il culo senza interesse, mentre lei era china a tirare fuori l’arrosto dal forno. Quello che allora gli era sembrato un grosso e deforme sedere, adesso gli appariva come una voluttuosa rotondità. A pensarci bene questa sua madre grassoccia era ancora molto attraente, anche se lei non sembrava essere a conoscenza della sua prorompente femminilità. Nino sentì un improvvisa voglia di spingere in avanti il bacino: – Ecco è così che la devo prendere, da dietro e con il bavaglio, .. sta troia.. –. Immaginò. Nino si stupì di quanto duro gli era diventato il cazzo e stava ancora solo immaginando come sarebbe stato fottere sua madre.

Carla era una splendida 40 enne. Alta circa 170 cm per 68 Kg. Una donna morbida dalle curve generose e con le tette grandi. Non proprio una 90-60-90 ma ci si andava vicino. Veniva da una famiglia dell’entroterra ligure molto cattolica e conservatrice. Aveva incontrato Mario giù al mare a solo diciott’anni e subito si era innamorata. Era giovane, innocente e soprattutto molto bella. Mario era un tipo fascinoso. Poco meno di 30 anni ma già sistemato. Iniziarono a frequentarsi e cinque mesi più tardi, quando lei rimase incinta decisero di sposarsi. Mirella è arrivata dopo sette mesi dal loro matrimonio e Nino circa un anno dopo. Mario era anche molto ambizioso. Per la maggior parte del suo tempo dedito al lavoro era riuscito a fare carriera ricoprendo negli anni varie posizioni fino a diventare direttore generale dell’azienda per cui lavorava. Un incarico di prestigio ma che lo portava ad essere via di casa spesso e per parecchio tempo. Carla era un tipo più schivo. Incapace di imporsi lasciò il marito alla sua carriera e per se scelse il ruolo di madre devota e di casalinga. Si occupava di Nino e Mirella mentre il marito era via per lavoro.

La loro vita sessuale era molto sciapa. Qualche sveltina ogni tanto più per svuotare i coglioni di lui che per il piacere di lei. Del resto chi proviene da una famiglia conservatrice non si aspetta di più. Mario era un buon marito e Carla lo amava ancora molto. Ma era così occupato con la sua vita professionale che non aveva più molto tempo per il sesso. Nel corso degli anni i due coniugi avevano ridotto le scopate quasi a zero tanto che lei non ricordava nemmeno quando era stata l'ultima volta. Ma adesso Carla era molto confusa. L'episodio tra il figlio e la figlia cui aveva assistito attraverso la porta che avevano dimenticato di chiudere l’aveva sconcertata. E non soltanto per il fatto incestuoso che lei considerava peccato mortale. Carla non era in grado di spiegarsi perché avesse atteso così tanto a far smettere Nino e Mirella. Eppure era da un bel pezzo che li stava osservando. Perché li ha lasciati scopare fino alla fine senza interferire? Perché non ha provato la vergogna di chi spia ma al contrario si è sentita pervasa da un senso profondo come di una qualche emozione nascosta? Perché non ha provato disgusto guardando con particolare attenzione il cazzo di suo figlio che entrava nella fica di sua figlia? Perché rimproverandoli ha finto una rabbia che non provava realmente?..

Troppi interrogativi. Chiuse gli occhi per pensare liberamente ad altro ma le immagini di quella scopata continuavano a tornarle in mente. Il bel viso di Nino sepolto tra le gambe di sua sorella. Il cazzo di Nino dentro la bocca calda di Mirella. L’enorme cazzo di suo figlio che andava su e giù per la figa bagnata di sua figlia. Carla si vergognava e cercava di spostare la mente altrove, ma le immagini ritornavano. Trasposte. In particolare gli tornava in mente sempre il cazzo di Nino, sempre su e giù, sempre dentro la stessa fica. Ma non era una fica glabra come quella di Mirella era una leggermente diversa, più grande, più pelosa. Era la sua figa.

Carla stava sognando il cazzo di suo figlio dentro di lei. Non riusciva a capire perché le stava accadendo. Era sempre stata una moglie fedele, una madre amorevole. Aveva vissuto con Mario una forte passione i primi anni, ma il sesso non è mai stato una priorità nel loro matrimonio. Allora perché le stava accadendo. Più ci pensava più non trovava una risposta. Questo la preoccupava molto.

Nino non poteva immaginare che sua madre stesse sviluppando nuove ed impudiche sensazioni proprio a causa del suo incesto con la sorella Mirella. L’avesse saputo forse non avrebbe portato avanti il suo piano crudele. Pensò di provarci quel giorno stesso. Si era ripromesso che prima di prenderla con la forza avrebbe provato a convincerla con le buone ma in cuor suo sperava che questo non accadesse. Nino non voleva soltanto il silenzio voleva anche vendetta.

Quella sera mamma e figlio consumarono la loro cena silenziosamente in cucina. Carla cercava di mantenere un atteggiamento contrariato ma in realtà era ancora sepolta nei suoi vergognosi pensieri e per questo evitava lo sguardo del figlio. Finita la cena fu Nino a spezzare la quiete.

– Mamma, avrei qualcosa da dirti. Posso venire nella tua stanza?

Carla guardò finalmente suo figlio, ma non rispose. Nino aspettò un istante e poi interpretò il suo silenzio come accettazione. Si alzò, prese i piatti dal tavolo da pranzo li mise nel lavandino e prima di lasciare la stanza, disse:

– Ok, verrò da te più tardi.

Carla lo guardò uscire e poi come era solita fare tutte le sere pazientemente iniziò la sua routine. Mise i piatti nella lavastoviglie diede una veloce sistemata alla cucina e una volta finito si ritirò nella sua stanza. Nino la stava aspettando al varco. Carla aveva appena appena chiuso la porta della sua camera che suo figlio era già li. Pronto a bussare.

– Mamma, posso entrare? –. Senza aspettare risposta entrò nella stanza.

Carla non disse nulla ma rimase seduta sul suo letto a guardarlo interrogativamente.

– Mamma, ti devo chiedere una cosa.

– So cosa vuoi chiedermi. –. Rispose Carla sgarbatamente. – E’ inutile. Stai sicuro che racconterò ogni cosa a tuo padre.

– No Mamma. Non lo farai. Non ti conviene –. Disse Nino con tono riflessivo – E’ meglio che tu tenga questa cosa per te. Devi tenerla segreta. Ok? Io e Mirella facciamo sesso…E allora? Ormai è successo. Siamo entrambi adulti e consenzienti. Dirlo a papa non può certo contribuire a cambiare le cose. Servirà soltanto a creare un inutile scandalo. Mi hai capito?

– Essere adulti non significa che hai il diritto di dormire con tua sorella. –. Disse Carla stando bene attenta a non usare il verbo “scopare”.

– Si se è anche quello che vuole lei. –. Rispose Nino con tono più grave.

– Non esiste, avete commesso incesto non è solo un peccato gravissimo è anche un reato. Ma vi rendete conto che potete anche finire in galera.

– Solo se tu lo vai a sbandierare in giro.

Andarono avanti in modo quasi pacato per una mezzora ma ad un certo punto Nino capì che non ci sarebbe stato verso per cui cambio il tono in uno duro e minaccioso.

– Mamma adesso basta visto che non vuoi capirlo con le buone te lo faccio capire con le cattive.

– Ma che stai dicendo…attento a come mi parli ricordati che sono tua madre.

– Adesso farò in modo che tu non abbia il coraggio di aprire bocca. Vedrai…

– Vedrò cosa…? –. Carla sembrava non capire. Intuiva serietà nelle parole del figlio ma non poteva credere che quello che era stato il suo adorato bambino la stesse veramente minacciando. Coraggiosamente continuò a rimproverarlo. – Basta lo dico io .. Ormai ho deciso di dire tutto a tuo padre e glielo dirò –. Disse.

– Mamma guardami sono serio. Ti conviene stare zitta altrimenti per te finisce male..

– Ma falla finita. Finirai male tu quando torna tuo padre. –. Disse Carla.

– Ok, l’hai voluto tu.

Nino le si mise davanti e con un gesto spavaldo aprì furiosamente la cintura si sbottonò la patta dei pantaloni e tirò fuori il suo uccello. Improvvisamente Carla capì il senso di quelle minacce. Si tirò velocemente fuori dal letto e alzò la mano destra per colpire il figlio al volto con uno schiaffo. Carla cercava inutilmente di recuperare l’autorità di una madre. Nino non si fece sorprendere l’afferrò improvvisamente per il polso e la spinse giù nuovamente. Un colpo violento contro la parete del letto. A Carla sembro di svenire e rinvenire allo stesso tempo. La prima cosa che realizzò fu Nino sopra di lei che la teneva inchiodata con le gambe e le braccia. Ma non sentiva solo questo, c’era anche il suo cazzo. Fuori dalla patta sbottonata. Carla sentiva che il figlio stava eccitandosi strusciandosi su di lei. Di nuovo quella strana sensazione. La rimosse e con le gambe si mise a scalciare furiosamente. Cercò di liberarsi da quella presa ma lottò inutilmente o forse non lottò abbastanza.

Nino comunque era entrato preparato. Aveva portato dei legacci e li usò. Le bloccò prima le gambe e poi le braccia. Finito il bondage scese dal letto per ammirare la sua opera. Sua madre giaceva supina gambe a cavalcioni, gli arti legati alla testa e alla base del letto. Non era ancora nuda ma si vedeva benissimo che era una gran fica. La posizione forzata metteva in evidenza le abbondanti curve della donna. Il cazzo di Nino diventò duro come il cemento.

Nino si guardò soddisfatto la minchia la prese a pugno e girato lo sguardo verso sua madre cominciò a menarsela piano piano. E fu a questo punto che iniziò il personalissimo monologo che aveva precedentemente provato, cioè mentre pianificava questa scempiaggine:

– Prima che papà ritorni farò di te la mia puttana così tu non sarai più nella posizione di dire alcun che. A nessuno. ..

– Ero felice. Finalmente appagato. Scopavo la donna dei miei sogni ma tu hai dovuto per forza rompermi i coglioni. Perché? Non sono pur sempre tuo figlio. Non ti andava di vedermi contento o è gelosia? Sei gelosa di Mirella.. vero? L'hai sempre considerata una poco di buono. – La sua foce si fece aspra.

– Ascoltami troia. E’ giunto il momento che tu paghi pegno. Occhio per Occhio, Dente per dente. La tua fica di vecchia quarantenne per quella di Mirella. Forse te lo metterò anche nel culo. Ah.. puoi gridare quanto vuoi, siamo soli .. io e te.

Carla non aveva mai sentito cosi tante parole volgari tutte insieme. Durante i loro rapporti sessuali ne lei ne suo marito avevano mai usato le parole “cazzo”, “culo” o “figa”, anche quando erano stati giovani amanti. Ora suo figlio non solo l’aveva legata al suo letto ma le stava parlando nella maniera più sporca. Si sentiva impotente e si mise a singhiozzare anche se insieme all’umiliazione avvertì nuovamente quella strana sensazione. Carla tornò a meravigliarsi, il linguaggio sporco utilizzato da suo figlio non la offendeva più di tanto. Le sue parole rozze sembravano aver acceso dentro di lei una passione sconosciuta. Era nel bel mezzo di uno stupro ma non lo sentiva tale. Chiuse gli occhi. Nuovamente l’immagine del grosso cazzo di Nino che si muoveva su e giù per la sua fica. Si sentii fortemente in colpa per i suoi pensieri.

– Adesso si che ci siamo mamma . –. Disse Nino ridestandola.

Carla riaprì gli occhi e vide suo figlio sostare sul lato destro del letto che saldamente con la mano destra impugnava il suo uccello. Un brivido fortissimo le attraversò tutto il corpo. Nuovamente Il cazzo di suo figlio, quel cazzo che da due giorni le aveva contaminato la mente era lì a meno di un passo da lei. Poteva finalmente vederlo. Cercò di evitarlo ma qualcosa dentro di lei non le permise di muovere la testa dall'altra parte. Non poté non guardare. Era veramente grosso quel cazzo forse più grosso di quello di Mario. Ed era anche bellissimo. L’asta perfettamente dritta terminava su una grande cappella di colore violaceo. Folti peli ricci alla base del fusto eretto delimitavano l’attaccatura delle grandi palle. Sembravano essere piene. Piacevolmente piene.

– Non puoi farmi questo . –. Disse lei.

Carla cercò di riguadagnare la sua compostezza. Ancora una volta provava vergogna di se, dei suoi pensieri peccaminosi. Di reale c’era che suo figlio stava abusando di lei. La cosa non doveva piacerle, non poteva piacerle…

– Nino ti prego, smettila sono tua madre, questa cosa è da malati…ti prego fermati. –. le sue parole le sembrarono provenire da lontano. Così sembrò anche a Nino. La mente di Carla era in subbuglio a causa delle sensazioni contrastanti. Avrebbe voluto urlare ma un ulteriore occhiata al cazzo eretto del figlio bastò a smorzare quelle parole.

– Non pregarmi troia. Io so soltanto che con Mirella stavo benissimo e che tu hai rovinato la nostra felicità. Se ho potuto scopare mia sorella allora posso ficcare il mio cazzo dentro di te che sei mia madre. Quindi stai zitta e lasciami fare.

Nino era veramente arrabbiato. Ogni volta che pensava a Mirella perdeva la testa. Forse è per questo che non si accorse subito che sua madre Carla stava diventando via via più consenziente. Improvvisamente afferrò un lembo del vestito che indossava sua madre e lo tirò a se con ferocia. Il materiale sottile non resistette e in una frazione di secondo Carla si trovò in reggiseno e collant. Sotto portava uno slip di cotone bianco. Nino non si fermò la osservò solo un istante ma poi passò subito a toglierle il reggiseno. Una volta liberate dalla loro prigionia le tette grosse di Carla sbottarono in fuori come se fossero state collegate a delle molle.

Carla continuava ad essere sbalordita. Suo figlio le stava rimuovendo forzatamente i vestiti e stava per violare il suo corpo mentre lei giaceva impotente con le mani e i piedi legati. Una parte di se le diceva di urlare e lamentarsi ma allo stesso tempo un altra parte di lei voleva che suo figlio continuasse. Voleva che suo figlio l’apprezzasse come donna. Come già aveva fatto sua figlia Mirella anche Carla voleva sentire pulsare dentro la fica il cazzo enorme di suo figlio.

Ancora una volta Nino non realizzò che sua madre potesse essere in preda ad un conflitto interiore. Era troppo impegnato a toglierle i collant. Non potendo liberarle le gambe per paura che si rimettesse a scalciare decise di strapparglieli di dosso. Anche lo slip fece la stessa fine.

Finalmente poteva perdersi nello splendore del corpo nudo di sua madre. Non immaginava che potesse essere così bello. È vero, sua mamma non aveva una vitino da vespa ne le gambe lunghe e affusolate di sua sorella. Però aveva le tettone. Con la pelle bianca che aveva sua madre sembravano due cuscini morbidissimi anche se con le grosse aureole di colore marrone scuro formavano un curioso contrasto. Anche le cosce poplpose apparivano sode. Dalla posizione in cui Nino si trovava tutte le rotondità del corpo di Carla richiamavano pensieri peccaminosi.

La fica poi era qualcosa di insuperabile. Era pelosa. Nino non ne aveva mai visto una così. Mirella se la rasava. Ormai lo fanno tutte. Difficile vederne una non rasata dal vivo figuriamoci su Internet. Sua madre invece aveva un triangolo di peli perfetto. Essendo che Carla era legata a cavalcioni Nino le poteva vedere anche il clitoride fuoriuscire dalle grandi labra. Invidiò suo padre per avere avuto per anni il possesso di quella bellissima fica.

Pensava che glielo avrebbe schiaffato brutalmente dentro ma dopo aver visto tanta opulenza decise che quella non era una troia in cui sborrare e basta. Sua madre era una femmina da assaporare lentamente. Pertanto si sedette accanto al lei, appoggiò le mani sui suoi fianchi e inizio lentamente ad accarezzarle una coscia. Con cautela le toccò il ciuffo di soffici peli li in mezzo. Prima un dito poi l'altro iniziò così a farle un ditalino. Una scossa elettrica percorse il corpo di Carla. Non era stata una nuova esperienza. Qualcosa di simile l’aveva già provata quando Mario l’aveva toccata lì per la prima volta. Ma era passata un eternità. Il senso di colpa avrebbe voluto che lei rompesse le corde per scacciare la mano che stava violando le sue intimità. Ma il desiderio nascosto stava prendendo il sopravvento. Sentiva nonostante la risposta negativa della sua mente cosciente che la sua figa aveva iniziato a bagnarsi. Adesso più che vergogna aveva paura che suo figlio se ne accorgesse.

Nino fece scorrere per un bel po’ il dito lungo la fessura e sentito ad un certo punto il calore che emanava lo affondo al suo interno. – No! Ti prego, non farlo. – gridò Carla con imbarazzo. Ma ormai il dito era tutto dentro di lei e Nino quasi a farle dispetto lo mosse nuovamente su e giù. Poi ad un certo punto lo tirò fuori bagnato del nettare di sua madre, lo avvicino alla bocca ed assaggiò il sapore di quel succo con la lingua. – Fantastico! –. Sospirò Nino.

Mentre Carla guardava suo figlio succhiare il dito intriso della sua figa, un brivido di piacere le fece inarcare il bacino. Mario non aveva mai assaggiato il suo succo. In verità i due puritani non avevano mai praticato alcun tipo di sesso orale. Carla comprese che si stava lasciando andare e che Nino di sicuro l’aveva capito. Cercò di controllarsi.

Incurante della situazione di sua madre, Nino infilò la testa tra le sue gambe e con la lingua cominciò ad esplorare le umide profondità della sua figa. Carla per la prima volta nella sua vita sentì il tocco caldo di una lingua sulla sua vagina. Ed era quella di suo figlio. Quando Nino le prese in bocca il clitoride per succhiarlo avidamente lei perse ogni capacità di controllo. Il piacere immenso che stava sperimentando la stava facendo impazzire.

La fica di Carla rispondeva sbrodando senza inibizioni e Nino continuava a trangugiare il suo succo. Carla sentiva che stava per raggiungere l’orgasmo e aveva paura che stavolta sarebbe esplosa visibilmente. Non voleva far sapere a Nino che sua madre, la sua vittima di stupro, stava godendo come una vacca.

Fortunatamente fu Nino a rimandare la cosa. Proprio quando Carla era prossima a venire suo figlio smise di fotterla con la lingua. – È ora di farti assaggiare questo . –. Le disse indicandogli con la mano il bastone che aveva in mezzo alle gambe. Avrebbe preferito attendere ancora un po’ magari metterle il cazzo nella bocca, sperando che sua madre anche timidamente gli facesse un pompino, ma non era sicuro su come lei avrebbe reagito. Si era finalmente accorto che il corpo legato di sua madre stava rispondendo ai suoi stimoli (o che si stava rassegnando) ma aveva terrore che ci potesse essere ancora una qualche reazione ribelle. Una di quelle che non è il caso di sperimentare.

Allora Nino con tutte e due le braccia apri le sue cosce. Osservò la fica di sua madre per un istante come se dovesse prendere la mira, si aggiustò con una mano la punta del cazzo e glielo infilò dentro con un colpo di reni deciso. Carla soffocò il grido di piacere. Ce l'aveva finalmente. Nino comincio a pompare dentro sua madre così come gli aveva insegnato sua sorella. E Mirella non faceva altro che complimentarsi su quanto era diventato bravo specie in quella posizione. Per classiche che siano le posizioni con l’uomo da sopra sono quelle che permettono la maggiore penetrazione e consentono una duplice stimolazione sia della vagina che del clitoride e Mirella era una che voleva sentire bene bene la presa.

(Nota dell'autore: questa è’ un mio personale elogio della posizione del missionario e delle sue varianti che secondo me andrebbero rivalutate, chi non è d’accordo si astenga dal commentare perché non è necessario. Ognuno è libero di scopare come più gli piace ;-) )

Quella era anche la posizione immaginata da Carla. Solo che adesso era reale. Troppo per il suo corpo già sconvolto dai precedenti colpi di lingua. Neanche una decina di botte del cazzo di Nino e la fica di sua madre esplose in un orgasmo indescrivibile. Carla ormai era persa, contorcendosi a quel modo aveva levato al figlio ogni dubbio. Ormai era sua.

Nino finalmente comprese e questo lo portò al massimo dell’eccitazione. Ormai stava per venire. Tolse il cazzo dalla figa di sua madre e cominciò a sbatterlo freneticamente sulla sua faccia. – Mhmm...Allora ti piace vecchia bagascia ..Tieni… Mamma.. senti quanto me l'hai fatto gonfiare…senti quanto è duro – . Nino continuò a sbattere la sua cappella sulla testa della madre. – Mhmm...Sei proprio bona sai. Hai la fica caldissima e sbrodoli come una fontana. Minchia se mi stai facendo godere.... –. Disse Nino.

– Alla fine non è poi così brutto scopare uno della famiglia...Capisci adesso perchè VENGO CON TE...MAMMA. LO CAPISCI TROIA...

Si. Carla adesso lo capiva e non le importava più niente. Nino mise la cappella a pochi centimetri di distanza dalla sua faccia. – Ecco mamma.. vedi com’è facile...Adesso ti vengo addosso! – . Il primo getto di sperma finì direttamente nella sua bocca aperta senza che lei potesse far nulla per evitarlo. Carla si stupì. Aveva aperto la bocca per cercare di fermarlo. – No questo no! – . Voleva dirgli. Ma non ci riuscì. Carla pensava che avrebbe vomitato o perlomeno che avrebbe avuto un minimo gesto di schifo, qualcosa di simile ad un rigurgito, ma non accadde. Lentamente deglutì lo sperma di suo figlio. Il gusto caldo del liquido seminale sulla sua lingua le diede una tale scossa su per tutto il corpo che lei si trovò a muovere istintivamente la lingua. A Carla piaceva cosa stava accadendo. Nuovamente la fica le sembrò esplodere. Un onda d’urto fortissima. Un secondo orgasmo quasi subito dopo il primo, una sensazione mai provata prima. Nino continuò a menarselo. Ad ogni colpo di mano osservava compiaciuto i fiotti di sperma che cadevano sul viso già infradiciato della madre, sui suoi capelli, sulla sua fronte e persino sulle sue tette enormi.

Terminato il suo lavoro, il ragazzo sollevò un pezzo dei collant che aveva poco prima strappato dal corpo di sua madre e iniziò a pulirle il viso e la bocca. Carla avvertiva ancora la sborra meno densa colare giù dalle labbra, non poteva crederci ma usò nuovamente la lingua per trattenerla. Si sentiva in qualche modo più sollevata. Aveva gli occhi chiusi, il viso arrossato dall’intensità del suo piacere. Un piacere che aveva cercato di nascondere ma senza successo.

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