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Madame Marchand ispettrice scolastica, 9a parte


di sexitraumer
28.03.2015    |    23.764    |    0 8.1
"Mamma Ivana mi ignorò, allargò un po’ meglio le proprie cosce, e mosse ad arte il dildo ben piantato nella sua fica, affinché Piero la vedesse contrarsi e..."
“Ancora Umbi, dai ! Ahnnn ! Un altro colpo più in fondo ancora…respira e colpisci ! Ahnnnn ! Ohhhh…più avanti Umbi ! Ci deve entrare tuttoooooohhhhh ! Ohhhh !”
“Uuuummmfff !”
Preso un altro bel respiro, diedi un altro colpo a spingere, ed il mio cazzo adolescente venne ingoiato del tutto dentro il suo tiepido retto. Mamma Ivana mi incoraggiava dicendomi:
“Volevi sbattermi ?! Sbattimi bene allora ! Voglio sentirle le pallette che sbattono sulle natiche ! Dai Umbi ! Su…”
“Ahnnn ! Ahnnn ! Ah ! Ahnnn ! Ahnnn ! Oh ! Oh ! Ahnnnn !”
“AHHH ! Tieni !...UH ! Ahhhnnnnn! Eccoooohhhh !”
“Ohhhhhh ! Hohhhhh ! Lo sento il tuo siluro comandantino mio ! Muovilo dentroooohh ! Ahnnn ! Adessoooooohhhhh ! Attiva la testa autocercante ! Dai comandantino mio ! Voglio il tuo silurooooohhh !”
“Sìiiiii ! Ahnnnnnn ! Sìiiiii …Ahn ! Ahhn ! Ahnnnn ! Che cazzo dici dei siluri mammaaaaaahh !”
“L’ho letto su una rivista di tuo padreeeeehhhh ! Ohhhh ! Ahnnn ! Oh ! Vanno da soli sul bersaglio…si chiamava mark qua…!...ahn !...quarantottooooooh oooohhhh ! Ohhhh ! Muovilo, muovilo ! Il tuo cazzo, lo devi muovere, Umbi ! Oh !”
“…ahhhnnn ! Volevi così, mam..”
Venni subito interrotto senza che finissi di pronunziare l’ultima sillaba.
“Smuovimi il mazzo dai ! Portacelo tu il siluro sul bersaglioooohhhh ! Uh ! …ohhh le sento le pallette che sbattono…ahnnnn ! Scopamelo il culo Umbi, scopamelo ! Ahhnnn ! Hohhhh !”
Continuai a sbattermela sudato ed esaltato spadroneggiando con le mani sui suoi fianchi come giocassi a flipper. Credo che in quel momento, o meglio per un solo momento, la mia mente avesse colto in pieno il significato di una parola della quale di solito neppure bravissimi giuristi riescono a descrivere: il concetto materiale di proprietà; proprietà tra le mie mani salde su quei fianchi femminili. Mamma Ivana, o sceneggiava, o stava veramente godendo delle mie infiocinature. Mi impegnavo assicurandomi che le mie pallette dure sbattessero sulle sue natiche, come aveva chiesto lei. Purtroppo i momenti piacevoli passano veloci, e quelli esaltanti velocissimi…le mie pallette ed il mio inguine si scambiavano piacevolissime contrazioni, e sentivo le mie palle fuori caricare, caricare, e sempre indurirsi ed indurirsi; quando i miei coglioni incontravano le sue morbide vellutate natiche mi davano al cervello la repentina sensazione dello scoppio. Caricavo sempre più veloce, finché non sentii per un cortissimo istante un impulso viaggiare da inguine, palle, fino al centro della cappella, dove goduto un troppo corto ma intenso piacere sentii uscire il primo getto del mio sperma che si riversava nei suoi visceri, che avvolgevano quasi totalmente il mio cazzo…dopo una dozzina di buttate cominciavo a sentire solo prurito, sempre più insopportabile…sentivo dopo un torrente di piacere l’esigenza di uscire e sciacquare il mio cazzo con qualcosa di fresco. Tolsi il contatto, uscii dopo una sudata ormai fredda dal suo retto, e istintivamente, senza guardarmi il cazzo sporco di burro, sperma e cacca, presi dell’acqua fredda dal rubinetto della cucina, ed iniziai a sciacquarmi la cappella. Mamma Ivana, dapprima toccò i tasti del suo orologio digitale che aveva deposto sul tavolo mentre la inculavo; poi sbuffando ma senza urlare, prese una vaschetta di plastica, e mi lavò il cazzo lei stessa con l’acqua fredda del rubinetto del lavabo pentole ed un po’ di sapone da piatti che mi restituiva sensazioni piacevoli di fresco. Me lo lavò bene con le proprie dolci mani femminili, sgrassando bene asta e cappella con la schiuma. Io benché stanco mi godevo quel lavacro alla buona massaggiandole la vulva.
“Umbi ! Ho visto che ti sei impegnato. Nel tuo buchetto preferito ti sei trattenuto il più possibile, ma sei venuto alla fine !”
“Eh….!?!”
Mamma Ivana guardò l’orologio al quale doveva aver fermato la funzione cronometro. Ridendo disse:
“Solo quattro minutini Umbi !”
“…ahhh…è troppo poco mamma ?”
“Beh, il tuo cazzo non è enorme, e devo dire che mi fa godere dietro…la prossima volta a ritardare di tre minuti ed arrivare a sette pensi di riuscirci ?”
“Non so. Senti mò che mi ricarico perché non mi fai provare con la fica ?”
Mamma Ivana mi lavava il cazzo, e tollerava la mia mano sulla sua sorca. Poi, scostata la mano dalla propria vulva, mi disse:
“Va in bagno, vuota la vaschetta nella tazza, ti fai il bidet o meglio la doccia che sei sudato, su ! Fai presto però che tra dieci minuti vengo io in bagno che ho voglia di un bel bidet col sapone …ne ho bisogno, caso mai tuo padre mi mette le mani addosso mò che torna…tu dopo cena fila in camera tua a studiare, intesi ?! La fica me la farai godere un’altra volta, su ! Anhhhh ! Ti piace prenderla carognetta !...Ahn ! Va bene ! Fai…ahnnn…fai presto…ooohhhh… e non me lo ficchi dentro, che non… te la do !”
Com’ebbi il suo permesso implicito di masturbarla sul suo sesso caldo ripresi il massaggio di nuovo e cercai di “allungarlo” con delle domandine:
“Mamma, ti vorrei domandare…”
“Cosa ? Ahnnn ! Non voglio bagnarmi ! Non te la do Umbi…mi hai già inculata…non ti accontenti mai ?! Ahnnn ! Ohhhhhh ! Auhmnnnn ! Mhmmm !”
No, mamma Ivana aveva ragione; da buon viziato adolescente non mi accontentavo mai, e continuavo a massaggiarle la vulva che, sentivo bagnarsi…si lasciava masturbare…io continuavo con le domande…e con la mano e le dita …avevo la fica di quella bella ultraquarantenne tutta per me ! Ah, se mi avesse visto Piero…! Sborrava entro sei o sette prese di cazzo quando contemplava la foto in topless di mamma Ivana…io invece me la scopavo quasi a piacere…
“Leggi le riviste di armamenti di papà ?! Da quando ?!”
“Ahnnn ! Da…quaahhhh… quando mi annoioooooo… OH !…leggo di tutto a differenza di te ! Uhmmm ! Mannaggia a te carognetta ! Ohhhhhh ! Eraaaaaah… hummmm, uhnnn…un articolo su di un siluro pesante, dritto come un cazzo, che ha anche la guida terminale autonomaaaah…lo sapevi ?...uhmmmmm…lo sapevi… che all’inizio del lancio, ahnn !...ohhhh… li guidano col cavo a fibre ottiche ?...poi quando il bersaglio è acquisito il cavo viene tagliato ad un comando del sottomarino, ed il siluro va per conto suo…e bummmm ! Qui il buuum sto per farlo io ! Ohhhhhh ! Umbi, dai finisciiiiii….iiiiiiihhhh !”
Le prendevo la vulva stringevo, rilasciavo, e rimassaggiavo sempre più veloce, anche a scatti e domandavo innocentino…mentre sentivo la carne della sua fica gonfiarsi umidiccia…
“…già mi chiamavi comandantino…ti piace, eh ?!”
“Ohhhhh ! Ahhhhhnnnn ! Ti ho detto come guidarmelo dentro il tuo di siluro, no ?! Dai che sono zuppaaaaaahhh ! Ohhhnnn !...Ahnnnn, Sì ! Ancoraaaaahhhhh ! Ahnnn ! AHN ! Ci sei riuscito ! Sono bagnata e sporca… stringi, spremi…ahnnnn, sìiiiiiiii ! Ahn ! Ahn ! Ahn !...Ahn !”
“Già …!”
Mi bagnai tutta la mano del suo liquamino di godimento. Una bavetta di un paio di cm scarsi. Non le era dispiaciuto tutto sommato…mentre mi leccavo il dito sporco del suo godere mi diede uno spintone all’indietro impedendomi anche quell’assaggio di solleticante salaticcio, e mi ordinò:
“Ohhhh ! Ohhhhh !...Ahhnnnnn ! Basta adesso ! Ho goduto ! Fila via ! Va a lavarti …schifoso che fai !”
“…uhmmm…buono il salatino di fica…meglio del dado ! Devi farlo più spesso…”
“Umbi ! Imbecille ! Non si fanno certe cose ! Via il dito dalla bocca ! “
Ormai del tutto privo di dignità mi schermii dicendo:
“…ma negli AVI le lesbiche lo fanno sempre…”
“Sempre a scaricare da quel sega di Piero ! Con quello che ti do io…! ”
“No ! L’ho scaricati io colla chiavetta di casa, manco 300 mega…!”
“Bah ! Fila in bagno adesso ! O vuoi che ci vado prima io…? Niente doccia insieme porcellino ! Fila ! E fai i risciacqui col collutorio, o ti mollo un paio di ceffoni…! Bada ! Se cerchi di riscoparmi ti prendo a calci !”
Quel giorno avevo scopato già due volte: con Mariella, la prostituta che la mamma di Piero gli aveva più o meno surrettiziamente procurato, e lui a sua volta condiviso con me, come un ulteriore cliente, e con mamma Ivana…all’insaputa di Piero. Mi sembrava incredibile quanto sesso avessi potuto ottenere alla mia età. Mentre scopavo mia madre mi sembrava di desiderare di vederla scopata da qualcun altro: chi era quest’altro ? Piero ? Boh, forse no…o magari sì ?! E se avessi voluto offrire a Piero più di quanto mi aveva effettivamente chiesto? L’idea mi ronzava indefinitamente da qualche notte, un’idea pre-sega diciamo: Piero che si sbatte mia madre alla pecorina o a smorza-candela. Solo che mamma Ivana di Piero non ne aveva la minima stima definendolo spesso come “quel sega”…beh certo: di studiare non gli andava più di tanto, e mamma Ivana riteneva che la sua presenza mi facesse passare la voglia di studiare. No, non era così: la road map dei compiti la lasciava stabilire a me senza discuterla. Copiare, copiava. A cercare i video proibiti sul web era più bravo di me. Ma lui aveva l’ADSL, io la chiavetta web. A godersi la lettura della letteratura erotica era un fallimento totale. Perfettamente inutile fargli leggere il più o meno intenso romanzetto erotico della Parrel. A me eccitava e tantissimo anche. Il modo di vivere estremamente libertino e borghese di quella donna aveva qualcosa che mi attraeva ed era, naturalmente, la morbosità nel provocare del sesso spontaneo, e nondimeno intenso. A me Antoine non interessava, poiché si limitava a sfruttare una situazione oggettivamente malata in partenza: più o meno la situazione di casa mia. Da qualche tempo però avevo una certa voglia, un pruritino da soddisfare: il menage con mamma Ivana desideravo di viverlo con un’altra persona; sentivo tuttavia che quella persona non era Piero, anche se avrei voluto vedere la faccia di lui nella lontana ipotesi che mamma Ivana gliela desse…ero sicuro che il massimo per lui era chiedere di poterla spiare, e certo non scoparla. Piero il disprezzo di mia madre per lui in qualche modo doveva averlo percepito…ci riflettevo spesso tra me e me, e quest’opinione non riuscivo a cambiarla. Tuttavia avrei voluto offrirgliela per vedere se riusciva a scoparla realmente. L’occasione non si presentò per un paio di mesi…finché un pomeriggio telefonai a Piero e gli diedi appuntamento da me. Gli avrei dato la possibilità di fare il voyeur, se avesse portato con sé la sua longilinea cuginetta Serena, un anno più piccola di noi. Era la figlia della sorella della madre di Piero, la quale faceva la giocattolaia; o meglio la madre di Serena aveva un negozio di modellismo nel quale mi accorsi, dopo un paio di domande, e le risposte pigre a smorfia scostante della “vecchia” gli affari non andavano tanto bene. Anche Piero mi confidò, commentando il caratteraccio della zia nelle riposte, che clienti ne avevano pochi da qualche tempo, e avevano problemi sia col commercialista, che con le tasse... Serena era biondina, snella, e ben fatta; tette ne aveva pochine, ma i suoi occhi azzurri ripagavano del poco seno, mentre decisamente carino sembrava il suo culetto; Serena mi attraeva, e se ne era accorta; la vidi armeggiare un paio di volte sul cellulare nominando un certo Giuseppe, che avrebbe voluto far passare per il suo fidanzatino…Piero mi disse quella sera stessa che sua zia la figlia, la sera, non la faceva uscire: solo casa e negozio da quando era rimasta vedova dopo una separazione. A me Serena stava piacendo e volevo provare a…beh, lo intuite da soli anche voi. Con la complicità di mia madre avrei barattato il sesso con Serena in cambio dell’esibizione in complicità con mia madre. La qual cosa mi avrebbe procurato anche un certo alibi circa l’incesto con lei. Mi ero messo d’accordo con mamma Ivana: si sarebbe spogliata in camera da letto, ed il mio amico avrebbe potuto spiarla da dietro la porta opportunamente socchiusa; avrebbe visto per il novanta per cento del tempo il suo culo, e la fica riflessa nello specchio, a meno che non avesse deciso di fingere di voltarsi; mamma Ivana mi aveva promesso che non avrebbe guardato verso la porta, onde permettere al mio amico guardone di godersi lo spettacolo senza imbarazzarlo: ci tenevo. Quel pomeriggio Piero venne a casa mia, ed iniziammo a studiare traducendo le poesie di uno di quei metaphysical poets della letteratura inglese: la qual cosa, fatta secondo coscienza, ed usando un odiosissimo vocabolario inglese-inglese, ed inglese americano, il dictionary of contemporary english, portò via tre quarti d’ora; i più lunghi della nostra vita. Insistevo con Piero su a che ora arrivasse Serena. E lui dopo avermene promesso la presenza quell’oggi invece svicolava. Mi disse che avrebbe dovuto chiedere il permesso alla madre, di solito molto diffidente di tutti. Alla fine, mentre cercavo di cogliere se la traduzione era stata corretta, e non una più generica trasposizione sulla quale la nostra prof mi avrebbe non bacchettato, bensì umiliato, mamma Ivana fece capolino dalla porta con la scusa di salutarmi. Ignorò Piero aspettando che fosse lui a salutare a propria volta; non sono certo un esperto del galateo; comunque Piero da ospite esterno sorrise, ed alzandosi, le diede un tremante “buona sera signora” aspettandosi un cenno di risposta di mia madre che fu rapido, e si concluse con un “salve” piuttosto garbato. Informai mia madre che aspettavamo una terza persona di nome Serena, cugina di Piero…
“Ah ! E questa ragazza quanti anni ha ?”
“Uno meno di noi signora…”
“Studierà con voi ?”
Intervenni io mostrando il vocabolario costoso che la nostra stronzissima insegnante d’inglese aveva insistito che comprassimo. Piero precisò:
“Serena fa l’alberghiero, all’istituto Belvisi !”
“…e con voi che c’i’azzecca ?”
Chiese beffarda mamma Ivana; intervenni io:
“Pensavamo di aiutarla ! In inglese è debole.”
“Oh, povera lei ! Perché ? Voi sareste dei secchioni ?!”
“Beh, noi…”
“Umbi ! Io vado in camera da letto; devo cambiarmi prima di andare dal medico; se mi vede così finisce che il sostituto oggi mi scopa a studio !”
Mamma Ivana era diabolica nell’eccitare i maschi. Aveva un bel tailleur attillato, con le calze nere fumé ed un paio di tacchi…che gnocca !
“Oggi non c’è il dottor Tommasi ?”
“No. C’è il sostituto: il dottor Lolli; dicono che sia un provolino, nonostante l’età…”
“Eh signora ! Come lo si potrebbe biasimare ?! Lei è bellissima con quel tailleur !”
Ignoravo dove Piero, di solito pieno di timore reverenziale per la mia “divina” madre, avesse rimediato tutta quella disinvoltura; forse con la signora Mariella, una vera maestra di sesso - ah ce ne fossero ! - doveva essersi il qualche modo sbloccato…
“…?!...”
Cazzo ragazzi ! Un lungo attimo di vuoto. Piero stava andando un po’ sopra le righe del suo solito; mamma Ivana gli lanciò un’occhiataccia, e ci lasciò andando verso la sua stanza…
“Ih ! Che ho detto ?!”
Piero smarrito, convinto di aver rovinato tutto, si rivolse verso di me, che invece minimizzai, e a bassissima voce gli dissi:
“Tranquillo ! Tranquillo ! Aspettiamo due minuti, poi vado in avanscoperta, e ti dico se si fa…”
Piero, nervoso, guardò il proprio orologio; io ignorai il mio poiché Piero, ritenendosi mio insostituibile amico, aveva da tempo sincronizzato il suo orologio con il mio. I due minuti trascorsero, e gli bisbigliai:
“Aspetta qui sulla porta, ed intanto togliti le scarpe, dai !”
Piero tremando eseguì le mie istruzioni alla lettera. Io mi allontanai venti secondi, il tempo che occorreva dalla nostra stanza alla camera da letto in punta di piedi, ufficialmente per assicurarmi che le cose andassero come pianificato (a parte con mamma Ivana che aspettava in piedi verso lo specchio di spalle alla porta…) Tornai indietro, e segnalai a Piero il via libera…
“Ora ! Ha iniziato adesso, vai ! Tranquillo !”
“Non s’incazza, vero ?!”
“No. Essere spiata le piace, ma poi se deve fare altro chiude! Sbrigati mona!”
…si mosse con scatti felini silenziosissimi: non avrei immaginato che avesse preso così sul serio il nostro accordo…
Lasciai Piero a spiare da dietro la porta socchiusa e scoperta per due-tre millimetri; il mio amico poteva vedere mia madre che si spogliava del tailleur, lasciandosi le calze fumé; prima la camicetta con una certa lentezza, onde dar modo a Piero di gustarsi la bella schiena dritta di mia madre; poi la gonna, che venne giù in tre secondi; a giudicare dagli occhi tesi di Piero sembrava che stesse vedendo una donna nuda la prima volta…
Era rimasta col body di seta rimirandosi allo specchio come solo una bella donna sa fare, passandosi più volte le mani sul proprio corpo; poi d’improvviso tolse le mutande nere – e devo dire che sorprese anche me! – e Piero poté, teso come una corda di violino, imbambolato, stupefatto, godersi lo spacco del culo di mia madre, e le sue natiche rassodate dalla palestra fatta per anni, ed infine la fica ben riflessa dalla specchiera. Cazzo che troiona mamma Ivana ! Aveva aperto un cassetto in basso inarcando il culo a bella posta nell’inclinarsi. Il culo di mamma Ivana lo conoscevo; la qualcosa invece non era minimamente nota all’ingenuo Piero, che da parte sua aveva preso a toccarselo quel suo pisello…

Secondo attimo di vuoto: si voltò, e mise la propria vulva pelosa a disposizione degli occhi stralunati di Piero, che per la tensione sudava freddo; e poco ci mancò che sbiancassi, e forse sbiancai, anche io, sapete ?!…Mamma Ivana da un cassetto dell’armadio a muro aveva preso un oggetto: un dildo grande circa tre volte il mio cazzetto da liceale; si distese sul letto, e cominciò ad accarezzarsi le cosce dentro, e di lato con quell’enorme fallo artificiale. Avanti ed indietro tra le cosce, allargandole e restringendole di nuovo, quelle sue gambe perfette alla cui depilazione mi era sempre stato impedito di assistere. Ci si accarezzava anche i seni (- diamine ! Devo ricordarmi di chiederle una spagnola quando Piero andrà via…). Se lo portò anche un paio di volte alla bocca, facendoselo scorrere tra le labbra. Di tanto in tanto tirava fuori la lingua, poi accarezzatosi con sapienza il proprio clitoride, si procurò un’eccitazione e, lasciandomi sgomento, se lo cacciò dentro tutto velocemente con un gesto rapido e sicuro; iniziò a godere non appena se lo cacciò dentro, chiudendo gli occhi. Cazzo ! Un porno tutto per noi !
“Ahn !...Ohhhh !”
Era proprio eccitata. Le sue zinne di quarantenne stavano ancora su da sole…feci cenno a Piero, che si era tirato meccanicamente fuori il cazzo prendendo a menarselo, di provare a entrare e…approfittare per…sì, proprio per fottere mia madre ! Feci anch’io meccanicamente con le mie mani ed i miei avambracci i segni internazionali della scopata, invitando Piero ad entrare e fotterla. Io li avrei visti da fuori. Rimasto sorpreso di quel comportamento sessuale che mamma Ivana non aveva concordato con me, cercavo d’invitare Piero a realizzare la sua fantasia erotica: scopare mia madre gnocca. Piero inspiegabilmente timido, continuava a rifiutarsi, e continuò a menarsi l’uccello che avrebbe presto sborrato sulla porta di legno laccato. Invece all’improvviso, eccitatissimo che mi sarei scopata anche una vacca sul posto, non so cosa mi prese, ma reagii a quella sorpresa affatto concordata del dildo di mia madre: aprii io stesso la porta, e ce lo spinsi dentro, facendolo cadere ai lati del matrimoniale, dove mia madre giaceva nuda e languida con il dildo nella sua fica per due terzi; mamma Ivana, sorpresa, vide Piero spaventato per l’imbarazzo che la guardava smarrito…sudava freddo, era tutto un bagno di sudore; anche il colletto della sua camicia si bagnò insieme alla fronte.
“Ah ! E da quant’è che eri dietro la porta ?! Porco maiale ! Mi stavate spiando, eh ?! Eri d’accordo con Umbi, eh ?! Bastardini ! Ahn ! Siete, Oh ! Siete proprio due bastardini, sapete…!”
“Signora, mi scusi ! Io…oh la prego ! Non lo dica a suo marito ! Sì, lo ammetto, e le chiedo perdono, ero d’accordo con Umberto ! Perdono, signora, perdono ! Non lo dica ai miei ! Io…”
A quel punto ero quasi sicuro che mia madre lo avrebbe sbattuto fuori, ed invece ormai anche lei stava tirando fuori qualche idea piccantina ?...continuando a muovere il dildo avanti ed indietro si rivolse a Piero:
“Ero la tua fantasia preferita, vero mezzasega ?! Ohhhhhh ! Lo vorrei più grosso ancora…ahhhhh ! Sìiiiii !”
“Hai visto cosa intendo io per cazzo, adesso, mezzasega !?”
“Signora io…”
Mamma Ivana appariva concentrata nell’auto penetrazione, pur rivolgendo qualche sguardo languido e beffardo al mio amico ex segaiolo…
“Tu, cosa ?! Ahhhhhnnn!”
“Signora, dicevo io, non credevo che suo figlio mi avrebbe spinto qui ! Qui da lei signora, nel suo letto ! Io non volevo. Mi sarei accontentato di guardarla…lì da fuori dove ora c’è Umberto…”
“Beh, ormai sei qui ! E ce l’hai in mano ! Fatti una bella sega ! Dai, su ! Chè se mi andassero bene i vostri cazzetti mi sarei già fatta scopare da Umberto, mentre tu guardavi…mezzasega…Ohhhhhhh, ohhhhh, però quant’è grossooooohhh, e qui vengo, vengo…vengoooooohhhhh !”
“Ehi ! Umbi ! ma qui che devo fare ?!”
Piero me lo chiedeva in stato di smarrimento. Io da parte mia, da dietro la porta senza entrare a mia volta, alzavo le spalle, fingendo di essere sorpreso del dildo – e lo ero ! – provai a chiedere a mia madre:
“Mamma ! Non sapevo che ne avevi uno !”
“Ti sarebbe piaciuto vedermi giocarci forse !?”
“No, gli è che io credevo che…ti spogliavi e basta e allora…”
“…allora mi hai venduta a Piero !...Piccolo bastardo ! Comunque ormai, guarda se vuoi e non toccarmi ! Ahhhhnnn ! Ahhnnn ! Se ti si drizza fatti una bella sega ! E bada bene a non cercare di penetrarmi…non si tromba la madre, Umbi ! Ohhhhh, ohhhhh ! Un bel giocattolo ! Uhmmm, ohhhh, ahn ! Ahn !”
Mentre si muoveva avanti ed indietro il dildo, ingoiato per tre quarti dentro la sua fica, mia madre continuava ad interrogare beffardamente il povero Piero, che non riusciva a rimettersi in piedi essendo impegnato a reggersi in qualche modo sia il cazzo, sia la sua schiena in bilico da ginocchioni sul letto. Io me la ridevo da fuori la stanza, quando Piero restava catturato da mia madre che si masturbava in sua presenza. Mamma Ivana mi ignorò, allargò un po’ meglio le proprie cosce, e mosse ad arte il dildo ben piantato nella sua fica, affinché Piero la vedesse contrarsi e rilasciare quel po’ di tensione dalle labbra della vulva…quindi si rivolse fermamente a Piero:
“Guardavate eh !? Segaioli ! Speriamo non ve lo prendiate tra di voi, dopo questo bel porno casalingo ! …Ti piace la mia pancia calda Piero ?! Ogni tanto lo sento che mi sfiora…Smanetta, Piero, smanetta…! Poggia il tuo cazzetto sul mio ventre, così, dai…Chè l’Umberto dopo mi sente ! Oh se mi sente ! Ehi ! L’è proprio grosso stò coso !”
Piero carezzava con la sua cappella rossa il ventre caldo di mamma Ivana, e gradendone la dolcezza del contatto con la pelle ed il calore sembrava pago, anche se non l’avrebbe penetrata…
“Sìiiiiii, che figona ! Grazie, signora, grazieeeeehhhhhh !”
“No, non venire sulla coperta ! Guardamela ! E se vuoi odoramela, che la mamma del tuo amico si lava, sai… e sborrami la pancia ! Avanti mezza sega ! Mi volevi vedere nuda, no !?! Eccomi ! Guarda come lo prende ! UH ! Guarda la mia fica Pieretto, che il bigolo è la mia micina a muoverlo dentro, lo muove da solo…vedi Pieretto ?! Eccoti la figa di una milf ! Ohhh…è così che ci chiamate voi maschietti, no ?!”
Delle naturali contrazioni interne delle pareti della fica di mamma Ivana muovevano di lato quel dildo freddo e inanimato…ed evidente !
“…”
“Ahnnn ! Ahn ! Che c’è mezza sega ?! Dimmi ! Umberto era in debito con te per qualcosa ? Ahnnn! Ahnnn ! Gli avevi venduto uno spinello a credito per questo ?! OH ! Mi dimentico sempre quanto è durooooooohhhh ! Ohhhhh ! Ed anche quanto è lungooooooohhh !”
Piero era finito come paralizzato, in ginocchio sul letto, senza rendersene conto, sempre più imbarazzato ed intimidito dalla voce della sua “dea”, senza sapere cosa fare, già ginocchioni verso il corpo di mia madre, la quale si era accorta che quel cazzo, teso allo spasimo dall’eccitazione, fuori dai pantaloni, stava per buttare…per quel che potei vedere Piero colse l’unica occasione che aveva di leccarle la fica, in quel momento caldissima e bagnaticcia al tempo stesso: messosi di lato, si chinò a leccargliela sempre di lato, aspettandosi per lo meno una carezza alla nuca, come un incoraggiamento da parte della sua dea, che però non intendeva essere affettuosa. Le leccò il clitoride, con religioso rispetto, a lingua leggera e rapida, arrapando anche me, che però davanti a lui non potevo certo farmela, altrimenti avrei dovuto confessargli il nostro incesto…mamma Ivana, puttana e curiosa, si lasciò deliziare la fica servizievolmente dalla lingua, e dalla saliva dell’ormai scioccato Piero che avrebbe pure potuto fare più piano, e che aveva “dimenticato” il suo cazzetto duro appoggiato alla calda pancia di mamma Ivana, che da furba si stava godendo il lecchino al clitoride, con il dildo dentro, che veniva mosso dalla mano sinistra di mia madre. Piero rapidissimamente disse dopo l’ultimo guizzo di lingua:
“Mi permetta signora !”
“Ouhhh ! Cosa ?! Ahhhnnnnn ! Ahnnnn !”
“Muova quel cazzo, che le metto io pure un dito in culo ! Posso ?! Sì ?!”
“Il dito solo mezzasega ! E non ce lo mettere tutto !”
Dunque aveva razionalizzato allora…improvvisamente mentre Piero leccava famelico le pieghe della carne della fica ormai sporca, gonfia, e bagnata (grazie al dildo) della sua dea, dovette dopo aver ficcato il dito nel culo di mia madre, aver anche mosso inconsapevolmente il dildone dentro la sua grande fica. Mamma Ivana, nuda, a capezzoli eretti, ebbe uno scatto di cosce come una rana, e in un paio d’istanti bagnò la faccia di Piero, che si bagnava del suo “paradisetto”, mentre mamma Ivana non riusciva più a controllare il respiro: tre intensi rantoli, ed un dito medio nell’ano per metà che si muoveva quasi molleggiato.
“AHN !...uhhhhh ! AHN !...uhhhhh ! AHNNNNNN !”
“Così ! Lo muovo un po’ signora ! Mi scusi se le faccio male !”
“Sì, anche nel culo Pieretto delinquente ! AHN ! Sì ! Eccoteli ! ”
Male ?! Con quel dito piantato in culo – a quanto potevo vedere ben mosso - Mamma Ivana aveva goduto squirtando. Le contrazioni del ventre di mia madre erano inequivoche: Il dildo andava tolto; cosa che Piero ipnotizzato da quella vulva gonfia ed impalata non riusciva a fare. Entrai io e dopo un tentativo di leccata, tanto per assaggiare i suoi sapori intimi e salaticci, lo tolsi; mamma Ivana recitava perfettamente il suo disagio:
“No ! Imbecille ! Che ti lecchi lì ? Sono sempre tua madre, anche se mi piace masturbarmi ! Via, scemozzo ! Via ! Via !”
Finsi di nuovo di dare un altro tentativo di slinguata a quella sorca adulta e bagnata, quindi li lasciai di nuovo da soli. Ufficialmente non potevo scopare mamma Ivana, pur avendola “donata” al mio amico Piero.
“Lavalo in bagno ! Poi me lo riporti ! Ohhh, maledizione come lecca bene il tuo amichetto Piero ! Attento tu, che la lecchi troppo !...troppo bene, piccolo maniaco ! Ouhhh, ahn ! Ancora, Pieretto, ancora ! Sei bravo a rendere felice una donna…!”
“Sluuuurpppp, sluuuurpppp, è buona signora ! Ne vado matto ! Pciù, pciù ! Sluuurpppp, sluuuurpppp ! Che bella la fica, di lingua ! Sluuuuuurpppp !”
“Dai, porco ! Fammela esplodere ! Ohhhhhhhh ! Voglio godere ! Dai Pieretto, dai ! Ahnnn ! Per essere una mezzasega non sei male !”
Piero, a quel punto, godendosi quella fica ormai libera, leccava il più che poteva quel che ne usciva; qualunque cosa fosse; la baciava, la leccava, ci sovrapponeva la bocca in una sorta di bacio sovrapposto ingrandito; lì sì che ero invidioso marcio ormai della fica di mia madre ben esplorata dalla lingua del mio amico di scuola; il tutto sarò durato cinque minuti di rantoli e contrazioni del ventre di mia madre per il volto di Piero, velocissimo leccatore di tutta la sua pelle del sesso, senza che mia madre lo ostacolasse…ma carezze alla testa o alla nuca, niente…mamma Ivana non si conteneva più. Sembrava precipitare nei suoi mugolii goderecci:
“Oh !”
“Slurrrpppp, slaaaaaaappppp…ahnf ! Sluuuuurpppp !”
“Oh ! Oh ! Oh ! …lì, sì ! Proprio lì ! Continua piccolo bastardo ! Continua…ahhhh ! Oh ! Oh ! OHHHHH Mettilo tutto il dito nel culo ! Ora ! Dai…lingua lì, sul piccio, dai….Ahhnnnnnn !”
Piero aveva intuito: diede un colpo deciso e tutto il suo medio finì ingoiato dal retto di mia madre…fece seguire leccate rapidissime del meato e mamma Ivana ebbe un ultimo schizzo trasparente che finì direttamente in faccia a Piero ! L’animaccia sua ! L’aveva fatta godere, quel porco !
“Shhhhhprrzzzzzz !”
…poi dopo quattro-sei, comunque gli ultimi, colpi di lingua, dati con gentilezza al meato urinario dalla piccola lingua di Piero, mamma Ivana ritenne di essersi fatta pulire, e godere la fica abbastanza gli disse:
“Dai, basta ! Ho goduto ! Ahnnn, anche se, ahnnn, non pensavo di farlo con te ! Avvicinati al seno, che sei stato la vendetta di Umberto, che rosica, che, ahnn, non gliel’ho mai data !”
Poi fingendo di rivolgersi a me:
“Ehi ! Non giocarci troppo con quello che – ti ricordo – è mio ! Non mostrarlo a tuo padre Umbi !...Umbi…!”
“Eccolo signora, vorrei la cappella sul capezzolo…sto per sborrare signora, forse le vengo in faccia…Oh ! Ahn ! La a…av…verto prima…io credo che…vorrei venire…”
“Dallo a me ! Lo volevi sul capezzolo ?! Così ?”
“Sìiiihhhhh !”
“Vuoi carezzarmi il capezzolo col glande, più o meno al centro, vero Pieretto ?!...dai vieni !”
Mamma Ivana gli parlava con tranquilla dolcezza…
“P…pr…prronnn…nnta signora ?!...”
“Sì, aspetto il tuo schizzo di vita Piero…! Su, dai ! Vieni, vieni…”
Ero furente per essere stato escluso dai loro giochini, ma continuavo a guardarli inebetito. Mamma Ivana prese nella sua mano femminile il cazzetto dritto di Piero, e provò a stimolare il centro del glande con il proprio capezzolo ormai morbido e freddo. Piero solleticato si esaltava, sentendosi strusciato il suo glande sul seno caldo, dolce e vellutato di mamma Ivana; nonostante quelle carezze al glande sembrava non voler buttare, forse perché la libido di Piero si era già scaricata nella leccatissima di fica, che mamma Ivana si era fatta fare, un piccolo ma intenso bidet, per cui prese in mano il suo cazzo, ancora inspiegabilmente turgido saggiandone la durezza con due tiri; la vidi poi, al culmine della mia tristezza, prenderglielo in bocca un paio di secondi o poco più : il tempo di due succhi, e di due-tre passaggi appena sul glande a bocca semi aperta, vedevo la lingua muoversi rapida sul suo glande, e soffrivo, soffrivo…ora sapevo cos’era la vera invidia… poi con due carezze alle sue pallette con la mano sinistra date con disinvoltura, lo fece eiaculare con la presa a mano destra sul suo seno, non senza avergli lavorato il centro della cappella di lingua per solo tre secondi appena. Bastarono tre manate rapide, avanti ed indietro: Piero buttò tutto quel che poteva “imbiancando”a fiotti il seno destro di mamma Ivana; alla fine mamma Ivana, spalmatasi bene lo sperma sulla zinna investita, lo baciò brevemente sulle labbra, e prima di congedarlo gli fece un breve discorso:
“Senti Piero, anche se ti chiamo mezza sega, devo dire che hai avuto coraggio! Avresti potuto scappare per la vergogna, ma sei rimasto !…insomma bravo, però vedi di non farmi incazzare veramente…”
“Signora, lei è…”
…probabilmente voleva dirle che era bellissima, stupenda, e quant’altro: tutte ovvietà dato ch’era oggettivamente una bella donna; mamma Ivana non lo fece terminare continuando incurante della sua voglia di omaggiarla…
“…per cui, uno: non raccontare mai in giro quello che è successo qui! Che potrei finire in carcere…!”
“Signora io…”
Finalmente si era decisa a guardarmi dall’ingresso della porta col fallo in mano:
“Due: io da mio figlio Umberto, ti sarai accorto Piero, non posso farmi scopare ! Certo, lui lo desidera forse…ma io sono sua madre! Ed io con mio figlio, visto che l’ho concepito e partorito, non mi congiungo! Guardalo, è rimasto là fuori a toccarsi mentre ci guardava…!”
Non me n’ero accorto, ma per l’estrema tensione, una sorta di climax negativo, avevo anche pianto un po’; solo in questo momento me ne stavo accorgendo…mamma Ivana si rivolse verso di me:
“Allora Umbi, volevi suonare e sei stato suonato !…hai visto di cosa è capace mamma tua, quando la vendi ad un tuo amico ?!”
Mamma Ivana tornò a rivolgersi a Piero; stavolta di nuovo con lo stesso tono di distacco con cui gli si rivolgeva di solito; solo che adesso una certa confidenza tra loro due s’era creata…
“Piero, Pieretto, mezzasega! Tu sei stato una persona molto fortunata oggi, vero ?!...”
Mamma Ivana nel frattempo s’era alzata mostrando a Piero seduto sul letto, emotivamente sfinito, tutta la sua bellezza statuaria, la quale riprodotta in fotografia, usava farsi non poche seghe…
“Sì, signora.”
“Ti piacerebbe scoparmi con più calma?”
“Sì, signora, certo…anche adesso!”
La mia diabolica madre mostrava le spalle a Piero, mentre chinata col culo in evidenza, cercava delle mutandine pulite in un cassetto. Piero, con una rapidità da felino era sceso dal letto, e le aveva subito afferrato le natiche, baciandole più volte inguine ed ano; mamma Ivana lo lasciò fare, ostentando indifferenza; lo vidi leccarla lì dietro e dovetti reprimere un moto di stizza, una certa voglia di percuoterlo; dopotutto gli era stato permesso abbastanza…mia madre ruppe il contatto, e voltatasi gli mostrò la figa pelosa, che – manco a dirlo – Piero cercò di leccare di nuovo. Mamma gli disse:
“No. Adesso no! Comunque mi hai avuta, almeno per un po’…faresti una cosa per me e per Umberto?”
Era stato di nuovo respinto sul letto; rassegnato alla fine del sesso à la carte rispose:
“Sì, signora, se posso…”
“Mio figlio scopa poco; ce lo ha confessato. Sai, a me e a mio marito; con lo stipendio di lui non possiamo pagargli delle prostitute…un ufficiale della Guardia di Finanza non guadagna molto, e poi abbiamo il mutuo…”
Voltandosi verso la porta che mamma Ivana stava per attraversare, Piero, comprensivo, continuava a conversare:
“Economia domestica, signora! Lo so!”
“Sai, io anche se mi troverai una bella donna, non posso fare sesso con mio figlio, no ?! Mica sono una scopona dei manga…”
Mia madre gettò l’esca:
“Nostro figlio Umberto si è innamorato di tua cugina Serena…potresti metterci una buona parola con lei ?!”
Piero era di nuovo imbambolato ! Era proprio innamorato di mia madre…

“Se Serena volesse essere carina con Umberto, io potrei farlo un’altra volta con te !...pensa, in una camera d’albergo ! Io e te da soli. Che ne dici ?!”
“Signora il mio cellulare, lei ce l’ha ?”
“No ! E non lo voglio, sai ! Non metterei il tuo cellulare sulla rubrica del mio, se no mio marito poi chi lo sente ! Insomma tu ci metti una buona parola con Serena, ed io te la do un’altra volta: con tutta calma un bel rapporto completo, mi entrerai nella figa, e se ti comporterai bene ti farò entrare anche nel culo; prendo la pillola e ti farò venire dentro…sarà Umberto, che è tuo amico, a dirti dove potrai trovarmi…però insomma, pensi di persuadere Serena a dargliela ?!”
“Ci posso provare signora ! Le do la mia parola !”
Mamma Ivana, fingendosi contrariata, si rivolse a me bruscamente, togliendomi il dildo di mano:
“Dammi questo tu ! Chè non è un giocattolo da maschietti ! Manco se guardoni segaioli…”
Me ne tornai in camera a “studiare”…
“Bene. Ora dovresti uscire Pieretto, che devo entrare in bagno a lavarmi, e dopo ho bisogno di stare sola…vai a vedere che sta facendo quel tuo compare, vai…”
“Vado. Affare fatto signora!”
“Vai !”
Io finsi di essermene andato nella nostra stanza mogio e deluso. Piero da coglioncello, anzi da coglionato completo, vedendomi “intristito dallo choc” esordì:
“Senti, insomma! Perché quella faccia ? Mi ci hai spinto tu sul letto, Umberto !”
Finsi di essere deluso; ed un po’ in realtà lo ero stato…
“Ero convinto che ti buttava fuori; a me di solito prima mi lascia guardare un poco, appena appena che è senza mutande, prende il suo coso, e mi sbatte la porta in faccia ! Non vuole nemmeno che mi tocco davanti a lei! Senza metterglielo dentro intendo !”
“Umberto, mi dispiace che sia andata così…sai, non arrabbiarti, sono riuscito a leccarle la figona, uhhmmmm, sapessi quant’era buona, calda e salaticcia ! Un buon odore nonostante fosse bagnata bene già da un po’...ehi ! Quel gingillone gliene ha fatta cacciare di bava salata ! Scusa Umbi, me la sono leccata tutta ! Ho bisogno di dirtelo !”
Io invece non avevo mai mentito così spudoratamente: di tanto in tanto mi fingevo pure alterato, come se il mio amico Piero fosse andato troppo oltre…
“Beato te, io non ho mai potuto leccargliela. Ma mamma poi…?
“Poi che…?”
“No, dico ! Poi te l’ha preso pure in bocca ?”
“Oh sì, e mi ha fatto venire dopo tre slinguate sulla cappella ! Le ho sbiancato una zinna ! Ah, se avessi potuto venirle dentro!”
“Non se ne sarebbe neanche accorta ! Saranno tre anni che è malata di cazzo; cazzo grosso, o niente ! Dentro vuole sentirli grossi…lo so perché a me neanche lo guarda, e a papà voleva regalare uno di quei sviluppatori ingranditori per il pene, hai presente ?!”
“Sì, e lui ?”
“Uno schiaffo solo per averlo detto ! Mio papà è un moralista, ma mamma davanti a me lo difende sempre !”
“La mia invece, da gran cornuta perché chiattona, me lo distrugge sempre…”
“Senti, mia cugina Serena, mi stava dicendo tua madre, ti piace? Te la vorresti fare ?!”
“Sì, hai voglia, se me la farei …! Ma è così sulle sue…”
“Senti, io il massimo che ci ho fatto, è stato un palpeggiamento della chiappa più bassa durante il pranzo per una comunione…ogni volta che mi viene a trovare, non lo fa di buona lena, ma mi porta un modellino in regalo; ne avrò messi da parte dieci o dodici. Un giorno di questi me ne faccio montare uno da quel coglione di Angelo !”
“Angelo ?”
“Cazzo Umbi ! Non te lo ricordi quel soggetto che sapeva tutto di aerei militari, ce l’hai presente ?!”
“Sì è quello della quarta, un secchione del cazzo! Un bel fascetto filo governo ! Ci ho giocato a pallone, lo conosco: non sa fare i passaggi, e non sa reggersi nessuno in difesa, e se lo mettono in porta si fa segnare pure dai ciechi…”
“Beh, gli aerei li sa fare, sai…”
“E mo’ che c’entra quello sfigato ?! Cambia argomento, dimmi di Serena, ha una chiappa più bassa, hai detto ?!”
“Sì. Ascoltami, però! Mia zia sono due anni e rotti che non paga le tasse come dovrebbe…ora tu hai tuo padre in Finanza, no ?!”
“Sì ! E allora ?!”
“Basta che tu le dica che potresti chiedere a tuo padre di farle un trattamento di favore in ordine al reato tributario di omesso pagamento del…”
…Piero da ingenuotto lingua lunga (ai danni della sua parente, che, poveretta, doveva essersi confidata con sua sorella, la madre di Piero) mi disse su che cosa avrei potuto ricattare Serena; una ragazza carina alla quale mi sarebbe piaciuto farle il culo dal primo momento che la conobbi poche settimane fa. Il mio amico Piero davanti al miraggio di farsi mia madre come premio finale, si stava dando da fare affinché Serena in un futuro più o meno prossimo me la desse. Dal suo discorso però si capiva che ambiva a scoparla tutti e due in una sorta di mini gang bang. Dopo essersi vista favorire la sorca bagnata di mia madre alla sua linguetta da porco curioso avrebbe voluto scopare sua cugina in team con me. Io la fica e lui il culo…poi magari ci saremmo scambiati di posizione e Serena l’avrebbe preso in mano ed in bocca ad entrambi…come programma non era male ! Male proprio per niente. Io cercai di approfondire:
“…ma oggi viene ?!”
“Se non è venuta fino adesso…credo di no.”
“Perché non la chiami al cellulare…?”
“Non ho credito. E la cinque euro me la fanno lunedì…”
“Chiamala col mio!”
“Ai numeri estranei non risponde.”
“Cazzo d’un mona ! Mandale un sms prima…tieni, dai !”
“No, dai…a me al telefono mi tratta male ! I modelli me li manda sua madre, perché sua sorella le va a fare le pulizie gratis una volta a settimana, le vacanze insieme mai !”
“No, dai un cazzo ! Mia madre te l’ho fatta godere io, no ?! Se non ti spingevo dentro la stanza mi sborravi la porta e basta ! L’hai spiata, gliel’hai leccata, e le hai pure sborrato la zinna dopo che te l’ha preso in bocca…!”
“Va bene, ma con Serena ci deve essere l’occasione…pure lei lo sa che la vorrei scopare, ma non me la da…!”
Quel pomeriggio la cosa finì lì. Io alla sera rimasi solo perché mamma e papà uscirono per una cena, di quelle coi colleghi, che avevano le loro mogli. Aprii il romanzo erotico della Parrel che nelle mie immagini mentali, quelle che vi confido, diventava stra-porno…il capitolo era quello in cui Henriette scopriva la tresca di sua madre con Antoine; Madame Marchand aveva commesso un errore gravissimo, del tutto madornale: ricevere a casa Antoine e amoreggiare con lui in soggiorno, quel pomeriggio in cui erano da soli; Antoine, una volta sedutosi accanto a lei sul divano presero a guardare una videocassetta porno insieme. Le scene di sesso esplicito eccitarono entrambi, e dopo un paio di buchini sfondati da stupendi cazzi in tiro Anne Marie prese a baciarsi con Antoine cercandogli subito la lingua a mezz’aria per mescolare i loro aliti, la loro saliva, i loro sapori; un lunghissimo bacio per lo più liquido…Antoine d’istinto strinse il suo dito medio della sinistra nell’ano di lei, facilmente trovato dopo una rapida incursione sotto la gonna. Anne Marie, da brava porca sotto la gonna non aveva messo biancheria intima. Voleva facilitare al massimo quel ragazzo un po’ giocattolo che riusciva a farla sentire giovane, e puttana borghese. Interruppe il bacio solo per chiedere ad Antoine…
“Tutto dentro quel dito, non esitare Antoine, dentro ! Agganciami !”
“Sì, Anne Marie…ora cerco di ficcarcelo tutto…”
Anne Marie si era sganciata la gonna lasciandola cadere sul tappeto. Antoine completò la penetrazione e cominciò lentamente a muovere il medio dentro il colon retto della sua donna-amante…
“Ohi ! Muovilo ! Mi piace, mi piace !”
Anne Marie riprese a baciarlo, cercandogli il cazzo con la mano tra i pantaloni; con quei preliminari intensi doveva già essere diventato duretto. Anne Marie, apertagli la patta, e messegli le dita della mano tra le mutande, lo trovò e lo prese in mano. Spippatoglielo con sei o sette manate interruppe il bacio per prenderlo in bocca pronta a praticare alla cappella del suo Antoine un bel frullino salivoso di lingua, con delicati morsetti sul frenulo di quel cazzo dritto del suo giovanissimo amante: lingua sui lobi, puntatina al centro due o tre secondi e morsetti sul frenulo. Un’abilissima bocchinara, che suo marito ignorava da tempo. Caricato con quell’esperta fellatio il cannone di Antoine s’inginocchiò sul tappeto davanti al tavolino porta bibite al centro e allargandosi le natiche un paio di volte fece capire ad Antoine dove voleva essere penetrata. Il ragazzo poggiato il glande duro e grosso sul suo ano allenato in due secondi affondò dentro il retto di lei, infilandovi, quasi perdendovi tutta l’asta…

- Continua –
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