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Mamma, stanotte ti ho sognato


di geppettino2003
15.12.2015    |    46.027    |    1 7.7
"Nella penombra ho seguito il suo corpo irrigidirsi, trattenere il respiro, quasi singhiozzare, tremare, invocare qualcuno, o qualcosa, ed in poco..."
Quando una mamma si accorge che il proprio bambino sta abbandonando il gioviale mondo fanciullesco per proiettarsi in quello degli adolescenti, sa che tutto ciò che, da adesso in poi, gli accade è naturale.
È legge di natura.
Fa parte di quel ciclo della vita che piano piano sottrae i momenti del gioco per lasciare spazio a quegli strani, persistenti, formicolii al basso ventre, quei primi dolorini al bacino, che lo portano a scoprire che il suo pisellino cresce spontaneo, senza controllo si gonfia, diventa duro. Si accorge che può fare altro di molto più piacevole. Basta dare ascolto ad un'innefrenabile istinto e, lasciare libera la sua mano di accarezzarlo, stringerlo, di andare giù e sù, per percepire delle nuove sensazioni che in poco si trasformano in piacevoli emozioni.
Sorride, quindi, nello scoprire al mattino le lenzuola del suo lettino umide e macchiate. Il suo bambino sta crescendo e non deve preoccuparsi, sa come, e perché, ad ogni ragazzo può succedere che di notte ceda alle proprie fantasie! Non si chiede le origini, ne conosce i suoi pensieri più intimi, ma ne immagina, e tasta, i piacevoli effetti.
Chissà sogna, forse, di limonare con la bella ragazzina che lo tiene al telefono per ore intere, e se invece fosse la sua formosa professoressa, di cui è infatuato, in qualche provocante atteggiamento che stimola le sue perniciose fantasie, oppure rivive, con empatia, qualche scena piccante vista in TV.
Una mamma sa che basta veramente poco, in un ragazzino con gli ormoni in fermento, per cercare quelle nuove sensazioni.
Sa che è normale!
E lei, mamma, può fare ben poco!

Ma, inevitabilmente, si pone i primi problemi quando quei segnali diventano frequenti, quando quella sua apatia lo tiene per interi pomeriggi in casa, quando quei suoi solitari momenti diventano assidui, anche più volte al giorno.
Quindi comincia a
preoccuparsi di quei continui ritiri nel bagno, o di quella porta costantemente chiusa della sua camera, specialmente perché la resa scolastica comincia a risentirne.

Allora il ruolo di mamma le impone di scoprire di più. Le manca il conforto del padre, sempre più assente. Anzi quella sua riflessione: "Alla prima ragazzina che se lo porta a letto vedrai come gli passerà" la infastidisce. Quindi comincia a chiedere, cercando di non essere invadente, e non si accontenta delle evasive risposte che riceve. Approfitta della sua assenza per scoprire qualche segnale in camera sua, il suo computer potrebbe darle alcune risposte ma non lo sa usare. Rovista tra le sue cose, ma non trova nulla di compromettente che possa dargli un indizio, un segnale. Passa lunghi minuti seduta sul suo letto a pensare, con gli occhi che vagano incerti.

È tentata a bussare alla porta di quel bagno, magari con una banalissima scusa, entrare di sorpresa in camera sua.
Ma la assalgono i dubbi, forse la paura di accertare che quei suoi pensieri sono reali, scoprendolo magari intento a fare ciò che non è il caso vedere, completamente assente e concentrato su di un unico movimento.
Solo l'inevitabile possibile, successivo, impaccio ed il conseguente imbarazzo, unito alla sua certa vergogna, ne limitano il suo voler fare.
Sa che si troverebbe a non sapere che dire e lui, di converso, a che fare.
Ma intanto, giorno dopo giorno, le preoccupazioni crescono!

Ecco credo, che quello che sto vivendo io, sia il sicuro assillo di tante mamme. Quelle ansie che inevitabili crescono tra le mura domestiche e che ci accompagnano a riflettere. Pensare cosa poter fare, per aiutare il tuo bambino, senza riuscire a trovare la giusta soluzione, dovendo lasciare al tempo la soluzione del problema.

Queste sono le premesse per raccontare come si è trasformato il rapporto con il mio ragazzo.
Consapevole che è accaduto a tante mamme prima di me, che lo staranno, contemporaneamente, vivendo altre madri e, sicuramente, sono molte che lo desiderano!

Ieri, nel cuore della notte, ho ascoltato il mio ragazzo lamentarsi, gemiti strozzati prolungati, amplificati dal notturno silenzio diffuso in casa.
Mi sono alzata pochi passi per sostare solo qualche secondo in camera sua ed assistere ad un suo sonno tormentato.
Un corpo nervoso, nudo, con il solo lenzuolo a coprire le parti basse. Ho seguito scuotere più volte il suo capo. Il suo sussurrare frasi che non riuscivo ad interpretare, e le mani scorrere, continuamente, dal petto e tra le gambe.
Un onirico momento di un sicuro, e coinvolgente, sogno.
Certamente intrigante.
Forse quel film in seconda serata (recente omaggio alla splendida Laura a cui va il nostro commosso pensiero) che abbiamo visto assieme.
Chi non ricorda Malizia!
Lei innocente, e conturbante, su quella scala, e lui, il piccolo Alessandro, estasiarsi di tornite cosce.
Lei consapevole di quegli effetti, vittima, ma complice, degli spudorati attacchi del piccolo marpioncino.
Azioni subdole continue, costanti, che hanno sconfitto la resistenza della femmina, sino a farla cedere in una notte buia e tempestosa, ed offrire al piccolo stallone le gioie che solo una giumenta esperta sa fare.

Nella penombra ho seguito il suo corpo
irrigidirsi, trattenere il respiro, quasi singhiozzare, tremare, invocare qualcuno, o qualcosa, ed in poco l'espressione del suo viso tornare normale, il respiro farsi regolare ed il corpo riprendere un riposo soddisfatto.
Sì solo pochi minuti ma bastevoli per prendere atto, con l'orgoglio di mamma, della sua avvenuta, corposa, crescita!
Ma a letto la mia preoccupazione è salita sino a determinarmi con un preciso intendimento : - Scoprire veramente i suoi pensieri.-
Ma come fare? cosa dire? Una sola certezza, insita nel mio ruolo di mamma: - con la più assoluta naturalezza parlarne, spiegargli, che quei suoi impulsi sono naturali per la sua crescita, ma deve saperne controllare gli istinti.-

Stamattina, decisa sono, quindi, in camera sua, apro le imposte, la luce del sole lo scuote, so che è sveglio, la domenica gli piace crogiolarsi a letto sino a tardi.
"Tesoro hai avuto un sonno difficile stanotte. Ti ho sentito."

"Perché me lo chiedi?"

"Deve essere stato piacevole se " con un innocente, ma, ammiccante sguardo, gli lascio intendere che, anche oggi, dovrò cambiare le lenzuola del suo letto.
"Sai è un po' che ci penso, forse è il caso parlare un po'. Stai crescendo, so bene cosa stai passando, ma stare sempre in casa non ti aiuta, devi distrarti di più. Perché non vai più in piscina, ti faceva bene, non esci più con quella ragazzina lei può aiutarti. È il momento delle prime esperienze, così ti rilassi un po' e vedrai che di notte riposi meglio."

"Mamma sai stanotte ho sognato te!"

"E che mai stavo facendo per renderti il sonno così difficile" una risposta d'impeto, non controllata, forse nemmeno ponderata.

"Eri bellissima"

"Dai oggi ti va di sfottere"
Nel suo guardarmi noto una espressione diversa. Ma perché non approfittare, finalmente, di un cenno di disponibilità e dalla sua innocente confessione carpire i suoi reali pensieri.

"E dimmi?"

"Stavo studiando in soggiorno, tu rientrata a casa dal tuo quotidiano giro, panettiere, pizzicagnolo, fruttivendolo, giusto il tempo per posare la spesa, e già eri al solito impegnata nel tuo quotidiano fare, con lo straccetto in mano a togliere la polvere anche dove essa non c'era."

"Per questo hai riposato male?"
Posso credere che solo questo possa essere il motivo di quel suo notturno smaniare...

"Stavolta non eri con il solito anonimo golfino largo e la lunga gonna, il tutto a coprire forme a me sconosciute, ma con una bella camicetta bianca e una gonnellina nera corta, leggermente sopra il ginocchio. Avevi raccolto i lunghi capelli e con un frivolo rossetto rosso sulle labbra, quasi ti pavoneggiavi su delle alte scarpe con il tacco e con delle particolari calze a rete a maglie larghe."

"Ed è bastato solo questo a renderti il sonno agitato!" quel suo sogno comincia ad incuriosirmi.

"Ti sei lasciata guardare
l'espressione del tuo viso,
con uno splendido sorriso
mi era chiara la tua voglia di farmi apprezzare il tuo corpo valorizzato fa semplici vestiti indossati con il desiderio di suscitare in me una particolare, e diversa, emozione."

"Ma dai non scherzare"
Non ho mai indossato calze a rete, né mai ho ostentato il mio corpo, specialmente in casa dove, ovviamente, non ho occasioni, ne motivi, per farlo. Immediata però mi assale una preoccupazione."

"Mamma vederti così mi è piaciuto. Eri diversa dal tuo solito. Sai eri particolarmente sexy"

"Oggi il mio bel bambino vuol fare i complimenti alla sua mamma"
Il suo confessarsi mi lascia perplessa!
Non mi considero una bella donna, a 46 anni suonati, compenso con il mio metro e settanta gli effetti di qualche chiletto in più. Sicuramente in questi anni mi sono lasciata andare al ritmo di una vita tranquilla senza fronzoli. Anni scialbi senza particolari emozioni, niente eccessi, sempre le stesse cose.
Una vita normale in una famiglia normale, pochissime le occasioni per propormi come donna.
Sicuramente i quotidiani pensieri di una famiglia da accudire hanno avuto il sopravvento, condizionando molte delle mie scelte.
Ma mi va bene così il mio bambino compensa tutte quelle mie rinunce.
So che devo fare ancora tanto per lui!

"Mamma mi guardavi studiare, per il caldo ero a torso nudo, ti sei avvicinata per qualche secondo di piacevoli coccole. Sai quanto mi piace il tuo materno fare, quanto le tue dita tra i miei capelli mi fanno rilassare.
Ho chiuso occhi, reclinando la testa sul tuo morbido petto, il mio respiro si è fatto corto nel percepire il tuo profumo di donna."

Sono cose che ho fatto tante volte, con la più assoluta naturalezza dell'affetto di mamma.

"Il tuo chinarti per baciarmi mi ha consentito di accertare che avevi indossato quel bel reggiseno che, ieri sostando per quei pochi secondi in quella vetrina hai apprezzato. Come ho sperato che ti decidessi ad acquistarlo"

"Dai per così poco. Non ci posso credere"
In effetti quell'intrigante completino intimo, verde smeraldo, per qualche secondo ha richiamato la mia attenzione. Lasciandomi prendere dalla fantasia ho immaginato il mio prosperoso seno esaltato da quel balconcino ed il minuscolo perizoma impreziosire un, ancora, plastico fondoschiena. Li avrei volentieri indossati, magari con le lunghe gambe fasciate da stretti jeans su tacchi alti ed un bel toppino tono su tono per ostentare, garbatamente, un sicuro, accattivante, décolleté richiamando sguardi certamente interessati alla femmina intrigante.
Ma ero con il mio bambinone ed è sopraggiunta una forma di pudore o meglio di vergogna. L'ho guardato arrossendo accorgendomi anche del suo leggero rossore sparso sulle gote. Fossi stata sola probabilmente lo avrei acquistato per il solo piacere di rivedere la mia immagine dei miei tempi migliori riflessa allo specchio con quel reggiseno di una taglia più piccola ad esaltare le prosperose mie forme.
Non ho mai perso l'innato desiderio di piacermi anche se il farlo oggi sarebbe fine a se stesso!

"Mamma è proprio bello il tuo seno!"

"Tesoro "
Il suo innocente apprezzamento mi lascia senza parole. Non mi ero accorta che gli piacesse così tanto il mio seno. Però sa apprezzare le belle cose! Un solo attimo di autocompiacimento e scoprire una parte dei suoi pensieri a me sconosciuti. Le sue parole, pur lusingandomi, stanno aprendosi verso una diversa realtà!
Forse la risposta è in quelle mie diverse foto che vedo sparse sul suo comodino. Primi piani del mio volto sorridente. Pochi secondi di statiche immagini che mi rasserenano. Lo lascio, quindi, continuare.

"Le tue mani, intanto, erano scivolate sulle spalle e, lentamente, spostarsi sul petto nudo. Le dita quasi a voler pizzicare i capezzoli"

Mi è sempre piaciuto scoprire la sua crescita attraverso le mie amorevoli carezze al suo corpo. Contatti delicati a fil di pelle che piacciono a lui, e a me danno la gioia del mio bel ragazzo sano e pieno di vita.

"Starti accanto ad occhi chiusi stava facendo crescere in me una emozione particolare."

"Sai che sono brava con le mie moine e quanto mi piace accarezzarti. "
Una frase semplice ma di cui mi pento immediatamente. Nei suoi occhi ne leggo l'ambigua interpretazione!

"Ho tentato di scacciare dalla mia mente un pensiero che potesse travalicare il rispetto dovuto al tuo ruolo. Ma il tuo piacevole fare me lo ha impedito."

Le sue innocenti parole ora mi scuotono, come una bastonata che mi da la certezza che ero io l'attrice del suo notturno smaniare.
So per certo che i sogni caratterizzano spesso desideri, fantasie che si trasformano in oniriche realtà. Si ma quale particolari fantasie, quali desideri posso aver suscitato io?
Può il solo mio essere pur sempre una donna aver favorito qualche perniciosa fantasia in un ragazzotto di primo pelo.
Quale mio atteggiamento, che situazione, può aver indotto il suo sognare
sicuramente la donna e non la mamma!

"Le tue carezze a fil di pelle. Le dita come fossero curiose ad apprezzare il mio corpo. Piaceva a me ma era netta l'impressione che la cosa piacesse più a te"

Parla del suo sogno come se lo stesse, contemporaneamente, rivivendo.

"Quel mio diletto lentamente stava trasformandosi in particolare piacere e nulla sono riuscito a fare per oppormi ad una intrigante fantasia, figlia dell'innocenza del tuo amorevole fare diventato più spinto. Il tuo sguardo trasformarsi in languido atteggiamento, ed il mio affetto sfociare in una emozione diversa.
Il tuo invito ad alzarmi come a volermi fare apprezzare la mia bella mammina in quel suo nuovo look. Netta la mia percezione che tu lo volessi, che non aspettassi altro, che il contatto delle mie mani abbandonandoti tu al mio delicato fare"

Ascolto con la preoccupazione che cresce. Non so perché ma mi convinco che è meglio che non continui. Questa notte le sue erotiche fantasie hanno coinvolto sua madre!
"Dai alzati, vado a prepararti la colazione"
Ma il suo continuare mi blocca!

"Hai poi lasciato fare alle mie mani seguire di disegno del tuo corpo. Dal morbido seno lentamente sono scese ai fianchi per poi apprezzare la perfetta rotondità del fondoschiena. Un tuo intenso respiro ed il seno gonfiarsi come ad invitarmi a liberarlo. Mi hai lasciato allentare il primo bottone della camicia e ammirare quanto fosse profondo il solco del tuo seno, mentre con le mani liberavi i capelli gonfiando il petto con un profondo respiro e sorridere guardandomi. Splendido!"

Cresce la mia apprensione al suo confessarsi, sento il cuore accelerare i suoi battiti, le gambe farsi molli ed il respiro quasi abbandonarmi.

"Ho poi accarezzato il tuo viso, con un dito ho seguito il contorno delle tue morbide labbra socchiuse, mi è bastata una leggera pressione perché le schiudessi lentamente e la lingua lo inumidisse, con netta la sensazione che lo volesse avvolgere risucchiandolo in bocca."

Santo cielo! È certo la sua fantasia travalica il lecito nostro, innocente, rapporto. Nelle sue parole una donna che non mi appartiene. Una mamma che di amorevole ha ben poco. Mi immagina come la femmina che nel figlio cerca l'uomo anzi l'amante!
Non mi da il tempo di reagire, di fermarlo di fare una qualsiasi cosa per bloccarlo. Guardandomi languido continua.

"Solo pochi secondi di iniziale resistenza, più dovuta che voluta, e ti sei scostata da me, ma nei tuoi occhi ho letto un sorriso malizioso di apprezzamento nell'accertarti, particolarmente soddisfatta, del chiaro effetto che il tuo starmi accanto mi aveva intimamente procurato"

Mi è ormai certo, mi ha sognato non come la sua mamma ma come una femmina vogliosa in cerca di avventura. La moglie trascurata che coinvolge nella sua infedeltà il figlio, diventandone l'amante!

"Dai basta così!"
Non posso ascoltare oltre.

"Mi hai lasciato per continuare le tue domestiche attività. Ho seguito il tuo plastico ancheggiare sinuosa per casa, chinarti continuamente, cercare i miei occhi, incrociarli e sorridere maliziosa"

"Tesoro ma che sogno hai fatto?"
Ma da quanto tempo ha questi pensieri. Nel suo raccontare non c'è impaccio, al contrario la quasi certezza di un tentativo di coinvolgermi.
Ho il cuore che impazza nel petto. Tutto avrei potuto immaginare ma non certamente che il suo atteggiamento dell'ultimo periodo vedesse me, sua madre, artefice delle sue intime, e solitarie, emozioni.

"Qualche secondo ed eri sulla scala, ieri mi avevi chiesto di aiutarti per smontare le tende del soggiorno. Mamma vederti su quella scala noi soli in casa tu così bella e provocante"

"Ora basta!"
Determinata e ferma d'impeto mi alzo per raggiungere la porta, ed uscire dalla sua camera

"Mamma!"
Perentorio, e fermo, il suo chiamarmi. Stento nel girarmi. Lo guardo

"Stanotte hai voluto fare l'amore con me!"

Ho voluto fare cosa! Con chi? Quando? Come!
Come un pugno nella bocca dello stomaco sussulto alla sua confessione.
Sconvolta mi domando: - Dio mio come è possibile? -
Le gambe non mi sostengono più, cerco di raccogliere le forze per andare via, ma non le trovo, come se quel suo guardarmi mi privasse della volontà di farlo. Senza forze mi abbandono sul suo letto, con lui a richiamare le gambe quasi a volermi fare spazio.

"È stato bellissimo!"

"Non dire altro!"
Appoggio la mia mano alla sua bocca, come futile tentativo ad interrompere il suo racconto. Netta percepisci la punta di una timida lingua insinuarsi sfrontata tra le mie dita.
Sussulto nel ritrarla e, spaventata, leggo nei suoi occhi una espressione diversa, mentre riprende

"Tu su quella scala, le mani protese verso l'alto il corpo slanciato come stesse invocando il peccato, io dietro complice artefice del tuo voler peccare.
La tua corta gonna con l'intrigante spacchetto, mi è stato facile far scoprire ai miei occhi che anche quel verde perizoma stava esaltando la parte, per me più piacevole, del tuo bel corpo.
Forse voluto, o forse accidentale, ma ad un leggero movimento della scala per sorreggerti le mie mani hanno percepito il delicato bordo delle calze. Timide, ma immediate, sono risalite a voler apprezzare la tua morbida pelle.
Contemporanea è stata la mia reazione, come se una violenta scossa percorresse il mio corpo e si scaricasse i suoi effetti in un solo punto.
Una sensazione mai vissuta, bellissima nei tremori che mi stavi regalando!
Solo qualche secondo perché quell'innocente contatto si trasformasse in intriganti carezze. Nessuna tua reazione, anzi la netta sensazione che non aspettassi altro, abbandonandoti ai complici tuoi, intensi, sospiri."

Inebetita ascolto come se quella realtà non mi vedesse direttamente coinvolta. Una fantasia per me sporca per lui tanto intrigante. I miei occhi spaziano lontano dai suoi in un inutile tentativo di cercare qualcosa che mi rassereni.
Una sua mano sulla coscia mi scuote. Istintivamente mi allontano. Stringo le gambe e, con tremanti mani, copro un corpo, che la morbida vestaglia lascia involontariamente, intravedere.

"Hai letto la mia intensa emozione, guardandomi.
Nei tuoi occhi non c'era sorpresa bensì la certezza degli effetti della tua sottile provocazione. Ho seguito il tuo lento divaricare le gambe, mentre le protese braccia verso l'alto, di nuovo mi stavano offrendo una conturbante visione.
Nel tuo sorriso malizioso l'invito a continuare nel mio sfrontato fare. Come se contestualmente mi volessi infondere il coraggio della incoscienza. Hai lasciato alle mie timide dita di gioire tra riccioli neri a malapena contenuti dal tuo slip.
Sommesso è stato un tuo primo gemito. Ti stava piacendo il mio fare, e poco mi è bastato per percepire un umido calore che, diffuso tra le tue intime labbra, stava spargendosi su quel mio sfacciato dito. Ancora un tuo gemito, intenso lungo profondo, figlio di morboso piacere."

Ancora un mio inutile tentativo di alzarmi, ma quella mano ferma sulla mia coscia mi priva di ogni forza. Lo specchio di camera sua mi restituisce l'immagine di una donna debole, incapace di contrastare le sue parole.
Tento di dire qualcosa ma non trovo parole e forza.

"È stato un attimo e un mio dito, sfrontato, agevolato dal tuo complice fare, è scivolato dentro te e, ripetutamente sfacciato, ti ha regalato l'immensa emozione che cercavi!"

"No! Non è possibile sono tua madre!"
Cerco di scuotermi, allontanarmi da lui, ma non riesco a fare nulla. Nei suoi lucidi occhi leggo la determinazione ed incurante della mia reazione continua.

"Un grido intenso ha accompagnato il tuo sconvolgente fremito, hai scosso il corpo, ti sei irrigidita reclinando la testa, e con un lungo gemito di piacere ti sei abbandonata stringendo forte le gambe come a voler imprigionare quel mio dito, avvolgendolo con il tuo calore di femmina"

"Non è possibile!"

"Ancora uno tuo sguardo, stavolta pieno di lussuria, sillabando il mio nome con voce sussurrata, il corpo ha preso ad ondulare ritmico su quel mio dito.
Sorreggendoti sulla scala hai lasciato il corpo cedere al crescere del tuo respiro, autorizzandomi a continuare. Era quello che desideravi!"

"NO!!!"

"Mi incitavi, quasi singhiozzando, cavalcando selvaggia su quelle dita diventate repentinamente due.
Gemendo mi hai pregato di non smettere, mentre furiosa, abbandonandoti, ad un urlo liberatorio, hai lasciato che il tuo caldo piacere di distribuisse, copioso, tra le mie dita"

"Ma sono tua madre!"
Guardandolo fisso negli occhi cerco di sottrarmi alle sue parole. Lo specchio di camera sua mi restituisce l'immagine di una donna debole incapace di contrastare.
Gli occhi vagano incerti.
Cerco nel volto sorridente di quelle mie foto tra le mani la serenità ad un travaglio interiore.
Scatti naturali, in diversi miei momenti. Ma mi accorgo che, in quelle immagini, parti del mio corpo sono volutamente in risalto. Un'abbondante scorcio di coscia fasciato da velate calze nere, e l'accenno del mio seno impreziosito dall'innocente bordo di pizzo di un mio reggiseno. Ciò che potevo ritenere fortuito ora mi danno una amara certezza.

"Ti sei girata sulla scala, ho seguito le tue mani cercare di dare sollievo al tuo diventato impazzito corpo, le mani sul seno stringerlo, osannarne la forma, invocando il mio nome, chiedermi di inebriarmi dell'essenza del tuo essere magnifica femmina. Hai lasciato cadere la gonna ai miei piedi accompagnando le mie labbra a quella piccola fessura facendomi percepire netto l'impazzito suo pulsare.
Le tue mani ferme sul mio capo hanno governato il mio muoverlo, e la mia lingua ti ha trasmesso il mio incessante fremere.
Nel tuo sguardo forte la passione, il tuo amore trasformatosi in un proibito chissà da quanto tempo, desiderato!
Poi, scesa, hai voluto che ti privassi della camicetta mentre, respirandomi sul collo, ti sei offerta al mio sguardo nella erotica tua nudità esaltata dalla verde lingerie.
Le rosee aureole in fermento, con i capezzoli irti che hai offerti alle mie labbra. Hai voluto che li baciassi, che la lingua ne ha assaporasse la forma, mentre gonfiavi ripetutamente il petto.
Poi le tue labbra unirsi alle mie, la lingua giocare con la mia risucchiata nella tua bocca."

Raccolgo tra le mani il mio viso nel vano tentativo di sottrarmi alle sue parole. Il mio respiro si riempie di paura unendosi al suo, nel frattempo, fattosi corto e ripetuto.

"Le tue mani cercarmi, impazzire sul mio corpo,
vogliose impossessarsi della mia eccitazione, gioire del suo palpitare tra le tue dita, sentirlo pulsare. Chinandoti poi le morbide tue labbra lo hanno accarezzato, baciato. Bellissima la sensazione del calore della tua bocca e del fremere nervoso della tua lingua.
Gli intensi tuoi respiri, di un voluttuoso fare confondersi con i miei, mentre le tue guance si modellavano al ritmo dell'ondulare del tuo capo.
Nel fremere del tuo corpo l'intensa emozione di
sentirmi sciogliere alle piacevoli tue carezze
Determinata ti sei appropriata di quanto le emozioni di un giovane corpo erano capaci di offrirti. Godevi degli intensi miei tremori."

Lo guardo incapace di reagire con mille pensieri in testa e con lentamente la certezza che il mio rapporto con lui, inevitabilmente, andrà da ora in poi a modificarsi.

"D'impeto ti sei allontanata da me, non per pudore e ne per paura, ma per il forte desiderio di lasciare al tuo corpo il piacere di godere di un intenso momento pervaso di un morboso amore!
Ti sei stesa a terra offrendo tutto il tuo corpo agli effetti del mio piacere.
Hai voluto che continuassi solo, invitandomi a farlo mentre le tue mani stringevano il tuo procace seno e una avida bocca lasciare, ad una nervosa lingua, di attendere il seme di un perverso piacere.
Gli occhi languidi a seguire la mia mano scorrere veloce, tu ad aspettare il mio momento, ed io fremere nel volerlo raggiungere.
Come una fontana zampillare sotto gli effetti della pressione il mio seme si è sparso sul tuo corpo impazzito. Le tue mani hanno raccolto il nettare perverso di un amore che si era trasformato in peccato, lo hai sparso sul procace seno, unendolo a quello sul viso, sulle labbra e poi, plastica, la lingua ne ha assaporato il caldo sapore"

Sgomenta mi scopro ai suoi pensieri come femmina vogliosa. Il viso nascosto tra le mie mani cela al suo sguardo il mio stato di profondo turbamento.

"Lunghi minuti dove, in assoluto silenzio, i nostri occhi si sono ripetutamente cercati, il nostro respiro non accennava a placarsi.
Le tue mani lentamente spingere il mio corpo sul tavolo, tu salirci su, il tuo magnifico corpo slanciato su quegli alti tacchi.
Bellissima l'immagine del tuo corpo di femmina. Ho risalito con gli occhi le tue tornite gambe, sino a soffermarmi sul tuo splendido seno, mentre tu, lentamente, girandoti mi hai offerto la splendida visione di un impreziosito fondoschiena che si stava chinando per appropriarsi del mio corpo.
Pochi secondi e, immensa, lo hai cavalcato selvaggia, lo hai domato come una esperta cavallerizza doma il giovane puledro imbizzarrito.
Sembrava non aspettassi altro per placare una voglia infinita di maschio!
Ripetutamente mi hai regalato tutto il tuo corpo in una notte che sembrava non finire mai"

Sconvolta ho ascoltato il suo racconto. Non sono riuscita a reagire, fermarlo, non farlo continuare. Lo guardo, i suoi lucidi occhi confermano che quel suo non è solo un sogno bensì un morboso desiderio di peccato.
Mi alzo, con una strana sensazione, dovrebbe essere rabbia, delusione sconforto. Ma così non è!
"Io non sono così! Cosa ho mai fatto perché mi immaginassi come una volgare donnaccia?"

"Mamma ti ho sognata per come io desidero tu sia e, forse, per come lo vuoi pure tu! Una femmina che ama peccare!"

"Ma come fai a pensare questa cosa?"

"Sono certo che lo desideri tanto!"

"Come puoi pensare che da ora in poi io possa essere normale, che il nostro rapporto possa restare lo stesso"

"Mamma"

Quel suo chiamarmi, quasi una implorazione, mi blocca, scuote i miei pensieri, mi riporta ad una assurda realtà. In un attimo priva il suo corpo del lenzuolo, sgomenta seguo le sue mani avvolgere un imponente eccitazione.
Guardarlo mi taglia il fiato. Tremo nel seguire quel suo lento percorrere una bestiale eccitazione.
Lunghi secondi scanditi dai suoi profondi gemiti!

"Mamma vorrei tanto che fosse tutto vero!!!"

Ancora la sua voce, ferma determinata mentre non accenna a smettere. Con la saliva inumidisce la mano che, veloce, riprende il perverso fare!
Guardandomi stringe la maschia eccitazione offrendomi il suo immenso piacere.
Voglio fermarlo, lenta allungo le mani, ma la paura me lo impedisce. Mi abbandono su me stessa, le gambe si piegano prive di forza, mi accascio al suo fianco.
Mi accorgo di non essere più io. Chiudo gli occhi immobile, il cuore impazzito, il respiro corto, le labbra rinsecchite ed, inerme, ascolto il crescere dei suoi gemiti.
Seguo il suo corpo Irrigidirsi ancora, chiude gli occhi e, nel sussurrare il mio nome, esplode veemente ripetute gocce piene di un perverso piacere. Schizzi caldi densi, pervasi da un assurdo sentimento di un diverso amore che, volutamente, indirizza, colpendolo, un corpo che sento in fermento, che non riesce a ribellarsi o che, forse, non intende farlo!

"Mamma come hai voluto che facessi stanotte, tutto il mio amore sul tuo corpo!"

Sento quelle gocce insinuarsi lente tra il profondo solco del mio seno, spargersi ripetute sul mio viso, lambirne le labbra, ed il calore privarmi definitivamente di ogni capacità di reazione!
Delicata una sua mano, tra i miei lunghi capelli, sospinge un capo ormai privo di forza, mentre con l'altra continua in quelle sue morbose carezze che sembra sferzino l'aria davanti al mio viso.

"Mamma"

Ascolto la sua flebile implorazione mentre, con il corpo rapito dal delirio, una mia mano sul suo marmoreo petto, e l'altra tra le sue muscolose gambe, mi accorgo che mi sarà difficile riuscire ad avvolgerlo completamente tra le mie disponibili labbra!



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