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Maz & Morix - 6 - Nel letto con la zietta


di Aleppe
19.04.2014    |    21.463    |    0 9.5
"Quando però realizzò che non si trattava di un’impressione sbagliata, compì un balzo in avanti, si voltò e urlò “Chi è?”..."
E’ sera. Carlotta, profondamente turbata per quanto era accaduto la mattina, si recò nella propria camera da letto per dormire sola. Per fortuna, nel resto della giornata non vi erano più verificati eventi di natura sessuale e nessuno aveva neppure accennato alla cosa. Con la testa piena di pensieri, indossò la camicia da notte e, terminato di lavarsi, si sdraio nel letto con la volontà di scacciarli. Spense la luce quando ecco qualcosa che le premeva contro le natiche. Non un “qualcosa” a caso, riconobbe chiaramente la disinguibile pressione di un pene nel solco delle chiape ma lì per lì non vi voleva credere. Quando però realizzò che non si trattava di un’impressione sbagliata, compì un balzo in avanti, si voltò e urlò “Chi è?”. “Calmati zietta, sono io, Maz”. “Cosa ci fai qui nel mio letto?” “Ero venuto per darti la buonanotte”, rispose malizioso. “Ecco, fai finta di avermela data e vattene in camera tua!”. Non aveva neppure finito di prounciare questa frase che di nuovo sentì una pressione sulle chiappe. E di nuovo riconobbe la pressione di un pene. Capì immediatamente di cosa si trattava, quindi andò verso la testiera del letto, tirò su le lenzuola per coprirsi, accese la lampada sul comodino e “Cosa fate qui? Andatevene!”, disse rivolta ai due gemelli. I due cercarono di rassicurarla, ed effettivamente più calma, Carlotta cominciò “Ragazzi, ascoltatemi, quello che è successo tra noi dovete dimenticarlo. E’ stato un’errore, conseguenza di un attimo di sbandamento. Io sono la moglie di vostro padre, non possiamo fare queste cose, lo capite?” “No”, risposerò all’unisono i due, portandosi anche loro verso la testiera del letto, ma rimanendo nudi sopra le lenzuola e mettendo in nella mostra i gioielli di famiglia. “Vedi zietta”, spiegava Maz, “Lui non è nostro padre, ma il nostro tutore, dunque tra noi non c’è alcun legame di sangue, motivo per cui non facciamo niente di male.” “E sinceramente non capiamo”, fu la volta di Morix, “perché una donna bella come te si perda con un vecchio porco come l’avvocato …” “… quando avrebbe a disposizione due splendidi giovanotti come noi”.
In effetti l’argomento non faceva una piega. Carlotta era una donna matura molto piacente, ma pur sempre una donna alla quale il tempo aveva lasciato qualche segno sul corpo. Al contrario, i due gemelli erano nel pieno del vigore giovanile e, stante la loro assidua attività fisica, belli come i più classici dei bronzi di Riace. E non vi era alcun legame, se non di natura formale, tra loro. E Carlotta rimuginava in silenzio guardando il suo corpo. Le sue tette erano ancora belle ma non più svettanti. Il ventre, rigato da alcune smagliature contrastava con con le “tartaruge” dei gemelli. E poi quei membri così eretti … si vive una volta sola, doveva aver pensato in silenzio mentre i due le avevano già preso la mano e l’avevano portata proprio là dove i suoi occhi guardavano. Si volto verso Max e lo guardò, quindi verso Morix cui pure gettò uno sguardo per un attimo. “E sia”, disse, chiudendo gli occhi e gettando la testa all’indietro.
Subito le mani dei due ragazzi si posero sui di lei seni, passando poi a baciarle il corpo. L’eccitazione prese il sopravvento, Carlotta strinse forte i cazzi dei due gemelli e cominciò a masturbarli freneticamente. Maz cominciò dunque a baciarla in modo erotico, lasciando che le due lingue si intrecciassero. Poi ne afferrò la testa e, lentamente, senza forzarla, la spinse verso il proprio membro. Morix, che nel frattempo aveva approfittato per stuzzicare la vagina della dona, le afferrò le chiappe e la posa carponi ai piedi del fratello, di modo che potesse proseguire con più cura la fellatio. Cura di cui Maz approfittò imponendole di leccargli le palle, muovendole la testa lungo l’asta e cominciando quindi a scoparla in bocca aiutandosi con il movimento del bacino. Carlotta fu perfetta nel compiere l’opera e il movimento alternato con cui il membro le entrava e le usciva dalla bocca umettato dalla saliva era un capolavoro per il suo genere. Maz, si sedette allora sul letto e ritenne di doversi prendere un ulteriore gratificazione allungando le mani per strizzarle le tette. Nel frattempo, il fratello, si pose dietro la donna a carponi e, con calma, infilò nella di lei fica dapprima le dita e, quando quella si fu ben bene bagnata, il cazzo. Così, Carlotta, a carponi nuda sul letto, veniva scopata in bocca e nella fica dai due gemelli: una vera opera d’arte del sesso. Sul punto di venire, Maz diede un ultimo colpo di reni per afferrare meglio la testa della donna, impedirle di perdere la presa e venirle copiosamente in bocca. Carlotta, quasi soffocata dalla sborrata cerco di divinoclarsi, ma non riuscendo mollò la presa in bocca lasciando che il liquido scorrere lungo l’asta. Morix, che nel frattempo si trastullava chiavandola e affibbiandole sonore sculacciate alle chiappe, nonché rovistando talvolta con le dita il di lei buco del culo, alla vista di quella scena venne pure copiosamente. Estratto immediatamente il membro, lo schizzo annaffiò la schiena di Carlotta. I due poi si lasciarono cadere sul letto, stravolti dal piacere.
“Ehi, e io?” Chiese Carlotta piuttosto seccata. “Non ce la facciamo, abbiamo i coglioni vuoti e siamo stanchi, lasciaci in pace”. “Eh no, carissimi, vi siete vantati della vostra vitalità giovanile e ora dovete portare a termine il lavoro. “ “Ma non possiamo obbligare i cazzi a rizzarsi zia, lo sai benissimo” “Beh, ci sono altri modi per far godere una donna, o pensate che solo agli uomini interessi la nostra bocca”, si alzò quindi in piedi sul letto, afferrò per i capelli le teste, portò quella di Maz verso la vagina e l’altra nel solco tra le chiappe e ordinò loro “forza, datevi da fare, leccatemi le parti intime”. Ai due, che speravano di consumare il riposo del guerriero, non rimase altro che obbedire e meno impegno ci mettevano, più lei le spingeva la testa quasi a far capire che dovevano darsi da fare. Per la prima volta dalla sera precedente, si godeva il servizio dei due gemelli, lasciandosi andare a sospiri e mugolii sempre più intensi, che si tradussero in un “aaaaahhhhhhh” liberatorio all’atto del raggiungimento del tanto agognato quanto prolungato orgasmo.
Poi anche lei si lasciò cadere sul letto, sul quale ora giacevano i corpi nudi dei tre amanti.
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