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Mia sorella me lo mette nel........2


di cris35
29.07.2012    |    40.707    |    4 8.4
"Per quel che mi riguarda, le uniche persone che vedo, sono le vecchiette che salgono la domenica per la messa, sono sempre le stesse, ogni domenica, solo..."
A grande richiesta, dopo numerosi commenti postivi e alcuni messaggi privati degni di nota, pubblico il seguito del racconto “mia sorella me lo mette nel…”

Ormai è già da qualche mese che ho preso i Voti, la mia famiglia mi ha abbandonato, adesso i monaci di questo convento sono la mia famiglia, in cuor mio mi sento cambiato, mi sento un uomo migliore, ho perdonato la mia arroganza di gioventù, qui ho capito gli errori che ho fatto, stare molto tempo solo e in silenzio mi ha fatto bene, ho trovato un equilibrio che non pensavo di avere, una pace interiore mi ha regalato il sorriso dei giusti, anche se ho ancora molto da espiare, sono forte del cammino che ho intrapreso, alla fine devo ringraziare mia madre per la scelta che mi ha fatto fare, non si sta poi così male qui. Il convento è isolato, praticamente nessun contatto con il mondo esterno, ci arrangiamo in tutti i modi possibili per mantenerci, dalla produzione di verdure all’allevamento di animali, ovvio che quello che manca ce lo facciamo portare, ma ci sono solo due frati solitamente hanno il compito di procurare quello che serve e che quindi hanno più contatti con il mondo esterno. Per quel che mi riguarda, le uniche persone che vedo, sono le vecchiette che salgono la domenica per la messa, sono sempre le stesse, ogni domenica, solo che quest’ultima domenica…
Sono il più giovane del convento, e l’ultimo arrivato, gli altri sono tutti sopra i 50, tutti in sovrappeso, tutti uguali, sembrano dei cloni, io mi distinguo perché sono ancora filiforme e ho poca barba. Il mio posto è quindi l’ultimo della fila, mi siedo all’ultimo posto, quello più vicino ai banchi dove siedono le vecchiette, non so come mai, ma questa domenica il mio sguardo cade tra le loro teste, una, in fondo, ruba la mia attenzione, non è la solita testa, è meno rugosa, ha degli occhiali da sole scuri coprenti, il foulard che copre i capelli non fa vedere la chioma che c’è sotto, è un po’ più alta delle altre, sembra mi stia guardando, distolgo subito il mio di sguardo, mi sento turbato, che strana sensazione, chi può mai essere? Le signore che salgono al convento le conosco tutte, conosco i loro peccati, conosco le loro famiglie, ma lei chi è?
Troppe domande in questo momento, mi stanno portando indietro nel tempo, non posso, mi concentro sulla funzione, poi farò penitenza, passerò il pomeriggio a ridipingere il refettorio e poi spero che i pensieri mi lascino stare…
La settimana sta passando come sempre, tutto è nella normalità del convento, solo un leggero formicolio alla schiena quando mi alzo la mattina, probabilmente con il lavoro di domenica ho esagerato un po’, comunque sono di nuovo io, pronto per continuare…
Arriva la domenica mattina, tutto pronto per la messa, entriamo, le vecchiette sono li e c’è di nuovo lei, mi guarda, vedo che guarda solo me, nascosta nel suo foulard e nei suoi occhiali non vedo chi è, ho la stessa sensazione di domenica scorsa, non è un buon segno, le cose non vengono mai per caso, se lei è qui ci sarà un motivo e ben presto mi verrà presentato. La messa finisce, le vecchiette si allontanano, lei no, rimane li, seduta in ultimo banco, io sistemo l’altare come sempre, mi sento osservato nonostante ogni volta che la guardo lei abbia la testa chinata. Sento dei passi, mi giro e la vedo vicino a me, ad un metro, con voce rotta, la testa chinata, mi chiede se posso confessarla, le rispondo che le confessioni si fanno prima della funzione che può tornare la settimana prossima e sarò ben felice di accontentarla, lei, sempre con voce tremante insiste, che è importante, non riesco a dirle di no, la faccio accomodare al confessionale, le chiedo solo la gentilezza di aspettarmi che devo avvertire che mi tratterrò in confessionale. Di ritorno vedo la sua figura al lato del confessionale, dev’essere molto giovane, è vestita bene, la sua figura mi turba, le sue curve…scaccio questi pensieri e mi chiudo dentro, sono pronto, la rete che ci divide non mi permette di vedere chi è, vedo solo che si è tolta gli occhiali e il foulard….
“Padre, ho molto peccato, sono anni che mi porto dietro questo peso” la sua voce trema, sembra stia piangendo
“Non aver timore, qui puoi parlare liberamente, ti ascolto”
“Ecco, non so da dove cominciare…”
“Comincia dall’inizio, non si sbaglia mai, su, avanti, vedrai che poi starai meglio”
“D’accordo, allora, tutto è cominciato nel 2006, l’estate dei mondiali, dove l’Italia ha vinto, ecco, eravamo a casa, io, i miei genitori e mio fratello, che non vedo più dal 2007….”
Sento una voce che parla, che racconta una storia già sentita, già vissuta, il sangue mi si è gelato, non presto attenzione a quello che mi viene detto, la mia mente è tornata indietro di 5 anni, a quel pomeriggio in cameretta, dove io, preso dal fuoco della passione, stavo assaporando il gusto della vendetta, il gusto del proibito, stavo approfittando dell’innocenza….di mia sorella!!!
Angelica è inginocchiata a venti centimetri da me, che mi confessa la sua storia, che mi chiede di essere perdonata, non mi chiama mai per nome, spera che io non l’abbia riconosciuta, o forse vuole esattamente il contrario, ma cosa ci fa lei qui? Come ha fatto a scoprire dov’ero? Nessuno sa dove sono stato mandato, solo nostra madre, che mi ci ha portato, nemmeno papà lo sapeva, sebbene contrario a questa scelta, ha dovuto accettare di buon grado la situazione, l’onta per quello che poteva succedere, per quello che avevo fatto ad Angelica, gli ha fatto abbassare le ali, e come un fedele cagnolino ha obbedito al volere della sua signora, io me ne sono fatto una ragione, non sono arrabbiato con loro, anzi, spesso li ringrazio, almeno fino a stamattina…
Sono frastornato, cerco di controllare il mio tono di voce, adesso sono io che dopo aver ascoltato questa storia che comunque conoscevo bene, mi ritrovo con la voce rotta, le parole non escono, Angelica sente che dopo aver finito di raccontare io non le rispondo
“Padre, tutto bene?”
Il fiato mi manca, ho la fronte imperlata di sudore, fa caldo, mi sento soffocare, tiro la tendina ed esco dal confessionale ansimando, il panico mi sta prendendo, non riesco ad affrontare questa situazione, ci sono coinvolto, e non riesco ad affrontarla, Angelica mi si avvicina, la guardo, è diventata una donna ormai, 5 anni l’hanno migliorata, lei mi sorride
“Nonostante ci odiassimo da ragazzi, in questi anni mi sei mancato, lo sai?”
“Angelica, che ci fai qui, non capisco, dopo quello che ti ho fatto? Sono un mostro, ti devo chiedere io perdono”
“Bro, non è colpa tua se sei qui, e lo sai, sono 5 anni che fatico a dormire la notte, penso a quel pomeriggio, penso a come ho organizzato la trappola che poi ti ha condotto a questa vita, vita che fatico a credere che ti piaccia, conoscendoti, non ti dico cosa ho dovuto fare per scoprire dove la megera ti aveva nascosto, ma alla fine ce l’ho fatta, ti ho ritrovato, e adesso noi due dobbiamo parlare, per il mio e per il tuo bene”
“Angelica, qui le cose non sono come fuori, ci sono delle regole ben precise, e sarebbe meglio che te ne andassi, per il tuo bene e anche un po’ per il mio, questa vita non è poi così male, è giusto che continui per questa strada, ti prego di lasciarmi, per sempre questa volta, ti sei confessata, vai in pace adesso, sei libera da questo peso che ti portavi dentro, adesso me ne farò carico io e continuerò ad espiare le mie e le tue colpe, grazie per essere venuta.”
Cerco di tagliare corto e con molta delicatezza cerco di spingerla verso l’uscita, non resisto ancora per molto qui dentro, l’aria mi manca e dovrò faticare non poco per recuperare l’equilibrio che si è sbriciolato in dieci secondi.
Angelica sembra aver capito, con la testa china fa per allontanarsi, l’accompagno al portone, la saluto, nessun contatto fisico, un freddo “addio” da parte mia, chiudo il portale del convento e con questo spero di aver chiuso anche con il passato definitivamente…
La settimana passa lentissima, un milione di pensieri mi affollano la testa, la notte non dormo, la mattina peggio che peggio mi alzo con un gonfiore li, dove da anni non succedeva niente, il ricordo di quel pomeriggio, scopare con mia sorella, mi ha fatto entrare in una crisi profonda…
La domenica mattina, come tutte le domeniche, le solite vecchiette sono ai loro posti, c’è anche Angelica, in fondo, io non so che fare, mi sento male, nessuno sa che quella ragazza è mia sorella, il motivo della mia presenza al convento, la messa sembra più lunga del solito, sto male, voglio tornare nella mia cella, ho lo stomaco attorcigliato, la messa finisce, sistemo tutto e faccio per andarmene quando…
“So che mi hai chiesto di non tornare più, ma le promesse io non so mantenerle e tu lo sai, ti chiedo solo di ascoltarmi, poi prometto che me ne andrò per sempre se tu lo vorrai...”
“Ti ascolto”
“Devi sapere, che da quando te ne sei andato, le cose in famiglia….”
Angelica comincia a raccontarmi cos’è successo negli anni a seguire, del fatto che i nostri genitori si siano separati, che Angelica sia rimasta con papà, che ha lasciato il fidanzato storico, e di altre mille cose, mentre me le racconta inizio a viaggiare con la fantasia, mi immagino tutto quello che è successo, conoscendo i protagonisti non è difficile, sono assorto nei miei pensieri quando sento un colpo di calore, mi desto e vedo mia sorella abbracciata a me, la sua testa vicina alla mia, guancia a guancia, sento le sue lacrime scivolare sulla mia pelle, e non è l’unica reazione che sento, mi sono “risvegliato” anch’io, come le ultime mattine, erano anni che non avevo un contatto fisico con una donna, e il calore che mi sta dando Angelica mi sta facendo tornare alla realtà della mia età, anni di assopimento stanno lasciando il posto alla natura dell’uomo, mia sorella se ne accorge perché è proprio aderente a me, in tutto e per tutto, mi sorride…
“Sento che dopo tutto questi anni ti faccio sempre lo stesso effetto, ma non vi danno il bromuro qui dentro la mattina?”
Imbarazzato come non mai cerco di nascondere questa mia reazione
“Sai Angelica, avevo trovato un certo equilibrio, ma da che sei tornata, hai risvegliato l’uomo che dormiva dentro di me, è dalla settimana scorsa che mi ritrovo eccitato ogni volta che penso a te, che penso a quel pomeriggio, sono delle istantanee che non mi lasciano pace, che mi agitano, mi vergogno a dirtelo, ma ho il rimpianto di non aver finito quel pomeriggio…”
“Sai, anch’io…” mi risponde lei
Rimango di sasso, pensavo di averle portato via la spensieratezza degli anni più belli, ero convinto di averla violentata nella sua femminilità, e adesso mi sento dire che anche lei ha questo rimpianto?
“Sai, alla fine mi stava piacendo molto, avevi la passione che il mio fidanzato non sapeva nemmeno cosa significasse, mi stavi facendo provare emozioni che non sapevo potessero esistere, stavo godendo in cuor mio, ma la voglia di fartela pagare è stata più forte, poi sappiamo quello che è successo, ma quando mi hai presa dietro….”
“Ti prego, basta Angelica, finiamola qui, sono passati tanti anni, non possiamo più tornare indietro, cerca di godere dei ricordi che hai, io non posso fare niente adesso per te”
“Sicuro? Qui qualcosa la pensa diversamente!!!”
Nel mentre sento una mano appoggiarsi li, sopra il gonfiore che mi sta facendo perdere le certezze che con fatica avevo costruito
“Senti qui, sembra ti abbia punto una vespa”
La sua mano inizia ad accarezzarmi il pene, la prendo e la scosto, la guardo, ha negli occhi una luce diversa da quel pomeriggio, la prendo e la conduco fuori dal convento, c’è un vecchio capanno per gli attrezzi in disuso ormai, entriamo, abbiamo il respiro corto, ci guardiamo, come una calamita con il ferro, le nostre bocche si incollano, ci baciamo, con passione e sentimento, le nostre mani cercano e trovano le forme che un tempo si erano lasciate bruscamente in un pomeriggio ormai lontano, ci spogliamo vicendevolmente, Angelica si è fatta davvero bella, lo sport l’ha modellata perfettamente, la natura ha fatto il resto, io fortunatamente sono quello di un tempo, con voglia la prendo e la distendo per terra senza tanti complimenti, entro in lei e col fuoco negli occhi e nelle vene inizio a muovere il bacino contro il suo, il mio pene scivola che è una meraviglia, lei è eccitata, io di più, dopo tutti questi anni mi sembra un sogno, sento che sto per venire, esco, lei mi guarda storto, non è affatto contenta
“Vorrei vedere te dopo anni, se riesci a non venire subito”
“E chi ti ha detto di fermarti? Puoi stare dentro, prendo la pillola”
E con la mano si riprende il mio pene e mi fa entrare di nuovo, un secondo, non di più, e mi libero di 5 anni di ingiustizie nei miei confronti, mi libero del senso di colpa che avevo e che mi ha accompagnato in questi anni, mi libero, dall’oppressione di una madre che ha deciso per me quello che non era giusto, non ho mai goduto tanto in vita mia, il peso di tutto questo mi fa crollare sopra mia sorella, sono esausto….
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