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Michela e la depilazione


di cris35
03.08.2014    |    71.656    |    5 9.5
"Ho la schiena a pezzi, star piegato sulla tavola a sistemare carte, due anni di arretrati, luce di qua, gas di la, paga nell’altro faldone …..."
E’ domenica, stasera vado al lavoro e sono a casa da solo tutto il giorno, che palle …
Piove tanto per cambiare, la moto non la voglio usare dopo l’ultima caduta con un tempo simile, quindi opto per sistemare carte a casa, archiviare bollette, estratti conto, buste paga, i testicoli che toccano terra dall’entusiasmo …
E’ un lavoro che odio, mettere ordine alla mia vita, non fa per me, io sto bene nel mio casino quotidiano, dove niente ha un senso, dove tutto ha un posto.
Ho la schiena a pezzi, star piegato sulla tavola a sistemare carte, due anni di arretrati, luce di qua, gas di la, paga nell’altro faldone ….
Avrei bisogno di un massaggio ….
Già, un’arte quella del massaggio, che io adoro, sentire dolci mani vellutate intrise di olio profumato che mi scivolano lungo la schiena in sapienti movimenti, farmi coccolare nel silenzio di una stanza in penombra, dove musica soffusa ti fa rilassare portandoti in luoghi isolati dove rifugiarsi dai problemi di ogni giorno ….
Rubrica
Numero
Invio
Chiamo Michela, mia cugina, titolare di un centro estetico, dove conta una decina di dipendenti, tutte carinissime, tutte giovanissime, tutte bravissime, e dove sono solito recarmi per placare la mia via voglia di evasione.
“Ciao Michy, domani pomeriggio hai posto? Per un’oretta?”
“Ciao Andrea, sto bene grazie che me l’hai chiesto!!!” risponde lei in tono accigliato
“Si scusami dai ….. “
Mi accordo per il pomeriggio seguente, visto che sono a casa non ho problemi di orario, quindi qualsiasi momento andava bene, l’importante era che avesse posto per me!
Sono le sei di pomeriggio, quando arrivo nel centro di mia cugina, che mi accoglie col migliore dei suoi abbracci, io e lei siamo cresciuti assieme da piccoli, poi con l’adolescenza ci siamo persi di vista, scuole diverse, compagnie diverse, hanno fatto si che le nostre strade prendessero sentieri differenti, salvo poi ritrovarsi qui, in quello che considero un piccolo paradiso …
Mi fa accomodare nella solita stanza dove fanno i massaggi, le luci sono basse, la musica è ancora spenta, intanto mi preparo, mi spoglio, tolgo tutto, indosso gli odiosi slip di carta che fornisce il centro estetico, mi sistemo supino, l’asciugamano a coprirmi il bassoventre, chiudo gli occhi e aspetto ….
La porta si apre, Michela fa capolino e mi dice che sarà pronta tra un attimo ….
Le ultime parole mi lasciano un po’ interdetto, come “sarà pronta tra un attimo???”
Ho sempre fatto i massaggi con le ragazze, niente di personale per carità, ma Michela è mia cugina, considerando che qualche erezione fisiologica ci scappa durante un massaggio, non voglio che mi veda in queste condizioni; non faccio a tempo a finire il pensiero che la vedo entrare, subito le chiedo come mai questa novità, lei percepisce una certa preoccupazione nel tono della mia voce e mi dice che le ragazze erano tutte impegnate e che era libera solo lei, di stare tranquillo che era brava anche lei a fare i massaggi, visto che era la titolare!!!
“Non metto in dubbio che tu sia brava, mi fa specie che mi metti le mani addosso tu, tutto qui!”
“Dai che non abbiamo quindici anni, smettila e girati, che cominciamo dalla schiena”
Un po’ interdetto obbedisco all’ordine di mia cugina, metto la testa nel buco del lettino, chiudo gli occhi e cerco di distrarmi, la sento armeggiare con lo stereo, la musica parte, a volume basso, la sento camminare attorno al lettino, poi il suono degli zoccoli cessa, la sento sorseggiare un bicchiere d’acqua, lo appoggia, percepisco la sua presenza di fronte a me, apri gli occhi un secondo, riesco a vederle i piedi, è scalza, indossa un paio di calzini bianchi che arrivano sotto la caviglia, caviglia stretta, sottile, i pantaloncini bianchi arrivano sopra il ginocchio, inutile dire che le sue gambe sono depilate perfettamente, abbronzate il giusto, non riesco a capire se le unghie dei piedi siano altrettanto curate, ma poco importa, le sue mani “unte” si appoggiano alle mie spalle, lei non mi dice niente, ed io comincio il mio viaggio verso il paradiso ….
Mi abbandono ai pensieri, nonostante sia mia cugina a massaggiarmi, pensieri che mi portano a desiderare quelle mani, desiderarle in posti dove il massaggio non è consentito …
La sua voce mi desta per un istante
“Andrea, girati”
Dolce, suadente, calda, a fatica mi rimetto supino, velocemente mi ricopro gli attributi con l’asciugamano, perché l’erezione non ha tardato a far capolino, mi si arrossano le guance, che figura, con mia cugina no però, non dovrebbe succedere …
Lei tace, forse per cortesia, o forse perché ne avrà visti chissà quanti nelle mie condizioni, io cerco di calmarmi, le sue mani mi massaggiano la testa, il che mi fa andare in estasy, poi scendono lentamente verso il collo, le spalle, le braccia, risalgono e vanno sul petto, l ‘addome, poi giù, i fianchi, le gambe, interno coscia, polpaccio, caviglia, mi massaggia la caviglia, si sofferma parecchio sulla caviglia, Dio che sensazione, fatico a stare fermo, mi sento a disagio, non avevo mai provato una cosa del genere, per fortuna ho l’asciugamano a coprire, anche se si può intuire benissimo cosa sia il rigonfiamento li sotto ….
Michela passa all’altra gamba, l’altra caviglia, cazzo come mi tira, mi devo sistemare, sperando di non essere troppo esplicito, cerco di infilare una mano sotto l’asciugamano, cerco di rimettere lo slip di carta in posizione di copertura, vorrei scacciare questo pensiero, vorrei scacciare questo desiderio, ma come si fa con due manine così che ti accarezzano? Che ti fanno perdere la ragione? Michela fa un colpo di tosse leggero, io tolgo la mano da sotto l’asciugamano, tengo sempre gli occhi chiusi, con la sensazione di non fare niente di male, con la sensazione che se non vedo io non vede nemmeno lei, un po’ come quando lo struzzo mette la testa sotto la sabbia ….
Le sue mani smettono la dolce tortura della caviglia e tornano su, su e ancora su, appena un po’ sotto l’asciugamano, ma non abbastanza da toccarmi, piccoli e delicati movimenti circolari, la sento avanzare impercettibilmente, ora le sue unghie mi sfiorano lo slip, poi scendono, poi risalgono, disagio, sono a disagio, per fortuna la forza di gravità fa salire il mio pene eretto, e le sue mani sono sotto la sottile linea di confine che separano lei dalla mia voglia.
Un movimento preciso e l’asciugamano è sparito, sento lo slip scendere di qualche centimetro, ma sempre a contenere la mia erezione, Michela li ha abbassati quel tanto che basta per portare il bordo all’attaccature del pene, in modo da lasciar visibile solo la folta peluria del pube.
“Dovresti depilarti qui Andrea” e con le dita mi sfiora i peli ricci
Panico
Con gli occhi chiusi cerco di blaterare qualcosa, qualche verso primitivo esce dalla mia bocca, qualche parola senza senso
“Vuoi che te lo faccia adesso? Ho tempo se vuoi” mi fa lei candida
“Ehm…io….si…tu….banana….”
Che cazzata mi è uscita dalla bocca?????
Una sonora risata fa capolino in lei
“Dai, riprenditi un attimo, che intanto preparo il rasoio e tutto il resto”
Io con la bocca spalancata la vedo uscire dalla stanza, salvo rientrare qualche istante più tardi con un carrellino pieno di attrezzi di tortura
“Vai tranquillo, non sei il primo che faccio, non hai idea di quanti si facciano rasare il pube qui da noi, modestamente siamo le migliori in città!!!”
Me lo dice con una punta d’orgoglio nella voce, io sono ancora basito e inerme sul lettino, Michela intanto si sistema le cose sul carrellino, si gira e mi sfila gli slip, io mi copro gli occhi, lei prende una macchinetta e mi sfoltisce la foresta pluviale che ho tra le gambe, lo fa tenendomi l’uccello in mano, spostandolo a destra e a sinistra alla bisogna, quando ha finito con la macchinetta la vedo abbastanza soddisfatta, un sorriso compiaciuto le appare in volto, lascia la presa e mi guarda
“Beh, già molto meglio così, non credi?”
“Ehm…io…tu…”
“Dai cazzo Andrea!!! Non ti avessi mai visto nudo, e non avessi mai avuto un uomo in vita mia, ripigliati per favore, che sembri un coglione!!!”
Ecco, sono riuscito anche a prendere parole ….
Con una spugnetta umida mi bagna tutta la zona rasata, e tutta la base del pene, compresi i testicoli, mi allarga bene le gambe con forza, e mi lava anche sotto i testicoli, per bene.
Il contatto dell’acqua fredda mi risveglia di colpo, mi alzo sui gomiti e la guardo torvo
“Che hai intenzione di fare adesso??? Non basta così???”
“No, non basta, sdraiati e lasciami fare, e soprattutto rilassati che altrimenti rischio di tagliarti.”
“Tagliarmi? Con cosa? Ma sei fuori?”
Michela mi mostra un rasoio da barbiere professionale, dove sta inserendo una lametta nuova, mi guarda, gli occhioni azzurri spalancati
“Sei pronto?”
“NOOOOO, non sono pronto!!!”
“Dai, distenditi e non rompere i coglioni”
Prende la schiuma e me la spalma delicatamente su tutta la zona, sopra, di lato, sotto, il mio pene di nuovo in mano sua, mano calda, mano ferma, mano che sa quello che sta facendo, il tutto ha un che di eccitante, il pensiero che quella mano possa da un momento all’altro andare su e giù, mi fa calmare un po’, mi distrae da quello che sta facendo Michela in questo momento, non parlo di erezione perché ce l’ho già duro da un pezzo, lei comunque non tradisce nessun tipo di voglia, nessun movimento da parte della sua mano, è li ferma, sulla mia asta, mentre con l’altra mano prende il rasoio, inizia a togliere via la schiuma, e con essa i piccoli peli rimasti dopo il passaggio della macchinetta, immaginavo fosse una tortura, immaginavo di sentire i peli tirare, di vedere fiumi di sangue dovuti ai tagli sulla mia pelle sensibile, ed invece, invece niente, tutto liscio, tutto rosa, pube, testicoli, inguini, base del pene ….
“Vuoi anche dietro? Dai girati, mettiti a quattro zampe, e non fiatare!”
Eseguo, un pensiero mi passa per la mente, vedo mia cugina vestita in latex nero dare ordini al suo schiavetto di turno, con un frustino in mano, mi immagino poi io, con un collare al collo, le manette ai polsi, messo a pecorina, lei che mi passa la lingua sul buchetto, poi scende giù, mi lecca i testicoli, mi tira indietro l’uccello in erezione e se lo prende in bocca, miseria quanta voglia che ho, sono perso in questi pensieri quando ….
“Fatto! Veloce vero? Dai, guardati un attimo, adesso si che stai bene, prima avevi troppo pelo per i miei gusti!!”
Mi alzo e mi guardo, non ho un pelo che sia uno, ne davanti ne dietro, devo dire che vedermi cosi, a spada tratta, mi piaccio, mi sembra di avere anche il pene più lungo, istintivamente me lo prendo in mano, lo muovo, lo sposto, compiaciuto ….
La presenza di Michela attaccata alla mia schiena mi fa avvampare
“Le ragazze mi avevano detto che eri messo bene li sotto, e devo dire che hanno ragione …. “
La calda e suadente voce di mia cugina mi invade il cervello, mentre mi parla mi morde l’orecchio, mi accarezza la schiena con le mani, mani che scendono e si portano davanti, a prendersi quel giocattolo che sta tra le mie di mani, la stretta delicata mi fa sussultare, il calore di una mano diversa mi fa eccitare ancor di più della situazione in cui sono adesso, mi giro, la guardo bramoso, voglioso, è un’ora che mi stuzzica e sono carico di voglia e aspettative, lei non si fa pregare, e inizia a masturbarmi, la bacio con trasporto , con la foga del peccato in cui ci stiamo addentrando in questo momento, lei intanto me lo mena di gran carriera, sfugge ai miei baci e si china sulle ginocchia, mi guarda e se lo prende in bocca, inarco la schiena, cerco un appoggio, mi sposto e mi appoggio al lettino, dove lei invece mi fa distendere, si spoglia e mi sale sopra, mi “costringe” a leccarle la patata, deliziosamente depilata, come il mio pube, è eccitata anche lei, come lo sono io, la voglio, la sposto verso giù, lei si lascia scivolare, si prende il pene in mano, alza quel tanto che basta il sedere e mi fa entrare dentro di lei, si distende su di me e inizia a cavalcarmi, mi bacia, mi prende la testa con le mani e mi stringe, io le prendo le natiche, le apro il più possibile, con le dita cerco il punto in cui sto entrando in lei, sento il mio pene entrare, le stimolo il culetto, lei rantola, spinge più forte, e mentre spinge si struscia su di me, si sfrega il clitoride sul mio pube, non smette di infilarmi la lingua nella mia bocca, è avida, ed io con lei, non ce la faccio più, di forza la faccio alzare, lei si siede sulle mie ginocchia, se lo prende in mano e inizia a menarlo, tre colpi e vengo, così, sulla sua pancia, sulla mia, sulla sua mano che tiene ancora il mio pene, duro e rosso, infuocato, voglioso e appagato, per adesso ….
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