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Quasi incesto: epilogo


di piccololord
21.09.2015    |    18.717    |    12 9.5
"La ragazza non essendo in regola con i permessi per restare in Italia viene rimandata in Siria, suo paese di origine, e ritorna con la madre in Italia..."
Compendio:
In un viaggio di lavoro in autobus incontro Amal che sta fuggendo da parenti violenti che la sfruttavano. Nasce una relazione erotico-sentimentale a dispetto della notevole differenza di età. La ragazza non essendo in regola con i permessi per restare in Italia viene rimandata in Siria, suo paese di origine, e ritorna con la madre in Italia. Nasce un rapporto a tre di sesso e non solo....

Epilogo:
Era iniziato per me un periodo incantato. Due splendide donne, madre e figlia, era giovane per me la madre figuratevi la figlia. La pelle olivastra, lucida dei loro corpi non mi dava tregua. Non avevo mai scopato così tanto nella mia vita. Ero al centro delle loro attenzioni, non riuscivo neppure a pensare ad un desiderio che era già esaudito. Avevo acquistato un letto oversize per starcene tutti e tre comodi. L'unica cosa che non ero riuscito ancora a fare era sesso in tre. Quando iniziavo a toccare Amal, a solleticare la sua giovane figa, sensibile e ricettiva, Nahla in silenzio si alzava dal letto e andava nella sua camera lasciandoci a giocare. Alcune volte ritornava a dormire con noi e quando si infilava tra le lenzuola non lesinava mai una carezza al mio guerriero stanco o un bacio a raccogliere l'ultima goccia di crema. Stesso discorso per Amal che quando si accorgeva che le mie voglie erano rivolte alla madre sgusciava fuori dal letto lasciando campo libero alle nostre frenesie. Tornava regolarmente a dormire con noi apostrofandoci scherzosamente “avete finito vecchi maiali di fare le vostre porcate?” Sembrava che la gelosia albergasse altrove. Ognuna di loro aveva un modo inconfondibile di fare all'amore.
Nahla cercava la dolcezza, non amava molto essere sbattuta violentemente anche se alcune volte me lo chiedeva. Con lei i rapporti anali erano la norma, aveva un buchetto bruno molto elastico e mi accoglieva senza sforzi. Era abile nel contrarre lo sfintere per aumentare il piacere. Potevo restare dentro di lei assolutamente immobile, le sue contrazioni mi portavano all'orgasmo in breve tempo. Capezzoli molto sensibili, bastava uno sfioramento per sentire subito un gemito di piacere.
Amal essendo giovane era molto più esuberante, una puledra selvatica e le piaceva essere domata con qualche sculacciata. Gridava al culmine del piacere, lanciava sempre un urlo liberatorio. I suoi fianchi erano in continuo movimento qualunque fosse la posizione. Preferiva mettersi a cavalcioni su di me e infilarselo dentro fino all'utero, roteare il bacino. Era incalzante nel cavalcarmi e aveva scoperto che per me era una posizione particolare, ci voleva molto tempo prima di farmi eiaculare.
Per lavoro mi assentavo di frequente da casa lasciando le due donne da sole, si erano integrate bene in paese. Uscivano sempre insieme a provvedere per il cibo, a fare qualche piccola spesa per loro. Anche se non avevo problemi economici Nahla era parsimoniosa mentre Amal, complice la giovane età, non lesinava l'acquisto di intimo e vestiti. Al mio rientro era sempre orgogliosa di mostrarmelo indossato ma durava davvero poco addosso. Al giardino pensava Nahla. Era entusiasta di quel verde che circondava la casa: ortensie, camelie, viburni, . Un falso gelsomino e passiflora celavano un piccolo gazebo. Ogni tanto passava Silvia, una vicina giardiniera, a dare consigli preziosi.
Nelle notti calde con Nahla avevamo rapporti nel gazebo. Soffriva molto il caldo e vestita con una semplice e leggera camicia da notte andava a sedersi in giardino. Immancabilmente la raggiungevo. Era davvero splendido prenderla a pecora tra i profumi dei fiori. Alcune volte mi sentiva arrivare e già si posizionava con i gomiti sul tavolo ed il culo ben proteso, la camicia alzata sui lombi e la figa umida di piacere, carnosa come un fiore tropicale pronta a ricevere il suo premio. La scopavo senza una parola e lei mugolava di piacere. Non potevamo gridare, naturalmente, eravamo all’aperto…io sapevo contenermi, mi divertiva farlo in silenzio, mi sentivo padrone della mia voce..Nahla, invece, faceva fatica a tacere …la gola tratteneva il suono, la figa si gonfiava ancor più: l’utero sembrava contrarsi in uno sforzo terribile, ed aumentava lo spasimo dell’eccitazione. Dolcemente mi intrufolavo nella sua fessura umida cavalcandola senza sosta. Con una mano le accarezzavo il clitoride. Grande. Sembrava un piccolo cazzo in erezione. Era bello succhiarlo. Il suo respiro sempre più affannoso mi eccitava da morire durante la monta e le contrazioni durante il suo orgasmo mi portavano dritto a tre metri sopra il cielo. Sentire l'onda del piacere formarsi alla base dello scroto e poi impetuosamente risalire fino a trovare libero sfogo in fondo alla sua figa era una sensazione di godimento unica. Rimanere infilato dentro lei per far riprendere ai nostri cuori un ritmo normale erano momenti irripetibili. Sedersi sulla panchina ancora con il fiato corto e vedere il mio sperma colare tra le sue gambe era come avere un altro orgasmo. La sua pelle olivastra imperlata di sudore splendeva alla tenue luce della notte, un quadro da cui non riuscivo mai a distogliere gli occhi. I suoi denti bianchi erano un faro nella notte quando mi sussurrava “grazie per avermi ridato la vita”.
Questa vita idilliaca ebbe un deragliamento poco tempo dopo.
Dovendo regolarizzare i loro permessi di soggiorno in Italia avevo avuto un'idea – non ancora dichiarata alle due donne –che era quella di sposare Nahla e di conseguenza Amal, come figlia naturale, avrebbe anche lei beneficiato della nuova situazione. Sarei diventato il padre della mia giovane amante, un quasi incesto per dirla tutta.
Di ritorno da uno dei miei tanti viaggi di lavoro ero al colmo dell'emozione perché volevo comunicare loro la mia idea. Al telefono avevo detto ad Amal che le avrei fatto una sorpresa ma la sorpresa la ebbi io al rientro in casa.
Era da poco scesa la sera ma non ancora del tutto buio. La casa in penombra sembrava deserta. Il tavolo apparecchiato per le grandi occasioni. Piatti con i sottopiatti, calici per vino e per acqua. Posate perfettamente allineate. Flute per lo champagne. Candele. Profumo di incenso. Ero sbalordito. La mia emozione già di per se alta divenne quasi incontenibile. Avevo il cuore a mille. In cucina, le pentole sobbollivano con uno strepitoso aroma di spezie. Nahla e Amal erano intente agli ultimi preparativi e mi sorrisero con gioia…due casalinghe particolari, pensai, poiché Nahla, nel raccogliere un tovagliolo scivolato dal tavolo, mostrò sotto la sottoveste leggera un culo nudo molto disponibile, che non potei fare a meno di andare ad accarezzare, ancora vestito da viaggio, scivolando con le dita nel tepore del suo solco, fino ad una figa umida e turgida come mai.. una cagna in calore, mi dissi eccitato, più che una casalinga… Amal, incontenibile come sempre, nuda sotto un grembiulino da cucina, spremeva tra le mani dello yogurt, con cui stava condendo polpettine speziate. Il liquido bianco e cremoso le colava fra le dita, le schizzò sul petto. Con un sorriso malizioso mi disse: conosco un altro schizzo perlaceo che mi piace ancora di più…si succhiò le dita impiastricciate e, scostando il grembiule, si pennellò di yogurt un cuore sulla figa, un altro sull’areola dei capezzoli, guardandomi spavalda negli occhi…. La madre l’apostrofò: “puttanella”! e le mollò due sculacciate secche sul sedere..Amal la scostò ridendo, l’abbracciò scherzosa sfilandole la sottoveste: impazzivo..le due donna si toccavano…pube contro pube..capezzolo contro capezzolo…Non resistevo più. Misi Amal a sedere sul tavolo di marmo e le lambii quello yogurt sul corpo, Nahla intanto da dietro cominciò ad aprirmi la camicia, a premere e snocciolare fra le dita i miei capezzoli…sentivo aderire alla schiena le sue tette sode, la sua figa affamata che si sfregava contro il mio culo.. “Andiamo in camera “, dissero….
La loro pelle brillava al riverbero delle candele accese. Uno spettacolo da togliere il fiato. Il cervello entrò in stand-by e il pisello entrò in funzione. Era la libidine allo stato puro. Mi spogliarono lentamente. Quattro mani sul mio corpo non le avevo mai provate. Amal si dedicò con la sua bocca a lambire la mia cappella, La sua lingua ballava sul mio glande bagnandolo di saliva e la sua mano subito dietro per una carezza infinita. Nahla si dedicava con devozione ai miei capezzoli succhiandoli e mordendoli. Le mie mani correvano sul seno di Nahla, seno sensibile alle carezze ed anche ai pizzicotti.
Sdraiato sul letto avevo Amal che spompinava diligentemente e Nahla a cavalcioni sul mio viso che le leccavo la figa tracimante di nettare.
Era un delirio di piacere.
Amal si mise a smorza candela sul mio pene che soffriva le pene dell'inferno impalandosi fino in fondo.
Le due donne ora erano una di fronte all'altra ed iniziarono a baciarsi, a stuzzicarsi i capezzoli.
I movimenti rotatori del bacino di Amal mi facevano letteralmente impazzire di piacere ma le mie urla rauche erano soffocate dalla figa di Nahla. Le succhiavo furiosamente il clitoride, enorme, turgido, bagnato dalla mia lingua e dai suoi umori. Un turbinio di sollecitazioni mi facevano vibrare. Le loro mani non smettevano di accarezzare il mio petto, le spalle, le pancia. Il profumo dell'olio era inebriante. I cuori battevano all'impazzata e i respiri oramai erano singulti asmatici. Sentii la figa di Amal contrarre i muscoli e le sue grida, era in pieno orgasmo. Bello, liberatorio.
La disarcionai con un colpo di reni e misi Nahla supina facendole appoggiare le gambe sulle mie spalle. Il bacino era ben alto e la trafissi entrando nel suo buchetto. Con un sospiro simile ad un singhiozzo mi accolse nel suo intestino dove potei eruttare tutto lo sperma che avevo nello scroto.
Fu l'apoteosi del godimento. Mai, mai nella mia vita avevo provato sensazioni così forti. Il cuore sembrava voler uscire dalla cassa toracica e tutti i muscoli erano tesi come corde di un arco. Fu un'eiaculazione poderosa. Il suo buchetto non riusciva a trattenere tutto il liquido riversato dentro di lei. Silenzio, solo i nostri respiri dapprima rapidi, pian piano tornarono alla normalità. I muscoli si rilassarono.
“Vorrei dirvi una cosa” dissi appena ritornò il fiato
“Aspetta – disse Amal – prima te la dico io” le due donne si guardarono “una cosa bella, molto bella”. Madre e figlia si presero per mano sedute accanto a me.
Con un sorriso che non riuscii a decifrare Amal disse tutto d'un fiato
“Mentre eri via per lavoro ho fatto il test di gravidanza: sono incinta” e Nahla di rimando
“ Bravo, mi hai reso nonna ma continuerò a donarti il mio corpo ogni volta che vorrai” baciandomi con dolcezza le spalle e il torace
Ero basito, senza parole. Il cielo sembrava che mi fosse caduto addosso
“Ma ne sei sicura piccola mia?”
“Certo che si, ho fatto il test due volte”

Che dire miei cari lettori? Sarebbe stato tutto molto bello peccato che 10 anni prima avessi fatto la
vasectomia....
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