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Quella porca di mia cugina 2


di claus87
09.01.2015    |    45.407    |    0 9.4
"Le tette ballavano ai colpi del mio cazzo e il rumore si sentiva tutto, volevo aprirla in due, volevo che si ricordasse a lungo di quel pomeriggio, il primo..."
Avevamo presto appuntamento per l'indomani pomeriggio, ormai il rapporto tra me e mia cugina si era sbloccato, era diventato quello di due ragazzi con tanta voglia di vivere piacevoli ore di sesso, io libero e lei libera, quella parentela a rendere le cose sempre più eccitanti.
Appuntamento alle 17, sotto casa sua, le case purtroppo occupate come spesso capita e la necessità di trovare un posto per dare libero sfogo alle nostre pulsioni. Giriamo in macchina alla ricerca del posto migliore ma la voglia e tanta e lei esordisce: "Ho fantasticato molto su oggi, su noi due uno sopra l'altro e soprattutto sul suo cazzo, cerca di non deludere le mie aspettative...", lo sguardo malizioso, la risata di chi sta passando dalle parole ai fatti., fatti che non tardano ad arrivare perché la sua mano si avvicina verso il mio pisello, decisa e senza complimenti. Cominciava ad indurirsi dopo quelle parole e non vedevo l'ora di tirarlo fuori da quei jeans ormai diventati troppo stretti ma, ancora una volta, le mie intenzioni furono preceduto da un'azione di mia cugina .La sua mano apre la cerniera, sta già cominciando a toccarlo, a segarmi mentre continuo a guidare e mentre senza troppa convinzione provo ad oppormi: "Dai sto guidando, è solo questioni di minuti, può essere pericoloso". Si, lo dicevo, ma non ne ero convinto e lei ormai andava su e giù che era un piacere: "Bene, mi sa che ci divertiremo con questo bastone, sai non prendo carne fresca da un po' e devo recuperare un po' di tempo perduto". Io andavo in estasi, era totalmente disinibita, ma cercavo di oppormi per avitare di andare a sbattere contro il guardrail: " Ce la fai a pazientare cinque minuti che ti sto portando in un posto?". Sembrava essersi convinta: "Si, ok dai faccio la brava", era tutta una tattica perché subito dopo rincarava: "Guarda un po' come faccio la brava...". Vedo la sua testa avvicinarsi verso il mio membro e capisco le intenzioni, non ho la forza di oppormi, aspetto da troppo tempo questo momento e la lascia fare, la sua bocca si apre e il mio cazzo continua a crescere dentro di lei. Ci sa fare la cugina, eccome se ci sa fare, comincia a stuzzicarmi la cappella con la lingua, ci gira attorno mandandomi in estasi e poi apre la bocca e lo ingoia quasi tutto, nonostante le dimensioni, se potesse tirerebbe dentro anche le palle di quanto è ingorda.
"Sei una pazza incosciente, prima la sega, ora il pompino, tutto ciò mentre guido". E lei: "Preferisci parlare con me o occuparmi la bocca in altro modo? Guida e godi, sei fortunato, non tutti hanno una cugina così porca e disponibile". In effetti aveva ragione, non era solo una stupenda ragazza chinata sul mio pene ma era anche sangue del mio sangue, roba che difficlmente si vive, che si legge nei siti, nei racconti.
Decido di osare di più, mentre succhia comincio ad aprirle le gambe, a scendere nel perizoma e la sento bagnatissima, le due dita entrano velocemente e comincio a penetrarla. I mugolii non tardano ad arrivare ma la bocca è ancora piena: "Quanto mi piace succhiare il cazzo, poi il tuo cazzone cugino mi piace, è grande e ha un buon sapore, ma non basta, voglio vedere come lo sai usare, quello fa la differenza".
Eravamo arrivati, una sorta di capanno abbandonato sulla spiaggia, era primavera e si poteva stare fuori, luogo ben appartato e isolato, non ce la facevo più, la cugina mi aveva provocato e dovevo farle sentire subito con chi aveva a che fare. Apro la portiere della macchina, la faccio scendere e la sbatto contro la parete dell'edificio: "Adesso vedrai come lo so usare, preparati alla trivella del cugino". Il pene è ancora duro e bello eretto, entra subito nella sua vagina ampiamente lubrificata, lei è lì con le mani appoggiate al muro, la pecora stava sentendo il suo toro dietro". Lei: "Cugino non avere pietà, trattami da troia" e io non avevo nessuna intenzione di farle sconti perché sapevo benissimo che lo era. Le tette ballavano ai colpi del mio cazzo e il rumore si sentiva tutto, volevo aprirla in due, volevo che si ricordasse a lungo di quel pomeriggio, il primo di una lunga serie.
Andai avanti a lungo fino a che lei non se ne uscì con un altro desiderio: "Non basta essere scopatori, bisogna essere bravi anche a leccare, che ne dici di leccarmi un po' la fica, caro cugino". Avevo voglia di sentirne il sapore e gli umori e finii ben presto con la testa in mezzo a quel paradiso, quella vagina giovane e fresca che già ne aveva vissute tante e tante ne avrebbe vissute ancora. "Bravo vai su e giù con quella lingua, non fermarti, lubrificala bene che voglio altro cazzo". E il cazzo lo ebbe, contro il cofano della macchina, a cavalcioni a saltare come un'ossessa e in tanti altri modi, fino a che, una sborrata liberatoria, non le inondò le tette e parte della bocca. "Andiamo, la cugina è soddisfatta di questo pomeriggio passato insieme", le dissi e lei: "Beh certo, un po' di attività fisica fa sempre bene, spero di farne tanta altra, poi cugino, ricorda che si può sempre dare di più". Salimmo in macchina e andammo, mezzora di strada, cinque minuti di silenzio iniziale e la mano ritorna sempre lì, l'uccello torna duro e la bocca ricomincia a lavorare. Arriviamo al suo cancello e la inondo con una sborrata. "Mi sa che non avrai sete per un po'" e la salutai, quel culo magnifico si muoveva verso casa, quel culo appunto, il prossimo obiettivo. CONTINUA...
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