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Sorella di mio padre "Zia Francesca".


di ragazzoserio71
30.08.2015    |    62.484    |    8 8.8
"Continuava a dimenarsi e a muovere il bacino, diceva che ero bravo e di aumentare la velocità..."
Me la ricordo come fosse ieri, nonostante siano passati oramai molti anni. Alta magra di carnagione chiara e piena di lentiggini, un viso severo ed un naso arcigno sul quale appoggiavano degli occhiali da vista sottili, che gli davano l’aria da professoressa rompiscatole.
Era mia zia Francesca sorella di mio padre, all’epoca aveva sui 50 anni mentre io ne avevo 14, sposata ma senza figli era di una cattiveria e severità impressionanti, tutti in famiglia la temevano soprattutto noi ragazzi . Lei comandava dentro e fuori le mura domestiche, mentre mio zio era un bonaccione ed un gran lavoratore, a volte rimaneva fuori per lavoro intere settimane.
A scuola non andai molto bene quell’anno e per punizione mio padre decise di mandarmi da mia zia, che in quel periodo si era trasferita in una piccola casa di montagna (una seconda casa) appena acquistata e non ancora ristrutturata interamente. Visto che mio zio rimaneva fuori regione per lavoro tutto il mese di luglio, la zia aveva bisogno di una mano per sistemare i mobili, fare le pulizie, etc.etc.
Appena appresa la notizia mi crollò il mondo addosso, quel mese potevo dedicarlo alla piscina con gli amici e visto che gli ormoni iniziavano a farsi sentire, aspiravo alle prime palpatine con le compagne di classe, di cui avevo già discusso con gli amici, e come se non bastasse il motorino che mio padre mi aveva promesso era rimandato a settembre; visto il mio andamento scolastico era una situazione in bilico, quindi anche il resoconto di mia zia sul mio comportamento durante il soggiorno da lei avrebbe avuto grande peso sulla decisione di mio padre riguardante quel benedetto motorino.
Ero come si suol dire tra l’incudine ed il martello, a nulla valse l’aiutare mia madre in tutte le faccende domestiche nei cinque giorni precedenti alla partenza e a nulla valsero le mie promesse di cambiamento nei confronti dello studio, mentre mio padre caricava le mie ultime valige nell’ auto.
Il viaggio per andare da mia zia durò un paio d’ore nelle quali regnò il silenzio più assoluto, poco prima di arrivare a destinazione mosso probabilmente da compassione mio padre mi confidò che c’era pure mio cugino Paolo dalla zia, e che ci saremmo divertiti comunque.
Mio cugino Paolo figlio di un’altra sorella di mio padre e mio coetaneo, era nella mia stessa brutta situazione; pensai che almeno avrei avuto un po’ di compagnia in quel paesetto che contava una quarantina di case e gli abitanti erano perlopiù anziani.
Non vedevo mio cugino da molto tempo, principalmente per la lontananza visto che abitavamo in due regioni diverse. Di solito ci vedevamo durante le festività più importanti, ma per alcuni problemi di salute di zia Gemma , le nostre famiglie non si incontravano da un anno circa.
Lui era già arrivato da un paio d’ore e sua madre “mia zia” era dovuta scappare velocemente per impegni lavorativi,come del resto fece pure mio padre, sembrava che avessero fretta di disfarsi di noi.
Chiacchierammo per più di un’ora mentre sistemavamo la nostra roba, la zia ci aveva riservato una camera con due letti singoli completamente spoglia di qualsiasi arredo tranne che per un armadio che dividemmo a metà e due comodini sgangherati, sul nostro volto c’era dipinta la disperazione.
Ci facemmo le nostre confidenze da adolescenti variando un poco le verità dei nostri racconti e cercando di recuperare il tempo perduto, in linea di massima avevamo gli stessi gusti ed anche esteriormente ci assomigliavamo molto, Paolo era solo un cinque centimetri più alto di me e aveva i capelli più lunghi.
Nascose accuratamente il pacchetto di sigarette appena prima che irrompesse la zia nella stanza, io non le avevo le sigarette ma avevo già iniziato a fumarne qualcuna con alcuni amici e compagni di scuola.
Zia Francesca iniziò da subito ad impartire ordini e ci ritrovammo a lavorare tutto il giorno senza sosta per spostare mobili da una stanza all’altra, finito di cenare alla sera ci stendemmo esausti sui nostri letti; poi venne a darci la buonanotte dicendoci di non stare alzati fino a tardi a chiacchierare perchè l’indomani mattina ci saremmo dovuti svegliare presto.
Non chiacchierammo per niente, eravamo talmente stanchi ed affranti che ad entrambi ci veniva da piangere, ci addormentammo quasi subito.
Alle sette di mattina la Zia iniziò a chiamarci dalla cucina, non ci chiamava per nome ma con il nomignolo di “giovani sfaticati”, dopo colazione ci mise sotto di nuovo con i lavori.
Al pomeriggio mentre stavamo portando la roba dello Zio dal garage fino a sopra, a Paolo cadde dalle mani rotolando giù per le scale uno scatolone contenente una telecamera; prese una sgridata dalla Zia che iniziarono a scendergli le lacrime dagli occhi, io rimasi attonito. Sotto lo sguardo vigile della Zia poi constatammo che tutto era in ordine e non si era rotto nulla, era una bella telecamera di quelle con le videocassette che si inseriscono direttamente su uno sportello a lato e all’interno dello scatolone c’era pure un videoregistratore e alcuni film d’azione accatastati sul fondo ed un paio di videocassette vergini ancora inceofanate.
A mezzogiorno riuscimmo ad intenerire la Zia che ci acconsentì di collegare il videoregistratore alla tv, così la sera finito il lavoro visto che non ci lasciava uscire di casa, almeno avremmo potuto guardarci un film.
I cinque giorni successivi furono la fotocopia del primo compresa la domenica e non guardammo nemmeno un film, poi una mattina la Zia ci comunicò che doveva andare giù in paese a fare delle commissioni ed invece di invitarci ad andare con lei così avremmo visto almeno il centro del paese, ci disse che potevamo rilassarci tutta la mattina e lei sarebbe ritornata verso mezzogiorno.
Il paese distava due chilometri da dove eravamo noi e avremmo potuto andarci in dieci minuti di camminata, ma senza il suo permesso sarebbe stato un dramma e lei lo avrebbe scoperto sicuramente o probabilmente ci saremmo incontrati sulla piazza del paese; in circostanze normali lo avremmo fatto sprezzanti del pericolo ma avevamo entrambi troppo da perdere, io il motorino e Paolo la chitarra elettrica che il padre gli aveva promesso dopo le vacanze estive.
Partita la zia uscimmo in giardino a fumarci una sigaretta stando ben attenti a dove buttavamo cenere e mozziconi, finora non ne avevamo fumata nemmeno una.
Gironzolammo un’oretta tra giardino ed interno casa godendoci il meritato riposo e poi decidemmo di guardarci un film visto che non avevamo di meglio da fare, Paolo si mise sul divano ed io presi lo scatolone della telecamera. All’interno c’erano sei copertine tutte di film d’azione, Rambo 1,2 ,3 e altri tre film di Van Damme, lo zio era uno sfegatato di film d’azione. Io li avevo già visti tutti a parte uno di Van Damme mentre mio cugino Paolo aveva visto solo Rambo 1 e 2. Decidemmo per il film di WanDamme ma quando aprimmo la confezione all’interno c’era una videocassetta nera senza etichetta di quelle vergini da registrare.
Ci mettemmo a ridere visto che la copertina era originale e per curiosità aprimmo pure le altre ma quelle erano originali. Pensammo che probabilmente si era rotta e a quel punto lo Zio se ne era fatta fare una copia, commentammo con un “speriamo almeno si veda decentemente”.
Inserii la videocassetta mi accomodai sul divano dove mio cugino stava già stravaccato e premetti play sul telecomando, constatammo immediatamente con gioia e stupore di entrambi che si trattava di un film pornografico.
Eravamo su di giri, finalmente qualcosa iniziava a girare per il verso giusto! Iniziammo a far battute su ogni scena che vedevamo, sia io che mio cugino ne vedevamo spesso di film porno, entrambi avevamo scoperto il nascondiglio segreto dove i nostri padri li tenevano nascosti.
Poi calò il silenzio, eravamo entrambi concentrati sul film. Una donna con un seno gigantesco scopava con due uomini, uno la possedeva da dietro e l’altro si faceva succhiare l’uccello.
Ero teso per la situazione e avevo un’erezione imponente, tra poco sarei venuto sulle mutande.
Ad un certo punto Paolo disse che non ce la faceva più e doveva masturbarsi, così tolse pantaloni e mutande ed iniziò a menarselo continuando a guardare il film, io rimasi allibito ed in imbarazzo mentre lo guardavo masturbarsi e tutta la situazione iniziava a darmi alla testa.
- Ti vedo in imbarazzo, non vi siete mai masturbati tu ed i tuoi amici guardando un film porno?Siamo tra di noi, dov’è il problema?Disse mentre se lo menava sempre con più foga.
- Certamente lo facciamo spesso, risposi mentendo.
- Quindi fai pure se devi sfogarti, rispose.
- E se arriva la zia? Dissi per togliermi da quella situazione.
- Ma non vedi che sono appena le nove e mezza, se arriva sentiamo l’auto e facciamo in tempo a cambiare il film con uno d’azione.
Non avevo più scuse e la voglia di masturbarmi era grande, così decisi di seguire il suo esempio e mi tolsi pantaloni e mutande ed iniziai a masturbarmi, quella nudità ed intimità con un’altra persona anche se era mio cugino mi dava sensazioni mai provate prima, con una mano andavo su e giù sull’asta e con l’altra mi accarezzavo i testicoli e l’interno coscia.
Ero in paradiso e sempre sull’orlo di esplodere ma non successe, di solito quando mi masturbavo arrivavo in poco tempo ma in quella situazione di tensione continuavo a menarmelo e il tutto non finiva mai, era meraviglioso!
Ora l’attrice del film si stava facendo fare una doppia penetrazione ed urlava come una cagna in calore, aumentai il ritmo concentratissimo su quella scena!
La voce di mio cugino mi arrivò quasi come se fosse stato su un’altra stanza, mi ero quasi dimenticato di lui:
- Se vuoi possiamo menarcelo a vicenda, fino a venire. Sentire una mano diversa è molto meglio.
- Non sono mica gay! A me piacciono le ragazze! Risposi allibito.
- Nemmeno io sono gay, si tratta solo di divertirsi con una mano diversa! Pure a me piacciono le ragazze e di solito me lo faccio fare da loro, ma quando con gli amici guardiamo film porno a volte ci si dà una mano. Vuoi dire che non lo hai mai fatto?Sei sincero quando dici di aver guardato film porno in compagnia dei tuoi amici?
Non sapevo più cosa rispondere e dissi per non essere da meno che lo facevamo pure noi, ma loro li conoscevo da una vita.
- Non ti vergognerai mica di me!In fondo sono tuo cugino. Dai inizio io e poi tu lo fai a me, rilassati guarda il film e pensa che sia una mano di una tua amica, vieni pure tranquillamente quando ti senti , poi puliamo il pavimento con uno straccio e un po’ d’acqua.
Mi appoggiai con la schiena al divano ed allargai le gambe e le mani le misi dietro la testa, appena sentii il tocco della sua mano sul pene ebbi un sussulto, era una cosa che non avevo mai provato.
Poi mi chiese se preferivo dolce o con foga il tocco, risposi dolce senza capire comunque cosa intendesse.
Iniziò con una mano a muoversi lentamente su e giù e con l’altra ad accarezzarmi i testicoli delicatamente mentre io avevo i brividi su tutto il corpo e cercavo di concentrarmi sul film.
Dopo nemmeno due minuti avevo il pene cosi’ duro che pensavo si rompesse, e iniziai a dirgli ansimante che doveva accelerare, che era bellissimo!Che stavo per venire! Iniziò ad accelerare ed in poco tempo venni come non ero mai venuto, fu uno dei più belli orgasmi della mia vita!
Poi venne il mio turno e mi disse che lui amava un’altra posizione, così si mise a quattro zampe sul pavimento e da dietro dovevo mungerlo come una mucca e così feci. Con una mano accarezzavo i testicoli e con l’altra lo mungevo, avendo le sue natiche ed il suo ano davanti agli occhi. Continuava a dimenarsi e a muovere il bacino, diceva che ero bravo e di aumentare la velocità. Lui durò molto più di me, probabilmente era vero che lo aveva già fatto, quando venne sentii il pene che pulsava a ritmo dei fiotti di sperma che gli uscivano dalla punta.
Pulimmo tutto e rimettemmo il film al proprio posto dentro lo scatolone, poi arrivò la zia e iniziò nuovamente il calvario, lavoro, lavoro e lavoro!
Alla sera però anche se esausti ci sollazzavamo di mano, prima di dormire ci masturbavamo a vicenda ed anche appena svegliati. Mi piaceva mettermi a pancia in giù e mio cugino dopo avermi massaggiato schiena gambe e glutei, scendeva con la mano da dietro accarezzandomi anche l’ano per poi finire sui miei testicoli, a quel punto mi alzavo a quattro zampe e mi mungeva, era meraviglioso.
I nostri giochi non andarono mai oltre a massaggi palpeggiamenti e masturbazione con mano. Diciamo che il soggiorno iniziava a diventare più piacevole nonostante la Zia fosse sempre più sgarbata nei nostri confronti. Sembrava che la nostra presenza le desse fastidio nonostante il nostro aiuto fosse di vitale importanza per sistemare la casa, a volte fantasticavamo di avvelenarla o ucciderla nel sonno e ci facevamo quattro risate.
Una mattina ci diede il permesso di andare in paese, le testuali parole furono:
- Giovani sfaticati, questa mattina non si lavora. Deve venire l’architetto per controllare delle cose e non voglio avervi tra i piedi, andate pure in paese e non fatevi vedere prima di mezzogiorno! Mi raccomando comportatevi bene in paese, se combinate qualcosa poi lo vengo a sapere.
Ci diede pure i soldi per una bibita o un gelato,ne restammo meravigliati.
Alle nove eravamo già in piazza del paese, una chiesa, un bar tabacchi e un paio di negozi. Via di quattro anziani che giocavano a carte al bar, non c’era anima viva in tutta la piazza.
Appena entrati la signora che gestiva il bar ci salutò cordialmente e ci chiese da dove arrivavamo pensandoci turisti, risposi che eravamo i nipoti della signora Patrizia prendendomi una gomitata da mio cugino che poi mi sussurrò: “ora ci siamo bruciati la possibilità di prenderci le sigarette, la zia ora verrebbe a saperlo sicuramente”.
Ci sedemmo e ordinammo due aranciate, alle dieci ed un quarto eravamo su una panchina in centro della piazza vicino ad un monumento e non sapevamo più che cosa fare, avevamo una gran voglia di fumare una sigaretta.
Paolo propose di rientrare a casa di nascosto per prendere le sigarette, ma il fatto di essere scoperti ci terrorizzava! La zia era stata chiara, non dovevamo rientrare prima di mezzogiorno!
Decidemmo di tentare.
Arrivammo a piedi da dietro alla casa e decidemmo di passare da un albero direttamente alla nostra camera al secondo piano, avevamo intravisto un auto di grossa cilindrata parcheggiata sul viale d’entrata. Paolo si arrampicò mentre io facevo da palo sotto, pronto a nascondermi sulla boscaglia se avessi visto arrivare qualcuno.
Dopo un tempo interminabile in cui avevo iniziato a preoccuparmi lo vidi sporgere dalla finestra e farmi insistentemente segno con la mano di salire. Non ne capivo il motivo e poi se salivo pure io era più facile che venissimo scoperti, feci cenno di no con la testa! Ma lui insistette agitando le mani a più non posso, così decisi di salire.
La camera della Zia era sul nostro stesso piano ma due stanze più in là in fondo al corridoio, ma appena entrai dalla finestra sentii i sospiri ed i gemiti. Paolo rideva e si teneva una mano sulla bocca, poi mi fece cenno di seguirlo.
Percorremmo il corridoio in punta di piedi, la camera della zia aveva la porta semiaperta e di riflesso sugli specchi dell’armadio si vedeva tutta la stanza. Erano entrambi nudi e rimasi stupefatto dal corpo della zia, magra e longilinea con delle tette piccole (una seconda) ma con i capezzoli molto sporgenti ed appuntiti. Lei era a quattro zampe sul letto mentre l’uomo era in piedi e se lo faceva succhiare, mentre con una mano schiaffeggiava le natiche della zia che mugolava come fosse in calore.
Ero imbambolato con la bocca aperta e un’erezione che tenevo a stento dentro ai pantaloni, poi sentii tirarmi il braccio da mio cugino che mi voleva portare via di lì! Lo guardai fulminandolo con lo sguardo ma poi ebbe la meglio e mi trascinò via. In camera nostra parlando sotto voce mi disse: andiamo a prendere la telecamera! Risposi che era pazzo, e chiesi che intenzioni aveva!
Mi rispose che poi avrei capito e scese giù a prendere lo scatolone. Mise una cassetta di quelle vergini, si assicurò di avere batteria e tornammo a goderci lo spettacolo.
Ora la zia era sul letto con le gambe spalancate e l’uomo la pompava con foga mentre lei urlava di piacere, andarono a avanti così per molto tempo, poi lei si rimise a quattro zampe sempre sopra il letto e l’uomo glielo mise nel culo ed iniziò a pompare mentre la zia urlava più forte di prima.
Io venni nelle mutande mentre mio cugino era davanti a me e continuava a filmare, poi l’uomo iniziò ad urlare che stava venendo ed allora la zia si girò glielo prese in bocca e continuò a succhiarlo finche non vedemmo lo sperma che gli colava dalla bocca! A quel punto si distesero sul letto sfiniti!
Tornammo in camera e facendo il meno rumore possibile riportammo la telecamera al suo posto e nascondemmo la videocassetta sull’armadio, poi uscimmo ed andammo a fumarci una sigaretta in mezzo ai boschi, lì ci masturbammo reciprocamente.
A mezzogiorno ritornati a casa pranzammo con la zia e poi ci mettemmo al lavoro.
L’indomani dovette uscire una mezzora per andare a prendere del colore e ci disse di continuare pure con il lavoro. Appena uscita l’auto dal vialetto Paolo andò a prendere la videocassetta e guardammo il filmato, era venuto benissimo, sembrava proprio un film porno! Paolo prese l’altra cassetta vergine e con la telecamera collegata al videoregistratore ne fece un’altra copia:
- Ma che fai?Sei pazzo..Pensavo che dopo averla guardata l’avresti distrutta! Dissi spaventato!
- Poi capirai. Quella troia schifosa ce la deve pagare! Rispose rosso in viso.
Poi prese le due cassette e le riportò sull’armadio, spegnemmo tv e videoregistratore poco prima che arrivasse la Zia.
La giornata proseguì con i soliti ritmi, alla sera in camera chiesi ancora una volta che cosa aveva intenzione di fare con quei video ma mio cugino non rispose.
Due giorni dopo appena finito di pranzare lo vidi salire in camera e ritornò con una videocassetta in mano, io sbiancai!
Appena la Zia lo vide iniziò a rimproverarlo:
- Sfaticato, che ci fai con quella videocassetta? Guarda che bisogna lavorare e continuare a sistemare, il film ve lo potete guardare questa sera se ne avrete le forze!
- Solo un minuto Zia, questo lo devi vedere, rispose mio cugino quasi implorando.
- E che sarà mai!Non abbiamo tempo da perdere! Mettilo via!
- Dai Zia ti prego, un minuto!!Lo devi vedere!
Io stavo per sentirmi male, mentre mia zia acconsentì spazientita e si sedette sul divano di fronte alla tv. Quando mio cugino premette Play sul telecomando ed iniziarono le prime immagini, sulla stanza scese il buio.
La zia rimase impietrita, non respirava, non deglutiva!
Ripresa dallo shock si alzò di scatto andò al videoregistratore estrasse la videocassetta e iniziò a distruggerla sfilando il nastro, poi iniziò ad urlare dicendo che noi eravamo dei pazzi e che ci avrebbe distrutto la vita! Io tremavo dalla paura , mentre mio cugino allontanatosi dal divano la affrontò con lo sguardo e poi gli urlò in faccia che ne avevamo un’altra copia.
Lo scansò spingendolo e si precipitò in camera nostra, sentivamo l’armadio ed il contenuto dei cassetti svuotati sul pavimento con forza, a quel punto guardai mio cugino:
- Ma che cosa hai fatto!!dissi terrorizzato.
- Tanto non la trova, l’ho nascosta nel bosco, disse soddisfatto.
Non gli risposi, mi sembrava di essere entrato in un incubo. Sentimmo ancora un po’ di trambusto in camera , poi dei passi pesanti in corridoio e una porta sbattere con una violenza inaudita!
Si rinchiuse in camera sua e non uscì nemmeno per cenare, io non sapevo più cosa pensare.
Parlai con mio cugino di nuovo e vedendo la mia agitazione ed il fatto che iniziavo ad innervosirmi, mi disse che ora l’avrebbe ricattata! Ora almeno avremmo lavorato un po’ di meno e ci avrebbe trattati con più rispetto!
Vedevo anche lui molto teso capii che non aveva la minima idea di dove ci avrebbe portato tutto questo!
Mi salì il sangue alla testa:
- Adolescenti contro adulti! Non si è mai visto che vincano gli adolescenti, stupido!Gli urlai..
- Fino a quando possediamo il nastro, abbiamo il coltello dalla parte del manico, rispose a bassa voce.
Cenammo e sistemammo anche il caos che la Zia aveva fatto nella nostra camera, alle dieci eravamo a letto e spegnemmo la luce, nessuno dei due stava dormendo quando verso le dieci e trenta sentimmo la porta della camera della Zia aprirsi e i suoi passi venire avanti nel corridoio, aprii la nostra porta e accese la luce. Aveva una faccia distrutta, mi faceva quasi pena:
- Che cosa volete?Disse con un filo di voce.
- Vogliamo lavorare un po’ di meno e che tu sia più gentile con noi! Ci tratti molto male!Noi vogliamo aiutarti con i lavori ma vorremmo essere trattati con più rispetto e gentilezza, ce lo meritiamo.
Mio cugino aveva parlato con i giusti termini, sembrava che la zia si sentisse d’avvero in colpa per come ci aveva trattati nei giorni precedenti ed io mi sentii rassicurato quasi dimenticando la faccenda del filmato,dopo un cenno affermativo della Zia mentre si stava accingendo ad uscire dalla stanza lui purtroppo parlò di nuovo:
- E vogliamo fare sesso!
- Voi siete pazzi! Rispose quasi in lacrime mia Zia.
Uscii dalla nostra camera urlando ed imprecando per poi ritornare in camera sua. Mio cugino si girò nella mia direzione per parlarmi, ma lo fermai con un cenno della mano, gli dissi buona notte e spensi la luce.
Alle sette di mattina la Zia arrivò nella nostra camera con la colazione, aveva una voce cordiale e ci disse che i lavori potevano iniziare anche più tardi, quando ce la saremmo sentita. Ritornò a prendere i vassoi dopo una mezzoretta e ci disse che ci aspettava al piano inferiore per il lavoro, lei intanto avrebbe iniziato.
Dissi a mio cugino che così era tutto un altro vivere ma lui era contrariato:
- La zia se la sta giocando d’astuzia! Disse con voce arrabbiata.
- Ma se è diventata un agnellino! Fosse sempre così sarebbe meraviglioso, risposi.
- Sta cercando di sfuggire dall’altra cosa che gli avevo chiesto!Di solito veste con pantaloncini corti e maglietta per fare i lavori, oggi ha la tuta da ginnastica lunga, con questo caldo!
Probabilmente aveva ragione lui, ma non me la sentivo di andare fino in fondo con l’altra questione, anche se il solo parlarne mi eccitava da morire! Per la prima volta presi io l’iniziativa, lo tirai fuori e gli dissi che avevo voglia di essere masturbato! Rispose che quelli erano giochi infantili, ora avevamo di meglio da fare e chiamò la Zia!
Lei faceva finta di non sentire ma alla terza volta che lui la chiamò dicendogli che doveva venire in camera, rispose finalmente e sentimmo i suoi passi su per le scale.
Arrivò in camera che io ero sotto il lenzuolo mentre mio cugino si era messo nudo sopra al letto, rossa in viso guardando il membro in erezione di mio cugino non disse una parola e rimase impietrita sulla porta.
- Avevamo un patto! Disse mio cugino mentre si menava l’uccello.
- OK! Volete scopare? Allora scopiamo! Rispose con aria di sfida, ma quasi le veniva da piangere.
Si tolse la tuta la maglietta ed esitando anche il reggiseno e le mutandine, mentre noi la penetravamo in ogni parte del corpo con lo sguardo! Poi si distese sul letto a fianco di mio cugino a pancia in su ed allargò leggermente le gambe.
Mio cugino iniziò ad accarezzarle i seni e la pancia poi io mi alzai come spinto da una forza che non conoscevo ed andai a osservarla da davanti, vedevo la sua vagina semi aperta con una leggera peluria al di sopra, il resto era tutto depilato, era meravigliosa.
Iniziai ad accarezzarle le gambe ed ebbe un sussulto, poi indugiai sul sesso ma non sapevo come comportarmi, misi dentro un dito e sentii caldo ed umido.
A quel punto mi prese la mano e mi fece capire come e cosa dovevo fare ed iniziò a mugolare, disse a mio cugino di leccargli e succhiargli i capezzoli! Si inarcava di piacere sotto le nostre attenzioni, avevo un erezione spaventosa. Poi spostò mio cugino e glielo prese in bocca mentre girata ora mi offriva davanti agli occhi ano e vagina aperti con il sedere verso l’alto, non capivo più nulla. Mio cugino le venne in bocca urlando mentre lei continuava a pompare mentre io le stavo inserendo un dito nel culo perché mi aveva accompagnato lei con la mano e dava colpi di reni inghiottendo il mio dito.
Poi si girò sul letto io mi misi in piedi e lei a quattro zampe sopra il letto me lo prese in bocca, io entrai in paradiso! Durò al massimo un minuto e poi le venni in bocca, mentre continuava a pompare sentivo un ondata di piacere mai provata e le gambe che iniziavano a cedere.
Se ne andò a fare una doccia lasciandoci esausti e meravigliati da quell’esperienza, dopo una mezzora iniziammo a lavorare con più slancio del solito. Noi avevamo un sorriso stampato sul volto mentre lei non disse una parola durante tutta la giornata, arrivò nuovamente sera.
Secondo me lei era convinta che con quella prestazione ora noi eravamo soddisfatti e le avremmo dato il film, ma stuzzicò solamente il nostro appetito sessuale.
Nei giorni avvenire provammo qualsiasi cosa e la Zia anche se non voleva ammetterlo era sempre più presa e partecipe da quelle esperienze, un giorno addirittura guardando il film porno provammo la doppia penetrazione con sua gioia e stupore, godette moltissimo.
Scopavamo anche tre volte al giorno, in camera in cucina o sul divano.
Arrivò il termine di quella vacanza e finimmo anche tutti i lavori, la mattina dell’ultimo giorno consegnammo il nastro alla Zia. I nostri genitori dovevano arrivare dopo pranzo verso le due di pomeriggio. Finito di pranzare nonostante fosse venuta in possesso del video ci fece accomodare sul divano nudi e ci spompinò contemporaneamente, finchè non scaricammo sulla sua bocca avida.
Mio padre durante il viaggio di ritorno disse che mi vedeva felice ed io risposi che comunque la Zia non era male come pensavo, anzi conoscendola bene era una persona dolce e simpatica.
A settembre arrivò il mio motorino e la chitarra a mio cugino, la Zia aveva detto cose meravigliose sul nostro operato e sul nostro comportamento, elogiandoci.
Il primo giorno di scuola mi venne incontro il mio amico di scorribande Alessio, non ci vedevamo da inizio estate; disse che non sapevo cosa mi ero perso! La prima cosa che mi raccontò era che Anna una nostra compagna di classe si era fatta palpare sugli spogliatoi della piscina e si era tolta addirittura il reggiseno facendogli toccare le tette dal vivo!
Lo guardai sorridendo dandogli una pacca sulla spalla:
- Beati voi!
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