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Triplo....doppio gioco 2° parte


di miramare
18.11.2011    |    29.794    |    0 9.7
"Per i primi dieci minuti entrambi guardarono la tv tranquillamente, lui impercettibilmente buttava l’occhio su quello che riusciva a vedere e lei si faceva..."

La giornata si concluse, rientrò il padre e per ultima Carla. A tavola chiacchieravano volentieri, la televisione c’era ma era per lo più un accompagnamento sonoro, non ci prestavano molta attenzione.
Chiaramente il padre era completamente allo scuro di tutto quello che era successo, neanche Carla disse a lui quello che aveva rivelato alla figlia nel pomeriggio; preferì non dirgli nulla.
Squillò il cellulare.”E’ il tuo disse Carla a suo marito”
“Si si, lo so, è un cliente che doveva richiamarmi; vado a rispondere di là”
Si alzò ed andò in sala per non disturbare la moglie ed i figli con la telefonata.
Rimasero loro tre, Leo ammirava di proposito sua madre che lavava i piatti la fissava da dietro; gli piaceva guardarle le gambe che con le cosce si univano fino a formare quel fondoschiena tondo che si muoveva a ritmo con i suoi passi. Quei pantaloni lo rendevano perfetto.
“Leo sei incantato o sei su un pianeta lontano?” chiese ironicamente sua sorella, aveva notato che lui guardava il culo di sua madre e si era ingelosita: un altro pezzetto conquistato da Leo, che lo aveva fatto…abbastanza apposta, perchè
effettivamente gli piaceva molto anche sua mamma, non poteva non piacergli.
“Si, sono sulla terra. Scusa ma mi ero incantato, è già la seconda volta oggi”
“Ho visto, va bene, vado in bagno e poi mi guardo un po’ di tv in camera”
“Ok - disse Carla - notte e a domani tesoro, tu cosa fai Leo? Vai a dormire o ti guardi un po’ di tele con noi?”
“Adesso vado a vedere se c’è qualcuno su facebook poi vedo, tu cosa guardi Michy?”
“Boh, vado a vedere cosa c’è, vuoi venire a vederla con me la tele?”
“Vediamo, cosa guardi tu e cosa guardano mamma e papà, poi scelgo”
“Pure” sottolineò lei
Ognuno si diresse poi dove doveva.
Michela sperava che venisse da lei voleva andare ancora un po’ avanti con il suo gioco perverso per scalzare sua madre dalla prima posizione nella scala dei pensieri di suo fratello, proprio non le andava giù di non essere la prima.
Leo che già aveva capito le sue intenzioni pensava di affacciarsi nella camera della sorella per poi preferire la compagnia della mamma, giusto per farla bollire ancora un po’ nel suo brodo.
Fece così.
Dopo una buona mezz’ora abbondante Leo uscì dalla sua camera e bussò in quella di sua sorella.
“Michy, posso?”
“Certo, entra pure” rispose lei
Leo aprì la porta e si affacciò per entrare secondo il suo piano, sua sorella era sdraiata sul letto con la schiena appoggiata alla testiera, con i pantaloncini del pigiama e la camicietta da notte completamente sbottonata ed aperta.
Guardava la tv con il seno fuori, all’arrivo di Leo non si scompose, si limitò ad abbottonarsi la camicia con calma e con lo sguardo sul tv non preoccupandosi affatto che suo fatello avesse potuto vederla così.
“Fa caldo” poi disse
“Si abbastanza” rispose Leo fingendo la stessa indifferenza sua. Ma aveva accusato il colpo, non si aspettava di vedere sua sorella mezza nuda, “E che tette” pensò; erano veramente grosse e sode, tanto che quando si era sollevata per abbottonarsi non si erano mosse. Quello che lo aveva colpito ed eccitato di più erano i capezzoli rosa e piccoli. Avrebbe voluto toccarle, baciarle, succhiarle…e tutto il resto che la fantasia gli suggeriva chissà se ne sarebbe stato veramente capace. Si era eccitato in un secondo, l’aveva durissimo.
“Cosa guardi?” le chiese
“Non c’è niente, metterò un dvd, vuoi vedere qualcosa?” gli chiese invitandolo a restare
“No, vado a vedere cosa guardano di là ma penso che andrò a dormire, ciao buonanotte”
“Buonanotte”
Il suo piano rischiò di saltare, non pensava che sua sorella lo aspettasse praticamente in topless, se si fosse fatto vedere troppo turbato lei avrebbe probabilmente smesso di provocarlo e lui si sarebbe giocato il resto. Dopo aver salutato i genitori,si ritirò, e nel buio della sua stanza Leo continuava a vedere l’immagine del seno di Michela che lo aspettava sul letto, la penombra rendeva tutto incredibilmente sensuale, era bellissima, ma cosa avrebbe potuto fare? Pensava e sognava, e fosse stata completamente nuda? Fantasticava sulle possibili situazioni, sempre più piccanti, mentre si masturbava in silenzio, fu il più bello dei suoi orgasmi fino a quel momento.
A sedici anni si ha una tensione sessuale tale, che vedere anche solo un centimetro quadro di pelle può provocare reazioni smisurate; e quella sera vedere sua sorella in quella posizione lo aveva eccitato così tanto che riusciva a sentire quasi il tocco di quel seno, persino il gusto; era incredibile la mente potesse viaggiare, solo con un semplice fotogramma.
Per fortuna il bagno non era adiacente la camera della sorella, così Leo potè andare in bagno a ricomporsi senza che lei se n accorgesse.
Michela era stupita, pensava di scandalizzarlo, la eccitava il fatto ma non andò secondo i suoi piani. Forse non era ancora abbastanza pensò, sicuramente l’indomani avrebbe fatto di più; lo voleva mettere ko, poi spense la tv e ci dormì sopra.
Il giorno dopo a scuola Leo non riusciva a togliersi da davanti agli occhi il seno di sua sorella, ripensando a quel momento si sentiva leggero, eccitato,avrebbe voluto rivederlo, magari toccarlo, sperava che il pomeriggio arrivasse presto per potersi confrontare di nuovo con lei.
Voleva ancora giocare a fare la preda.
Finita la lezione tornò a casa, sempre assieme a Francesco, ma scelse di non dirgli nulla di quello che era successo il giorno prima, io suo amico era troppo stupido, non poteva fargli una confessione del genere, e fece bene.
Rientrato in casa c’era la mamma ad aspettarlo come sempre, c’era anche Michy.
Pranzarono, il solito clichè: Leo guardava le forme di Carla facendosi notare da sua sorella che sembrava far finta di nulla.
“Mamma sei dimagrita?” chiese lui. La domanda era per provocare Michela, a lui sembrava sempre uguale.
“Un pochino, da dove si vede?”
“Dal sedere, sei più bella”
“Grazie amore, comunque me ne sono accorta anche io perché mi scendono i pantaloni” dopo aver detto così si prese l’elastico dei fuseau ai lati e li tirò su, il risultato fu che le si infilarono nella fessura della fica disegnandole tutto per gli occhi ammaliati di Leo. Il suo complimento lo aveva ripagato bene, questo però scatenò la gelosia della sorella che riprese la mamma: “mamma guarda che così ti segnano troppo, ti daranno anche fastidio”disse con tono secco.
“Oh si, ho tirato troppo” così si riaggiustò meglio i pantaloni
Michela guardava con soddisfazione Leo, dopo quel dispettuccio.
“Va bene, vado a farmi i compiti così poi mi guardo Magnum”
“Ok tesoro” rispose Carla
“Vado anche io, poi mi faccio una doccia”
“Bene - concluse Carla - prima di uscire vi vengo a salutare”
Quel giorno Leo non fece i compiti, non riusciva a concentrarsi, pensava solo a quando sarebbe andato in salotto a continuare quel gioco proibito con sua sorella. Sempre che fosse venuta, ma lui ne era certo.
Anche lei lo era, nonostante fosse più grande, era attirata da quella situazione che si era creata la sera precedente, ed anche prima a tavola. Niente di che, solo giochi sottili di sguardi e di poche parole, eccitante.
La trasgressione ha sempre, da sempre, attirato tutti e lo faceva anche con loro due.
Quando arrivò l’ora giusta Leo passò in bagno a rinfrescarsi e poi si sistemò sul divano per guardarsi il suo telefilm.
“Leo posso venire a vederlo anche io?” chiese sua sorella dalla sua stanza
“Si, vieni pure a dormire qui” scherzò lui
“Arrivo simpaticone” anche il tono della sorella era scherzoso.
“Ciao ragazzi, ci vediamo stasera, volo via che sono in ritardissimo!” Carla era scappata via di corsa senza vederli perché aveva premurissima.
“Ciao mamma, a stasera!” risposero insieme
Dopo essere uscita dalla camera entrò in bagno prima di andare nel salotto, Leo era seduto nella posizione del giorno prima, con la tuta che usava per stare in casa, Michela entrò e Leo sgranò gli occhi, non riuscì a fingersi indifferente; lei fece abilmente finta di nulla:
“Eccomi”
Non aveva il pigiama che aveva messo la volta scorsa, ma un vestitino di sua mamma, verde chiaro con bordo arancio che orlava le maniche ed il basso; una vestaglietta da casa,abbottonata sul davanti, corta e leggera.
Michy era più alta e prosperosa di sua madre, quindi il vestito le stava praticamente due centimetri sotto l’inguine ed i bottoni sul seno sembrava volessero esplodere da un momento all’altro. Così vestita nulla era all’immaginazione, il seno era disegnato alla perfezione e traboccava dalla scollatura, il vestito scendeva aderente all’addome a delineare il monte di venere così come dietro la cingeva perfettamente dai fianchi fino ad avvolgere a fatica un culo perfetto ed armonioso ad ogni passo.
“Il pigiama è ancora bagnato, così ho fregato il vestito alla mamma” mentre lo diceva si passò le mani sul seno percorrendolo fino alla pancia piatta come per chiedere al fratello come ci stava.
“Occhio a non respirare se no esplode”
“Cosa vuoi dire, che sono grassa?” scherzò
“No,no, solo che mi sembra un po’ strettino per te, mi pare”
“Effettivamente mamma è un po’ più piccola, se mi darà troppo fastidio sbottonerò un paio di bottoni, non ho altro da mettere di più comodo, pazienza”
Detto così, si sedette a fianco del fratello e si tese nuovamente dalla parte opposta per il cuscino: ” Dai Leo, fammi prendere il cuscino per piacere”
Il corpo di Michela si stava eccitando, lo dimostravano i suoi capezzoli; erano duri ed appuntiti, e schiacciati dietro quel vestito di cotone così sottile e leggero sembravano due chiodi. Il corpo del fratello le rispondeva con la medesima intensità, ce l’aveva di nuovo duro e quella sensazione così forte gli fece venire la pelle d’oca sulle braccia, cosa che sua sorella notò con soddisfazione.
Per i primi dieci minuti entrambi guardarono la tv tranquillamente, lui impercettibilmente buttava l’occhio su quello che riusciva a vedere e lei si faceva ammirare.
“Uff, sto vestito è proprio troppo stretto, mi soffoca” mormorò Michy
“Te lo avevo detto, non volevo dirti che sei grassa, è solo il vestito troppo stretto” fu la risposta di Leo e mentre finiva di parlare lei si sbottonò i primi tre bottoni; le bastò solo toccarli e le tette fecero il resto: i due lembi del vestito si allargarono fina ad appoggiarsi dietro ai rispettivi capezzoli.
Suo fratello era in estasi platonica, sembravano due proietili, si mise le mani sotto le gambe per riuscire a stare fermo ed intanto cercava di guardare la televisione.
“Ah ora si che respiro”
“Meno male” rispose lui ma lei lo incalzò:
“Cos’hai il torcicollo che stai dritto come se fossi impalato?”
“N no - balbettò - sto bene sto bene”
Tutti i piani di Leo erano naufragati, aveva pianificato di indurre la sorella a mostrarsi il più nuda possibile facendola ingelosire con la madre; e c’era riuscito, però la sua età non gli dava la fora per sostenere tutta quella bellezza e quella sensualità. Era troppo bambino per fare l’uomo e sua sorella lo aveva in pugno, poteva continuare a giocare al gatto con il topo.
“Mi metto un po’ giù, mi fai spazio per favore?”disse poi la sorella, era partita in quarta
“Ok”rispose il fratello allontanandosi di poco da lei per permetterle di sdraiarsi.
Michela sdraiò di nuovo sul fianco per appoggiarsi al cuscino che poco prima aveva preso, nello sdraiarsi cercò debolmente di tenersi il vestito, che era cortissimo, ma le salì lo stesso fino a sopra i fianchi, non portava le mutandine; tolta la mano il vestito salì ancora un poco fina a sembrare una semplice t-shirt.
Nuda.
Su di un fianco e con le gambe piegate la visione che si presentava a Leo era celestiale: vedeva una striscia di peli neri, ricci che tendevano una debole rete la quale proteggeva una fessura rosa, chiusa perchè stretta tra le sue cosce. Ed oltre, più in su c’era anche l’altro buchetto…tutto lì davanti a lui, non riusciva a staccare gli occhi da quella meraviglia. Cosa fare ora?
Lei era sveglia, con gli occhi chiusi faceva finta di essersi addormentata emettendo ogni tanto un rumore come un leggero russare, ma lo guardava di soppiatto sempre sfruttando il riflesso del vetro dello stereo.
Anche lei era eccitatissima: vedeva suo fratello in crisi completa che allungava il collo per guardarle tra le gambe, ma in quella posizione aveva la fica praticamente nascosta tra le cosce e lui non osava allungarsi per cercare di vederla meglio, aveva paura.
Ci pensò lei.
Fingendo di dormire si grattò prima il collo con la punta delle dita poi scese giù per le gambe ed infine dietro toccandosi l’inguine e poi le grandi labbra come per aggiustarle, alzò un poco la gamba per sistemarsi meglio e aprire bene lo spacco tra le cosce ; quando la riappoggiò tenne il ginocchio un po’ più vicino al petto. In questo modo la figa ed il resto rimasero bene aperti ed in bella vista.
Leo era in estasi, la passera di sua sorella era rosa e carnosa, lucida, era eccitata e quando lei l’aveva toccata era uscita una gocciolina di liquido trasparente; il pelo nero era una cornice perfetta che si interrompeva dietro per lasciare spazio alla pelle un po’ più scura che cingeva l’altro buco, strettissimo, circolare e perfettamente contratto.
Avrebbe pagato oro per toccarla…se solo avesse avuto la certezza che non si sarebbe svegliata…
Ormai i suoi piani non esistevano più, quella visione gli aveva fatto scordare tutto, importava solo quello che aveva davanti agli occhi; aveva dimenticato che era sua sorella, la desiderava.
Mentre la guardava si toccava, mise una mano nella tuta ed iniziò a masturbarsi piano, lei vedeva soddisfatta, ma lui era in difficoltà: non era davanti ad un monitor, aveva una figa in bella mostra a quaranta centimetri da lui e proprio non si riusciva ad accontentare di masturbarsi solamente, voleva almeno sentirne l’odore.
Rischiò: fece un movimento improvviso come per volerne misurare il sonno e quando credette di essere sicuro che dormiva (…) si abbassò con cautela ed avvicinò il naso al suo sesso umido, non avrebbe mai dovuto farlo, sua sorella aveva un odore strano, gli piaceva; non era il classico buon profumo, era semplicemente un odore, che lo faceva vibrare e caricare di adrenalina, tremava. Ora però voleva anche sentire il gusto, come fare?
Si rialzò e con un altro movimento scomposto sfiorò con un buffetto Michy sul sedere, nessuna reazione; lei continuava imperterrita a fingersi addormentata, cominciava a godere anche lei, le piaceva quel gioco.
Leo con il dito tremante toccò la figa di sua sorella, le sposto gentilmente le labbra, che lasciarono colare un’altra goccia di liquido brillante; se ne bagnò il dito e lo assaggiò. Era divino, ma non era il gusto, erano l’odore misto a quello che vedeva che lo facevano eccitare maggiormente.
La paura lo stava abbandonando per dare spazio al coraggio figlio dell‘eccitazione, voleva provare a leccarla ma era torppo pericoloso; e se lo avesse beccato?
Decise di toccarla prima con la mano, se si fosse svegliata lui avrebbe fatto prestissimo a ritirarsi pensò.
Appoggiò nuovamente il palmo sul sedere della sorella, attese ma nessuna reazione, quindi scese giù fino ad appoggiarle tutta la mano tra le gambe, aveva il dito medio nella fessura e lo faceva scorrere piano avanti e indietro; la sua mano tesa si stava rilassando. Michela muoveva il, bacino, il solletico sul clitoride la faceva godere e la mano Di Leo era sempre più bagnata, più lui premeva con il dito nella fessura e più lei si muoveva, gli sembrava di essere in paradiso e quasi non ci credeva.
Sorrideva senza accorgersene, con una mano si masturbava e con l’altra masturbava la sorella, passava nel taglio della sua fica per andare a toccarle il culo, che si contraeva ad ogni passaggio; le piaceva, ad un certo punto a lei scappò un lieve gemito; lui lo sentì e decise di andare oltre: si allontanò per coricarsi, avvicinò la faccia dove prima aveva le mani, subito odorò tutto quel ben di Dio, poi tirò fuori la lingua e percorse tutto il solco dal dietro fino a leccarle tutto il taglio della fica che era ormai pieno di voglia.
“Mmmh” gemette lei
Allora Leo sentendo quel gemito la leccò di nuovo, stava impazzendo di piacere.
“Mmmh aah” gemette di nuovo sua sorella.
Colpo dopo colpo la lingua di Leo si fece sempre più insistente e più abile ed i gemiti di Michela sempre più chiari, lui spingeva più che poteva mentre si masturbava, attento a non sporcare
“Aaah mmmh”
Ad un certo punto si sentì la porta aprirsi: Clac
Michela fece un salto “Cazzo chi è, dai alzati su” disse sottovoce ma con forza a Leo
che ci rimase malissimo, imbambolato: era sveglia.
Michela come un fulmine si riabbottonò il vestito e si sedette composta abbracciando il cuscino, per coprirne la cortezza.
“ Dai siediti su!” ribadì a suo fratello.
Lui si sedette senza dire nulla.
Era il padre era rientrato a prendere il portatile.
“Ciao ragazzi, sono venuto a prendermi il computer perché l’ho lasciato a casa;
stamattina mi sono aggiustato ma ora mi serve, voi cosa fate, non uscite?”
“Stavamo guardando un pò di tele, ma lei si è abbioccata come al solito” rispose Leo cercando di sembrare disinvolto.
“Si, dormicchiavo, mamma mia come sono rimbambita”
“Ok dai, scappo che il cliente mi aspetta, a stasera ragazzi!”
“Ciao Pà” risposero all’unisono
Il padre uscì, era troppo di corsa per accorgersi di qualcosa fortunatamente per loro, pericolo scampato.
Leo non osava guardare la sorella ma rideva sotto i baffi, anche lei era un po’ in imbarazzo, se non fosse entrato il padre il gioco sarebbe finito così, senza imbarazzo, ma era andata male, parlò prima lui
“Perché facevi finta di dormire? Cosa volevi fare?” chiese timidamente lui
“Per gioco, volevo vedere cosa facevi…”
“E perché allora non mi hai fermato prima?”
“Non lo sò, così”
Michela aveva risposto lo stesso, lo,aveva lasciato fare perché stava godendo.
“Papà non si è accorto di niente, non lo diciamo a nessuno vero?”
“Vero” rispose più tranquilla lei, Leo non aveva fatto troppe domande, evitando così a lei di dover dare delle risposte troppo imbarazzanti…. per tutti e due.
Poi Leo si giocò tutto, era eccitatissimo e voleva andare avanti ancora un pochino.
“Beh, però cosa ne dici, finiamo? E poi non ne parliamo più…”
“E cioè? Cosa vorresti fare?”
“Potremmo continuare il gioco di prima…”
“Ah, vorresti… di nuovo….”
“Si, mi piaceva e voglio farlo ancora un po’, l’ultima volta dai, tanto piaceva anche a te, ti sentivo”
Michela era bagnata da prima, ci pensò un secondo, poi visto che gli altarini erano ormai crollati…
“E va bene, solo questa volta però, niente è giusto di tutto questo”
Posò il cuscino ed allargò lentamente le gambe mostrando finalmente a suo fratello la sua fica bella aperta e fradicia: “Dai, leccami come prima, bene qui intorno” disse indicandosi il clitoride
“Si, però apriti tutto il vestito, ti voglio vedere tutta nuda”
“Pure! - rispose mentre si apriva il vestito - però sbrigati che ora ho voglia” disse smettendo di fare la falsa moralista.
E Leo si tuffò in quella meraviglia, leccò tutto quello che poteva soffermandosi dove le aveva chiesto lei, le teneva le gambe larghe, si sentiva un uomo. Dopo poco lei venne in un orgasmo intenso chiudendo la testa di suo fratello tra le sue cosce.
“Aah, bravo - si liberò lei - ti sei lavato bene la faccia?” scherzò subito dopo, finalmente rilassata.
“Si, che sballo, ora però tocca a te pareggiare il conto”
“Veramente i patti erano diversi, non si era parlato di cosa dovessi fare, signorino.” rispose Michela divertita
“Vorrai mica lasciarmi così, potrei scoppiare!” mentre le diceva quella frase, Leo sorrideva e mostrava a sua sorella la tuta gonfia.
“E va bene, fammi solo aciugare altrimenti sporchiamo il tappeto” Michela prese in bagno un fazzoletto di carta e si asciugò bene, era venuta voglia di giocare anche a lei ma le piaceva farsi pregare; Leo la aspettava seduto sul divano; quando entrò, a lui venne da sorridere per l’emozione.
“Cosa c’è da ridere? Dai abbassa la tuta”
Si abbassò la tuta fino alle caviglie, rimase in boxer.
“E questi? Dai alza le chiappe!” disse lei prendendoli per l’elastico
Leo si alzò qualche centimetro e sua sorella le sfilò anche i boxer, aveva l’uccello già durissimo da prima ed oltretutto era anche notevole per la sua età.
“Eh, però fratellino; ti difendi” si complimento lei, poi appoggiò le mani sulle gambe sode di lui facendole scivolare all’inguine, poi glielo prese in mano e cominciò a masturbarlo con mano esperta: “Va bene così? Vuoi che vada più forte? O più piano?”lei sentiva l’odore del sesso del fratello e quell’odore la invogliava a fare altro…
“No, va bene così, sì così” godeva ad occhi chiusi, voleva guardare sua sorella che era nuda ed inginocchiata davanti a lui ma il godere tendeva a fargli chiudere gli occhi, poi continuò: “Dai più veloce, sto per spruzzare, c’è un pezzo di carta?” chiese ansimando
“Non serve” gli rispose Michy, che si avvicinò e prese l’uccello di Leo tutto in bocca; faceva aventi e indietro e lo succhiava leccandoglielo. Due minuti e Leo venne in bocca a sua sorella che nonostante le contrazioni dell’orgasmo del fratello lo tenne sempre in bocca e bevve tutto.
“Aaaah, che bello Michy; come hai fatto…”
“Sei soddisfatto ora?”
“Si da morire, e adesso?” chiese lui ancora stordito
“E adesso non ne parliamo più, te l‘ho già detto:è stato bello ma è comunque sbagliato Leo”
“Invece ne voglio parlare ancora un attimo, voglio che mi racconti perché mi hai stuzzicato così” chiese lui rilassato e non più intimidito.
“Tu cosa pensi che sia successi signorino?” fu la sua risposta mentre indossava il vestito
Allora lui si lanciò nella sua teoria dicendole che sua madre lo aveva beccato con le mutandine in mano, poi lo aveva raccontato alla sorella, che secondo lui era infastidita dal fatto che avesse scelto la madre e non la più giovane sorella per le sue fantasie.
“Ho indovinato?
“Ah, quindi te ne sei accorto? Non sono una brava attrice!” disse lei stupita e divertita
“Certo, mi sono anche accorto che sei venuta a spiarmi in bagno così ho cercato di comportarmi in modo da farti fare quello che volevo facessi, volevo vederti nuda ma volevo anche che fossi tu di tua spontanea volontà a mostrartici. Sono stato bravo?”
“Sei stato uno stronzetto, ma bravo; comunque quello che ho fatto l‘ho fatto perché mi ci sono divertita anche io, non è solo merito della tua trappola fratellino - poi aggiunse ancora - e mi pare che nella trappola ci sia cascato anche tu alla fine!”
“Penso di sì, però il bello è che le mutande le ho pescate a caso; potevano capitare anche le tue. Ma è andata sicuramente meglio così.“
“Ah, quindi ti è pure andata di culo!“
“Diciamo di sì, un attimo… ancora una cosa…”
“Cosa?” chiese Michy
“La mamma è corsa a spifferarti tutto non appena sei arrivata, facendomi passare per un segaiolo, merita una punizione, voglio che me le faccia vedere lei le sue mutande; vedrai, sarà facile. Ok? - disse - e poi chiuso per sempre”
“E va bene - rispose lei incuriosita - cosa dovrei fare io?”
“Niente, stasera raccontale che ti ho guardato le tette tutto il giorno e che cercavo di guardarti le mutandine e domani a pranzo mettiti questo vestito. Tutto qui poi vediamo cosa fa la mamma se si ingelosisce”
“E va bene, però poi mi lo racconti cosa succede quando non ci sono, ok?"
“Affare fatto“ disse lui
“Sei diabolico fratellino, lo sai questo?”
“Ho due magnifiche muse ispiratrici” rispose Leo


A presto con l’ultima parte, ciao a tutti
Miramare







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