Racconti Erotici > incesto > Triplo....doppio gioco 3° ed ultima (?) parte
incesto

Triplo....doppio gioco 3° ed ultima (?) parte


di miramare
27.11.2011    |    21.734    |    0 9.7
"Leo guardava il seno alla sorella, quando era sicuro che sua madre se ne potesse accorgere però, il padre era più intento ad ascoltare le notizie quella sera..."

La stessa sera, a cena c’erano tutti e quattro, la televisione parlava e loro anche, tra un boccone e l’altro.
Il piano era già in atto.
Leo guardava il seno alla sorella, quando era sicuro che sua madre se ne potesse accorgere però, il padre era più intento ad ascoltare le notizie quella sera.
Carla aveva notato subito gli sguardi del figlio verso la sorella, infatti aveva fatto a lei un chiaro cenno come per dirle che lui la guardava insistentemente e proprio lì, come a confermare quello di cui le aveva parlato il giorno prima.
Michela indossava ancora il vestito della mamma, ma sotto aveva messo un paio di pantaloncini, poi rivolgendosi a lei disse:”Mamma, oggi ti ho fregato il vestito perché il pigiama che metto di solito era a lavare”
“Si ho visto amore, prendi quello che vuoi”fu la sua risposta
“Come se le andasse bene tutto…” esordì Leo ironicamente
“Cosa vuoi dire, che sono grassa?” Michy resse il gioco
“No, solo che sei un po’ più abbondante secondo me, almeno a giudicare da come sta soffrendo ‘sto povero vestito” la madre ascoltava divertita quel botta e risposta anche se il fatto di essere a detta di Leo più ‘modesta’ della figlia l’aveva toccata; e pensare che il giorno prima aveva le sue mutandine in mano per farci chissà cosa. Aveva accusato il colpo, ed alla fine domandò:
“Come mai ti accorgi di questi particolari tu?” chiese a suo figlio… ma lui era pronto
“Perché avete parlato del vestito e sentendo ho guardato, non potevo non vedere che Michy sembra avere il seno sotto vuoto! - disse ridendo - e poi se è tuo sicuramente non ti starà così stretto, no?”
“Giusto tenete Colombo” rispose la mamma
Il padre era completamente assente dalla discussione, infatti aprì la bocca solo per congedarsi:
“Dieci minuti di tv e poi me ne vado a dormire, scusate ma sono distrutto oggi; poi ancora mi sono dimenticato il computer come se già non avessi avuto poco tempo…” disse alzandosi dalla sedia.
“Certo, finisco la cucina e poi arrivo anche io” gli rispose Carla.
Leo si alzò a sua volta e andò in camera sua:”Vado in camera a preparare lo zaino e poi mi collego un po’ “
Voleva lasciare le due donne sole.
Appena lo furono Michela iniziò il lavoro:”Mamma, avevi ragione su Leo; oggi non perdeva occasione di guardarmi le tette, sbavava quasi”
“Me ne sono accorta subito anche io a tavola che ti guardava, poi il commento sul vestito come se io fossi un moscerino, in fondo sarò vecchia ma ne ho ancora” rispose Carla confermando di avere patito la battuta che Leo aveva fatto alla sorella.
“Assolutamente si, sei bellissima mamma; te o me non fa differenza. Non penso che abbia mai visto un seno dal vivo e vedere noi anche attraverso i vestiti gli farà sicuramente parecchio effetto.”
“Penso proprio di sì tesoro” rispose più rilassata ma non troppo Carla
Michela si ritirò a sua volta e poi tutti andarono a dormire
Andando ad augurare la buonanotte al fratello Michy gli disse:” Missione compiuta fratellino, poi mi dirai”
“Certo, buonanotte anche a te e grazie di tutto…” ringraziando maliziosamente
“E stato un piacere…” fu la risposta altrettanto maliziosa
E chiuse la porta.
Il giorno dopo Leo e Michy andarono alle rispettive scuole, così come i genitori si recarono al lavoro.
Alla solita ora si ritrovarono a pranzo, c’erano tutti e tre; Carla non si era cambiata rincasando era rimasta con la sua gonna non troppo lunga e la camicietta stretta e scollata…voleva rubare il palco alla figlia.
Michela si era infilata il solito pigiama, che le stava comunque bene ed evidenziava la sua bellezza.
Leo era in mezzo.
Durante il pranzo parlarono argomenti leggeri, tanto per parlare, ma lui si faceva beccare di proposito dalla mamma con gli occhi sulle tette di sua sorella.
“Tua sorella ha il vestito sporco?” chiese Carla, gelosa, per metterlo in imbarazzo
“No mamma, perché?” la risposta di Leo accontentò la madre che credeva di averlo colpito, ma in realtà si stava affondando da sola.
“Perché le guardi davanti attentamente allora ho pensato quello”
“No, non ha il vestito sporco ma sicuramente le sta meglio del tuo, almeno è comodo!”lo disse come fosse una battuta
“Ma guarda te se mio fratello mi deve guardare le tette!” disse Michy in modo platealmente scherzoso
“E cosa devo guardare, ti si vede solo quello, sono più grandi del tuo cervello!”
“Ma vai scemo! - e diede uno scappellotto a Leo che rise - e poi proprio le mie devi guardare, guarda quelle della mamma, allo stesso prezzo!”
Quella risposta fu un calcio di rigore.
Carla guardava divertita e con una punta di malizia.
“Allo stesso prezzo, cioè al prezzo di uno scappellotto, guardo le tue che sembrano più grandi”
La madre accusò il colpo: “Ah grazie della gentilezza”
“Beh, no ho mica detto niente di male - rispose innocentemente Leo - ho solo risposto a lei, scherzando. Non vi ho mai visto… beh potreste fare una sfilata in topless e poi giudico!” concluse ridendo
Risero anche loro.
“Bravo Leo - disse Michela - ok, io torno in facoltà, ci vediamo stasera“ andò a cambiarsi per uscire subito dopo “Ciao, a stasera” disse ancora, prima di uscire.
“Ciao Michy - le rispose Carla - io finisco la cucina poi vado a farmi una doccia”
“Io vado in camera a fare i compiti”
Leo andò in camera sua, Carla finì la cucina e poi si ritirò in bagno dove fece una bella doccia calda, mentre si insaponava il seno non poteva non pensare alle battute in cucina. Si scherzava sì, però era vero: Leo guardava il seno di sua sorella perché era più grande del suo, sarà stato anche più bello? Chissà…
A Carla sarebbe piaciuto che suo figlio la avesse guardata come aveva guardato Michela, un po’ la invidiava; si sentiva un po’ stupida ma era la verità.
Uscì dalla doccia e infilò l’accappatoio di spugna per asciugarsi, si asciugò bene e chiuse l’accappatoio bene cingendosi con la cintura. Asciugò i capelli, aprì la porta e si diresse nella stanza di Leo che era seduto alla scrivania:” Posso entrare un attimo tesoro?” chiese Carla affacciandosi alla porta.
“Certo mamma entra pure” fu la sua risposta, non credeva ai suoi occhi; l’accappatoio era quello che indossava il giorno che tentò di spiarla invano.
Era un accappatoio di spugna blu intenso, trovava che le stesse benissimo…cosa poteva stare male ad una donna così bella?
Sua madre non aveva più vent’anni ma il fisico era tonico ed allenato, per la sua età conservava una bella pancia piatta ma oltre che al seno prosperoso secondo Leo il punto di forza erano le gambe, e specialmente le cosce. Erano sode e abbondanti alla perfezione come quelle di Michela.
Lui si aspettava una visita quindi non fu molto sorpreso, questa sorta di tranquillità diede spazio ad un principio di erezione che in una situazione diversa avrebbe faticato ad arrivare; fortunatamente era seduto e questo lo salvò da un’altra probabile figuraccia.
“Cosa c’è, perché mi guardi in quel modo? Sembra che tu abbia visto un fantasma” disse la madre tronfia dell’espressione ammaliata del figlio.
“No no, niente fantasma. Scusami. Cosa volevi dirmi?”
“Niente di particolare, cioè, a tavola ho visto che ammiravi il mio vestito addosso a tua sorella, poi quelle battute sul fatto che sia stretto; mi hanno fatto un pò pensare…”
“A cosa?” chiese lui con finta disinvoltura
“Tua sorella è formosa, ben formosa. Al punto di farmi completamente sparire, voglio dire secondo te una donna come me passerebbe inosservata? Non mi sembra di essere così mal messa..”
Carla parlava fingendosi a sua volta seria, ma il gioco del proibito e della malizia si stava impadronendo anche di lei; era partita con l’idea di capire che differenza potesse passare oltre che per l’età, tra lei e la figlia; diciamo per sua soddisfazione personale, però subito dopo esattamente come fu per Michela, venne catturata dalla voglia di farsi vedere nuda dagli occhi vogliosi di Leo. Quello sguardo avrebbe soddisfatto qualunque donna.
“Assolutamente - rispose lui - ma quale mal messa, secondo me sei bellissima. Il fatto del vestito era una stupidaggine, io stavo scherzando, non ho mai visto ne te ne lei; cosa ne so io di chi è più formosa o meno”
“Bene, sapere che non c’era ironia mi fa stare meglio…sai comincio ad avere qualche anno ed il timore di sfiorire non si fa attendere…però scusami ancora una curiosità, va bene che non ci hai mai viste, noi, - continuò lei sottolineando il NOI - ma non vorrai mica dirmi che non hai mai visto un seno di donna dal vivo?” Carla lo provocava spudoratamente
“Non come intendi tu mamma, ancora no.” fu la sua risposta.
“Beh - disse sorridendo dolcemente Carla - allora guarda qui tesoro, la prima che vedi voglio essere io” non appena terminò la frase, allentò la cinta dell’accappatoio, ne prese i lembi e li aprì: ne uscì fuori un seno splendido.
Silenzio.
Il piano di Leo andò nuovamente a farsi friggere, arrossì.
La stanza era in leggera penombra perché la tapparella era abbassata per togliere la visuale ma non la luce.
“Allora, non dici niente? Gli chiese Carla mentre teneva l’accappatoio allargato
Leo avrebbe voluto toccarle ma non osava.
Le tette di sua madre erano grosse poco meno di quelle di Michy e tendevano leggermente ad allargarsi, si vedeva dall’asse dei capezzoli. Erano scuri e duri e la situazione che si stava creando era ancora più strana ed eccitante di quelle nate con la sorella.
“Cosa dico? Sono bellissime, sembrano dipinte”
Leo trovava più eccitante il seno della madre, quello della sorella era perfetto, giovane; invece sua madre aveva il seno di una donna matura, vissuta ma non per niente sciupata e la sua pelle era diversa e ben più intrigante a suo avviso, erano le tette di una Donna.
“Dai toccale, dovrai farlo prima o poi con qualcuna” Carla lo invitò a toccarle il seno sollevandolo dal basso con le sue mani e tendendolo verso lui.
“Dai, ti vergogni?” incalzò
“Un pò, è strano” rispose lui
“No, niente è strano, fidati di me”
Carla gli prese le mani e se le appoggiò al seno, al centro, in modo da mettere i capezzoli in mezzo ai suoi palmi morbidi da ragazzino. Il contatto di quelle spine dure sulle mani gli fece battere il cuore al doppio della velocità, sembravano bruciare; anche le mani di sua madre sopra le sue pareva bollissero, lei le staccò e lui rimase appeso al petto materno, in estasi.
“Beh? Stai fermo tesoro? Sentile, senti come sono” disse Carla avvicinandosi di più
Leo allora cominciò a muovere le mani in tondo, con i palmi percorreva ogni centimetro quadrato di quella meraviglia di pelle, i capezzoli pareva fossero elettrici. Carla guardava e godeva, lui le massaggiava dolcemente il seno e lei si lasciò scappare un mugolio all’ennesimo passaggio sui capezzoli.
“Uhm…”
“Cosa c’è, ti ho fatto male mamma?”
“No amore, mi hai fatto sentire piacere, continua ancora aaah”
Leo faceva l’emozionato, in realtà lo era, ma sapeva benissimo quello che stava facendo e gli piaceva.
“Va bene così?”
“Si, certo che va bene,uh, puoi provare a leccarle se vuoi…leccami i capezzoli, sono duri, vogliono essere leccati…sìì ” mentre parlava lo teneva per le guance.
Leo non le rispose, si limitò ad allontanare le mani verso i lati ed a mettere la faccia tra le sue tette; cercò di sentire l’odore, poi con la punta della lingua con un movimento a spirale arrivò dalla base fino al capezzolo.
Già sull’areola, sua madre godeva senza nascondersi: “ Così amore mio bravo, lecca bene la punta, succhiamela, toccami tutta…”
Ne fece una scorpacciata, poi si staccò e guardò in su sua mamma di fronte a lui, senza parlare.
Lei lo baciò sulla bocca:”Bravo amore mio, mi hai fatto stare bene” lo abbracciò stringendolo al petto, lui aveva la faccia sulle tette e sentiva che avrebbe potuto passarci tutta la vita, poi lei allentò la stretta.
Leo sorrise, poi fece scivolare lo sguardo dai suoi occhi giù lungo il seno fino a dove l’accappatoio si univa alla cintura, le stava lanciando una sorta di messaggio.
Lei capì.
“Vuoi che slacci anche la cintura? - Carla ormai era partita, aveva voglia - vuoi vedermi tutta?”
“Se lo posso fare sì, mi piacerebbe” rispose Leo timidamente, la figura di sua madre era comunque molto più carismatica che non quella di Michy, tanto che faticava a reggere il suo sguardo; era emozionatissimo.
Carla slacciò la cinta e la lasciò andare, i lembi caddero giù lungo le gambe e l’accappatoio si allargò, sua madre aveva i peli della fica neri e più folti di quelli della sorella, si percepiva la differenza d’età…mamma era indubbiamente meglio, era più sensuale.
“Eccomi qui, tutta nuda: cosa ne dici ti piace quello che vedi?”
Mentre parlava, Carla si passava la mano dal pelo fino all’inguine e poi con tutte e due massaggiava l’interno coscia. Lui era seduto davanti a lei e aveva il pube di sua madre quasi ad altezza occhi ed era impietrito.
“Si, mi piace…” rispondeva a monosillabi
“L’altro giorno in bagno avevi le mie mutandine in mano, dai dimmi la verità amore, cosa volevi farci…”
Leo confessò: “Volevo sentire il tuo odore, prima dalla serratura ti ho vista depilarti e…” si bloccò
“…e ti è venuta voglia di masturbarti, vero?” disse lei concludendo la frese di Leo
“Eh già, proprio così. Mi hai scoperto mamma…”
“Ti si leggeva in faccia, ma non ti devi vergognare tesoro, è più che normale alla tua età; però ti do un consiglio - parlando in tono scherzoso - la prossima volte non prendere la biancheria fresca di bucato, non ci si sente niente!”Sorrise.
Sorrise anche lui in maniera più sobria. Poi Carla continuò:
“Lo vuoi ancora sentire quell’odore che cercavi l’altro giorno amore mio? Te lo faccio sentire proprio da qui se vuoi…” pronunciando quelle parole Carla aveva portato avanti il bacino e aveva affondati gli indici nei peli neri ad indicare proprio lì quasi ad offrirgliela, Leo sgranò gli occhi, era eccitatissimo e nello stesso tempo non sapeva che fare; aveva paura di sbagliare nonostante la strada davanti a lui sembrasse un rettilineo tutto in discesa.
“Si mamma, ne ho una voglia matta” rispose lui con timido coraggio.
“Allora fammi spazio sulla scrivania”
Leo allontanò la sedia, Carla si sedette sul bordo della scrivania ed allargò le gambe, lui si sedette sulla sedia; era una sedia da ufficio, si poteva abbassare e lui lo fece. La figa di sua madre perfettamente ad altezza occhi.
Carla alzò la gamba destra ed appoggiò il piede sul calorifero per stare più comoda.
Leo non credeva ai suoi occhi: sua madre era davanti a lui con le cosce aperte che gliela faceva vedere, senza far finta di dormire o cos’altro, solo per fargliela vedere; gli sembrava ancora più bella che cinque minuti prima, poi con quell accappatoio aperto era ancora più provocante. Aveva una voglia matta di masturbarsi, non ne poteva più.
“Eccotela qui, allora cosa vuoi fare, continui a startene imbambolato o…?”
“Perdona mà, ma è uno spettacolo raro e voglio sentire ogni momento…”
“Dai vieni qua - ribadì lei - senti com’è”
E con due dita si aprì le grandi labbra scoprendone le piccole ed il clitoride…gocciolava, le si bagnò anche il sedere
Lui si avvicinò, iniziò ad avvicinarsi dal basso con gli occhi attenti
“Qui sotto c’è il culetto tesoro, guarda più in su” incalzò lei
E Leo alzò lo sguardo e si avvicinò alla figa di sua madre lentamente, la punta del naso sui peli neri scivolava giù, le labbra di lui sfioravano già il clitoride che sua madre le aveva aperto agli occhi e quando lei senti il respiro caldo sulla carne non resistette più: pose le mani sulla sua testa e lo premette dolcemente ma con sicurezza sul suo ventre: “Dai amore mio, senti come è buona, leccala e succhiala. Vedrai che buona che è, fammi sentire la lingua” gli lasciò la testa e si protese con il corpo indietro appoggiandosi con le mani ed allargando le gambe il più possibile per aprirsi di più.
Leo era in estasi, leccava la figa di sua madre con un gusto perverso, lei godeva spudoratamente e no si teneva più
“Oh che bello, spingi bene la lingua dentro amore, sì così,aah; ora leccami il bottoncino, così mi fai venire dai”
“E dietro posso? Ho voglia sentire tutto…”
Carla non rispose, si limitò ad alzare bene le gambe per permettergli di arrivare con facilità a leccarle il culo.
“Ahh sto impazzendo, da quant’è che non godo così” era prossima all’orgasmo
Leo le prese le gambe e le portò verso il basso, voleva farla venire, si mise a succhiarle il clitoride e le toccava la fica, sua madre guidò le sue dita e le mise dentro scandendo il ritmo che più le piaceva.
“Sì, dai muovi così le dita che vengo…continua a succhiarmela così…dai, dai…aaah”
Sua madre si sciolse in un orgasmo esplosivo, fece il laghetto sul pavimento da quanto era venuta.
“Mamma mia che bello, mi hai fatto godere come una pazza…che madre snaturata che sono!” cercava di colpevolizzarsi ma in fondo al cuore non si sentiva per nulla in colpa.
Rispose lui: “Ma quale snaturata, sei meravigliosa e bellissima. Michela è lontana anni luce da te”
“Grazie tesoro, e tu come stai?”
“Cosa vuoi dire mamma?”
“E cosa voglio dire… il tuo amico - indicandogli l’uccello - come sta?”
“Eeeeh…è in tiro, anche lui è vivo…”
“Dai, togliti tutto e siediti al mio posto”
Leo non rispose, si alzò dalla sedia, si tolse il pantalone ed i boxer e si sedette sul bordo della scrivania come aveva fatto sua madre, lei nuda si accomodò sulla sedia:
“Però, che bell’uccellone che ti ho fatto!” disse lei sorridendo, detto quello gli allargo le gambe dalle ginocchia, scivolò i palmi su fino all’inguine e con una mano glielo prese ed iniziò a masturbarlo.
“Com’è bello duro, voglio assaggiarlo” e lo prese in bocca, Leo volava: aveva una visione da capogiro: sua madre gli faceva un pompino, gli teneva le mani calde sulle gambe e prendeva tutto il suo uccello in bocca dentro e fuori. Avrebbe voluto toccarle ancora le tette ma non ci arrivava da quella posizione, si dovette accontentare di guardarle dondolare a tempo con la pompa che stava facendogli Carla, mentre le accarezzava la schiena.
“Ahh come godo mamma, scoppio, attenta che tra poco vengo, poi togliti altrimenti rischio di schizzarti bocca, aaaah” finita la frase di Leo, Carla continiuò aiutandosi con la mano, un minuto dopo Leo riempì la bocca alla madre. Venne tanto, Carla non riuscì a bere tutto in un colpo e le cadde qualche goccia per terra.
“Scusa, te lo avevo detto che ero lì per arrivare” disse lui.
“Ma quale scusa, volevo proprio che mi godessi in bocca - disse soddisfatta lei - ora come va ometto?”
“Benissimo” non disse che quella parola.
Carla si alzò, l’espressione di Leo era quella di un angelo beato mentre guardava sua madre che si chinava raccogliendo l’accappatoio per rivestirsi. Strinse la cintura, stava per avviarsi verso la sua stanza quando si girò verso di lui:”Non è mai successo nulla capito Leo? - era seria - volevo, credevo di aiutarti in qualche modo e le cose sono un po’ sfuggite; ma non succederà mai più, ok? Io sono tua madre, ti amo per quello e ti chiedo scusa per quello che è successo”
Leo non sapeva cosa dire né tantomeno cosa fare, avrebbe voluto che le cose successe in quei due giorni fossero state solo l’inizio di un qualcosa che neanche lui sapeva cosa fosse, ma stava perdendo la speranza; le parole di Carla sembravano a senso unico.
“Va bene mamma, ho capito. Ma non ti scusare perché io sono solo stato bene, quello che è successo è un sogno ed io l’ho sognato volentieri e ti ringrazio di avermelo regalato”
Carla allora si avvicinò a suo figlio e lo baciò teneramente:”Anche a me è piaciuyto tanto tesoro” poi uscì perché era già in ritardo per il lavoro.
Leo era stordito, doveva ancora metabolizzare tutto per tornare lucido; dovette uscire un po’ per distrarsi avrebbe voluto continuare quei giochi, ma la mamma era stata abbastanza chiara… ma chissà, magari avrebbe potuto sfruttare quell’incontro con la madre contro Michela, giocando nuovamente con il suo lato trasgressivo; lui doveva solo dire le cose giuste, sarebbe stato il terzo doppio gioco.


Miramare






Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Triplo....doppio gioco 3° ed ultima (?) parte:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni