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Tuo Nonno non sà parlare...


di meridiana90
23.07.2014    |    57.997    |    5 9.8
"Prendemmo per un pò a "far finta di studiare", ma non riuscendo a pensare ad altro si alzò sbuffando: "Tuo Nonno, se non sbaglio, non sà..."
Allora frequentavo l'ultimo anno di liceo, ero una ragazza abbastanza timida e passavo le giornate con l'unica vera amica che io abbia mai avuto, Serena. Eravamo compagne di classe dalle scuole medie e vivevamo praticamente insieme grazie al fatto che abitavamo vicine.
Un pomeriggio successe un fatto che ci rese ancora più unite, nel bene e nel male, tirando fuori un lato di noi due particolarmente caldo, che in realtà era lì chiuso dentro di noi ed usciva nella solitudine...
Papà e Mamma dovettero andare urgentemente fuori paese, lasciandoci tranquille nella mia cameretta. Spesso, piuttosto che concentrarci sulla lezione, parlando del più e del meno ci distraevamo passando la maggiorparte del tempo a spettegolare o visto che in questo caso nessuno ci poteva disturbare... a donarci a vicenda piccoli piaceri.

Tra un bacio e l'altro, mentre stavamo dolcemente limonando con la lingua, sui libri abbandonati di lato, cominciammo a sentire strani suoni provenire dal salotto, dove il nonno giaceva mezzo inerte a guardare la tv. Ci eravamo completamente scordate di lui e lì per lì ci allarmammo pensando a chi potesse esserci in casa. Papà gli aveva configurato il decoder sat in modo che potesse avviarlo da un tasto sulla sua poltrona, giacchè in seguito ad una grave malattia degenerativa le uniche cose che poteva muovere debolmente erano le mani e i piedi. Spiammo dal buco della serratua, la porta della mia stanza dava direttamente sul salotto, di lato a lui, che guardava con la sua testa pensolante e la bava alla bocca un filmato alquanto osceno.

Mi scusai, arrossando, con la mia amica del cuore. Ma lei sapendo già tutto quello che doveva sapere, essendo molto di famiglia, già che eravamo in atteggiamenti intimi, comiciò a tirare fuori domande piuttosto imbarazzanti sulla sessualità del vecchio. Cercai di riportarla più volte su discussioni meno "fastidiose" dato che si trattava comunque di mio nonno, ma gira e rigira faceva allusioni sul pacco gigantesco che spuntava in penombra dai braccioli. Mi sentivo il viso in fiamme, la visione che ci si presentava era alquanto imbarazzante. Continuò spiegandomi in maniera indecorosa, forse già sù di giri per quello che stavamo facendo poco prima, che per spuntare in quel modo, doveva avere un mostro di almeno venticinque centimetri. "Ma da quanti anni è morta tua Nonna?" continuò... "Poverino chissà da quanto non si svuota..." "Chissà che fortunata che era!" insinuò. "La discussione scivolò così sulle nostre esperienze sessuali. Io avevo avuto solo un ragazzetto circa un anno prima con cui avevo perso la verginità "Giovi ce lo aveva piuttosto piccolo" dissi timida. Serena era abbastanza "navigata" e sapeva farlo anche di dietro, diceva lei, per non restare incinta, io ero così ingenua che credevo potesse restarci anche così.

Insisteva che non ne aveva mai visto uno così grosso se non su Internet, che lei visitava spesso. Prendemmo per un pò a "far finta di studiare", ma non riuscendo a pensare ad altro si alzò sbuffando: "Tuo Nonno, se non sbaglio, non sà parlare...", effettivamente ormai era quasi incomprensibile. "Si ma... Sé', stai buona", strofinandosi dolcemente in basso senza guardarsi mi fà, "dai, chi ci scoprirebbe?". Uscì dalla camera come un Ninja, trascinandomi per una mano fino a tre passi da lui "Sé'...finiscila, smettila" mi lasciò ignorandomi e si fiondò in ginocchio davanti al totem. Al vecchio quasi non venne un colpo, e il rigonfiamento scomparve. "Sé, smettila, non è una buona idea". Mentre parlavo, col cuore in gola, la curiosità mi uccideva e sentivo umido tra le gambe. "Ma sei hai i fusò bagnati" mi disse prendendomi in giro.

Serena, che ha ancora un carattere molto più estroverso del mio, molto ma molto più intraprendente e svergognata di me, prese coraggio e gli abbassò la larga tuta e i mutandoni grigio topo, poi mi confessò come se non stesse succedendo niente: "un paio di giorni fà il porco mi ha toccato il culo mentre aiutavo tua madre a spostarlo in bagno, un conto è la mano morta, un'altro è sentirsi stringere". Capii da lì la sua sicurezza a quel gesto così estremo.

Guardammo la "cosa" come due bambine davanti al più desiderato dei regali di Natale. Il Nonno molto intimorito, aveva gli occhi grandi come due arance . Serena glielo prese in mano sussurrando "stai tranquillo, stiamo solo giocando,... non diremo niente a nessuno...". Dopo qualche carezza, fece un sospiro pesante e si rilassò. Serena si tirò fuori le bocce e cominciò a menarglielo "adesso ci fai vedere come ce lo hai grande?". Io avevo un pò di paura ed anche se la cosa, devo dire, mi eccitasse parecchio, tremavo come una foglia. Ai colpi lenti delle manine esperte della mia amica il totem si rieresse vigoroso. mi avvicinai di un passo. Nonno mi vedeva ma faceva finta di niente. "Hai mai fatto un bocchino?" mi chiese la mia amica. "Si..." sussurrai come se in casa ci fossero altre persone. Lei stessa prese così a sbocchinarlo a fatica. In realtà doveva essere poco più di venti centimetri, ma di una grossezza sconcertante e la bocca faceva fatica a superare il grosso glande. Il vecchio, in balia della "ragazzetta", cominciò a mugulare muovendo le dita mentre lei dopo essersi abbassata i jeans già sbottonati, alle ginocchia, si infilava le sue nella patatina. Non resistetti, quella visione mi eccitò parecchio al punto che presi a strofinarmi i capezzoli e la fessurina. "Non pensavo fossi così troietta" mi disse con un sorriso malizioso, "stronza...senti chi parla" gli dissi.

Serena si alzò, sfilandosi completamente gli indumenti, davanti al vecchio porco che sembrava tutt'altro che dispiaciuto, si pose col sedere su di lui e provò ad entrarlo nella sua patata fradicia di umori bianchi e filanti, facendo nonostante tutto molta fatica a farlo entrare. Prese a spompinarlo un'altro pò, provando così a penetrarlo molto più inumidito... e fù dentro. La mia amica ansimava perduta nel piacere "mi fà quasi male..."diceva, "mi sento spaccare" imprecava godendo. Io intanto mi sedetti su una sedia quasi davanti a loro, cominciando a masturbarmi a due dita. Serena si spostò con la schiena contro il suo petto seduta su di lui e con le sottili gambe pensoloni... il vecchio, di notevole stazza, grugniva e godeva dicendo in dialetto, uno sconnesso "Buono, è buono questo".

La mia "porcamica" arrivò prestissimo quasi all'orgasmo e gridò verso di me soffocata dal piacere e dai suoni animaleschi del nonno: "vieni subito a leccarmi il grilletto che vengo". Leccai prima solo il clitorode, poi gli scesi avanti ed indietro sulle labbra finchè finii sull'asta del vecchio. Quando sentii le venature del grosso arnese sulle mia lingua persi la testa insieme a loro, iniziai a slinguacciarglielo ovunque, dove potevo arrivare, infilandomi violentemente le dita dentro alla fregna fradicia, venni mordendogli il cazzo che schizzava dentro alla fica stragonfia di piacere della mia amica, finchè Serena, strozzata dal piacere esagerato lo estrasse colandomi il seme sulla faccia. Io ancora venivo e venendo glielo presi in bocca e mi gustai tutto il delizioso nettare biancastro che da mesi o forse anni giaceva lì in attesa di di due belle giovani troiette che se lo venissero a gustare.

Nel frattempo qualcuno, nell'oscurità della cucina, assisteva allibito alla scena...
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