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E ADESSO?...


di jeepster
01.04.2016    |    69.405    |    15 9.0
"Scusami ma abbiamo sempre fatto la doccia insieme nudi e anche se l’ultima volta è stata diversi anni fa, non credevo che la cosa potesse imbarazzarti» «No, ..."
Entrai nello spogliatoio e lo vidi che stava seduto su una panca ad aspettarmi, con le cuffiette alle orecchie ad ascoltare musica e a digitare sul suo iPhone, ancora con maglietta e calzoncini addosso.
«Stai ancora così?» gli chiesi entrando.
Non mi rispose, allora gli feci segno di togliersi le cuffiette.
«Dicevo… non ti sei ancora fatto la doccia?»
«No, il mister è andato via da poco, gli ho detto che restavo ad aspettarti… si è raccomandato di chiudere bene la palestra quando usciamo»
«Certo!… dai spogliati, facciamoci questa doccia, così ce ne torniamo a casa; ho anche una certa fame».
Mi tolsi le scarpe e i calzini; quindi la tuta e la maglietta e li appoggiai su una panca; poi mi sfilai gli slip restando completamente nudo; aprii i rubinetti e mi misi sotto la cipolla per godere del getto d’acqua che m’inondava piacevolmente la faccia e poi tutto il corpo.
Cominciai a insaponarmi, indugiando forse un po’ troppo nella zona del pube, provocando un inevitabile ingrossamento e allungamento del mio cazzo.
Girandomi, vidi che Davide era sotto il getto d’acqua vicino al mio ma non si era tolto i suoi boxer.
In quel momento mi resi conto che l’ultima volta che avevamo fatto la doccia insieme risaliva a diversi anni fa: quando ero ancora sposato e lui era da poco entrato nella fase dello sviluppo.
In seguito al divorzio, lui andò ad abitare con mia moglie, ma da quando pochi mesi fa questa ha deciso di accogliere in casa il suo nuovo compagno, mio figlio è venuto a vivere con me, nonostante il disappunto di sua madre.
Avevamo fatto la doccia insieme, nudi entrambi, innumerevoli volte ma forse in questi anni aveva maturato un grado di pudore tale, da vergognarsi di mostrarsi nudo davanti a suo padre.
«Nooo, non mi dire che ti vergogni di stare nudo davanti a me… forza, togliti quelle mutande, così ti lavi meglio» gli dissi con tono canzonatorio.
«No papà, va bene anche così»
«Non posso crederci, ti vergogni di tuo padre?»
«No, non mi vergogno, è che preferisco così»
«Ma a chi vuoi darla a bere?... scusami ma abbiamo sempre fatto la doccia insieme nudi e anche se l’ultima volta è stata diversi anni fa, non credevo che la cosa potesse imbarazzarti»
«No, tranquillo, hai fatto bene… mi sento solo un po’ in imbarazzo...»
«Allora hai visto che avevo ragione io?»
A quel punto mi avvicinai a lui e con un gesto fulmineo gli tirai giù i boxer bagnati, liberandogli il pisello che, con mia grande sorpresa, era quasi in piena erezione.
“Ecco cosa voleva nascondere il furfante! – pensai – Non voleva far capire che la vista del padre nudo lo aveva fatto eccitare. Questa sì che è una grossa sorpresa!”
Tentò di ritirarsi su i boxer ma glielo impedii, così vistosi ormai scoperto non oppose resistenza quando glieli tolsi del tutto.
Intanto vista la posizione in cui mi trovavo, non potei fare a meno di osservare meglio il cazzo di mio figlio, decisamente ben fatto e di dimensioni più che rispettabili, con due bei coglioni, ricoperti da una scura peluria che si diffondeva anche tutt'intorno.
Mi alzai in piedi, gli afferrai entrambe le spalle e lo costrinsi a guardarmi negli occhi; il suo sguardo mi sembrò che esprimesse lo stesso desiderio che io pure avevo provato più volte, vedendolo girare per casa seminudo o in quei pochi attimi che mi era capitato di vederlo entrare oppure uscire dalla cabina doccia, prima di mettersi addosso velocemente il suo accappatoio. Solo che, mentendo a me stesso, quel desiderio lo scambiavo per ammirazione e un sano orgoglio paterno per aver generato un gran bel pezzo di ragazzo.
Probabilmente anche lui, senza che me ne accorgessi, mi aveva osservato, se non addirittura spiato, in frangenti analoghi, chissà?
Senza dire niente, lasciai scivolare la mia mano lungo il suo braccio, accarezzandolo dolcemente; gli presi il pisello tra le dita, così il mio tocco gli provocò un debole sussulto ma non fece nulla per sottrarsi alle mie delicate manipolazioni; chiuse gli occhi e rimase immobile, facendomi capire che era completamente disponibile a proseguire su quella strada. Iniziai a masturbarlo dolcemente e quando sentii che gli era diventato molto duro mi chinai di nuovo. Dopo aver dato un’occhiata alla sua invitante cappella, completamente liberata dalla pelle del prepuzio, accolsi la sua asta nella mia bocca e iniziai a succhiarglielo.
Mi poggiò le mani sulla testa delicatamente, accompagnando il mio andare avanti e indietro con la mia bocca lungo tutto il suo cazzo.
Gemeva debolmente e poi, dopo un po’, mi prese le spalle per interrompermi, mentre con un filo di voce disse: «Papà, sto per venire…»
«Non vuoi?» gli chiesi, alzando lo sguardo verso di lui.
«Sì, ma di già?»
«Hai ragione» risposi alzandomi in piedi.
«Posso succhiartelo un po’ anch'io?» mi chiese prima che potessi aggiungere altro.
Non so perché, ma questa sua richiesta mi lasciò un po’ interdetto e senza parole.
Lui interpretò questo mio silenzio come un “sì” e quindi si chinò e prese tra le sue dita il mio cazzo che non era ancora completamente eretto; senza esitare se lo cacciò in bocca e cominciò a succhiarlo.
A quel punto sentii come un'esplosione nella testa, provavo una sensazione di forte disagio e allo stesso tempo di grande piacere; il mio pisello diventava sempre più duro grazie al lavoro di lingua che stava facendo il mio Davide; tenendogli la testa tra le mani iniziai a muovere il mio bacino avanti e indietro, estraendo il mio cazzo quasi completamente per poi ricacciarglielo tutto in gola; intanto nella mia mente cercavo di dire a me stesso che avrei dovuto smettere: non potevo e non dovevo farlo con mio figlio.
La verità era che la sua richiesta mi aveva decisamente spiazzato ma anche tremendamente eccitato; forse perché pensavo che avrei dovuto essere io a chiederglielo; ma soprattutto la sua sorprendente risolutezza e il modo in cui lo stava facendo, mi avevano fatto capire che non era la prima volta per lui: sembrava già piuttosto esperto.
Perso in queste considerazioni, mentre ripetevo a me stesso “No, no, no, no…” dalla mia bocca invece uscirono le parole “Sì, sì, sì, sìììììì…” perché non riuscii a trattenermi dallo sborrare copiosamente dentro la sua; vinto da un orgasmo liberatorio, che mi fece sussultare più volte, mentre guardavo la faccia sorridente di mio figlio ancora inginocchiato, che intorno alle sue labbra aveva diverse gocce del mio sperma.
L’eiaculazione sembrò prosciugarmi ogni energia e, anche se lo pensai, non ebbi la forza di chiedergli di lasciarmi finire il lavoro che avevo iniziato prima con lui, per farlo venire a sua volta; così gli dissi semplicemente: «Dai, alzati, ripuliamoci e andiamo, s’è fatto proprio tardi».
«Sì, papà… è stato bellissimo, grazie» aggiunse sempre sorridendo.
Mentre, piuttosto frastornato, a occhi chiusi finivo di lavarmi, c’era una domanda che aveva iniziato a martellarmi il cervello: “E adesso?”.

(continua)
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