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Una figlia molto particolare (seconda parte)


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
05.04.2016    |    29.705    |    3 9.6
"Le mie mani, da dietro, massaggiavano le tette di Clara, mentre lei scopava il culo della mamma aggrappata ai suoi fianchi..."
. Ma il mio obiettivo vero non era in culo della madre, bensì quello di quella piccola zoccola della figlia, dovevo quindi impegnarmi a raggiungerlo. Allora presi di nuovo le forbici dal cassetto e le proposi di forare la parte posteriore dei collant in modo da poter dare a lei le stesse attenzioni della madre. Clara sembrò felice della mia iniziativa, si fermò un attimo e si sporse indietro per rendermi il lavoro più facile. “Ooohh… si fammi un’apertura davanti al buchino del mio culetto. Vai paparino.” “Paparino? Perché questo appellativo?” “No, non è niente, solo che mentre mi scopi mi piacerebbe chiamarti papà, mi ecciterebbe un sacco.” “Per il momento chiamalo Marco, andrà bene lo stesso.” Disse la madre. Avevo tre dita nel culo di Stefania, quindi con l’altra mano iniziai subito ad aprire le chiappe di Clara e cominciai a titillarle la sua rosetta vermiglia infilandogli leggermente un dito. Lei mi prese il dito e me lo succhiò avidamente. Il tutto mentre continuava a martellare la madre con il suo cazzone, e più la scopava e più sembrava che il culo di Stefania volesse ingoiare la mia mano intera. Stefania ormai mugolava dal piacere, scuoteva dolcemente la testa muovendo la lingua come se leccasse la fica ad una donna in piedi davanti a lei. In quanto a Clara aveva lo sguardo perso nel vuoto, ansimava, continuava ad accelerare la sua cadenza. Stava scopando Stefania i continuazione ormai da 6 o 7 minuti. Sentivo che a loro non mancava molto a godere. Io ero molto curioso di vedere la piccola inondare di crema bianca le natiche ancora abbronzate della mamma, ma forse era ancora presto. Poi cominciavano a farmi male i polsi, piegati a penetrare con la mano questi due splendidi culi, allora tolsi delicatamente le dita da quei deliziosi guanti sperando che questo le calmasse un poco. Volevo far loro succhiare il succo dei propri culi, quando le vidi baciarsi teneramente ed abbracciarsi in vita. “Tenete ragazze, meritate un premio per il meraviglioso spettacolo che state offrendo.” E diedi loro le dita da succhiare, ovviamente le dita infilate nel culo di Clara a Stefania e viceversa. Erano meravigliose le mie complici, con ognuna le mie dita in bocca, poi si baciarono di nuovo mescolando dita e lingue. La tensione calò per qualche minuto, le mie donne si accorsero che ero l’unico che ancora non aveva assaggiato il nettare dei loro culi, allora per una questione di uguaglianza sessuale affondarono le dita l’una nel culo dell’altra e condivisero anche con me il sapore del loro succo. Sempre animate da questo desiderio di uguaglianza, mi fecero notare, solo per correttezza, che ero l’unico ad avere ancora il buco del culo stretto, e che sarebbe stato il caso assolutamente di rimediare a questa ingiustizia. Io non ero assolutamente contrario a questa idea, tanto più che questa pratica mi eccitava moltissimo. “Mettiti in ginocchio mio caro, e apri un poco le chiappe che mi occupo io della tua rosetta.” “Mamma, lascia che sia io ad allargargli il buco del culo, sai che mi piace farlo.” Ed ecco un’alta gaffe, ma questa volta Stefania non cercò più di riparare all’errore, fece finta di niente e lasciò che le cose andassero come dovevano andare. In ogni caso, con quello che era accaduto sotto i miei occhi questa sera, era evidente che madre e figlia erano abituate a questo genere di pratiche reciproche. Agivano in perfetta sincronia, i loro gesti erano precisi guidati da automatismi frutto della pratica quotidiana. Ero ansioso di avere un faccia a faccia con Stefania su questo argomento, ma in questo momento un filo di saliva scendeva dalla bocca di Clara e, scorrendo tra le mie chiappe, raggiungeva il mio buchino. “Amorini miei, sapete cosa facciamo adesso? Io mi metto davanti a Marco con il mio culo aperto come una cagna in calore, e tutto quello che lui farà a me con dita e lingua, la stessa cosa la farà Clara a lui. Tutti d’accordo?” Disse Stefania. “D’accordo ragazze, ora cominciamo a leccarci bene i culi per prepararli.” Risposi. “Quindi in realtà tu Marco sei il direttore d’orchestra, quello che tu farai al culo della mamma io dovrò rifartelo uguale? Ma non ti farà male? Lo hai già fatto?” Disse Clara. “Non preoccuparti per lui tesoro, io cavalco regolarmente il tuo patrigno con uno strap-on, lui lo adora, e generalmente lo sento godere come una cagna in calore.” Il fatto che Stefania riferì questo dettaglio mi infastidì un poco, ma allo stesso tempo ebbi l’impressione che la cosa eccitò terribilmente lo spirito lussurioso di Clara. “Ottimo, questo significa che lo posso anche scopare? Lo sognavo da diverso tempo! E poi se gode come una cagna solo per uno strap-on, con il mio cazzo nel culo urlerà di felicità come se fosse in paradiso.” Sentire queste parole, aumentava in me il desiderio di farmi fottere come una cagna. Un’idea mi balenò per un attimo nella testa. E se mi vestissi da donna? Calze o collant, scarpe con il tacco, minigonna, poi alla pecorina sul letto facendomi sfondare dalla mia figliastra, magari dicendo: “Guarda Clara, il tuo patrigno-puttana è pronto! Fammi tutto quello che vuoi, io sono la tua puttana sottomessa.” Ma la voce di Stefania mi fece subito uscire da questo momento di follia, presentandomi il suo adorabile culo davanti al mio viso ed esortandomi a iniziare il gioco. “Guarda la mia rosetta come pulsa, io penso che abbia bisogno di attenzioni, non credi?” Dopo qualche istante inizia a sditalinare, a leccare ed infilare la lingua tra le sue chiappe della mia compagna, mentre sua figlia si impegnava nel ripetere su di me ogni mio gesto estrema con precisione e libidine. La sensazione delle sue labbra e della sua lingua sul mio buchino, mi procurava un piacere intenso che mi avrebbe portato rapidamente all’orgasmo se non mi fossi controllato. Stefania stessa, nonostante mostri grande abilità in questa pratica, non sarebbe stata all’altezza di ciò che mi stava facendo la figlia. Inoltre Clara, emettendo dei piccoli gemiti, dimostrava di essere piacevolmente sorpresa dal mio nuovo sapore. Dopo qualche minuto di questo squisito trattamento, un naturale desiderio di aumentare in nostro piacere si fece sentire, e Stefania sollecitò un aumento del calibro per il suo posteriore. Richiesta che non potevo rifiutare. Ma Clara decise di riaprire il festival delle gaffe: “Ohh, mamma lascia che ti inculi io, tu sai come sono brava nel farlo.” “Care ragazze, mi sa che dovrei fare una chiacchierata con tutte e due sulle vostre abitudini e come passate il vostro tempo quando siete sole, mi sa che non conosco molto bene le mie due porcelline.” “Bhe.., si.., vedremo.., magari dopo se non ti dispiace.” Rispose Stefania. “Si, si, più tardi mio caro, se non ti dispiace.” Riprese Clara con un tono quasi beffardo, mentre si stava posizionando dietro la madre, la quale, a sua volta, stava aprendo le chiappe per ricevere la figlia nel suo più profondo e oscuro buco. Quanto a me, Clara mi indicò il mio ruolo con una frase inequivocabile. “Quando sarai dentro di me, tieni il mio ritmo, dobbiamo essere ben sincronizzati se vogliamo provare il massimo del piacere, quando io spingo in lei, tu spingi in me allo stesso momento e così via, capito?” “Quindi ora sei tu, Clara, il maestro d’orchestra…” Senza aggiungere altro introdusse lentamente il suo cazzo nel culo della mamma, lei si inarcò un poco per aiutare la penetrazione emettendo un gemito di piacere. “Aaaahh, siii, così amore di mamma! Mi piace, dai.” Appena ebbe penetrato la madre, Clara mi diede il via libera e, aprendo le chiappe con una mano mi disse: “Ora è il tuo turno, inculami e metti il tuo cazzo al caldo “ Senza farmelo ripetere, avvicinai la mia cappella bollente al suo sfintere socchiuso, esercitai una leggera pressione verso l’interno dove pare fossi il benvenuto, ed il mio cazzo, come se fosse risucchiato, entrò in quell’accogliente rifugio. “Ooooh, che bello! Spingi bene, voglio sentirti fino nel mio profondo.” Cominciammo lentamente con i classici movimenti del vai e vieni, poi quando riuscimmo a prendere il ritmo giusto ed i loro culi erano bene aperti aumentammo la cadenza. Era tutto tremendamente surreale da vedere. La mia figliastra con il suo enorme cazzo piantato nel culo di sua madre, ed io dietro a lei che, a mia volta, me la stavo inculando. Le mie mani, da dietro, massaggiavano le tette di Clara, mentre lei scopava il culo della mamma aggrappata ai suoi fianchi. Il ritmo poco alla volta accelerò sempre di più, Stefania, con le mani aggrappate alle lenzuola, cominciò a gridare come una pazza. “Ooooh, ooooh, si, si mi piace, scopami figlia mia, riempi questo culo da cagna in calore con il tuo cazzone, più forte, sfondami, mi piace.. mi piace!” Clara la scopava sempre più forte, al limite della violenza e, prendendola per i capelli e tirandola indietro, le diceva. “Ti piace il mio cazzone nel culo vecchia zoccola viziosa? Vuoi che ti scopi ancora vecchia cagna lurida? Vuoi sentire il mio liquido caldo? Vuoi che inondi il tuo vecchio culo da puttana con la mia sborra?” Io, dietro a Clara, la scopavo più a fondo che potevo, avevo l’impressione di demolire le sue piccole chiappette tanto la stavo martellando. “Ti piacerebbe chiamarmi papà mentre scopiamo? Allora senti bene come ti sta inculando il tuo paparino. Ti piace sentire il cazzo di papà nel tuo culo da puttanella in calore?” “Oooh, sii, papà sfondami, mentre io rompo il culo alla nostra cagna in calore.” Stefania sentirsi definire “la nostra cagna” si eccitò ulteriormente. “Aaah.. Siii.. Sto per godere, figlia mia, finisci in bellezza, inonda il mio culo della tua sborra! Schizza sulla mia pancia! Che bello incularsi in famiglia!” Eravamo tutti e tre scatenati, sul punto di esplodere tutti insieme, uno dentro l’altra. Io però volevo vedere Clara schizzare su Stefania, volevo vedere la quantità del suo sperma. Volevo assaggiare il latte delle sue palle, lo volevo vedere colare sulla nostra pelle e mischiarsi nelle nostre bocche da troia affamate. Ma per questa mio desiderio non vedevo che una soluzione. Tolsi il cazzo dal culo di Clara, mi misi in ginocchio con il cazzo sopra il culo di Stefania e dissi a Clara. “Sborra anche tu sul suo culo, lei adora essere spruzzata sulla schiena!” “Oooh.. Sii.. I miei due cazzi, spargete tutto il vostro succo sulla mia schiena! Voglio sentire tutta la vostra sborra colarmi lungo il corpo.” Clara si tolse improvvisamente il suo cazzo maestoso dal culo della madre, il lo impugnai e continuai a segarla. La mamma con la mano nella fica si masturbava urlando. Dal cazzo di Clara usci un primo schizzo liberatorio, poi si irrigidì ed esplose letteralmente. Un lungo getto di sborra usci dal suo cazzo per inondare la schiena di Stefania dalla nuca fino all’osso sacro, un secondo getto ancora più potente, guidato da me, schizzò sul culo della madre. “Oooh.. Mamma, sto godendo. Vengo, vengo, la mia crema calda tutta è per te.” Stefania, allo stesso modo, godette sqirtando, bagnando la mano che fieramente stava masturbando la sua fica. “Aaah.. Aaah.. Anch’io vengo.. vengo.. Anche il mio succo è buono, mi piace.” Disse leccandosi le dita. Clara, con gli occhi chiusi e con il cazzo tra le chiappe della mamma, si masturbava per continuare a godere e schizzare tutto il succo presente dentro di lei. Ad un certo punto, quando vidi il mio filo di sborra mescolarsi sulla schiena di Stefania, all’abbondante flusso di Clara, non fui più sicuro di essere io l’uomo di famiglia. “Mmm.. che bello sentire il vostro liquido caldo sulla mia schiena, Marco fammelo assaggiare!” Allora mi avvicina con il cazzo ancora sporco, alla sua bocca affamata e, mentre lo stava avidamente inghiottendo vide delle minuscole perle marroni sparse qua e là mischiate alla mia crema, sulla mia cappella disse: “Vedo che stasera c’è il doppio dessert, mmm.” E facendo un occhiolino complice alla figlia cominciò a leccare con passione il gustoso cocktail. Più leccava la sborra sul mio cazzo e più mi guardava con uno sguardo da vecchia zoccola viziosa. “Hmm.. è sempre così delizioso, figlia mia!” Clara, che anche lei aveva goduto i modo animalesco, lentamente si stava riprendendo. “Mamma adora la mia crema, magari con un pizzico di cioccolata, tutta fatta in casa ovviamente. Io sono sicura che tu mamma, sei golosa della mia crema appena colorata con un po’ di “Nutella”.” “Quando vedo questo allettante dessert mi viene fame, mia dolce compagna.” Allora trovammo una posizione che ci permise di raccogliere tutti i nostri fluidi. Clara prese un bicchiere dal comodino e procedemmo all’operazione. Prima raccogliemmo quelli sparsi sulla nuca di Stefania, poi quelli sulla schiena infine quelli sulle chiappe. Alla fine raccogliemmo mezzo bicchiere di sborra, forse 50 cl, decisamente una quantità fuori dal normale, complimenti a Clara! Dopo di ciò Stefania prese in mano la situazione. “Sdraiatevi, o miei due amanti perfetti, prima voi avete faticato lavorando sui nostri culetti, ora tocca a me fare la mia parte di lavoro.” Quindi iniziò a leccarci e succhiarci alternativamente raccogliendo la crema perlata della succulenta “Nutella” nella sua bocca che ci riversò, a turno, sulle nostre lingue che ci affrettammo ad intrecciare con la sua in un lungo e profondo bacio. Dopo aver ripulito i nostri cazzi, afferrò il bicchiere con la nostra sborra ancora calda, si riempi la bocca e la fece colare di nuovo sui nostri cazzi ancora duri, quindi sorbì dal bicchiere il succo rimasto e inondò i nostri visi di quel succulento liquido. Mi sentii sopraffatto da uno tsunami di latte denso e cremoso, unica alternativa era ingoiarlo, del resto, non ne volevo perdere neanche una goccia. Clara leccava dal mio viso il liquido che non riuscivo ad inghiottire, fino a leccarmi dalle labbra quello che mi era fuoriuscito dalla bocca. Stefania passava il liquido direttamente dalla sua bocca alla mia facendomelo colare direttamente sulle labbra, quindi Clara ritornava a leccarmele tanto per completare la catena. Passammo circa 20 minuti a succhiare e leccare ogni centimetro della nostra pelle dove trovavamo anche solo un piccolo residuo della nostra golosa crema. Dopo che il gioco fu finito e tutti fummo più rilassati, decisi di condividere con le mie donne alcuni miei sentimenti. “Sapete, care ragazze, di esperienze non ne ho avute poche nella mia vita, ma quello che abbiamo fatto questa sera noi tre insieme, lasciatemelo dire, è l’esperienza di gran luna più emozionante e divertente che abbia mai avuto. Metterlo tra le chiappe alla mia figliastra mentre lei si scopa quella porca della madre mi ha fatto veramente arrivare al settimo cielo” “Anche per me è stato divino, il mio compagno e mia figlia che si danno da fare scopando a ritmo sincronizzato per godere tutti insieme! Non posso crederci che sia successo.” Disse Stefania. “E pensare che Camilla non era con noi, se ci fosse stata avremmo goduto ancora di più. Lei si sarebbe messa dietro a te Marco, ti avrebbe messo il suo cazzo nel culo, così avremmo avuto ancora più succo da leccare.” Disse Clara con una voce dolce carica di rimpianti. “Ah, si Camilla. Parliamo di Camilla. Ragazze, non è il momento di dirmi quello che voi fate insieme? Io ho l’impressione di essere l’unico a cui si nascondono delle cose in questa storia. Se voi avete dei segreti, o delle cose che sapete solo voi, mi sento veramente messo da parte. Mie care, se fosse l’inverso voi come vi sentireste? Ci avete pensato?” Dissi queste cose con il tono di un uomo al limite delle lacrime, nascondendo il dolore dietro una falsa rabbia. “Hai ragione amore, ora ti diremo tutto quello che vuoi sapere, ma non prima di aver chiarito una cosa, una cosa molto importante.” Disse Stefania con tono solenne. “Se vogliamo fare l’amore in famiglia come lo abbiamo fatto questa notte dobbiamo mettere delle regole. Dobbiamo imparare a frenare i nostri impulsi, i nostri desideri. Se non regolamentiamo il nostro modo di agire, tutto andrà a puttane, e la nostra piccola tribù imploderà su se stessa non lasciando più niente di noi.” “Faremo di tutto purché questo non accada, ti ascolto.” “Ci sono tre regole fondamentali che dovremo sempre rispettare. Prima regola: Non parlarne con nessuno, parlarne solo tra noi, nessuno lo deve sapere. Seconda regola: Non fare mai sesso tra di noi se il trio non è interamente riunito. Terza regola: Avvertire il resto della tribù, cioè gli altri due, se sentite qualcuno che ha dei dubbi o fa domande sul nostro rapporto. È chiaro per tutti e due?” “Molto chiaro” Disse Clara. “Chiaro come acqua di sorgente” Risposi io. “Allora uniamo le mani per fare una catena e ripetiamo insieme le tre regole. Con questo giuramento sigilliamo la nostra alleanza per il resto della nostra vita.” Una volta approvato il patto ritornammo alla nostra conversazione. “Bene ora trattiamo gli aspetti pratici della questione. Tu, figlia mia, ti incarichi di avvertire Camilla che c’è un nuovo arrivato e del nostro nuovo accordo, lei la faremo giurare al nostro prossimo incontro. Io mi occuperò di comunicarlo alla nonna e a zia Carolina, inutile dire che saranno liete di accogliere un nuovo membro, senza giochi di parole, nella nostra famiglia” “Scusa, ma tu vorresti dire che tua mamma e tua sorella sono anche loro parte della banda?” “Si mio caro, e con nostro grande piacere.” “Tu vedrai come sarà bello scopare mia mamma con quelle due tettone che si ritrova e con alle spalle 50 anni di vita sessuale sfrenata!” “Tutte ragazze facili, ma come siete arrivate a questo punto? E poi c’è ancora qualcun altro?” “No, questo è tutto quello che abbiamo in magazzino, caro signore! È un vostro desiderio assaggiare qualcosa prima di fare la vostra scelta?” “Mamma tu ti stai dimenticando di Atù, anche se non fa ancora parte del nostro club.” “Ma chi è Atù?” “ Atù è un marcantonio di senegalese che abbiamo conosciuto al centro commerciale io e Clara, si occupa della sorveglianza del supermercato.” “Ah, vedo che siete veramente formidabili, tutte quante insaziabili!” “No Marco, tu sei arrivato per ultimo, quando siamo tutte riunite, mamma, la nonna, la zia Carolina, Camilla ed io, ci manca un grosso cazzo e soffriamo di deficit di sborra calda, se fai bene i conti. Quindi il bastone d’ebano di Atù è pienamente giustificato, che ne pensi papà?” “Effettivamente vista da questa prospettiva non posso fare altro che inchinarmi davanti a questa saggia decisione.” “E poi senza il nostro generoso invito questo povero Atù, avrebbe vagato nel deserto della sua insoddisfazione sessuale.” “Oooh, mie care signore, che Dio vi renda merito per il vostro buon cuore.” “Oooh, ci prende anche in giro il signore! Ma tu non hai sonno, piccola mia? Sono già le 3 e 10 di notte” “Si, hai ragione mamma, io dormo, buonanotte.” Detto questo, ci abbracciò e si accoccolò tra di noi addormentandosi come una gattina, sicuramente persa dentro ai suoi sogni erotici. Mentre dormiva Clara ci gratificò con l’ultimo filo di sborra che colava dalla sua cappella, sua madre delicatamente gliela pulì con la lingua e poi mi baciò. “Non è adorabile mia figlia, Marco?” “Si, amore mio, tu hai dato alla luce la più bella creatura che questa terra poteva accogliere.” Dicendo queste parole mi accorsi che per la prima volta avevo chiamato Stefania “amore”, non so se anche lei lo avesse notato. “Dove eravamo rimasti Stefania? Ah, si ti stavo chiedendo come eravate arrivati fino a questo punto tu e Clara.” “Per farti capire tutto dovrei cominciare dall’inizio. Quando si avvicinò ai suoi quattordici anni ci ha fatto vivere l’inferno sulla terra. Tutti i pomeriggi quando tornava da scuola dovevo lavarle completamente i pantaloni e la biancheria intima perché erano sempre sporchi ed appiccicati della sua sborra. Poi la notte la sentivo gemere e dibattersi come una pazza nella sua camera, per poi alla mattina scoprire l’orrore. Il suo letto e le lenzuola erano spesso sporche del suo sperma, a volte anche il pavimento, ed io alla mattina prima di andare al lavoro dovevo pulire tutto. Lei mi aiutava ma, il più delle volte, era in lacrime sapendo che era il suo pisello che continuava a spruzzare sborra ovunque lei andasse. Allora io le dicevo di controllarsi, di non toccarsi durante la notte. Lei mi diceva, sempre piangendo, che le succedeva di notte senza che lei se ne accorgesse, e che si svegliava sempre tutta sporca. Si, ero a conoscenza delle polluzioni notturne dei ragazzi, ma sulla veridicità delle sue affermazioni avevo qualche dubbio. Allora decisi di dormire qualche notte con lei al fine di insegnargli come incanalare le sue pulsioni. La prima notte mi svegliai verso le tre perché la sentivo agitarsi nel sonno, scoprii il lenzuolo e vidi il suo cazzo gonfio e palpitante pronto ad esplodere, la ricoprii. Clara aveva gli occhi chiusi, immersa nel suo sogno, suppongo pornografico. Le sue braccia erano piegate a croce sulle sue tettine che già cominciavano a crescere, io non osavo ne parlargli ne toccarla. Ero completamente disarmata di fronte ad una situazione del genere. In realtà stavo rivedendo nella mia testa un libro che avevo comprato che si intitolava “Mio figlio adolescente e io. Vivere in armonia”. Che stupida, certo non potevo trovare niente riguardo ad una figlia con un enorme cazzo che schizzava per tutta la stanza. Ad un certo punto vidi il lenzuolo agitarsi come se sotto ci fosse un serpente che voleva uscire dal sacco dove era imprigionato. La scoprii di nuovo e quello che vidi me lo ricorderò per sempre. Il suo cazzo vibrò per aria più volte per poi ricadere sulla sua pancia, per poi rialzarsi di nuovo. Clara ancora addormentata aveva messo istintivamente le sue mani sotto la schiena, come per evitare di toccarsi durante il sonno, quindi il suo cazzo si rialzò di nuovo e iniziò a spruzzare a scatti fiotti di crema lattiginosa. Io cercai di prendere un bicchiere dal comodino per contenere quella pioggia di sperma, ma quando ritornai verso mia figlia, già parte del suo viso, i capelli il cuscino le lenzuola erano innaffiate da quella pioggia bianca e calda. Per evitare che lo sperma sporcasse ancora di più, indirizzai il suo glande verso il bicchiere. Il bicchiere si riempì velocemente, quindi andai in bagno a vuotarlo, non prima di avere avvolto il suo pisello in un fazzoletto. Quando tornai dal bagno Clara era sveglia. “Cosa è successo mamma? Stavo dormendo, mi sono svegliata ed ho visto questo fazzoletto avvolto sul mio Zizi, sei stata tu a mettermelo?” Allora Clara usava ancora la parola Zizi per parlare del suo sesso. “O amore mio, non preoccuparti, adesso ci pensa la mamma. Adesso guarda cosa fare in questi casi. Ora mi rendo conto che dicevi la verità.” Allora tenendo il suo pisellone con una mano, iniziai a pulirglielo con l’altra usando il fazzoletto, lei scoppiò a ridere e mi disse. “Mamma per favore fermati, sento che mi sta diventando duro ancora, non vorrai che sborri dappertutto un’altra volta?” Poi lei sentì una goccia del suo succo che le colava dalla guancia, la raccolse con un dito e la inghiotti avidamente. Poi ne raccolse ancora un po’ avvicinando il dito alla mia bocca mi disse: “Mamma ne vuoi assaggiare, è veramente buona, sai?” “Ma no Clara, queste cose non si fanno!” Le risposi. Quindi pulii quello che c’era da pulire, poi ci sdraiammo abbracciandoci teneramente. Io volli darle un bacio sulla guancia, ma lei volutamente girò improvvisamente il suo viso in modo che il mio bacio finì sulle sue labbra. In quel momento non seppi più cosa pesare, preferii dirmi che domani sarebbe stato un altro giorno e poi chissà? Lei mi abbracciò da dietro e ci addormentammo rannicchiati l’una incollata all’altra. Sentivo il suo respiro caldo sul mio corpo, le sue mani appoggiate sui miei fianchi e su i miei seni che mi accarezzavano teneramente. Il sonno cominciò ad avvolgermi come una morbida coperta di seta, io sentivo un calore che partiva dal mio basso ventre e che mi invadeva dalla testa ai piedi. Sentivo la mia vagina bagnarsi, la cosa mi faceva abominevolmente vergogna ma mi eccitava tremendamente. Mi addormentai, mi bagnai e sognai.”

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