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incesto

canotto galeotto


di ClaudioGusson
06.12.2014    |    55.204    |    4 9.0
"“Che facciamo? “Stanno arrivando! Dai papà infiliamoci lo stesso! tu sotto e io sopra di te! “Ok! I polsi erano legati in modo tale da permettere di..."
Qualche anno fa per festeggiare degnamente il diploma di maturità di mia figlia Silvia organizzai una vacanza di due settimane in un centro vacanza attrezzato con tutti i confort per il benessere psicofisico; Era situato sulla meravigliosa costa Smeralda.

Due settimane di puro relax e divertimento.

Le camere del resort avevano tutte le finestre ed i balconi affacciati sul mare, per cui si godeva di un panorama superbo, da togliere il respiro. Palme, pini marittimi e spiagge bianchissime e sull’orizzonte tante isole che spuntavano come gemme dall’acqua azzurra. Le premesse c’erano tutte per vivere una vacanza da sogno.

Ma il relax finì subito quando mi resi conto che Silvia non era la ragazza acqua e sapone, che credevo fosse.

Del resto era da prevedere che una ragazza con un fisico avvenente come il suo avrebbe attirato lo sguardo di tutti i maschietti che si trovavano in villeggiatura; quello che non avrei mai immaginato fu che Silvia, non soddisfatta delle semplici occhiate e blandizie suscitate, si mostrava in modo spregiudicato per provocare volutamente quegli sguardi libidinosi. Per tali fini indossava tanga succinti e reggiseno ridotti a due pezzettini di stoffa, che appena coprivano la punta delle tette, ancheggiando in modo osceno in ogni occasione.

Alla fine, non sopportando oltre quel modo di atteggiarsi che lasciava immaginare una mentalità da troia, con mio grande imbarazzo, mi rivolsi a mia moglie affinché la richiamasse all’ordine e ad un comportamento più dignitoso.

Ma mia moglie reagì in modo imprevisto; accusandomi di essere un bacchettone asseriva che non ci fosse nulla di male nel comportamento di Silvia; addirittura la difese sostenendo che alla sua età era normale suscitare le attenzioni dei maschi considerato era una bella ragazza e che fosse ostentarla con orgoglio, anche per creare buone opportunità di trovare marito.

Pensai: Marito? Non si rendeva conto che la figlia appariva agli occhi dei più come una zoccola! Quella le grazie le metteva in mostra come una puttana di strada; la classica zoccola vogliosa che voleva tutti i maschi per se!

“Ti rendi conto che la sera non sappiamo con chi esce e cosa combina? E poi rientra a notte fonda!
“Ma basta! Lasciala respirare! È giovane! Se non si diverte ora! Quando?
“Con tutto il rispetto! Credo che Silvia si stia divertendo piuttosto a portarsi a letto tutti giovani del centro! Questo è il comportamento di una puttana!
“Puttana? Sara quella zoccolona di tua nipote! Quella si che è una puttana! Stupida e troia! Non c’e uomo in paese che non l’abbia scopata! Per non parlare della madre, tua sorella, un puttanone galattico degno della tua famiglia!
“Ok! È meglio finirla qui! Quando metti in mezzi i parenti! É meglio smetterla
“Si! finiamola qui! Perché ne avrei cose da aggiungere! E lascia tranquilla Silvia! É venuta qui per divertirsi e noi dobbiamo farci i cazzi nostri! La vita è sua! Hai capito?
“Va bene! Porca puttana quando si dice che in questa famiglia uno non conta un cazzo!

Mi lanciò uno sguardo truce; afferrò la borsa e si avviò impettita verso la spiaggia.

In spiaggia era facile rintracciare Silvia, perché era l’unica ragazza circondata da uno sciame di maschi.

Alla fine della fiera pensai di fottermene, erano cazzi suoi si fa per dire e quindi in considerazione che non potevo farci nulla, impotente e rassegnato mi disinteressai delle porcate che combinava, ormai conclamata ad unanime dei villeggianti come miss troia.

La sera evitavo di frequentare gli altri ospiti per non dovermi trovare a sentire il pettegolezzo che radio scarpa diffondeva sulle imprese porno di Silvia.

Cercai di rilassarmi come meglio potevo, bagni, tennis e terme. Inoltre, gli animatori del villaggio non ci lasciavano un attimo in pace. Da zelanti operatori turistici si guadagnavano il pane intrattenendoci con i più assurdi giochi di società.
Le disgrazie non vengono mai da sole, perché mia moglie in uno di questi intrattenimenti ameni riportò la lussazione della caviglia. Era una cazzata, ma per lei rappresentò un ancora di salvezza perché diventò la giustificazione per non farsi più coinvolgere in quei giochi stupidi, che odiava.

La vacanza stava finendo, ancora due giorni e l'incubo sarebbe terminato. L’unica che se l’era goduta alla grande fu proprio Silvia. perché credo che sia riuscita a concludere in tempo utile il giro di giostra con tutti i giovani del villaggio, staff compreso.

Ma le sorprese non erano ancora finite. Nonostante tutto quell’estate diventò la stagione nella quale ha avuto inizio la splendida avventura che cambiò la mia vita.

Due giorni prima della fine della vacanza ci fu un grande spettacolo. Quella sera eravamo seduti ai tavolini approntati nel grande salone, per goderci il solito show.
Sul palco gli animatori si cimentavano in brevi scenette comiche, che a volte coinvolgevano anche i villeggianti. Silvia era un ospite fissa e veniva sistematicamente trascinata sul palco soprattutto nei giochi più ambigui. Gli animatori da veri bastardi l’avevano sgamata, quindi si divertivano a coinvolgerla in scene in cui poteva esibire compiaciuta, senza alcun ritegno, le sue generose forme, molto gradita dagli spettatori maschili.
Quella sera accadde l’imprevisto. Ad un certo punto il capo degli animatori invitò tutti a seguirlo sulla spiaggia.

Mia moglie, chiaramente non venne.

“ATTENZIONE! Chiedo la vostra attenzione!

Brusio di voci poi silenzio e tutti gli occhi e le orecchie erano concentrate sul capo degli animatori.

“Alle mie spalle potete ammirare un vasto canneto! Facilmente percorribile al suo interno! Che servirà al caso nostro!

Brusio e poi silenzio.

“Giocheremo al nascondino! (brusio con sorrisi) Lo so qualcuno di voi sta ridendo sotto i baffi pensando che sia un gioco puerile e adatto ai bambini! Si sbagliano di grosso! Confondersi con la natura non solo è un talento, ma per i nostri progenitori delle caverne rappresentava la salvezza o la morta! Quindi quel gioco antico ha le sue origine nella preistoria dove già da bambini imparavano a nascondersi per sfuggire da adulti ai feroci predatori. Oggi, che viviamo in case confortevoli e sicure sapremmo mimetizzarci con i suoi colori come fanno alcuni animali? Adesso lo scopriremo! Ho voluto rendere il gioco più divertente! Ognuno di voi sarà legato al polso del compagno; ogni coppia correrà a nascondersi! L'ultima coppia che resterà in gara vincerà una cena gratis, a base di pesci!

“evviva! urrà! (in coro)

Mi girai verso Silvia.

“hai per caso un compagno?
“No! Papà! Stasera voglio farti compagnia! To! Legami al tuo polso! Aspetta! Mi tolgo il vestito! Preferisco giocare in costume da bagno! É una serata calda e illuminata dalla luna!

Come al solito, ogni occasione era buona per esibirsi e attirare l’attenzione degli astanti. Quella sera decisi di non arrabbiarmi, anzi anche io seguì il suo esempio.

“Hai ragione! La luce argentea lunare cela meglio la pelle abbronzata nel canneto! Anche io mi metto in costume da bagno!

Le altre coppie quando ci videro spogliare ci imitarono e in pochi secondi sulla spiaggia si formarono cumuli di vestiti.

“Adesso io e la mia collega Giorgia conteremo fino a cento! Al mio via correrete a nascondervi! VIA!

Non era facile correre con i polsi legati: io con il polso sinistro e lei con quello destro.

“Facciamo così! Io corro davanti e tu mi segui!
“Va bene papà! Laggiù in quello affossamento!
“Dai gettiamo a terra!

Alcune coppie ebbero la stessa idea, ma trovando il posto occupato si allontanarono in fretta.

“CENTO! Adesso diamo inizio alla caccia!

“Sai! Non è stata una bella idea! Quei due stanno venendo proprio da questa parte! Conoscono il posto! Veloce andiamo via! Di là!

Ci buttammo in mezzo al canneto. Dopo aver percorso un sentiero sterrato scorgemmo un nicchia scura e senza pensarci un secondo ci siamo lanciati dentro come razzi.

Ma.....

“mmmm aaaaaaaaaaaaaa mmmmmm dio mmmm sto godendo mmmm aaaaaa

Ci trovammo davanti una giovane coppia e precisamente due sposini. Si erano visti poco in giro perché passavano più tempo in camera da letto che al mare. In quel momento capivo il perché; quei due approfittando della situazione stavano scopando con grande slancio fregandosene di tutti e della gara.

“mmmm Teresa mmmmm cazzo hai una fica ingorda mmmmm to to to mmmm sempre affamata mmmm ti amo mmmmm
“mmmmm aaaaaaaaaaa Giovanni mmmm mi fai impazzire aaaaaaaaaaaa chiavami forte mmm sto godendo mmmmm si si si mmmm siiiiiiii mmmm

La luce argentea li illuminava totalmente. I corpi nudi erano confusi in una stupefacente posizione alla missionaria. Il giovane teneva sollevate in aria le gambe della ragazza mentre si agitava con il suo corpo muscoloso in mezzo alle sue cosce spalancate.

“Aaaaaaaaaaaaaaa mmmmmmmmmmmmm aaaaaaaaaaaaa

Mi rivolsi a Silvia.
“É meglio allontanarsi da qui! Quei due stanno facendo troppo baccano! Attireranno l'attenzione del capo animatore! Dai! da quella parte!

La scena di sesso mi aveva messo i sensi i subbuglio. In quel periodo bastava poco per mandare in orbita la mia fantasia erotica perché erano mesi che non facevo più nulla con mia moglie.
Da qualche tempo passavo molte ore sul computer a navigare nei siti porno. Dopo aver fatto una abbondante scorpacciata di immagini di tette, culi e fiche pelose, mi menavo il cazzo in una piacevole sega fino al sacrificio estremo. Del resto a quaranta cinque anni, nel pieno delle forze fisiche, ero certamente in grado di dare ancora moltissime emozioni al gentil sesso.

Così ci allontanammo da quella alcova improvvisata e ci dirigemmo verso la spiaggia. Ad un certo punto il canneto terminò e ci trovammo completamente esposti all'aperto, sulla spiaggia. Non c'erano più nascondigli.

A pochi metri da noi notammo un grosso canotto capovolto.

“papà guarda laggiù! Scorgo le sagome degli animatori! Cazzo stanno arrivando verso di noi!
“Già! Siamo fritti! Addio cena di pesci!

Facemmo appena in tempo a buttarci dietro il grosso canotto

“Siamo fottuti! E adesso come ritorniamo nel canneto?

Silvia scorata:
“Già è' impossibile raggiungerlo, non faremmo in tempo! Ci vedrebbero subito! – ad un tratto prende coraggio – guarda la! Mi è venuta un idea!
“Quale?
“Ficchiamoci sotto il canotto! Non c’è il motore! Potremmo nasconderci sotto! sicuramente nessuno ci troverà!

Era un ottima idea. Diedi retta a Silvia e gattonando ci avvicinammo all'apertura.

“Dai! Dentro! Veloci!

Ci fu un attimo di perplessità quando infilammo la testa nel buco. Il cunicolo poteva ospitare comodamente un sola persone; anche due ma solo una sull'altra come le sottilette.

“Che facciamo?
“Stanno arrivando! Dai papà infiliamoci lo stesso! tu sotto e io sopra di te!
“Ok!

I polsi erano legati in modo tale da permettere di entrare insieme ma con le parti anteriore a diretto contatto, uno di fronte all'altro.
Superate le prime difficoltà, ci trovammo sotto il canotto come due sogliole schiacciate una sull'altra, praticamente come un hamburger!
Respiravamo in silenzio in trepidante attesa che gli animatori superassero il canotto.

La situazione rivelò subito le sue insidie.
Il diretto contatto con il corpo di Silvia iniziò a provocarmi delle reazioni impensabili. Le tette erano schiacciate contro il mio petto e premevano forti e tali da avvertire la tonicità della loro consistenza. Il ventre era perfettamente allineato al mio e cosa sconvolgente il caldo monte di venere urtava il mio cazzo.
Scoprì di non essere indifferente a quella aderenza, perché suscitava un forte turbamento dei sensi che in pochi istanti esplose nel mio corpo come un terremoto di adrenalina: irriguardoso verso Silvia, considerato che era una reazione inaudita per un padre.

Ergo: con i sensi alterati da quella situazione assurda, in pochi secondi mi trovai a gestire un imbarazzate erezione del cazzo che spingeva spudoratamente verso l'alto.

Appena il cazzo iniziò a pulsare avvertì una reazione nel corpo di Silvia.
Non disse nulla ma cercava di evitare il contatto provando a spostare il pube, tentavi che si rivelarono inutili perché il poco spazio a disposizione non faceva altro che accentuare l’attrito tra il mio cazzo e il suo postribolo di venere, aumentando l’intensità di attrazione.

Alla fine quel movimento si rivelo fatale per i miei sensi, e forse anche per i suoi.

“Silvia! Ti prego stai ferma! Non fai che peggiorare la situazione! Non riesco più a controllare le mie reazioni!
“Papà! ma che ti prende? Scommetto che è la reazione a quello che hai visto prima!

Non gli passava minimante per la mente che ero eccitato da lei, dal contatto con il suo corpo.

“Scusami! Ma è stata una reazione istintiva! Se ti da fastidio usciamo!
“Così quelli ci beccano! Voglio vincere! Cercherò di resistere fino a quando non si allontanano!
“Resistere?
“Si! Insomma! Di sopportare questa situazione spiacevole! Tu piuttosto cerca di concentrarti su qualcosa di meno erotico! Così quel coso si ammoscia!
“É una parola! Con te sopra!

Cazzo mi era scappato il motivo dell’eccitazione.

“che vuoi dire? Sei eccitando per me?
“Silvia! Sono mesi che con tua madre non facciamo sesso! Mi basta poco per eccitarmi! E tu! certamente in questa posizione! Non fai altro che buttare benzina sul fuoco! La carne è debole!
“Cazzo ti sei eccitato dal contatto con il mio corpo? Sono tua figlia!

Non sapevo cosa rispondere.

“So chi sei! Ma i sensi a volte reagiscono a prescindere! Sono reazioni inconsce! Sconsiderate! Porca puttana sei una donna! ci tocchiamo proprio nelle parti più sensibili! Come cazzo faccio a controllarmi!
“Almeno sforzati di pensare ad altro!

Invece:

“Ma papà! Che stai facendo? mi stai toccando il culo?
“Silvia! Non posso farne a meno! Non so dove mettere la mano! E poi ti confesso che ho una gran voglia di farlo!

“Tu sei pazzo?
“Scccccc Sono qui! Zitta!

L'ambiente angusto, il caldo, il sudore giocarono un brutto scherzo. La mia mente si perse in fantasie iperboliche che attingeva linfa dalle immagini di tutte le scene porno di cui mi ero nutrito nelle estenuanti navigazione in internet; ora l’aderenza del mio corpo con quello di mia figlia mezza nuda, alla fine aveva prodotto l’effetto di un ebbrezza ingestibile dalla ragione! Così eccitato come un cane in calore, cedetti agli istinti pulsionale più bestiali; quindi annullato ogni barriera morale lasciai sfogare liberamente la libidine e la cupidigia che quel giovane corpo suscitava: la mano guidata dalla mia mente eccitata iniziò ad accarezzare in modo lascivo il suo stupendo culo, percependolo tonico e liscio come la pelle di una pesca.

“Papà fermati! Cazzo! Papà....
“ssssss sono qui! Non parlare più! Sono davanti al canotto!

Gli animatori si erano fermati proprio davanti all'imbarcazione. Ero talmente eccitato da non riuscire più a controllare le mie reazioni. Avevo voglio di infilargli la mano nella fica. Tremavo tutto e il desiderio di sesso molestava ogni singolo neurone. Alla fine presi una decisione difficile e cedetti agli istinti alterati dalla follia erotica libera da qualsiasi regola morale.
Con la mano slegata spostai di lato il costume e iniziai a razzolare come un folle nella carne morbida della fica, alcune dite affondarono subito nella calda fenditura provocando un lievissimo singulto che le usci dalla bocca e invase il mio orecchio, come un soffio caldo, molto eccitante, che lei ha strozzato con forza:

“Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm

Le labbra della fica erano molli e bagnate. Mentre incalzavo in quel sublime avvallamento, un altro lieve singulto usci dalla sua gola, tremò tutta e lo domò schiacciando la bocca sulla mia spalla facendomi sentire gli incisivi.

Silvia pur di vincere quella gara stava sopportando tutto. La sua cocciutaggine e l'indole da troia si rivelarono altrettanto alleate preziose delle mie intenzioni lascive. La presenza degli animatori inoltre creò una ottima opportunità che non potevo farmi sfuggire. Silvia, in quelle condizioni, non poteva fare altro che incassare rassegnata la mia folle azione. Lo sgrillettamento della fica le piaceva molto, considerato che aveva divaricato leggermente le cosce con la chiara intenzione di facilitarmi il compito. Era un invito palese a continuare.
Ormai il dado era stato tratto. Non mi rendevo conto di nulla, nemmeno del fatto che si trattava di incesto. Per me era una ghiotta occasione da cogliere al volo, indotto peraltro della castità forzata a cui mi aveva condannato mia moglie. Dovevo quindi concludere degnamente quell'avventura. Il cazzo duro, sofferente racchiuso sotto il costume, pressava anelando di forzare quel tempio proibito. Nonostante la difficoltà dei movimenti, riuscì a tirarlo fuori dal costume.
Il più era fatto. Poi impugnandolo come una elsa iniziai a strusciare la cappella tre le fenditure della fica, continuando a stimolarla con più incisività.
Silvia, con il fiato in affanno, si accostò con la bocca all'orecchio, sussurrando:

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Guzzon59
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