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il sapore materno.....


di mirkos8
12.09.2016    |    142.272    |    4 7.8
"Non ci baciavamo mai; era solamente una questione relativa ai nostri organi sessuali, come se andasse molto oltre le nostre entità di persone..."
Finalmente stava per succedere ancora. Era quasi un anno che aspettavo di fare nuovamente qualcosa con lei.

Forse siamo solamente malati, ma cosa importa, nessuno può vedere quello che succede in un appartamento di periferia con le imposte serrate.

Avevamo appena finito di mangiare. Lei mi stava guardando con quello sguardo che voleva dire solamente una cosa.

Non ci fu alcun bisogno di parlare, proferendo qualche frase che avrebbe rovinato tutto. Mi limitai ad alzarmi, dirigendomi verso la finestra della cucina.

Chiusi le imposte e tirai le tende, cercando di nascondere l’eccitazione estrema che mi stava nascendo da dentro.

Mia madre restò seduta, come da copione. Era ancora così bella con quei suoi capelli rosso fuoco.

Gli anni erano stati molto gentili con lei, perché la sua bellezza era invecchiata senza perdere nemmeno un briciolo del suo fascino quasi esoterico.

Mi misi davanti a lei e l’e accarezzai la testa. La sua faccia stava all’altezza del mio pene e mi guardava con uno sguardo tragicomico da attrice del cinema muto.

Continuando ad accarezzarla, la spinsi dolcemente verso di me, facendo aderire il suo volto alla superficie del mio jeans, sopra il pisello.

Lei socchiuse gli occhi, sentendo il pene eretto e voglioso di lei.

Fu un momento particolarmente romantico. Poco dopo mi slacciò i pantaloni, lasciandomi scivolare giù le mutande.

Mi leccò il pene, rivestendolo di saliva e in fine se l’infilò in bocca, iniziando a ciucciare.

Era molto brava, il suo compagno era un uomo estremamente fortunato. Donne come lei ne nascevano ogni cento. Aveva una capacità orale davvero senza paragoni.

Farmelo succhiare da lei era una perversione molto simile alla perfezione dell’atto. Nessuna ragazza con cui avevo intrattenuto dei rapporti sessuali era mai riuscita a superarla in quella tecnica così ben calibrata.

Cosa c’era da dire in proposito? Eravamo dei malati molto bravi ad amarci, in un mondo in cui l’odio dilagava senza un reale scopo.

Il moto ondulatorio della sua testa mi faceva impazzire.

-Alzati e girati.- dissi.

Non parlavamo molto durante quegli atti. La girai, la misi a pecorina, le spostai le mutandine e le infilai dentro il mio pisello, iniziando così a scoparmela.

L’afferrai per i fianchi ed cominciai a menare un colpo dietro l’altro, senza soffermarmi troppo sulla questione piacere, strizzando l’occhio alla violenza.

Non lo facevamo per il piacere e fondamentalmente nemmeno per la perversione in sé, quanto più perché ci sembrava che andasse fatto. È una cosa estremamente difficile da spiegare, ecco perché nessuno è a conoscenza del nostro segreto.

Non ci baciavamo mai; era solamente una questione relativa ai nostri organi sessuali, come se andasse molto oltre le nostre entità di persone.

-Ah.- disse mia madre, sopportando il dolore come una vera guerriera amazzone.

La stavo cavalcando a pelo, con lo scopo di farla godere in maniera grezza, lontana da tutto quel romanticismo che gli uomini erano soliti propinarle. Io ero diverso. Io ero cattivo.

Cominciai, così, a schiaffeggiarla sul culo a ripetizione. Ogni botta di cazzo era seguita da uno o due schiaffi. Le stavo facendo venire il culo della stessa tonalità di rosso dei suoi capelli.

-Ah.

-Zitta, che svegliamo tutti.- dissi, con tono arrogante.

Smisi di picchiarla e continuai a spingere in lei col mio cazzo, fino a quando non la sentii venire.

-Prendimelo in bocca.

Era sempre quella la routine, pompino, sesso e pompino con ingoio. Era un incesto a tutti gli effetti, ma ci piaceva e quella era l’unica cosa che importava realmente.

Scoparci era l’unica cosa che sapevamo fare bene assieme.

Me lo prese in bocca, masturbandomi con la mano sinistra, mentre la destra iniziò a sondarmi il buco del culo, stimolandomi la prostata.

Quando sborrai nella sua gola, mi sentii veramente bene, come se fossi stato liberato da un demone durante un esorcismo.

Rimase ferma per qualche secondo, ancora con il mio cazzo gocciolante in bocca.

Era bellissima e ci volevamo molto bene. Un bene particolare e complicato.
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