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incesto

io e papà


di orsix60
19.10.2012    |    84.730    |    4 8.8
"Inoltre per me papà rappresentava quel modello di maschio che dai sedici anni in poi mi accorsi di desiderare..."
Avevo dieci anni quando i miei si separarono e andai a vivere con mia madre; da allora mio padre era la figura della domenica, della festa, delle giornate passate tra luna park, circo o cinema. Crescendo il mio rapporto con lui, visto inoltre che c’erano solo ventitre anni di differenza, divenne cordiale e fraterno, quasi piu’ da amici che da genitore e figlio. Inoltre per me papà rappresentava quel modello di maschio che dai sedici anni in poi mi accorsi di desiderare. Brizzolato, occhi verdi , tonico nel fisico curato, peloso ma non troppo e , da quanto potevo vedere quando girava in slip o al mare.. ben dotato. Era un sogno che ritenevo impossibile fino a quando un estate , per festeggiare i miei diciotto anni , lui mi regalo’ un fine settimana al mare , io e lui da soli. Arrivammo in albergo e entrando in camera ci accorgemmo che ci avevan dato un letto matrimoniale.. Papà voleva chieder di cambiare camera ma poi , avendo io già aperto le valigie, lascio’ stare. Io sognavo già il momento in cui avremmo dormito insieme… la giornata scorse serena e la sera , dopo una bella cenetta e un bel po’ di vino andammo a dormire. Papà tenne addosso solo gli slip di cotone bianco larghi e io potevo ammirare il suo magnifico corpo, i pettorali ben disegnati e ricoperti di una peluria da cui sporgevano i suoi capezzoli carnosi, le cosce muscolose e , celato dal cotone, il suo membro. Mi spogliai e mi misi a letto in uno stato di eccitazione e attesi che papà si addormentasse per infilare pian piano la mano tra lo slip e carezzare i suoi testicoli. Tremavo mentre la mano si insinuava tra la stoffa e la pelle e il contatto col sacchetto dei coglioni mi procuro’ un brivido intenso. Erano li, tra le mie mani, potevo carezzarli, soppesarli, mentre lentamente le dita si insinuavano piu’ profondamente sino a giungere alla radice del cazzo di papà. Lo sentivo, morbido e caldo, ne percepivo il calibro notevole mentre intanto dall’ eccitazione il mio cazzo esplodeva dentro i miei slip. Papà dormiva e io aprendo la mano a conchiglia carezzai palle e cazzo che intanto dava segni di risveglio, crescendo sotto la mia mano. Tremavo dall’ eccitazione quando all’ improvviso sentii la mano di mio padre porsi sopra la mia, sopra gli slip , bloccandola e lui dire “ Andrea.. che stai facendo? “ Il mondo per un attimo mi crollo’ addosso, avrei voluto sparire, tentai di sfilare la mano ma lui la bloccò e disse “ che c’è? Volevi sentire com’era il cazzo di papà?” e a quel punto si sollevò sul letto e, abbassandosi gli slip pose davanti ai mie occhi la sua verga tesa e dura. Io ero impietrito, l’oggetto dei miei sogni era li! Il cazzo di mio padre, teso, la cappella lucida, si ergeva nel suo splendore davanti ai miei occhi! Non sapevo che fare.. non capivo la situazione quando lui, ponendo due dita alla radice del suo cazzo lo abbassò lentamente e silenziosamente verso le mie labbra sin quando la sua cappella si poggiò e spingendolo piano nella mia bocca mi disse “ succhialo”.A quel punto capii che il sogno sarebbe diventato realtà! Cominciai a leccarlo e succhiarne la cappella afferrandolo alla radice con le dita per masturbarlo in contemporanea. Poi lo introdussi tutto in bocca e cominciai una pompa che lo fece gemere di piacere. Mentre lo pompavo lui comincio’ a carezzarmi la schiena e poi i capezzoli, strizzandoli tra le sue dita e poi la sua mano scivolò e mi sfilo’ gli slip. Afferro’ il mio cazzo duro e comincio una lenta masturbazione che seguiva il ritmo della mia pompa. Io temevo di svenire dal piacere, accelerai il ritmo del pompino mentre con le mani gli carezzavo le palle che sentivo gonfie di sborra che già immaginavo calda e profumata. Con l’altra mano papà comincio’ a scendere verso il mio culetto sodo e insinuandosi tra il solco delle natiche , giunse all’inviolato buchetto e sospinse un dito dentro.. “ come è stretto..” sussurro’ e io, sfilandomi per un attimo il suo cazzo dalla bocca : “ sono ancora vergine “ mentre la voce tremava.” Per poco “ disse lui e afferrandomi per le spalle mi stese prono sul letto e infilo’ la testa tra le mie natiche. Con le mani le allargo’ per meglio arrivare al buchetto roseo e caldo che sembrava quasi pulsare e bagnarsi dall’eccitazione e con la lingua cominciò a leccare e penetrarmi mentre io , perdendo ogni controllo gemevo di piacere. “ ora papà ti apre il culetto.. “ sussurrò “ non temere e rilassati” e cosi dicendo pose due cuscini sotto la mia pancia e , dopo aver leccato ancora il mio culetto, poggiò la sua verga tesa e bagnata e comincio’ a spingere. Io sentivo chiaramente la sua cappella aprire il mio buchetto che si dilatava ai suoi colpi, fin quando un dolore mi fece sobbalzare e quasi gridare. Era lui che con un colpo di reni era entrato in me per quasi metà, Sentivo il suo cazzo aprirmi, penetrarmi e dilatarmi e un dolore acuto giungere dalle mie viscere dilatate ; dolore che poco dopo si trasformo’ in una sensazione di paicere profondo mai provato. Lui comincio’ a stantuffarmi lentamente e poi sempre piu’ velocemente e in profondità. Gemeva come una bestia selvatica mi dava delle paccate sul culo che aumentavano la mia sensazione di piacere e poi afferrando il mio cazzo ormai pronto ad esplodere, mi masturbava seguendo il ritmo della sua cavalcata. Il tempo ormai non esisteva più e il mio buchetto ormai aperto calzava il suo cazzo facendolo godere.. ormai eravamo stremati dal piacere, io non resistevo più e avvertii dall’incalzare del suo ritmo che anche lui era pronto a godere. Dopo alcuni colpi più violenti e profondi , mentre i suoi gemiti si facevano più profondi sfilò il suo cazzo dal mio culetto , mi girò di colpo e emettendo un suono gutturale animalesco mi schizzò violentemente sul petto e sul viso. Era come trasformato nei lineamenti mentre godeva e io schizzai insieme a lui lunghi fiotti che giunsero al mio viso mischiandosi ai suoi. Ero li , disfatto e col viso inondato di sborre, la sua e la mia, quando lui , carezzandomi con delicatezza, ne prese un po’ , la spalmò sulle mie labbra e poi mi fece leccare le dita per farmi assaporare il suo e il mio sapore. Poi si chinò su di me, mi baciò con la lingua leccandomi prima le guance sborrate e mi strinse a se. Ci addormentammo sfiniti e felici…
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