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L'amica di un amico


di Bollicina87
08.06.2016    |    19.076    |    11 9.6
"In macchina entrambe al loro posto, parliamo di tutt'altro, la voglia era già a mille, non c’era bisogno di stuzzicarsi ulteriormente..."
Ci eravamo sentite al telefono un paio di volte, il nostro contatto era stato un amico in comune, si era trattato di poche chiacchiere semplici, ma da subito confidenziali.
Nessuna foto, se non quella che il nostro tramite ci aveva fatto vedere prima di farci scambiare il numero, diciamo più per prassi che per curiosità, entrambe eravamo dell’idea di doversi guardare negli occhi per capire…
Ci incontrammo ad un bar, situazione tranquilla, atmosfera accogliente.
Io ero già lì quando lei arrivò in compagnia di suo marito, quella che solitamente si definisce una bella coppia, di una bellezza che non desta particolare attenzione, ma che nell'insieme trasmette a pelle intesa e complicità.
Ovviamente passati i primi attimi io mi soffermo su di lei: bella nei modi, sensuale ma non volgare, sapientemente curata, ma soprattutto solare e sorridente, e poi… non appena si avvicina percepisco un profumo buonissimo dolce di vaniglia.
Mi bastarono questi pochi dettagli per farmi sentire a mio agio, e anche se non so dire quali furono le cose che lei notò di me all'impatto, posso dire con certezza che anche lei ebbe la stessa reazione.
Il marito, dopo una attimo di dovuta presentazione e stretta di mano, con la scusa di aver lasciato un qualcosa in macchina, ci lasciò sole, lo rividi solo più tardi dalla macchina e con un saluto da lontano… come d’accordo il nostro incontro sarebbe dovuto essere tutto al femminile, e così fu.
Rimaste sole, ci fissammo per alcuni secondi, così mute, ci guardavamo, anzi ci scrutavamo, non tanto il corpo, ma le mani, le labbra, gli occhi…
Probabilmente entrambe in quel momento ci saremmo alzate e corse via, forse anche rifugiate nel bagno dello stesso bar, tanta la voglia di baciarci e di toccarci, ma placati gli animi, interrompemmo il silenzio e con un sorriso, ci decidemmo di ordinare un buon bicchiere di vino.
Il tempo trascorse veloce, tra racconti di esperienze e fantasie, le nostre avventure erano state molto simili e anche i nostri desideri lo erano, non lo dicevamo chiaramente, ma te ne accorgi quando hai di fronte qualcuno che cerca le tue stesse cose.
Per telefono si era parlato del classico incontro conoscitivo, ma io avevo casa libera e la voglia non mancava a nessuna delle due, di certo ci saremmo riviste se ci fossimo salutate in quel momento, ma tornare a casa così eccitata, sapere che anche lei lo era, almeno quanto me, non mi andava proprio giù…
quel mix di sensazioni: curiosità, intrigo, sorpresa e desiderio
non si sarebbe ricreato ad un secondo incontro, saremmo state già preparate all'idea e il tempo il più delle volte amplifica le aspettative, rovinando il sapore delle dolci rivelazioni…
volevo vedere cosa aveva indossato sotto a quel vestitino a fiori, apparentemente così casto, ma non tanto da non lasciar intuire le curve.
L’intimo che si sceglie al primo appuntamento per una donna è importante, per me lo è, lascia intendere quali sono le reali intenzioni, cosa vuoi che colga di te chi ti guarderà… e in più svela con quale speranza ti sei preparata all'incontro: era davvero solo un incontro conoscitivo che ci aveva portato ad effetti inattesi, o la voglia e il desiderio erano dominanti già da prima?
Questi erano pensieri che mi frullavano in testa terminando l’ultimo sorso di vino… avanzo la proposta, e sembrava che non aspettasse altro, non restava che avvisare il marito.
Con discrezione mi allontano, approfitto del bagno, sapevo o meglio sentivo bene cosa mi sarei trovata tra le gambe: un lago di umori, un profumo che risale lungo il corpo e un sapore intenso e dolce.
Ecco che diventa chiaro quanto io stessa sia la persona che più mi eccita in assoluto: non ritrovo gusto più ammiccante, odore più persuadente e corpo più procace, di quando mi assaporo, mi annuso, mi tocco…
Tutta presa, cerco di darmi una leggera sistemata, e mentre ritorno al nostro tavolo, lei era ancora a telefono, rallento il passo, non voglio sembrare invadente e aspetto che lei termini la conversazione, ma inevitabilmente non posso non guardarla: era tranquilla, giustamente stava spiegando l’evoluzione della nostra conoscenza, e nel frattempo non faceva altro che strusciare le due gambe l’una contro l’altra e con un mano accarezzarsi dolce il seno da sopra il vestito… potevo solo immaginare le maialate che stava ascoltando e quanto il complice nascosto del marito fosse eccitato dall'altra parte del telefono; il tutto mi infoiava maggiormente.
Stacca, mi guarda, ci sorridiamo come due scolarette pronte ed eccitate alla loro indicibile marachella, andiamo. In macchina entrambe al loro posto, parliamo di tutt'altro, la voglia era già a mille, non c’era bisogno di stuzzicarsi ulteriormente.
Giunte a casa, così come per la scelta dell’intimo prima di uscire, la mia camera era già pronta ad accogliere, l’atmosfera era già quella giusta.
Pochi attimi, brevi sguardi e finalmente possiamo liberarci, ci baciamo, le sue mani sul mio culo, le mie sul suo seno.
Ci sfiliamo i vestiti, pochi e leggeri, entrambe lisce, liscissime, profumate come il cacao, labbra che sapevano di miele, ma soprattutto tanto tanto bagnate, e non c’era stato bisogno di infilare le mani nelle mutandine per sentirlo, era bastato sfiorarsi le cosce, ormai quasi fradice…stavamo letteralmente gocciolando.
Inaspettatamente fu lei ad alzare il tiro, mi spinse con decisione all'indietro sui tanti cuscini che mi piace tenere sul letto, non mi guardava più, non mi guardava più negli occhi, e sia abbassò tra le mie gambe.
Mi fissava la figa come se non sapesse da dove cominciare, ma lo sapeva eccome!
Mi sembrò di sentire 2 o forse 3 lingue, non distinguevo il punto preciso da dove si muovesse, tanto era delicato il suo tocco e grande la goduria.
Io la guardavo dallo specchio, non tutta, ma riuscivo ad intravedere il suo corpo e la sua testa che spingevano verso di me… più godevo e più sudavo, e lo ammetto in quel momento immaginai un gran bel cazzo da leccare e che mi si strusciasse sul viso.
Io grondavo e lei leccava, ma leccava come si lecca un gelato, si assapora e si ingoia, la troia stava praticamente bevendo dalla mia passera… ma ormai non era più solo quella, anche il mio sederino si faceva sentire, si contraeva in alternanza con la figa, era tutto un mare, tanto che senza indugio infilò la sua mano metà nell'uno e metà nell'altro, continuando a spingere e a succhiare sul clitoride.
Con la testa completamente vuota da ogni pensiero, e d'altronde a cosa avrei dovuto pensare???
Sentivo la goduria in ogni punto del corpo, che si liberava a poco a poco in gemiti sommessi e tremolii lungo le gambe.
Non so quantificare dopo quanto staccò la sua faccia, si eresse tra le mie gambe, si allungo spingendo il suo seno contro il mio, sentì la sua figa strusciarsi con forza contro la mia, e mi baciò. Conoscevo bene quel sapore, era tutta fatta di me, le piaceva, e voleva sentirlo e risentirlo ancora sulla mia lingua.
Continuammo a sfregarci l’una contro l’altra, i nostri capezzoli duri si avvertivano maggiormente sulla pelle sudata e lucida, i nostri occhi sbavati dal trucco non smettevano di fissarsi mentre mani contro mani, a cosce incrociate ci masturbavamo reciprocamente.
Non era più dolce, ma forte, intenso, animalesco a colpi duri, e l’unico modo per trattenere le urla era fare bocca contro bocca.
Sembrava un treno per quanto andasse forte, non avrei mai pensato che anche un donna potesse sfondarmi in quel modo… con gli uomini mi era capitato tante volte, ma con le donne era sempre stato tutto molto più delicato, mai così deciso.
Ma lei lo aveva capito… aveva capito che ci piaceva allo stesso modo, alle cavalle da monta piace sempre forte!
E non si fermò, altroché… mi stringeva e mi sbatteva, mi leccava sul collo, e di nuovo mi portò all'orgasmo, ma stavolta mi fece totalmente esplodere tra le urla e i tremori.
Lei quasi più soddisfatta di me, mi si sdraiò accanto, e continuava ad accarezzarmi tra la schiena e il seno, ci allontanammo, per recuperare il respiro, ma non spezzammo il contatto mai del tutto, il flusso del nostro calore non si arrestò.
Ripresa la lucidità, mi girai verso il comodino… un attimo di riflessione, avevo trovato il modo di come volevo farla venire.
La feci girare di spalle, lei ormai completamente rilassata non si accorse che mi ero armata del mio intimo giochino falloso, con la mano contro la figa la feci piegare a pecorina, mi abbassai e la leccai tutta, fino ad infilare completamente la lingua nel suo secondario buchino… anche se altrettanto soddisfacente e spazioso quanto l’ingresso principale!
Non poteva fare a meno di spingere il suo culo contro la mia faccia, intanto si masturbava e si capiva che la sua voglia di cazzo era tanta, ed eccomi pronta con il “cosetto”: lo sente, rallenta per due secondi, felice riprende e spinge… eh si, era quello che voleva, mammamia e come lo voleva, io inizialmente lenta e delicata, ma lei prese il sopravvento e da sola se lo spingeva sempre più dentro!
Allora capii: la feci girare sulla schiena, senza muovere il vibratore dal suo culo, le aprii le gambe appoggiandole alle mie spalle e con due dita nella figa e la bocca a ridosso del suo monte di venere, leccai e spinsi, leccai e spinsi sentendola stringersi e arrivare 2 o forse 3 volte di seguito… che sfacelo!
Completamente sfinite, ma ancora eccitate, ci staccammo, non prima di un altro bacio che ancora una volta ci permetteva di scambiarci tutti quei sapori, ormai indistinguibili.
Succedette un attimo di leggero imbarazzo, quello che fin dall'inizio l’eccitazione aveva sovrastato e celato, con finta calma ci rivestimmo, lei rientrò in quel misterioso vestito a fiori, io comoda infilai una vestaglia da casa.
In attesa che il marito venisse a prenderla ci accomodammo soddisfatte in salotto, senza accorgercene eravamo di nuovo vicine, e ancora parecchio scombussolate e visivamente eccitate, con mano leggera ci allungammo l’una tra le gambe dell’altra, era così… la voglia non era affatto passata!
Il marito squilla e le nostre dita si fermano, mi lecca ancora sul collo, di certo lo fece per avere ben fresco il mio sapore da far assaggiare a chi la stava aspettando.
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