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L'esibizionista


di Conte01
01.06.2016    |    24.827    |    3 9.5
"Poi quando mi sedetti sul bidet mi volle lavare lei, sentivo la sua mano, il sapone e l’acqua tiepida sulla patatina era una carezza dolcissima..."
Sono Camilla la ragazza protagonista del racconto: “Quando scappa, scappa.”
Dopo quell’esperienza il ritorno alla vita normale fu difficile, durante l’inverno mio nonno si ammalò gravemente e con questo saltarono anche le vacanze.
D’altronde avevo saputo che anche la signora mia amica quell’anno non avrebbe trascorso l’estate in campagna.
Quella mattina di inizio Luglio mi annoiavo, avevo finito gli esami ed i miei dovevano lavorare tutto il mese per cui le vacanze al mare erano lontane, avevo perso i contatti con gli amici del Liceo ed all’Università non avevo ancora legato con nessuno inoltre non ero fidanzata.
Con l’arrivo del caldo il ricordo di quelle serate in campagna si fece più intenso e sentivo addosso un desiderio ed un’eccitazione forte.
Talvolta passavo ore seduta in camera davanti alla vetrata che dava sul giardino.
Abito in una zona residenziale in una villa su due piani quadrifamiliare, in pratica noi stiamo al piano terra e l’appartamento sopra il nostro era in quel momento libero oltre il giardino che risulta completamente all’interno della costruzione altri due appartamenti gemelli.
Il piano terra non era visibile dalla nostra casa per via di un muro che divideva il giardino in due al piano di sopra abitava la famiglia dell’Ingegner Saba.
Mentre leggevo o facevo manicure capitò così di vedere una donna sulla terrazza dell’appartamento di fronte.
Doveva essere la signora Ucraina di cui i miei avevano parlato come della nuova collaboratrice domestica dei Saba.
Di fatto durante la giornata con i miei e i Saba al lavoro eravamo le uniche due persone in casa.
Doveva avere all’incirca sessanta anni, di corporatura robusta ma con un bel viso contornato da capelli biondi.
Probabilmente l’idea nacque così, forse avevo trovato la persona adatta per ripetere l’esperienza dell’anno prima.
Li per li mi sembrò una pazzia poi nella mia mente si concretizzo un progetto e da allora non riuscii più a smettere di pensarci.
Accanto alla porta-finestra nella mia camera c’è una finestra entrambe fornite di tapparelle, in casa c’era una telecamera di quelle che si usavano qualche anno fa, mio padre è fissato e aveva acquistato un modello semiprofessionale corredato di cavalletto.
In pratica sistemai la telecamera davanti alla finestra con la tapparella quasi del tutto abbassata poi la collegai al televisore, passando davanti alla porta finestra potevo guardare, nel televisore, cosa succedeva di fronte.
La Signora avrebbe visto solo uno spicchio della mia camera e regolando l’apertura della tapparella il mio corpo sino alle spalle, in modo che non vedendo la mia faccia fosse ovvio pensare che anche io non mi fossi accorta della sua presenza.
Avrei così potuto guardare chi pensava di potermi spiare senza essere vista.
Avevo fatto varie prove ed alla fine avevo capito che la signora era molto metodica e tutti i giorni dalle 10:00 alle 10:30 usciva in terrazzo.
Prima sistemava le fioriere poi passava la scopa poi innaffiava le piante poi lavava per terra.
Il momento migliore era il primo quando tagliava i fiori appassiti e potava le piante, allora restava per almeno un quarto d’ora affacciata sul balcone dalla mia parte.
In quei due giorni di preparativi mi era masturbata molte volte restando sempre eccitatissima ma la notte prima cercai di resistere per essere bella carica il giorno dopo così faticai ad addormentarmi.
La mattina seguente mi svegliai per tempo, appena i miei uscirono preparai la telecamera, poi aspettai.
L’idea era di fare una serie di passaggi davanti alla finestra in accappatoio fino ad attirare l’attenzione della donna ed a quel punto toglierlo e restare nuda.
Quando alle dieci la signora uscì l’eccitazione era tale che iniziai a tremare, sapevo di avere poco tempo a disposizione.
Passai una prima volta, la vedevo dal televisore la signora non mi notò poi una seconda, una terza, una quarta.
Mi fermai davanti alla finestra, avevo un accappatoi cortissimo che arrivava appena sotto al sedere, fu appena un istante ma la signora si accorse di me.
Restai ancora un pò ferma armeggiando con i capelli fino a quando non fui sicura che la donna mi avesse notata.
Provai a ripassare un altro paio di volte davanti alla finestra e tutte le volte vedevo la donna guardare nella mia direzione.
Il momento era arrivato, quando tolsi l’accappatoio pensai di non farcela presa com’ero da un misto di eccitazione e paura.
Avevo la pelle d’oca e tremavo con il cuore a mille.
Passai abbastanza velocemente davanti alla finestra e quello che non riuscii più a dimenticare fu lo sguardo di stupore sul volto della donna.
Era durato tutto solo pochi secondi, quando la signora mi aveva vista passare nuda era rimasta così sorpresa da non riuscire a distogliere lo sguardo e io aveva potuto cogliere bene quell’espressione.
Dovevo aver attratto la sua attenzione perché mentre continuava a lavorare alzava spesso lo sguardo verso la mia camera.
Molto più tranquilla passai un paio di volte davanti alla finestra poi alla quarta volta mi fermai davanti.
Era più di quanto speravo non solo la signora non si era allontanata ma mi sembrava che in qualche modo la cosa l’avesse coinvolta.
Ripassai un’altra volta col reggiseno poi una con gli slip poi lasciai la stanza.
La donna fini le sue faccende e rientrò a casa, abbassata la tapparella mi stesi sul letto e rivedendo la cassetta mi feci un ditalino.
Il giorno dopo alle dieci la signora uscì in terrazzo, decisi di aspettare per vedere fino a che punto alla donna la cosa intrigasse.
Aspettai una ventina di minuti, mi resi conto che la donna stava perdendo tempo per poter rimanere lì.
Appena passai davanti alla finestra la donna mi vide.
Intanto avevo fatto la doccia, mi asciugai davanti alla finestra aprendo e chiudendo l’accappatoio, poi sfilatolo mi spalmai la crema per il corpo, andai ancora avanti un paio di volte poi mi rivestì.
Il giorno dopo feci più o meno le stesse cose solo che dopo aver messo la crema mi fermai davanti alla finestra per pinzarmi i radi peli che avevo sul pube.
Nel far questo spostavo con le mani le grandi labbra, aprivo il sesso lo tiravo verso l’alto ed il basso.
Nella Tv vedevo la signora che facendo finta di niente guardava tutto con curiosità ed interesse, ogni tanto si allontanava ma subito ritornava ad affacciarsi.
Posate le pinzette provai l’azzardo e nello spalmare una crema sul pube iniziai a far scorrere il dito sullo spacco e poi sul clitoride.
La donna capì subito cosa stava facendo ed iniziò a guardare con maggior interesse, dal monitor la vedevo guardare senza più nessuna preoccupazione di essere vista.
In effetti sarebbe bastato un solo passo verso la finestra per metterci faccia a faccia ma finora non era successo e la donna pensava di poter curiosare tranquillamente.
Passavo la punta del dito medio sul clitoride con movimenti leggeri, le ginocchia mi si piegavano, poi piano piano mi eccitai sempre di più, i movimenti diventarono più veloci e profondi inizia a tremare ed arrivo un piacere intensissimo.
La cosa probabilmente sarebbe finita così o almeno quando avevo iniziato non avevo altri progetti ma gli sviluppi superarono tutte le mie fantasie.
Rientrammo di domenica sera dopo un weekend al mare, la mattina successiva i miei andarono al lavoro, verso le 9,30 mi alzai, non avevo idee particolari anche se sapevo che difficilmente avrei resistito all’idea di fare un paio di vasche, nuda, davanti alla finestra.
Subito dopo la Signora apparve sul davanzale, mi sembrò di notare qualcosa di diverso, parlava.
Si girava verso l’interno e parlava ma non vedevo nessun’altra persona.
Dopo qualche minuto una donna decisamente più anziana di lei si affacciò sul bordo del terrazzo.
Era una donna che non avevo mai visto prima, più o meno sull’ottantina, doveva essere una connazionale della signora perché parlavano tra loro con famigliarità.
Li per li rimasi sorpresa poi pensai che la donna sapeva bene cosa poteva succedere di li a poco e dunque se aveva fatto uscire sul terrazzo quell’altra donna era perche voleva mi vedesse.
Forse le aveva parlato di quello spettacolo e magari l’altra aveva mostrato curiosità ed aveva chiesto di vedere anche lei.
Aspettai un po’ ma le due rimasero al loro posto.
Quella più anziana era alta e magra, indossava una camicia bianca ed in testa aveva un fazzoletto dello stesso colore.
Decisi di passare davanti alla finestra in accappatoio, mi fermai, mi notarono subito iniziando a parlare tra loro.
Sembravano divertite ed eccitate e la cosa diventò subito interessante.
Anche io ero eccitatissima, pensavo alla vecchia signora che mi aveva toccato l’estate prima ed in cuor mio si fece viva la speranza di poter ripetere quell’esperienza.
Passai un’altra volta poi ritornai con una sgabello che sistemai davanti alla finestra.
Iniziai a spalmare la crema sulle gambe poi sfilai l’accappatoio lasciandolo cadere per terra.
Avevo sullo schermo un primo piano dei loro visi.
Sembravano allo stesso tempo incuriosite, imbarazzate ed eccitate, parlottavano tra loro mentre mi guardavano spalmare la crema sulle natiche, la pancia e le tette.
Poi ebbi un’idea, forse il motivo per cui erano lì era perché la volta precedente mi aveva visto farmi un ditalino.
Si probabilmente era andata così, doveva averle parlato della cosa e forse l’altra non ci aveva creduto ed aveva preteso di vedere con i suoi occhi.
Un conto era passare nuda dopo la doccia davanti ad una finestra aperta un’altra era farsi un ditale la dove tutti ti potevano vedere e sicuramente la cosa le aveva incuriosite.
Inizia con la mano ad insistere sempre più spesso intorno al pube poi raggiunsi lo spacco, ero bagnatissima.
Trovai il clitoride ed iniziai a giocarci facendo scorrere il dito con movimenti circolari, le due guardavano parlando tra loro.
Mi spostavo restando di fronte alla finestra, poi di lato o mostrando il sedere.
Non potendo infilare un dito in vagina decisi di farne entrare uno nel sedere intanto con l’altra mano mi masturbavo.
Ogni tanto aprivo le labbra e mi bagnavo con la saliva poi riprendevo a far correre le dita.
Per far sembrare la cosa reale non potevo durare troppo così ad un certo punto finsi un orgasmo perché volevo restare in quello stato di eccitazione.
Mi spostai, ripassai un paio di volte poi dopo essermi lavata mi rivestii.
Ormai ero troppo eccitata e sragionavo, dovevo incontrarle per vedere se succedeva qualcosa.
L’idea mi venne ancora una volta all’improvviso.
Chiamai mia madre dicendo di essermi chiusa fuori casa, fu lei stessa a pensare di chiamare la Sig.ra Saba per avvisare la sua governante che avrei passato da loro le ore fino al loro rientro.
La Sig.ra Saba chiamò la donna poi richiamò mia madre che mi avvertì dicendo che potevo andare da loro.
Indossavo un vestitino di cotone bianco molto corto, sotto un perizoma dello stesso colore senza reggiseno e ho due tette abbastanza grosse, in effetti non sarei mai uscita per strada vestita in quel modo ma per andare dai Saba non era necessario uscire dello stabile.
Mi venne ad aprire la donna, mi presentai, mi disse che la Signora l’aveva avvisata e mi invitò a sedere nella grande terrazza sotto una tenda.
C’erano diversi divanetti, poltroncine e tavolini, mi sedetti, avevo con me uno zainetto nel quale avevo messo un libro a caso ed iniziai a leggere.
Dopo una ventina di minuti le due donne arrivarono con un vassoio con del The freddo e dei biscotti.
La donna più giovane parlava bene in Italiano l’altra che mi era stata presentata come un’amica/parente sapeva solo poche parole.
Mi fecero le solite domande: quanti anni avevo, se avevo fratelli, cosa studiavo, se avevo il fidanzato.
Quando risposi che non ero fidanzata iniziarono a bisbigliare tra loro, ammiccando.
Lo scambio di battute nella loro lingua durò abbastanza come se ognuna cercasse di aver ragione di una sua idea.
La signora più giovane che si era presentata come Sofia, mi invitò a seguirla, più o meno intuii cosa volesse fare, preparandomi.
Con un mezzo sorrisetto di complicità mi fece affacciare al balcone dal quale si vedeva la mia camera facendomi intendere che mi aveva visto.
Non so come ma riuscii ad arrossire come a dire “mamma mia allora mi avete vista nuda e peggio ancora toccarmi”
Fingendo imbarazzo mi profusi in un mare di scuse, mentre Sofia mi tranquillizzava dicendo che a parte loro non mi aveva visto nessuno.
Dovevo tentare qualcosa allora cercai di scusarmi per essermi toccata davanti a loro e insistendo un po sulla cosa aggiunsi che facevo così perché in quel momento non ero fidanzata.
Sofia come a confermare una mia idea si rivolse all’altra donna poi mi disse “ io ho detto lei che tu fai cosi perché non hai ragazzo ma lei non credere; dice tu, come si dice, puttanella” ed arrossi .
“Vieni”, disse, “Maria è una donna molto esperta lei ti sa dire se tu sei calda o fredda”.
Dopo la telefonata della signora le due avevano probabilmente deciso come divertirsi un po ed io ovviamente non aspettavo altro.
Mi fecero sedere tra loro, “tu vuoi” disse Sofia, “si” risposi.
La vecchia fece cenno di sollevare il vestito, apparve il perizoma, senza aspettare altro mi accarezzò la pancia poi spostata la stoffa fece correre un dito nello spacco.
Disse qualcosa ed anche Sofia infilò un dito ero zuppa.
“Lei dice metterti in piedi e togliere Tutto”.
Mi alzai e sfilai il vestitino restando con le tette nude, Maria mi pizzicò un capezzolo facendolo indurire poi iniziò a saggiarne la consistenza palpandole e sollevandole, anche Sofia si unì presto all’operazione.
Mi fecero poi girare iniziando a palpare il sedere che in quell’anno si era ingrossato a sua volta, dandomi piccoli sculaccioni.
Poi giratami nuovamente abbassarono lo slip, lasciandomi così mentre commentavano nella loro lingua.
Ognuna toccava, spostava, tirava; le labbra venivano aperte e chiuse, il piccolo clitoride fatto uscite dal suo cappuccio, nuovamente mi invitarono a voltarmi ed appoggiare le mani sul tavolino.
In quella posizione, piegata in avanti, mi aprirono il sesso e confermando quanto sospettato verificarono che ero vergine.
Sentii un dito bagnato che premeva sul buchetto e subito riuscì ad entrare con un pò di bruciore.
Poi all’interno premere in avanti verso l’utero e la vescica che quasi mi scappava.
Quando tolse il dito quasi mi mancava, rimasi ferma aspettando che facessero qualcos’altro.
Maria disse qualcosa e sentii un altro dito bagnato di saliva farsi strada nel mio sedere solo che questa volta subito un’altra mano raggiunse il mio clitoride iniziando a stimolarlo.
Non era un tocco gentile ma piuttosto energico e subito un’onda di calore si propagò nella pancia solo che accelerava e rallentava e non riuscivo a venire anzi a dire il vero speravo continuasse così perche volevo restare in quello stato paradisiaco.
Dopo un’altra frase sentii un secondo dito farsi strada nel mio sedere e adesso le due dita gemelle andavano avanti ed indietro, uscivano e rientravano arrivando sin dove potevano.
Tutto il palmo dell’altra mano mi strofinava il clitoride, avanti ed indietro ed in tondo sempre più velocemente sino a quando probabilmente perdendo qualcosa raggiunsi l’orgasmo.
Le due dita uscirono dal buco, mi rialzai a fatica, il sesso e l’interno delle cosce erano bagnati.
Sofia mi accompagnò in bagno, mentre faceva scendere l’acqua del bidet e cercava un asciugamano mi sedetti sul vaso per fare pipi.
Poi quando mi sedetti sul bidet mi volle lavare lei, sentivo la sua mano, il sapone e l’acqua tiepida sulla patatina era una carezza dolcissima.
Piegata com’era in avanti mi accorsi che il seno le era quasi uscito dal camice che indossava, due mammelle grandi,morbide, bianchissime ed istintivamente iniziai a baciarle.
Ne fece uscire una fuori completamente e mi offrì il capezzolo da succhiare.
Il dito continuava intanto a tormentare delicatamente il clitoride e ben presto raggiunsi un secondo orgasmo.
Io rinfrescata e Sofia ricomposta uscimmo in terrazzo dove Maria ci aspettava.
Visto che i miei sarebbero tornati solo alle quattro Sofia propose di mangiare qualcosa ed andò in cucina, io pensai di dovermi rivestire ma la vecchia fece cenno di no, Sofia disse “puoi restare pure così a noi no da fastidio”.
Infatti appena Sofia ci lasciò Maria infilò subito una mano tra le mie cosce però in modo delicato e leggero titillando appena il clitoride.
Anche durante il pranzo a base di formaggi e frutta fu tutto un succedersi di toccate, palpate di tette e natiche, dita malandrine fatte scorrere nello spacco.
Fini di pranzare in uno stato di eccitazione pietoso, la fichetta era tutto un brodo, dopo il caffè ci risistemammo sul divano.
Nonostante il tendone faceva caldo, Maria non sembrava risentirne ma Sofia sbottonò il camice mettendo in mostra le sue grandi mammelle candide ed un altrettanto grande paio di mutande bianche.
Senza attendere il permesso mi abbassai iniziando a succhiare i grossi capezzoli nel far questa mi ero messa leggermente di fianco e subito Maria iniziò a solleticarmi il buchetto che birichino si aprì alla pressione.
Restammo per un po’ così poi mi fecero alzare a coricare sul tavolo col sedere quasi sul bordo e le cosce aperte, presero due sedie e si sistemarono davanti a me, praticamente come dal ginecologo.
Sentii dita che scorrevano sul sesso, aprivano e chiudevano le labbra ora una ora l’altra o assieme per poi farsi strada anche dietro, sempre bagnate dalla saliva o dai miei umori, infilavano una un dito una l’altro poi spingevano in fondo ed uscivano ed almeno una mi toccava il clitoride.
Poi mi lasciavano vuota riempita solo dei loro sguardi che non vedevo ma mi eccitavano ugualmente.
Quando poi insistettero un po di più, per volontà o distrazione, raggiunsi il terzo orgasmo.
La patatina mi bruciava guardai l’orologio erano già le tre ero rimasta più di un’ora sul tavolo.
Mi accompagnarono assieme in bagno, mi fecero fare la pipi poi mi lavarono asciugarono e passarono una loro crema sul sesso.
Si vedeva che ero provata ma ancora molto eccitata allora Sofia si tolse il camice e si sedette sul bordo della vasca poi mi invitò ad avvicinarmi in modo da poggiare le mani sulla vasca ai suoi lati ed avere la faccia di fronte al suo seno.
Maria uscì un attimo rientrando subito dopo in bagno, unse il mio buchetto con qualcosa di viscido poi sentii un oggetto che spingeva sembrava un cilindro lungo e liscio ma non capivo cosa fosse.
Mi attaccai ai seni iniziando a succhiare mentre l’affare andava avanti ed indietro nel sedere.
Poi lo tolse lasciandolo scivolare nella vasca era una provetta di vetro, subito dopo sentii ancora spingere e quella che entrò doveva essere ancora più grande infatti mi riempii tutta.
Muovendola su e giù sempre più in fretta ogni tanto la faceva uscire tutta ed allora sentivo il buco aperto, poi la rinfilava dentro e riprendeva.
Quel giorno scoprii che si poteva godere anche senza toccarsi davanti.
Non ci fu più bisogno di esibizioni alla finestra, passai un bellissimo mese ma non le ritrovai al ritorno dalle vacanze, avevano un loro codice di comportamento loro toccavano me ma non mi permisero mai di toccarle.
Un’esperienza fantastica.
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