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DALIA, TROIA D'ESTATE - Cap.3: Patrick e i suoi amici


di DonEladio
21.03.2013    |    21.612    |    4 9.9
"Le presentazioni furono molto spicce, almeno per quanto mi riguarda, considerato che i 2 mi degnarono appena di uno sguardo, poi, nemmeno finito di..."
Luglio era appena iniziato e la mia fame di perversione aveva appena cominciato ad essere sfamata. La seconda esperienza con Patrick mi aveva permesso di mettere in pratica alcune fantasie ricorrenti (vederla scopata da un altro uomo, l’esibizione in macchina e in casa), ma io volevo di più: volevo vederla mentre si faceva scopare da più uomini.
L’occasione era a portata di mano, dato che Patrick, come raccontato in passato, viveva con altri 2 senegalesi in un piccolo appartamento in città; Dalia era perfettamente a conoscenza delle mie fantasie che prevedevano lei al centro delle attenzioni di più uomini (il mio sogno era una vera e propria gangbang) e inoltre in passato, col suo ex, nella sua fase di “sperimentazione” attorno ai 18 anni prima di conoscermi, aveva già avuto qualche fugace esperienza del genere. Pertanto quando glie ne parlai, fece la solita recita: no, ma dai, cosa dici, non esagerare, ok facciamolo…
La portai da Patrick qualche giorno dopo il nostro precedente incontro, la serata era particolarmente calda e Dalia era praticamente nuda: i suoi meravigliosi piedi pittati di rosso si stagliavano su un paio di sandali aperti tacco 12, indossava una minigonna a portafoglio appena sotto l’inguine e un top striminzito: l’assenza di reggiseno consentiva alle sue splendide tettone di ondeggiare in libertà ad ogni movimento e ai suoi capezzoli di mostrarsi sfacciatamente sotto il sottilissimo tessuto; la mancanza di mutandine faceva intravedere le sue chiappe nude e le sue grandi labbra ad ogni passo; la cascata di capelli biondi era raccolta in una coda di cavallo e il trucco accesso la faceva sembrare una vera e propria puttana da strada. Un paio passanti ci incrociarono nei pochi metri che separavano il parcheggio dal condominio in cui vive Patrick e i loro sguardi furono una gioia per i miei occhi: dicevano “Ma guarda come va in giro sta zoccola!” e io sentii immediatamente il cazzo esplodermi nei pantaloni. Il palazzo era vecchio e fatiscente, abitato per lo più da extracomunitari e sprovvisto di ascensore; mentre salivamo i tre piani di scale per arrivare all’ appartamento di Patrick, mi godetti lo spettacolo di Dalia che ad ogni gradino mostrava ogni ben di Dio; al secondo pianerottolo incrociammo 2 loschi individui che parlottavano davanti alla porta di un appartamento (probabilmente uno stava acquistando droga dall’altro), che appena la videro si ammutolirono: fu quasi irreale vederla abbassare lo sguardo imbarazzata di fronte agli sguardi vogliosi di quei 2 sconosciuti che la fissavano a bocca spalancata, l’unico rumore nell’aria era il suono dei suoi tacchi sulle scale e il suo ansimare per la salita; sembrava che di me non si fossero nemmeno accorti: i loro sguardi non la mollarono un attimo, specialmente quando salì l’ultima rampa di scale e offrì loro lo spettacolo del suo culo nudo sotto la minigonna.
Il cuore mi batteva all’impazzata, credevo di essere sul punto di un infarto: un conto è fantasticare, un altro è la realtà, e la realtà, per quando suonasse pazzesca, era che avevo portato la mia amata mogliettina praticamente nuda in un palazzo popolare a farsi mangiare con gli occhi da loschi extracomunitari, in attesa da farmela scopare da 3 senegalesi.
Quando arrivammo al pianerottolo di Patrick guardai Dalia e notai di non essere il solo ad essere eccitato: mia moglie era paonazza in volto e ansimava sonoramente, ma non solo per la salita; i suoi capezzoli sembravano voler bucare il tessuto del top e quando infilai la mano tra le sue cosce trovai un lago; “Ma guarda come sei bagnata, ti è piaciuto l’imprevisto al piano di sotto, eh, troia?”; Dalia mi scostò la mano da sotto la gonna e mi rimproverò “Smettila maiale che non sei altro, non è divertente…”; non so se era divertente, ma di sicuro era maledettamente eccitante e mentre con una mano le accarezzavo il culo nudo e con l’altra le pizzicavo i capezzoli inturgiditi le sussurrai all’orecchio “Visto che questa è la tua reazione possiamo invitarli a salire e scoparti insieme agli altri…”; nell’ istante in cui Dalia chiuse gli occhi e sospirò, quasi immaginandosi la scena, la porta si spalancò e Patrick ci accolse con un sorriso: con una veloce scansione degli occhi ammirò l’”abbigliamento” di mia moglie, i suoi capezzoli eretti e la mia mano che ravanava sul suo fondoschiena, e il suo sorriso di circostanza si allargò in un compiaciuto sorriso a 32 denti.
Dopo aver salutato Dalia con un lungo bacio in bocca accompagnato da una prolungata esplorazione del suo sottogonna, entrammo nell’appartamento (un bilocale in linea con lo stato del palazzo) e fummo presentati ai due coinquilini; si trattava di 2 fratelli senegalesi anch’essi: Mustafà, sulla quarantina, era un omone di quasi 2 metri e circa 100kg, rasato e robusto (un fisico da muratore unito ad una voluminosa pancia da birra), mentre suo fratello minore (25 anni circa) Mohamed era più longilineo e con lunghe treccine rasta, e lavorava come aiuto cuoco in una trattoria della città. Le presentazioni furono molto spicce, almeno per quanto mi riguarda, considerato che i 2 mi degnarono appena di uno sguardo, poi, nemmeno finito di stringermi la mano, ripresero a mangiarsi con gli occhi quello splendido esemplare di femmina seminuda e visibilmente eccitata che gli avevo portato in casa. Fu Patrick a fare gli onori di casa, e dopo averci fatto accomodare su un divano rattoppato e traballante, andò a prepararci qualcosa da bere. I fratelli si sedettero su due sedie di fronte al divano, così da non perdersi nemmeno un fotogramma di mia moglie che proprio non riusciva a non mostrare di tutto seduta con quella mini striminzita, sia che tenesse le gambe chiuse, sia che la accavallasse da una parte o dall’altra, lo spettacolo era comunque eccezionale.
Patrick tornò con un intruglio contenente una gradazione alcoolica a dir poco esagerata e brindammo insieme: a mia moglie, già visibilmente eccitata e poco incline a reggere l’alcool, mancava solo quello; mi sedetti su una sedia per lasciare il posto a Patrick, che tra un sorso e l’altro, una chiacchiera e l’altra, cominciò ad accarezzare le cosce di Dalia sotto gli sguardi famelici di Mustafa e Mohamed; dopo averle fatto i complimenti per la sua bellezza e averle platealmente divaricato le cosce per constatare che no, nemmeno questa volta indossava le mutandine, scoppiò a ridere insieme ai suoi amici, apostrofandola sui pericoli che correva ad andare in giro mezza nuda in un posto come quello. Poi le tolse il bicchiere vuoto di mano e cominciò a baciarla; Dalia rispose con il consueto trasporto, e dopo pochi secondi era nuda con le mani di Patrick a lavorarla tra le cosce e la sua lingua sempre costantemente in bocca, mentre gli altri 2 avevano tirato fuori i loro cazzi e avevano cominciato a masturbarsi; Patrick fece scendere Dalia dal divano e la fece mettere a quattro zampe sul pavimento, in modo da farsi spompinare mentre offriva le sue grazie agli altri 2 che non persero occasione di schiaffeggiarle il culo e infilarle dita nella figa mentre mugolava senza ritegno; dopo esserselo fatto succhiare per bene la fece alzare e girare verso i 2 fratelli, invitandola a spompinare anche loro, quindi cominciò a chiavarsela con decisione mentre lei succhiava ora un cazzo ora un altro; Mustafà, in particolare, era dotato di una mazza mai vista, un bastone di almeno 25cm largo e nodoso che mia moglie dimostrò di gradire particolarmente mentre veniva stantuffata da dietro e le sue tette si agitavano avanti e indietro per i colpi ricevuti; dall’altro lato sia Mustafà che Mohamed la tenevano a turno per i capelli mentre più che farselo succhiare la scopavano in bocca come fosse una figa fino a farla quasi soffocare; la visione di mia moglie nuda in quel tugurio mentre si gustava un bel cazzone in figa e contemporaneamente veniva scopata in bocca da altri due con la saliva che le colava dagli angoli della bocca, fu per me devastante: venni copiosamente in mano quando avevano praticamente solo cominciato.
A quel punto Patrick, dopo un sonoro schiaffone sul culo di mia moglie, la prese per un braccio, la tirò su e, dopo aver invitato i 2 fratelli a sedersi sul divano, la invitò a salire loro in groppa e scoparseli: il primo fu Mustafà, probabilmente per diritto di anzianità, che vide Dalia infilarsi non senza fatica quel mattarello in figa e cominciare a cavalcarlo, mentre lui ebbe campo libero per affondare la faccia tra le sue splendide tettone e afferrarle le chiappe mentre se la sfondava; pochi secondi e fu raggiunto dal fratello minore che salì in piedi sul divano e offrì il suo cazzo alla bocca di mia moglie, che cominciò a succhiarlo avidamente; si alternarono per una ventina di minuti, mentre Patrick dava loro indicazioni su come chiavarsela, illustrando agli amici quanto fosse puttana; poi, evidentemente stanco di fare solo da regista, le si avvicinò e, mentre si stava impalando nuovamente su Mustafà, cominciò a lavorarle il buco del culo; pochi minuti è vidi prendere forma una delle mie fantasie preferite: mia moglie scopata in doppia penetrazione, mentre un terzo cazzo la scopava in bocca. Dalia fece per urlare (due arnesi del genere insieme in entrambi i buchi devono essere impegnativi), ma il cazzo di Mohamed ben piantato in gola fino alle palle fece uscire solo alcuni buffi mugolìì; Patrick se la inculò per bene per una decina di minuti prima di scaricarle la sua dose di sperma nell’intestino, poi, quando ebbe finito, anche gli altri 2 vollero inculare mia moglie: anche questa volta Mustafà andò per primo (se il culo di Dalia non fosse stato già ben allargato dal cazzo di Patrick e lubrificato dal suo sperma, avrebbe probabilmente patito le pene dell’inferno visto il diametro), poi fu il turno di Mohamed: entrambi se la incularono per una decina di minuti a testa e anche loro si svuotarono i coglioni nel culo di mia moglie.
Quando tutti ebbero finito di godere del suo corpo si rivestirono e restammo ancora una mezzoretta a bere qualcosa e fumare una sigaretta: Dalia restò nuda tutto il tempo e veniva continuamente baciata e toccata a turno da tutti e tre. In particolare Mustafà, decisamente il più intraprendente e autoritario dei tre, non le staccava le mani di dosso e, mentre le infilava due dita nel culo, si rivolse a me complimentandosi per lo splendido troione che avevo per moglie e mi disse che una cavalla del genere merita di essere sfondata da molti uomini; mi propose di portarla un giorno nel cantiere dove stava lavorando in quel periodo per farla sbattere dai suoi operai.
Risposi che avremmo pensato alla sua proposta, poi recuperammo i vestiti di Dalia, salutammo (tutti e tre, a turno, salutarono mia moglie con un lungo e appassionato bacio con la lingua mentre con le mani le allargavano le chiappe e le infilavano dita nel culo facendo fuoriuscire rivoli di sperma) e uscimmo.
Mentre scendevamo le scale (fortunatamente i due loschi individui non c’erano più) notai che rigagnoli di sperma continuavano a colare dal culo di mia moglie; salimmo in auto e lei, distrutta si addormentò quasi immediatamente. Mentre guidavo nella notte solitaria e silenziosa, le sollevai la gonna e il top e ammirai il suo corpo nudo che ancora portava i segni del trattamento ricevuto. Era bellissima, e io l’amavo sempre di più.
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