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Enigma 2 --Il rito-


di meridiana90
01.04.2015    |    8.538    |    4 8.6
"La divinità alle mie spalle invita i fedeli confratelli a seminare oltre la mia vulva..."
Ogni riferimento a persone o a fatti realmente accaduti é puramente casuale. I comportamenti criminali ivi presenti, specie di natura settario religiosi, sono illustrati solo a fine narrativo.

Arriva l'ultima luna piena del mese di dicembre.
L'evento si svolge in una antica cascina di campagna rigorosamente, con i volti coperti, per evitare coinvolgimenti diretti o di essere palesemente riconoscibili in filmati spia nascosti.
Gli invitati a quella festa sono ventidue: sette coppie, cinque uomini e tre donne, più noi tre.
Prepariamo tutto, io mio marito e lei siamo li quattro ore prima.
Disponiamo delle poltroncine a cerchio al centro di un grande salone e su una in particolare, la più grande, si siederà la nostra personale dea.
Abbiamo pure preparato un altare, dalla parte opposta della poltrona principale e tutto l'abbigliamento per gli ospiti.

Verso le dieci cominciano ad arrivare ed alle undici e mezza siamo tutti.
Dopo i saluti e qualche stuzzichino, facciamo prima il rituale sull'altare, vestiti. Offriamo un paio di tortore ed un grosso montone. Finito il rito sacrificale li faccio spogliare completamente nudi, maschi e femmine, gli faccio indossare solo i cappucci, che già avevano su, e delle vestaglie di raso nero. Appena siamo tutti pronti, seduti, faccio entrare la dea.

Bafy entra dalla porta grande del salone, camminando su un lungo tappeto di velluto. Ha nella sinistra un grosso cero spento ed una grande coppa d'argento nell'altra.
E' davvero bellissima, completamente nuda, indossa solo un grande mantello rosso ed una maschera del caprone. Va a sedersi nella poltrona più grande, facendosi scivolare sensualmente il grande mantello sotto il sedere, stasera la dea é lei, a lei andranno tutti gli omaggi.

Mentre tutti guardano la raccapricciante perfezione del suo corpo duale, la perfezione delle sue tette femminili e la bellezza del suo grande fallo maschile, noi stiamo preparando l'altare, dove i sacrifici sono già stati immolati.
Quando tutto è pronto, dopo esserci inchinati a lei io e Mauro ci togliamo le vestaglie. Ho una lunga catena, attaccata ad un collare di pelle al collo, Mauro ha il pene coperto da un perizoma nero, per portare rispetto alla "divinità duale". Io prendo la coppa e mio marito il cero per poi tornare all'altare insieme, mentre lui mi tiene per la catena. Raccolgo compiaciuta il sangue dentro il vassoio di rame dell'altare e mio marito accende la candela dalle fiammelle che scoppiettano allegre sul pellame, per poi tornare da lei. Porgiamo compiaciuti a lei gli oggetti cerimoniali e ci inginocchiamo. Con la mano destra alza la coppa piena di sangue indicando il cielo, con il cero acceso la terra.

Mio marito gli alza la maschera fino a scoprirle la bocca e mi avvicina tirandomi per la catena, verso di lei. Mentre lui mi afferra per i capelli e mi infila il pene della divinità in gola, lei avvicina la coppa colma alla bocca. Lo beve a bocca quasi aperta lasciando che metà del sangue gli scenda goduriosamente in gola e metà cadendo dai lati delle labbra gli vada a tingere il corpo. Le lunghe gocce gli bagnano il seno, l' addome, l' ombelico fino a scendere ancora e rigargli il sesso per arrivare alla mia bocca. Appena ha terminato di bere mi fa girare. Scende dalla poltrona, mi afferra i glutei, li allarga e butta il suo fallo sporco di sangue dentro la mia vagina. Io sono la sacerdotessa ed il primo che deve arrivare all'orgasmo dentro di me é quell'essere infernale. Non so come, forse per la prostata, esce del liquido dal suo membro. Mi piace e lo comunico. -La bestia é venuta- dico ad alta voce. Intanto é orgia.

Tutti i partecipanti, uomini e donne, si tolgono le vestaglie nere, tenendo su solo il cappuccino. É giubilo ed euforia. Non c'é ritegno... tutti scopano con tutti, maschi con maschi compresi, ma il liquido é solo mio.

Mi mettono seduta sul trono al posto del caprone, con le gambe aperte per farmi scaricare agevolmente a turno il liquido dentro. Schizzi su schizzi dopo aver scopato tra di loro vengono a raggiungere il culmine dentro di me. Io sono la sacerdotessa, io concepirò "il frutto del peccato". La divinità alle mie spalle invita i fedeli confratelli a seminare oltre la mia vulva. Appena vede che tutti lo fanno diligentemente, prende mio marito per il braccio e va al centro della stanza. Ha voglia di godere anche lei. Tira fuori il grosso fallo di mio marito dal perizoma, lo masturba con due o tre colpi, gli sputa sopra e si gira. -Fottimi- gli dice arrapatissima, - fottimi dentro al buco- insiste. Se lo infila con un colpo secco, vogliosa e troia. Se lo spinge con decisi colpi di bacino indietro, godendo come una indemoniata. Guardare mio marito scoparla mi eccitata da morire e come se non bastasse vedo il suo ventre, all'altezza dell'ombelico, gonfiarsi ad ogni affondo... io vengo guardandoli, mentre un signore sulla cinquantina mi penetra grugnendo dal piacere. Poi arrivano anche loro alla fine e per la seconda volta Bafy, viene a scaricare il suo liquido, di dubbia natura, dentro di me. Seguita da mio marito... che viene sonoramente guardando la fica di sua moglie grondare, aperta oscenamente, di traboccante seme estraneo misto a gocce di sangue sacrificale. E' uno spettacolo. -Vorrei fotografarti- mi dice compiaciuto -Si Amore, mi piacerebbe- gli dico io innamorata.
Alla fine, tutti esausti, vanno nei bagni a ripulirsi dei liquidi corporei, saliva umori e qualche po di urina, visto che il seme è tutto esclusivamente nelle mie viscere, che fila e gocciola fuori in esubero.

E' andato tutto alla perfezione. Gli ospiti se ne vanno felici, complimentandosi per l'organizzazione. Io mi rivesto per bene, dopo essermi asciugata il meno possibile, nella speranza di poter comunicare che il rito ha avuto esito positivo. Spero di essere stata ingravidata... continua.
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