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FRATELLO E SORELLA PORCELLI...


di RedTales
15.07.2015    |    31.548    |    2 9.7
"Poco dopo si mise a gemere e a bagnarsi ancora di più..."
Bianca e Sebastiano sono due ragazzi, vent'anni lei, diciannove lui. Sono molto conosciuti nella cittadina dove vivono. Abitano con la zia, la sorella maggiore della madre, donna di Chiesa che ha superato la sessantina e vive in pace con se stessa. Nei loro primi anni di vita tutto sembrava scorrere nella più tranquilla normalità, fino al giorno in cui il padre, senza un apparente motivo, li lasciò per trasferirsi in Sud America. La madre, senza lavoro e rimasta sola con due bambini di dodici e tredici anni, era troppo bella e ingenua per non trovare, in breve tempo generosi amanti, focosi amici e riservati zii che iniziarono a frequentare la piccola abitazione dove viveva. Una cosa è certa, in questo turbinio di uomini che giravano per casa le voci e... certi rumori non potevano passare inascoltati, come non si potevano non vedere tante altre cose. Ovviamente le curiosità dei ragazzini, in particolare quelle della “signorina”, furono ben presto soddisfatte e ad un certo punto, all'insaputa della madre, ci fu anche qualche “zio” che se ne approfittò. Così Bianca scoprì come era facile trovare qualche soldino semplicemente scoprendosi un pochino o lasciandosi accarezzare. Poco dopo volle provare anche altre cose. Nessuno la costrinse o la forzò, le venne naturale, in quell'ambiente voler essere protagonista in prima persona. Forse per sentirsi grande, oppure per provare quello di cui tutte le sue amiche parlavano e lei poteva... toccare con mano o semplicemente perché la cosa la attirava tantissimo. Stranamente anche il fratellino precorse la stessa strada, anche se con delle piccole... differenze. Tutto questo finì improvvisamente quando la mamma, stanca di tutte le voci che giravano nel paese, come aveva fatto il loro babbo, se ne andò, senza lasciare alcun messaggio. Loro si trasferirono a vivere con la zia. Ormai avevano sedici e diciassette anni e nessuno trovò strana la cosa. Tutti gli uomini che giravano per casa sparirono ma le... abitudini che i due ragazzi avevano preso, continuarono, anche se non più in casa loro ma un po' dappertutto. Ovviamente all'insaputa della zia che mai avrebbe sospettato di cosa erano capaci i suoi due “angioletti” e nemmeno si chiedeva come mai avessero sempre una certa disponibilità di denaro. Così, attenti a non farsi scoprire, i loro “giochini” andarono avanti e, adesso che sono entrambi maggiorenni, continuano ancora. Potremmo quasi dire che solo loro due riescono a soddisfare le voglie di quasi metà degli uomini del paese e di alcune donne. A volte gli incontri sono casuali, altre sono quasi una routine, altre ancora degli appuntamenti sporadici. Sono sempre loro che si recano dai vari amanti e non hanno particolari preferenze. Sono contenti di tutto e accettano di fare qualsiasi cosa, perché si divertono e si soddisfano realmente. Bianca ha comunque un particolare interesse per i ragazzi un po' più grandi di lei, soprattutto per quelli che possono portarla a fare un giro in moto. Infatti dopo una corsa su due ruote non ha più limiti e si lascia andare completamente per soddisfare qualsiasi richiesta del... centauro. Sebastiano non sa ancora cosa gli piace di più: è contento quando incontra qualche ragazza poco più grande di lui che apprezza le sue... doti nascoste, ma è altrettanto felice quando diviene il giocattolo nelle mani di un maturo e peloso signore che lo usa come se fosse privo di volontà. Ovviamente tra queste due situazioni estreme se ne verificano molte altre.
Per entrambi il sesso è un bellissimo gioco che hanno iniziato a conoscere presto e con il quale si divertono ancora oggi immensamente. Può sembrare strano ma in tutte le loro “avventure” non vi sono mai state forzature o momenti brutti. Certo, qualche incomprensione o qualche richiesta soddisfatta senza troppa convinzione o partecipazione, ma nulla di significativo. Continuano a vivere ogni momento con spensieratezza e godimento.
Quando Stefano mi parlò di loro, mi sembrò quasi impossibile e, con sufficienza gli dissi che certe favolette potevano esistere solo nei fumetti ma lui riuscì a smentirmi, facendomeli incontrare. Un giorno ci eravamo dati appuntamento a casa sua e, come era successo diverse altre volte, già pregustavo un bel pomeriggio di sesso con lui, ma appena entrai vidi i due ragazzi sul divano. “Lei è Bianca e lui è Sebastiano. Ti ricordi, ti avevo parlato di loro. Ti sembrano ancora dei fumetti?” Restai senza parole.
Lei era una bellissima ragazza con dei lunghi capelli castani, leggermente mossi, profondi occhi verdi, un delizioso nasino e con un sorriso decisamente splendido. Come si alzò per darmi la mano lo sguardo mi cadde nella profonda e irregolare scollatura che lasciava vedere, in base al movimento che faceva, due bellissimi seni. Indossava una corta maglietta in parte strappata ed un gonnellino veramente ridotto che esaltava la forma di quelle due lunghe e affusolate gambe. Mi sorrise, perfettamente cosciente che l'avevo squadrata con gli occhi e la stavo spogliano con il pensiero. Ma come non notare i capezzoli duri puntare la maglietta in modo così deciso? Una ragazza con quel corpo e così disinvolta, a letto avrebbe certamente fatto morire chiunque, pensai. Anche il fratello si era alzato. Bel ragazzo, non molto alto, corti capelli molto chiari, splendidi occhi marrone, nessuna traccia di barba. Indossava una maglietta senza maniche che scopriva due lunghe braccia quasi glabre e degli aderentissimi short di jeans che gli arrivavano all'inguine. Le gambe erano ben proporzionate e ricoperte da una leggera peluria quasi invisibile. Mi sorrise e ricambia pensando già di stringerlo tra le braccia. Scambiai qualche parola di circostanza, quasi imbarazzato dalla loro presenza inaspettata. Tra l'altro, attirato dai due ragazzi, neanche avevo fatto caso a Stefano che, poco dietro di me, era già completamente nudo.
“Ma sei venuto qui per guardare o per fare?” Risero tutti e ci restai quasi male. Improvvisamente le mani di Bianca iniziarono a sbottonarmi la camicia da dietro. Mi girai e la trovai completamente nuda. Se prima era bella, adesso era splendida. Un corpo da urlo. Due seni sodi e dritti verso di me. Le mani affusolate avevano finito e lei mi sfilò l'indumento. Mi passò le mani sul petto depilato e poi si attaccò ad un capezzolo con la bocca. Le misi le mani sul culo e lo strinsi. Pensai che ero venuto per un po' di sesso con un maschio e mi trovavo eccitatissimo con una splendida fanciulla. Lei, nel frattempo, iniziò a scendere e, dopo l'ombelico, sbottonati i pantaloni e fatto uscire il cazzo, già duro, prese a sorseggiarlo, come fosse un dolce da gustare. Sul divano il mio amico aveva spogliato il ragazzo e gli stava succhiando l'uccello. Certo che per essere un ragazzo era proprio ben messo... Ma questi pensieri durarono un attimo perché la ragazzina ci sapeva fare e mi stava facendo esplodere, ma era troppo presto. La feci rialzare e iniziai a baciarla sui seni: duri e con dei capezzoli squisiti... e poi le piccole areole, che mi sono sempre piaciute. Mi era venuta proprio fame di lei e, dopo averla fatta sedere vicino al fratello, mi avventai sulla sua passerina già colma di umori e, passando la lingua dappertutto inizia a bere il suo dolce nettare. Poco dopo si mise a gemere e a bagnarsi ancora di più. Stava godendo come una troia. Evidentemente aveva l'orgasmo facile. Era evidente che non fingeva. Come alzai la testa per guardarla pensai che erano proprio due porcelli, perché mentre noi li stavamo succhiando, loro stavano limonando. “Cambiamoci” Stefano voleva la fichetta e a me andava bene infilarmi in bocca quel cazzone. Ci spostammo restando sempre accucciati davanti alle loro gambe aperte e, anche se invertiti, continuammo a masturbarli con le bocche. Bianca continuava a gemere mentre Sebastiano, senza dire nulla, mi sparò il primo schizzo proprio in fondo alla gola. Il secondo arrivò sulla lingua e gli altri sulle labbra e sulla faccia. Mi gustai quel delizioso sapore continuando con mani e bocca a dargli piacere mentre lui si dimenava per quanto gli continuavo a fare e mi supplicò: “mettimelo in culo e continua con la mano, ti prego. Ti prego” Come non accontentarlo. Mi spostai e lui si girò da solo, appoggiandosi alla spalliera del divano e offrendomi le natiche. Alzarmi, appoggiarlo contro, penetrarlo e cominciare a scoparlo fu un attimo. Anche Stefano, vista la nostra mossa fece fare lo stesso a Bianca e pure lui, dritto in piedi a al mio fianco, fece sprofondare il suo uccello in quel bel culetto candido. I ragazzi si erano presi per mano e noi pompavamo alla grande. Mi eccitava vedere quel cazzo entrare e uscire quasi completamente dalle sue chiappe. Il mio sguardo passava da un culo all'altro come se fosse ipnotizzato. Certo che avevamo due bei paletti. Più o meno uguali. Forse il suo un pochino più grosso del mio. Proseguimmo, cercando di resistere il più possibile per giungere ad un forte orgasmo e ci riuscimmo quasi contemporaneamente. La sorpresa più grossa, oltre allo smaniare continuo della ragazza furono le parole che ci gridò quando... “tirammo il fiato” dopo quella mezz'ora di deciso movimento: “ancora, ne voglio ancora”. Li prese in mano cercando di farli tornare duri, aiutandosi poi con la bocca, ma vedendo che non ci riusciva, si rivolse al fratellino: “vienimi dentro, ne voglio ancora...” Lui ci guardò, se lo toccò un pochino e si lasciò sprofondare nella patatina. Davanti ai nostri occhi prese a scoparla con una decisione, una forza e un ritmo che la fecero gridare quasi immediatamente. E continuò a farlo per tutto il tempo in cui le rimase dentro. Quella vista, ma soprattutto quelle urla di puro piacere riuscirono a far tornare i nostri cazzi... operativi e appena lui si lasciò cadere fuori di lei, sfinito, noi eravamo di nuovo pronti e... vogliosi.
Bianca, madida di sudore e senza fiato si allargò il buco del culo con le mani, invitandoci ad entrare. Mi ci buttai, con la voglia della prima volta e presi pure un ritmo elevatissimo da subito mentre lei ricominciò con le sue urla. Stefano, che forse era un pochino più stanco di me restò fermo a guardare, toccandosi da solo l'uccello, ma pure lui pensò che un'occasione così doveva terminare alla grande e Sebastiano lo aiutò, offrendogli il sederino. Un attimo dopo eravamo di nuovo, spalla contro spalla, con i nostri attrezzi ben piantati tra quelle tonde chiappe. Terminammo entrambi alla grande, certi che, per oggi, più di così non si poteva fare. Lo intuirono anche i due ragazzi che poco dopo sgattaiolarono in bagno, ritornando, ancora splendidi nella loro nudità e profumati. Le nostre teste avrebbero voluto ricominciare ma i nostri “affarini” non ci sarebbero certamente riusciti. Ci fermammo a bere qualcosa, osservando come loro sembravano non usciti soltanto da una doccia, ma freschi e tranquilli come se non avessero fatto tutto quel sesso. Quando Bianca si alzò, andò dal mio amico e, con un bacino sulla guancia disse: “si è fatto tardi, noi ce ne andiamo”. Si mise la sua succinta maglietta e la corta gonnellina e, guardandoci con malizia, si infilò nella borsetta gli slip, preferendo restare sotto, completamente nuda. Il fratello non fu da meno e indossò la maglietta e gli shorts... a pelle. Prima di uscire Stefano le diede una busta. “No, non serve, lo sai che lo facciamo perché ci piace”. Ma lui insistette così la prese e la fece sparire nella borsetta. Con un ultimo bacio sul naso, dato in punta di piedi, uscì, seguita dal fratello che ci salutò con un gran sorriso.
“Come ti sembra sia andata con gli eroi dei fumetti?”
Risi e gli chiesi quando li avrebbe invitati di nuovo.
“Ma non ti è bastato?”
“Per oggi si, ma domani...”
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