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GANGBANG: LA PRIMA VOLTA.


di RedTales
11.10.2015    |    26.677    |    5 9.3
"Prima di andarsene gli sussurrò che “ci vediamo dopo di la..."
Mario era entusiasta della serata che lo aspettava, sicuramente eccezionale. Sebastiano gli aveva promesso che sarebbe stato al centro dell'attenzione dell'intero privè. Non aveva voluto dirgli altro e lui moriva dalla voglia di trovarsi li. Probabilmente lo avrebbe offerto ad altri ospiti, ma non riusciva ad immaginare come. Anche perché gli aveva solo anticipato che un'esperienza così non l'aveva ancora vissuta. In fondo non era da tanto che si era “scatenato” in questo mondo. Erano solo sei mesi che, messe da parte, remore e indecisioni si era buttato nella scoperta reale del sesso tra uomini. Adesso aveva ventisette anni e, da quando era andato a vivere da solo, aveva provato a lasciarsi andare, sicuro di poterlo fare. Aveva messo da parte le insicurezze e la timidezza e aveva risposto a degli annunci. Praticamente ad ogni incontro aveva fatto un'esperienza. Ma, per lui, era facile trovare un occasionale partner perché alla sua età, carino e intelligente com'era poteva scegliere con chi stare… Dopo alcuni mesi aveva incontrato Sebastiano. Gli era piaciuto particolarmente e si erano visti diverse altre volte. Lui era un bel quarantenne decisamente esperto e dopo alcuni incontri lo aveva portato in quel club dove aveva scoperto un mondo visto solo nei video. Un mondo che lo aveva ipnotizzato e che gli sembrava bellissimo. E, da bravo ragazzo entusiasta, aveva voluto provare praticamente tutto quello che gli veniva proposto, dall'amore a tre o quattro, ai glory hole al bukkake al bondage, ma non solo questo. Chissà cosa gli avrebbe mostrato oggi. Si era preparato bene per affrontare questa… nuova avventura e quando gli aveva detto di scendere per letteralmente volato nella macchina. Quasi gli aveva dato fastidio che gli rovistasse dentro i pantaloni, lungo la strada, perché si era sistemato al meglio e sicuramente quella mano lo avrebbe messo in disordine. Una volta entrati lo portò subito nella saletta spogliatoio, gli fece togliere i vestiti e gli mise due polsiere, due cavigliere, un collare e un paio di stivaletti un po' larghi che gli arrivavano leggermente sotto il ginocchio. Ovviamente non gli fece indossare altro. Prima di uscire lo accarezzò, compiacendosi per la perfetta depilazione… total body ma non rimase particolarmente contento delle palle che, secondo lui penzolavano troppo. Provvide subito a stringerle all'attaccatura con una cinghietta, tirandola fin tanto che apparvero perfettamente… strizzate, sode e sollevate.
“Così sei perfetto per stasera.”
“Ma cosa mi aspetta?”
“Mistero. Ma ti piacerà da morire.”
Dopo una breve pausa aggiunse che, in qualsiasi momento poteva chiedere di smetterla e tutti si sarebbero fermati.
“Si, si, ma io voglio che facciano, non che si fermino… Ma tutti chi?”
“Tra poco lo vedrai. Adesso ti esibisco.”
“Grande!”
Gli piaceva tantissimo farsi ammirare, essere al centro dell'attenzione o pensare di essere desiderato.
Prima di varcare la soglia gli mise l'ultimo accessorio, un guinzaglio e, chiedendogli di camminare sempre dietro a lui, si avviarono nelle stanza.
Dio come si sentiva eccitato. Si guardava, completamente nudo e si piaceva. Si domandò se qualcuno si sarebbe accorto che si era messo un po' di rossetto sui capezzoli e sulle labbra e un leggerissimo tocco di matita nera sugli occhi…
Il locale era abbastanza affollato e più di qualcuno li salutò, o meglio, salutò Sebastiano. Sentiva di avere su di se tantissimi occhi e ciò lo eccitava tremendamente. Aveva persino l'impressione che lo stessero aspettando e ne ebbe la certezza quando uno dopo aver fatto un cenno d'intesa chiese: “è lui il giocattolo della sera?”
Sebastiano non rispose ma fece un cenno che non riuscì a vedere. Mentre continuavano ad attraversare ogni spazio, più di qualcuno allungò le mani sul suo bel culetto sodo, sporgente e liscio e, mentre si erano fermati a parlare con un'altra coppia uno sconosciuto, decisamente anzianotto, gli afferrò i testicoli palpandoli per un buon minuto continuando a sorridergli e schizzandogli l'occhio. Prima di andarsene gli sussurrò che “ci vediamo dopo di la. Te li ciuccerò tutte quelle belle palline...”
Guardò Sebastiano che lo ignorò dicendo solo che “tra poco scoprirai la sorpresa”. Alla fine del lungo giro “turistico” aprì una porta in fondo ad un corridoio e lo fece entrare. Li non ci era mai entrato. La stanza non era molto grande ma era abbastanza illuminata e si sentiva la stessa musica del salone principale. Al centro della sala erano sistemati quattro tavolini decisamente strani.
Lo fece sedere sul primo. Era piccolo ed imbottito. Gli chiese di abbassarsi, appoggiandovi sopra la schiena. Obbedì. Ci stava giusto. Era largo come le sue spalle e lungo dal suo fondoschiena a quasi tutta la testa.
“Tira su le gambe.”
Una alla volta sollevate le bloccò con dei moschettoni ai due pali che si trovavano ai lati di quello strano sgabello utilizzando le cavigliere.
“Mi vuoi scopare qu, così legato?”
“Ma!”
Altrettanto fece con le braccia, ancorate per i polsi a fianco del suo fondoschiena.
Prese coscienza che era sistemato in modo che il buchetto sporgeva e chi si fosse messo in piedi tra le sue gambe si sarebbe trovato in una posizione ideale per… incularlo.
“E' una posizione perfetta per mettermelo. Dai, mi sto già sbrodolando, dai comincia… ma poi viene anche quel tuo amico?”
“Oggi non mi va tanto di fotterti, preferisco guardare. Tra poco arrivano i miei amici. Lo faranno loro. Ti va?”
“Quei tre di quella volta?”
“Penso di si, ma non solo.”
“Viene anche quello che mi ha palpato i coglioni?”
“Probabile. Sai oggi lo spettacolo sei tu e qui può venire chi vuole e farti quello che vuole.”
Per qualche secondo Mario rimase interdetto e, meccanicamente, ripetè: “chi vuole?”
Poi aggiunse: “ma tutti...”
“Si!”
“E… possono incularmi tutti?”
“Si. Sempre con il preservativo, però.”
“Ma...”
“Se non ti va dimmelo.”
“No, no… Ma quanti...”
“Tutti quelli che vogliono. Magari qualcuno viene solo a vedere. Ah! Magari qualcuno te lo mette in bocca...”
“Ah!”
“Cominciamo?”
“Mhh… si!”
In quei pochi secondi che trascorsero tra queste parole e l'apertura della porta riuscì a pensare a tante cose. Innanzitutto si sentiva spaventato per quello che avrebbe fatto di li a poco. Si disse che sicuramente sarebbe stata un'esperienza irripetibile e veramente goduriosa dove tutti, ma proprio tutti sarebbero stati attorno a lui per guardarlo o per… farselo. Sarebbe stato al centro totale dell'attenzione di tutti e poi c'era il suo amico, pronto a interrompere il tutto se lo avesse desiderato. Pensò al suo buchetto che era già stato allargato tante volte e a quell'incontro a tre in cui aveva goduto per ore, sia durante sia dopo, per il tanto sesso che aveva fatto. Si, sicuramente la cosa gli sarebbe piaciuta e… tanto.
Sebastiano gli si avvicinò, gli passò una mano con della crema sul buchetto e ci spinse dentro due o tre volte il pollice per lubrificarlo per bene.
“Adesso sei pronto.”
Mario riprese coscienza di dove si trovava e tutto quello che gli aveva riempito la mente sparì mentre lo vide premette un interruttore vicino alla porta che segnalava che la stanza era… fruibile.
Entrarono quasi subito sette o otto uomini e una donna, almeno quella che al ragazzo sembrò una donna. Cercò di sollevare la testa per guardarli. Alcuni erano già nudi, altri erano vestiti o solo in parte svestiti. Si, c'era anche una ragazza, sembrava abbastanza giovane.
La stava ancora guardando quando il primo maschio lo afferrò per le caviglie, allargandogliele leggermente e dopo aver sistemato il suo affare, lo spinse dentro con decisione.
Quasi non ebbe il tempo di capire che lo stava penetrando e si era già messo a fotterlo.
Restò per un istante senza fiato ma subito dopo lasciò cadere la testa sul tavolo iniziando fin da subito ad apprezzare quel… servizietto. Ebbe il tempo di fare un respiro profondo e mentre cercava di concentrarsi per sentirlo meglio altri due uccelli si erano sistemati ai fianchi della sua testa. Con dei gesti inequivocabili entrambi chiedevano di essere presi in bocca. Accettò quello alla sua destra, iniziando a leccarlo ma se lo ritrovò quasi subito dentro, con il proprietario che non aveva aspettato nemmeno un momento e se lo stava già scopando in bocca e… lo spingeva parecchio in fondo.
Alcune mani intanto lo accarezzavano sul petto, altre gli strizzavano i capezzoli. Qualcuno gli stava stringendo le palle. Uno si era persino messo il suo pisello in bocca e lo stava ciucciando. Ma tutto quello che il suo corpo sentiva era talmente intenso che quasi subito ne perse il controllo, restando in totale balia di quanto le sue zone erogene gli facevano vivere.
Ben presto raggiunse uno stato di astrazione dove c'era spazio solo per il piacere che gli annebbiava completamente la mente. Era un animale che mugolava e si contorceva senza sosta e più lo faceva più si allontanava da tutto quello che c'era intorno a lui. Si lasciava fare e faceva ogni cosa meccanicamente, come spinto solo da un riflesso condizionato e non più dalla ragione. Eiaculò senza accorgersene e, contemporaneamente non percepì nemmeno l'alternanza di cazzi nel suo culo. Forse si accorse solo del primo cambio, degli altri no. Anche la bocca, nel cambio tra un ospite e l'altro tendeva a chiudersi ma si riapriva appena una cappella ci spingeva sopra. Altrettanto avveniva se un'eiaculazione gli riempiva la gola. Inghiottiva tutto, sia la saliva che lo sperma e poi la riapriva pronto a ricominciare. Ogni tanto uno spasmo più forte degli altri sottolineava che chi lo stava masturbando aveva toccato una parte più sensibile o semplicemente che era arrivato ad un altro orgasmo. Stupì tutti un'improvviso zampillo di pipì che fuoriuscì inaspettato e senza alcun plausibile motivo e che fu motivo di ilarità come lo furono le numerose scoregge che ogni tanto perdeva. Ma di questo Mario non si accorse nemmeno.
“Tutto bene? Tutto bene?” un forte scossone lo riportò alla realtà. Davanti al suo viso c'era Sebastiano che lo fissava.
Ripete ad alta voce: “tutto bene?”
Con la voce impastata balbettò un si, ma si capiva che era stravolto.
“Vuoi che si fermino?”
Non rispose.
“Si, è meglio fermarci, ha goduto troppo e si è perso.”
Alcuni uscirono dalla stanza, altri si misero in disparte nella speranza di poter affondarsi anche loro in quel ragazzo, magari tra qualche minuto.
Sebastiano lo liberò da quella posizione e lo aiutò a sedersi. Scese appoggiando i piedi a terra ma era decisamente instabile sulle gambe. La ragazza che aveva visto entrare si avvicinò e lo prese sottobraccio aiutandolo a fare i pochi metri che lo separavano da un divanetto. Si sedettero e si appoggiò su di lei che cominciò a coccolarlo come se fosse il suo cucciolo.
“Come ti senti?”
“Balbettò un altro: “b… bene.”
Gli porse un bicchiere. Bevve avidamente. Si sentiva la bocca arsa e secca.
“Prima volta di gangbang?”
“Gangbang?”
“Si, gangbang, cosa credevi?”
“Prima.”
Comunque andava decisamente meglio. Si stava riprendendo. Gli effetti di quel lunghissimo orgasmo multiplo, perché è di questo che si è trattato, cominciavano a dissolversi, anche se lentamente.
“Mi brucia il culo”.
“Ci credo che ti brucia, ne avrai presi almeno una decina e tutti col preservativo!”
Si grattò la gola e inghiottì di nuovo.
“Di sicuro ti da fastidio anche la gola.”
“Si.”
“Per forza, ti hanno scopato in bocca come se fosse un culo.”
Intanto continuava ad accarezzarlo sulla spalla e sul braccio.
Scostò la testa dal petto su cui si era appoggiato per guardarla e assodò che non era una ragazza ma un ragazzo travestito e neanche tanto giovane. Incrociò il suo sguardo e si lasciò cadere nuovamente su di lei che continuava a tenerlo abbracciato.
“Secondo me è meglio che torni a casa.”
“Ma… Sebastiano...”
“Ma lascialo perdere! Non ti reggi in piedi. Non è meglio andare ora?”
Effettivamente si sentiva distrutto e li in basso gli faceva anche male. Aveva la gola secca e gli prudeva e dava fastidio. Si, sicuramente quella era la soluzione migliore.
“Sono venuto con Sebastiano, mi ha portato lui in macchina.”
“Se vuoi ti accompagno io.”
“Si, va bene, ma lo devo avvisare.”
“Mentre andiamo di la lo avvisiamo. Ce la fai ad alzarti?”
Si mise in piedi. Era di nuovo lucido ma gli faceva male il fondoschiena.
“Mi fa male.”
“Girati che guardo.”
Obbedì. Lei guardò con attenzione, aprendogli pure con le dita il buchetto e… “sei tutto arrossato, dentro e fuori. Sei anche sporco e incrostato. Devi pulirti per bene e magari mettere una cremina.”
“Ahi!”
“Ti fa male se ti tocco?”
“Si. Ma che cremina?”
“Alla calendula o roba del genere.”
“Ma non ce l'ho.”
“Dovresti farti anche uno sciacquo in gola e una doccia. Sei spalmato di crema dappertutto.” E passandogli una mano tra i corti capelli: “anche qui sei tutto incrostato.”
“Si.”
“Se vuoi passiamo prima da me, di pulisco, ti metto la crema e poi ti porto a casa.”
Non ci pensò nemmeno per un istante. Era gentile, sembrava una brava persona. Era l'unica che si era interessata a lui e… accettò.
“Va bene, andiamo.”
“Tesorino, forse prima devi vestirti… Dove hai lasciato i vestiti?”
“Nello spogliatoio.”
Lo raggiunsero e li trovarono in uno degli stipetti. Gli tolse le cavigliere ed il collare mentre lui fece altrettanto con le polsiere e con la cinghietta stretta sulle palle che ormai gli dava veramente tanto fastidio. Sfilati gli stivali si rivestì.
Andarono verso l'uscita. Di Sebastiano neanche l'ombra.
Raggiunsero un grosso SUV. Appena entrati gli chiese come si chiamava.
“Mario.”
“Io Manfredo ma adesso sono la Manu.”
Si avviarono.
“Sei molto giovane. Quanti anni hai? Ventitré?”
“Ventisette.”
“Ne dimostri molti di meno. Eh... Beato te che sei giovane. Goditeli.”
Poi fece una risatina. “Scusa, Mi sa che te li stai già godendo.”
“Si.”
“Ma l'hai voluto fare tu il gang bang?”
“Si, ma pensavo che fossero di meno.”
“Però, scusa sai, faresti bene a stare più attento. Non lo conosco bene, ma so chi è Sebastiano. Non è il massimo da frequentare. Sempre con ragazzetti giovani, sempre a esagerare...”
“Non lo conosco bene.”
Anche se non c'era molta luce si era messo ad osservare il… suo autista.
Stivaletti, calze a rete, minigonna, maglietta strappata con scollatura che faceva vedere una porzione di tette strizzate dentro un reggiseno, lunghi capelli, trucco vistoso ma non troppo pesante.
“Ti piaccio?”
Non rispose ma domandò: “sei una travestita?”
Rise. “Ti sembra che per uno che si chiama Manfredo sia normale vestirsi così?”
Adesso, anche se il culo continuava a fargli male, rise anche lui.
“Si, scusa...”
“Ma no. Mi piace travestirmi. Mi piacciono soprattutto le sorelline o i ragazzi giovani come te. Però sono attivo. Anche se mi vesto da donna preferisco darlo che prenderlo, però se mi capita un bell'uomo che mi piace....”
“Quando sei entrata nella stanza mi eri sembrata proprio una ragazza.”
“Grazie! A te invece piace prenderlo.”
“Si.”
Poco dopo si fermò davanti ad un cancello automatico che si aprì. Era un'elegante villetta. Gli fece strada e una volta nella sala gli disse di seguirlo in bagno.
“Un bel bagno è la cosa migliore. Ti preparo la vasca.”
Lei la riempì e lui si spogliò di nuovo.
“Mi brucia sempre.”
“Aspetta fammi vedere bene.”
Lo fece piegare in avanti e mettere a favore di luce.
“Sei tanto arrossato. Lo hai usato… troppo. Ma lo avevi già fatto con tanti?”
“Si, con tre.”
“Si, ma è diverso. Prima erano tanti davvero...”
Come si girò lo fermò e gli prese in mano il pene: “è irritato e forse abraso. E' veramente troppo rosso il glande. Ti brucia?”
“No.”
“Certo che ti hanno massacrato...”
“Si.”
“Però sei morto di goduria.”
“Si”
“Lo rifaresti?”
“S… si!”
Lo fece entrare nella vasca e si mise a guardarlo mentre si rilassava.
“Ti passo la spugna.”
Si inginocchiò a fianco e cominciò a lavarlo con delicatezza.
Quando ebbe finito di risciacquarlo gli disse che era meglio se si faceva anche un clistere per pulirsi dentro.
Gli preparò la sacca e l'aiutò. Finito gli chiese di darsi una sciacquata sul bidet.
Lo portò poi in camera dove gli applicò una cremina sul pene e un'altra attorno e leggermente dentro il buchetto.
“Con la barba ti hanno grattato per bene anche il petto. Sei tutto rosso anche qui.” E ne spalmò ancora un poca.
“Vedrai che ti aiuterà.”
Infine lo rispedì in bagno con un collutorio.
“Come va?”
“Meglio. Grazie. Come sei gentile. Sei tanto gentile.”
“Te l'ho detto mi piacciono i ragazzi giovani e mi piace essere tenera e coccolosa con loro. E poi tu, con questo corpicino… mi sembri proprio un bocconcino dolce… Ma ti depili da solo?”
“No. Sebastiano mi voleva depilato e così mi ha portato in un centro estetico di cinesi che conosceva. Mi sono trovato bene e adesso ci vado una volta alla settimana. Mi piace che mi guardino così… mi piace che mi guardi.”
Lei sorrise e rilanciò: “ti va se ci rivediamo? Magari ti mostro come truccarti...”
“Si, mi va.”
“Va bene, ci sentiamo i prossimi giorni. Adesso si è fatto tardi e ti riporto a casa. E' meglio se ti rivesti.”
“Si.”
“Vuoi che prepari una camomilla o una cioccolata calda intanto?”
“Si, una camomilla.”
“Vado.”
Quando rientrò lo trovò appoggiato sul divano, vestito e… profondamente addormentato. Lo guardò con dolcezza, appoggiò sul tavolo il vassoio e, presa una copertina, lo coprì con attenzione per non svegliarlo e se ne andò in camera cercando di non far rumore e lasciando solo la luce dell'ingresso accesa.
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