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I MIEI SOGNI 10


di gioviaf
19.09.2012    |    20.913    |    1 7.6
""Siamo dei porci, otutti, vieni Matteo, vieni anche tu, si stanno chiavanto, vieni a divertirti"..."
Un giorno Berta mi disse che dovevo andare da sua madre per portarle alcune cose che le aveva coma mprato.Credetti in un primo momento che mi avrebbe accompagnato mi disse di andare da solo che lei avrebbe approfittato per fare pulizie a fondo in casa. "E no approfittare per correre la cavallina che tanto lo verrei a sapere". Il sabato pomeriggio partii con il programma di ritornare la domenica sera con l'ultimo treno. Arrivato da mia suocera le consegnai i pacchetti e, data l'ora, lei preparo' la cena. Ero ansioso di portarmela a letto ma lei mi disse di pazientare che tanto avevamo tutta la notte per noi. Dopo cena manifesto' il desiderio di andare nel paese vicino dove proiettavano un film che le interessava e dove lei non osava andare la sera dopo cena perche' si doveva percorrere una stradina fra i campi e lei non si fidava a percorrerla da sola. Ci mettemmo in cammino e non appena fummo nel buio del cinema subito le misi le mani sulle cosce ma Tina mi respinse nuovamente "A che pro Roberto? potremmo farci vedere e poi quando saremo a casa tutto sara' a tua completa disposizione e potremo goderci con calma e piu' comodamente".
Mi lasciai convincere ma la vicinanza di mia suocera mi eccitava. Sentivo il suo odore di femmina sana, un poco accaldata per il lunto cammino percorso apiedi e per il caldo della sala. Finita la proiezione ritornammo per sentieri poco frequentati dove potei finalmente prenderla fra le braccia e baciarla come volevo. Non mi respinse salvo quando volli toccarle le tette o fare scivolare la mano tra le sjue cosce. Mentre la tenevo allacciata le dicevo ogni sorta di parole brucianti cui ella rispondeva cono civetteria e con l'idea di farmi eccitare ulteriormente, come se ce ne fosse stato bisogno. A meta' strada attraversammo un piccolo bosc e Tina mi disse che desiderava bere un bicchierino, le chiesi dove e lei mi indico' la luce di un casolare. "E' la fattoria di papa' Metteo. Da quando e' vedovo ci vive con le figlie e agli amici che lo chiedonoserve qualche bicchierino di grappa". Ci andammo. Ero un poco spinto dalla curiosita' dato che mi chiedevo cosa mai poteva interessare mia suocera in un posto del genere. "Stai facendo dei progetti su papa' Matteo?" le chiesi. "Cero che no, ti sono fedele e lo saro' fino alla fine. E poi vedrai tu stesso, mi hanno detto che...". Spingemmo la porta della sala comune e prendemmo posto, fianco a fianco, sulla panca dietro il tavolo che si trovava presso il camino. Matteo sorrise vedendoci e venne a stringerci la mano. "Fa piacere rivederti, Roberto dopo che sei andato in citta'. Cosa posso servirvi?". "Della grappa, se ne hai". "Ma certo che ne ho. Marta, Giuliana portate una bottiglia di grappa e i bicchieri". Le figlie di Matteo appartevo. Erano sulla quarantina ed erano di quelle donne che pensavano piu' a curare i campi e le bestie che a prendersi cura di se stesse. Erano in disordine con i vestiti stazzonati e pieni di buchi e di strappi. Avevano gli abiti stretti e corti con le gambe nude e le tette che quasi uscivano a causa dei bottoni mancanti sul davanti. Ben presto la bottiglia fu sul tavolo e fu servito un primo giro di liquore. Le due sorelle bevevano ingordamte, diventavano loquaci e si appoggiavano agli schienali delle sedie mettendo bene in mostra le loro tette che erano libere sotto gli abiti. Mia suocera mi guardo' e sorridendo si avvicino' facendo scivolare la sua mano nella mia. "Credo che ve la intendiate bene voi due." disse Giuliana con una risata grassa "Vedi Marta gli ha preso la mano": Marta prese anch'essa a ridere, si chino' verso sua sorella e la bacio' sulla bocca. "Anche noi de l'intendiamo egregiamente, non e' vero?". Mia suocera si strinse a me guardando le due donne. "Adesso capisci?" mormoro' "Comincio a comprendere". Papa' Matteo si alzo' e ando' a chiudere la porta a chiave "Cosi' rimaniamo piu' tranquilli" spiego':
La bottiglia era ormai vuota e Matteo ando' a prenderne un'altra. L'atmosfera si surriscaldava e Tina mi accarezzava le cosce con il petto incollato al mio mentre davanti a noi le due sorelle ci guardavano con i loro occhi viziosi. "Avete voglia di fare l'amore" disse Marta "Si vede che siete eccitati. E' caldo e mi metterei un po' piu' in liberta'". Le due sorelle tolsero i vestiti restando nude e guardandoci mentre ridevano, si baciavano in bocca e si palpavano sotto lo sguardo impassibile di papa' Matteo.
Dubitavo ancora di quello che vedevo. Marta e Giuliana quasi sedute l'una sull'altra, non si vedevano piu' le loro mani tenute vicendevolmente fra le soce ma si sentivano i loro sospiri soffocati. Matteo disse "Siamo fra di noi, mettetevi pure in liberta'" e intanto guardava le figlie che iniziavano a darsi piacere. Sentii mia suocera fremere e intanto le due donne erano completamente nude e non si occupavano di noi. Erano due bestie magnifiche dalle forti tette e dalle gambe salde e forti. Piene di peli in mezzo alle cosce. Erano sedute di fronte a noi e si baciavano con le lingue in bocca palpandosi le tette a piene mani e ridendo come matte. "Allora voi due, non avete voglia di divertirvi? Io e mia sorella abbiamo gia' incominciato". La sua mano scomparve gtra le cosce compiacentemente aperte di Giuliana che sospiro' e fece ruotare gli occhi dalla goduria. Stretta a me Tina disse "Guarda, caro, e' proprio come dicono in paese che fanno l'amore fra di loro, davanti a lui e che lo fanno anche con lui. Guarda, Marta succhia le tette di sua sorella e intanto hanno le loro mani tra le cosce. Che troie... Pero' lo spettacolo mi eccita e ho voglia anch'io di fare cosi'. E tu?". "Anch'io". Tina non si oppose alla mia mani quando la mise sotto i vestiti e bene larga sulla sua fica. Allargo' le cosce mentre con la bocca aperta guardava le sorelle che erano in piedi, fianco a fianco, le mani tra le gambe e se la menavano a vicenda senza preoccuparsi di Matteo che fumava la pipa senza perdere nulla dello spettacolo. Le due donne si allacciarono esi fregavano le fiche ben aperte sulle cosce una dell'altra . Papa' Matteo mi guardo' "Hanno ancora una delle loro crisi. Adesso non sanno piu' cosa stanno facendo. E' cosi' ogni volta che bevono troppo. Vai a vedere". Tina si alzo', mi prese per mano e mi porto' a vedere Giuliana e Marta una sull'altra impegnate in un sessantanove con i visi schiacciati sulle fiche bagnate che presto avrebbero emesso tutto il loro succo di godimento.
Tina, la sua mano protesa, mi afferro' il cazzo "Vieni, non ne posso piu', vieni per terra, facciamo come loro".Non riuscivo a staccare gli occhi dalla coppia delle sorelle incollate e intente a leccarsi la fica con dei grugniti bestiali. Mia suocera si sbarazzo' della gonna e degli slippini; la camicetta e il reggiseno seguirono e fu completamente nuda con solo le calze autoreggenti e le scarpe. Nuda mi allaccio' come un serpente, mi prendeva la bocca e sentivo il calore del suo ventre contro il mio cazzo duro. La respinsi, mi spogliai e quando fui nudo la vidi stesa a fianco delle due contadine, le cosce larghe, che si faceva un ditalino. Mi lasciai cadere a mia volta e mi sentii sommerso dalle femmine. Affondai il cazzo nella fica schiumosa di mia suocera informandomi fino in fondo in quella fornace che si schiudeva tra le isue gambe. Giuliana, che era al di sopra, raddrizzo' il busto ed ebbe una esclamazione "Marta, guarda, si chiavano". Sentii una mano che passava sotto al mio ventre, delle dita accarezzavano i miei coglioni e la fica di Tina. Accovacciata sulle nostre teste Marta ci guardava mostrando la sua fica aperta da cui pendeva un lungo grilletto. "Siamo dei porci, otutti, vieni Matteo, vieni anche tu, si stanno chiavanto, vieni a divertirti".
Stando accovacciata esibita la fica larga e bagnata al padre che si alzo' raggiungendoci a terra mentre estraeva dai calzoni un cazzo enorme per poi affondarlo interamente nella fica che gli offriva sua figlia.
Tina mi graffiava la schiena con le unghie ogni volta che mi spingevo a fondo nel suo ventre e mai mi ero sentito cosi' profondamente infornato dentro di lei. Le schiacciavo le tette col mio petto e le lappavo la bocca con la lingua. A un tratto Giuliana urlo' "Porci, non ho niente, mi lasciate sola". "Fatti un ditalino" grido' sua sorella "Ti chiavera' dopo. Menatela adesso. Troia lo so che ti piace sgrillettarti... adesso papa' chiava me', com'e' bello... mi chiava a fondo... che cazzo enorme... sfondami,, dai.. ancora, ancora". Marta si inarcava appongiandosi sulle mani, le ginocchia alzate, mentre suo padre, in ginocchio, faceva entrare e uscire il suo cazzo trementamente gonfio dalle grosse labbra della fica di sua figlia che, ad ogni colpo, facevano come un rumore di risucchio accompagnato dall'odore acre del sudore dei corpi nudi. Fu peggio quando Giuliana ando' a mettersi vicino al viso della sorella e avanzando sulle ginocchia offri', le cosce spalancate, la fica alle leccate mentre si martirizzava i capezzoli con le unghie. "Come siamo porco. Mi faccio succhiare le fica da mia sorella che si fa chiavare da nostro padre. Ah, com'e' bello essere delle troie. Come mi sbrodo dappertutto. Tiralo fuori Matteo altrimenti sborriamo troppo presto". Matteo si ritiro' e si rimise a terra stando supino col cazzo ben dritto. Marta ando' ad accovacciarsi sulla fiaccia di suo padre fregandogli la fica sulla bocca e sul naso mentre Giuliana, girando loro la schiena, si infornava da sola sul cazzone paterno finalmente disponibile. Dimenticai di continuare a chiavare mia suocera, tutto preso dallo spettacolo offerto e anche Tina guardava la scena al colmo dell'eccitazione. "Ah, sto godendo" grugniva Giuliana, "Com'e' bello, sento il caldo della sua sborra che scizza nella mia fica". La testa reclinata da un lato ella godeva "Mi schizza fino in fondo, a spruzzi!". Poi si giro'.si abbasso' per prendere in bocca il cazzo mentre la sborra paterna si metteva a sgocciolare per terra uscendo dalla fica sfranta. Allora Tina si aggrappo' a me "Non muoverti" mugulo' "Reste fermo che vado a chiavarmi sul tuo cazzo. Rimani duro cosi', mi fotto da sola come mi piace. Vieni qui Giuliana che possa metterti la mano sulla fica mentre mi impalo da sola, vieni, baciami, dammi la tua lingua in bocca che voglio succhiartela tutta". Facevo un ditalino a Giuliana che si offriva alla mia mano. Non avevo nulla da fare dato che Tina andava e veniva da sola sul mio cazzo duro da scoppiare. Restai in attesa del godimento guardando Matteo che si divertiva con Marta a colpi di lingua. Tina respinse Giuliana che cadde sulla schiena braccia e gambe per aria. "Roberto, sono tua, sto morendo, chiavami, fammi morire di godimento. Oh il tuo grosso cazzo tutto dentro di me.. sto sborrando, vengo, vengo ancora, Dammi la tua sborra in fica, dammene tanta, riempi la fica di tua suocera... non sono mai stata chiavata cosi' bene e a fondo". Alla fine piombammo nella nostra gioia senza preoccuparci di papa' Matteo e delle sue figlie che ci guardavano con una sorta di avidita'.






































































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