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In campeggio con le 2 cuginette


di benves
23.10.2012    |    42.535    |    0 9.6
"Mi permetteva solo di toccarle le tette, temeva che qualcuno ci potesse vedere..."
Quel luglio ero davvero depresso. Il mio terzo anno Universitario era terminato ed io avevo combinato ben poco. Ero arrabbiato con me stesso!
Per distrarmi decisi di andarmene in campeggio per il fine settimana, a prendere un po’ di sole, ed a rilassarmi sulla spiaggia.
Lì avrei sicuramente incontrato qualche amico, poiché di solito il campeggio è pieno di ragazzi del giro.
Infatti, appena arrivato, incontrai subito la mia amica Valeria, una vecchia compagna di classe dei liceo, con cui c’era stato anche un piccolo flirt qualche anno prima.
Valeria era una ragazza mora, belle tette, un po’ robusta, ma molto intrigante e – a detta di molti amici del liceo – svelta a letto (io invece con lei avevo avuto solo una piccola tresca, conclusasi con una sega liberatoria con cui le avevo riempito di sborra la maglietta che indossava).
Valeria era in campeggio con la cugina, Francesca, appena diciottenne.
Avevo già conosciuto Francesca: bionda, magra, occhi chiari, un viso pulito e simpatico, gambe snelle, tettine adolescenziali.
In costume poi era una favola, tanto che tutto il giorno, in spiaggia, dovetti stare sdraiato a pancia sotto, visto il numero incredibile di erezioni che la piccola Francesca mi provocava con i suoi movimenti.
Io cercavo di scovare la forma dei capezzoli o lo spacco della fica sotto la stoffa del costume di Francesca; cercavo di convincerla a raccontare le sue esperienze sessuali, ma lei si dimostrò timida e reticente, riuscii comunque a sapere che a parte qualche petting la ragazza non era mai andata oltre.
Valeria si accorse subito che non riuscivo a staccare gli occhi di dosso dalla cugina: la cosa sembrava infastidirla anche perché Valeria era stata proprio contenta di vedermi e si comportava in modo piuttosto ambiguo con me.
Evidentemente quella vacanza con la cugina l’aveva costretta ad una castità che non doveva esserle gradita ed il mio arrivo probabilmente rappresentava per lei l’occasione di sfogarsi un po’…
Passammo tutto il giorno in spiaggia: Valeria fece di tutto per attirare su di sé la mia attenzione: prima si tolse il pezzo di sopra del costume, mostrando le sue belle tette ed gli enormi capezzoli: si capiva che la sua intenzione fosse quella di mettersi al centro della scena giacché il seno era tutto bianco rispetto all’abbronzatura del corpo, dunque non era solita prendere il sole in topless.
Poi cominciò ad abbassarsi sempre di più l’elastico dello slip per abbronzarsi anche sul basso ventre, fino a scoprire l’inizio del pelo del pube.
La cosa mi eccitava ancora di più, ed il mio cazzo era terribilmente in tiro.
Sotto la doccia, di ritorno dal pomeriggio in spiaggia, mi sparai una sega colossale.
La serata trascorse tranquillamente: Valeria fu contenta di vedere che io ero più attento a lei dopo i suoi sforzi di distrarmi dalla cugina Francesca.
Io, infatti, pur continuando a considerare Francesca un gran pezzo di fica, mi ero convinto che tanto valeva concentrarsi sulla grande, magari facendosi una bella scopata, piuttosto che stare appresso alla cuginetta, con Valeria che l’avrebbe senz’altro protetta, per poi magari riuscire a estorcerle solo qualche bacino.
La notte l’avrei passata in tenda con le ragazze, che mi avevano invitato a dormire nella loro canadese da tre posti, avendo saputo che altrimenti avrei dormito in spiaggia per non pagare il prezzo del campeggio.
Lì, senz’altro avrei tentato un approccio con Valeria.

Dopo la cena, facemmo un giro in paese, incontrammo qualche amico del luogo, ci fumammo un paio di canne e ci bevemmo qualche bicchierino di rum e pera.
Francesca però non ci disse che era la prima volta che si fumava una canna, ed iniziò ad accusare il colpo. La testa le girava, si sentiva stanca, aveva gli occhi rossi.
Valeria era pur sempre responsabile della cugina più piccola, decise di riportarla subito in tenda, anche se era ancora presto.
Io, ovviamente, tornai in campeggio con le due ragazze, portando sotto braccio Francesca.
Accomodammo in tenda Francesca: Valeria la spogliò premurosamente, lasciandola con gli slip ed una mogliettina nera.
Poi, io e Valeria ci sedemmo fuori dalla tenda un po’ più in là, in disparte, e cominciammo a pomiciare.
Lei, però, non voleva andare troppo oltre, lì all’aperto.
Mi permetteva solo di toccarle le tette, temeva che qualcuno ci potesse vedere.
Le proposi di andarcene in spiaggia, ma lei non voleva lasciare la cugina sola in quelle condizioni. Allora le proposi di metterci dentro la tenda, visto che Francesca dormiva così pesantemente che non si sarebbe accorta di nulla, ma Valeria, anche se la proposta l’aveva intrigata, non si decise: se ne sarebbe riparlato domani.
Lei andò a dormire.
Io, invece, rimasi a passeggiare in giro tra le tende ed a farmi un altro paio di cannette: dovevo smaltire l’eccitazione prima di tornarmene in tenda, altrimenti non avrei potuto prendere sonno con quei due pezzi di carne sotto la stessa tenda.
Dopo un’oretta me ne tornai in tenda per dormire: Francesca dormiva pesantemente da un lato, con gli slip e la magliettina nera; Valeria era al centro e dormiva con una lunga camicia da notte bianca un po’ scollata, che lasciava intravedere le generose forme.
Io mi buttai sull’altro lato della tenda.
Era proprio un peccato che non ero a contatto con la piccola Francesca, mi avrebbe fatto piacere strusciarmi un po’ su di lei ed approfittare della notte per sbirciare un po’ tra i suoi vestiti e tastarle le tettine e la fica.
La situazione in tenda era la seguente: Francesca su un lato, Valeria al centro ed io dall’altro lato. Francesca era rivolta verso Valeria e Valeria verso di lei, io, ovviamente le guardavo senza riuscire a prendere sonno.
A distogliermi dal sonno, era soprattutto il seno di Francesca, adagiato su di un lato e coperto solo dalla magliettina che le copriva appena i capezzoli.
Inoltre, la maglietta era salita, cosicché la pancia era scoperta e si vedeva bene lo slip violetto che indossava.
La luce soffusa permetteva di riconoscere perfino i riccioli di pelo al di sotto dello slippino.
Io vedevo solo lei, anzi solo le sue tette, il suo viso angelico, le sue mutandine.
Il mio cazzo era di nuovo gonfio e mi faceva quasi male.
Trovai il coraggio di toccarmelo leggermente, stando attento a non fare alcun tipo di rumore che potesse svegliare le due ragazze. Mi massaggiavo la cappella lentamente, aumentando l’eccitazione. Pian piano cominciai a muovermi più decisamente.
Ero troppo in tiro e decisi di tentare l’intentabile: mentre con la mano destra continuavo a massaggiarmi la cappella, con la sinistra mi sporsi (sopra il corpo di Valeria) per toccare le tette di Francesca.
Mi mossi con la maggiore delicatezza possibile, eccitatissimo, controllando attentamente che gli occhi di Francesca non dessero il minimo segno di reazione. Arrivai alle tette e le toccai: dapprima sfiorandole pianissimo, poi con maggiore coraggio.
Potei sentirne il morbido piacevole del suo seno ed il duro dei capezzoli.
Decisi di osare oltre: spostai la mano verso il basso, verso la fica.
Intanto, il mio cazzo, così sporto com’ero su Valeria che dormiva in mezzo, era arrivato a poggiarsi sul culo di Valeria.
Inoltre, pensai tra me: «non appena sarò venuto depositerò la sborra sul corpo di Francesca!».
La mia mano arrivò intanto sulla fica di Francesca che dormiva sempre profondamente.
Io, come sempre, controllavo che i suoi occhi non dessero segno di risveglio.
Le toccai la fica: era morbida, calda. Spinsi dapprima leggermente, poi con più pressione.
Il mio cazzo scoppiava, incredulo di trovarsi in una situazione tanto pericolosa.
Stavo per sborrare, ma, aumentata la pressione sul clitoride di Francesca, lei ebbe una piccola reazione, si mosse, ansimò nel sonno. La mia mano, ovviamente, si era allontanata di scatto, pronta a fuggire di fronte ad un possibile risveglio della giovane biondina.
Per fortuna non si era svegliata, me l’ero proprio vista brutta! Comunque decisi che per quella sera avevo avuto la mia dose quotidiana di proibito e continuai a masturbarmi senza tentare nuove incursioni sul corpo della diciottenne Francesca.
Ma avvenne l’incredibile: Valeria allungò il suo braccio verso Francesca, la sua mano si posò sulla fica della cugina e riprese a massaggiarle il clitoride, proprio come avevo fatto io fino a pochi attimi prima: dunque lei aveva visto tutto, dunque lei era sveglia, mi aveva sentito masturbarmi dietro di lei e mi aveva visto abusare della cugina!
Eppure, non solo era stata zitta, ma adesso riprendeva il gioco in prima persona!
Approfittai della situazione: stuzzicai violentemente le tette di Valeria che sussultò di piacere.
Poi le alzai la lunga camicia da notte. Era senza mutande!
Le strusciai il cazzo rosso sulle chiappe candide, poi in mezzo alle cosce completamente umide.
Lei proseguiva a spingere le sue dita sul clitoride della cugina.
Mi inumidii abbondantemente un dito con la saliva e cercai di lubrificare il culo di Valeria, poi
appoggiai la mia cappella al suo sfintere ed infilai di forza il mio cazzo nel buco del suo culo.
Lei non riuscì a trattenere un urletto .
Probabilmente non era la prima volta che lo prendeva nel culo, tanto fu agevole il passaggio.. Francesca si svegliò.
Era stralunata, spossata, ancora intorpidita dalla ciucca e dalla canna.
Trovò Valeria con gli occhi chiusi che veniva inculata con violenza da me, le mani della cugina che premevano con forza sul suo clitoride. Era accaldata, bagnata ed eccitata.
Noi ci accorgemmo solo dopo un po’ del risveglio della cuginetta, ma non appena ciò avvenne non ci lasciammo scappare l’occasione di coinvolgerla nell’orgia.
Sfilai il cazzo dal culo di Valeria e, scavalcatola, mi avvicinai a Francesca che assisteva senza capire quei movimenti.
Valeria ormai aveva infilato la mano sotto lo slip della cugina e la aveva penetrata.
Io mi posizionai sopra Francesca ed il mio cazzo finalmente scoppiò: la sborra scese a fiotti caldi e filanti sul viso di Francesca, sulla sua pancia, sulla maglietta nera che indossava.
Lei era sconvolta.
Valeria invece iniziò a leccare la sborra addosso a Francesca, cominciando da quella depositatasi sul viso e proseguendo con quella che le bagnava il collo.
Decisi che avrei approfittato di quella situazione ed iniziato Francesca al sesso.
Le sfilai l'ormai inutili mutandine e, allargandole le gambe, tuffai il mio viso sul suo sesso.
Passai la lingua sulla fichetta bagnata cercando, con le labbra, di sollecitare al massimo il clitoride ormai ben evidente.
Lei godeva, mentre Valeria le leccava i capezzoli con avidità.
Ci stava provando gusto, anche se probabilmente era ancora stralunata, in preda alla confusione.
Probabilmente non riusciva a capire se trattavasi di sogno o realtà. Io ne approfittai fino in fondo!
Mi concentrai su quella leccata di fica per alcuni minuti, senza sapere cosa avvenisse tra le cuginette.
Dopo poco, la piccola ebbe un sussulto e venne, inondandomi la bocca di umori.
Decisi di farmi ricambiare il favore e, alzatomi, le ficcai il cazzo in bocca fino in fondo.
La stavo davvero strozzando!
Valeria mi leccò le palle, poi il buco del culo, poi mi infilò un dito in culo.
Questo mi convinse definitivamente a far diventare donna Francesca.
Dovevo farlo con dolcezza, senza farle avere traumi pensai.
Sfilai l’uccello gonfio dalla bocca della ragazzina che fece un gran respiro, sembrò sollevata, ma mi guardò con uno sguardo voglioso ed arrapato.
Ero pronto!
Puntai il mio pene sulle sue labbra vaginali umide, facendo percorrere alla mia cappella più volte la sua fighetta in senso longitudinale.
Anche lei aveva capito ma, non si opponeva.
Il suo respiro ricominciò ad aumentare, ed il suo bacino che si muoveva ritmicamente dava l'evidenza che la mia voglia era diventata anche la sua voglia.
Appoggia la cappella all'entrata della sua fica, poi con un sol colpo la penetrai, senza alcuna remora, cogliendo la sua verginità!
Valeria continuava a farmi godere nel culo.
La diciottenne non trattenne l’urlo di dolore, ma non si oppose alla penetrazione.
La ragazza si dimenava godendo di quella situazione.
Poi Valeria le ficcò un dito in culo per aumentare l'eccitazione della cuginetta.
Io godevo molto, ma da quell’orgia volevo di più, così decisi di farle il servizio completo!
Approfittando di quello che Valeria stava facendo alla cuginetta, decisi di possederla anche nel culo!
Ficcai anch’io un dito nel culo di Francesca.
La poverina ora si trovava con un cazzo in fica e due dita nel culo; non poteva immaginare che il dolore frammisto al piacere che provava era solo l’anticamera della sua prima inculata.
Le sollevai le gambe snelle fino a poggiarle sulle mie spalle.
La vista del suo pacco fu stupefacente.
Sia io che Valeria ci trattenemmo a contemplarla!
Quindi puntando la cappella al suo sfintere, le ficcai il cazzo nel buco del culo bene aperto dalla penetrazione precedente delle nostre dita.
La diciottenne granò gli occhi, ed un urlo ancor più marcato le uscì dalle tenere labbra.
Francesca la cuginetta per bene, timida ed inesperta, aveva, in pochi minuti, aperto tutti i suoi buchi!
La penetravo con colpi violenti che la facevano sballare.
Valeria approfittò della confusione provocata alla cugina dalla penetrazione anale per spalmarle la fica fradicia sul viso, premendo con forza.
Si poteva vedere la scia di bava che Valeria lasciava sul viso della cugina.
Alternavo penetrazioni nella fica a penetrazioni nel culo, ero in paradiso!
Stavo ancora per venire!
Lo dissi a Valeria, che volle bersi il mio nettare.
Succhiò tutto, ma non fu egoista; infatti non ingoiò lo sperma, bensì lo tenne in bocca ed avvicinatasi a Francesca, glielo svuotò tutto in bocca e sul viso ancora bagnato degli umori di Valeria ed arrossato dallo sfregamento della fica di Valeria.
A quel punto ero spossato, così mi adagia sul mio sacco a pelo.
Le due cugine mi diedero un’occhiata interrogativa, poi si decisero a continuare per conto loro, concedendosi un lungo 69.
Dopo un paio di minuti il mio cazzo tornava a dare segni di vitalità, di fronte allo splendido spettacolo che davano le due ragazze.
Volli prendere in mano le chiappe sode della bellissima Francesca, ficcarle il mio dito in fica assieme alla lingua della cugina.
Valeria, accortasi della mia resurrezione, decise di prendere in mano il gioco.
Mi fece allargare le gambe, poi sia lei che Francesca si sistemarono a cavalcioni sulle mie cosce, cominciando a strusciarsi avidamente.
Le loro vagine ormai aperte e morbide come burro caldo scorrevano sulle mie cosce, sfregandosi contro il pelo ispido delle gambe maschili e la ruvida muscolatura, lasciando lunghi rivoli di liquidi biancastri, caldi e viscidi.
Io impazzivo nello strizzare i loro capezzoli con forza inusitata.
Più strizzavo i grossi capezzoli scuri di Valeria e le piccole punte rosate di Francesca, più le due cuginette si impegnavano nel cospargermi dei loro succhi.
Francesca si fermò!
Valeria la guardò interrogativa!
La cuginetta si vergognava nel parlare così, ma dichiarò: «Basta Vale, mi fa male».
Dentro di me sentii crescere un orgoglio spropositato, non solo ero stato protagonista di un’orgia da favola, non solo mi ero inculato una diciottenne vergine bellissima, desiderata da ogni maschio degno di questo nome, ma la avevo ridotta al limite della sopportazione!
Valeria accarezzò delicatamente i capelli sudati della cugina: «Bene – le disse affettuosamente – allora non ci resta altro da fare che ricambiare ad Andrea il favore che ci ha fatto stasera».
Prese la testa della cugina e la avvicinò al mio pene eretto.
Mentre la piccola Francesca iniziava a spompinarmi, seguendo il ritmo e le indicazioni della più esperta cugina, Valeria mi leccava le palle, la pancia, la base del membro.
Mentre mi beavo di questo servizio, un dito di Valeria si fece strada nel mio buco del culo, andando a toccare la prostata ed aumentando la mia erezione.
Ero al culmine! Sborrai dentro la bocca di Francesca!
Lei trasalì nel sentire gli schizzi contro il palato.
Alzò lo sguardo interrogativo verso Valeria, ma la cugina la rassicurò: «Manda giù tutto, devi imparare a riconoscerne il sapore».
La mattina seguente, al risveglio, preparai le mie cose, raccolsi sacco a pelo e zaino e salutai le ragazze: «Ci rivedremo?» domandai.
Valeria si lasciò scappare un sorriso ambiguo che valeva più di mille parole.
Francesca abbassò lo sguardo a terra, poi alzò gli occhi chiari, del colore del ghiaccio, mi guardò profondamente, senza proferire parola, seria.
Era cresciuta e mi ringraziava.
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