Racconti Erotici > orge > La parrocchia
orge

La parrocchia


di Membro VIP di Annunci69.it beggin
28.04.2016    |    29.391    |    19 8.6
""Questo è lo spirito che ti penetra" mi sussurrò ansimando Don Gabriele..."
Questa storia mi è stata raccontata da un'amica, che si è confessata con me. Sapete bene che le donne si confessano con gay/bsx come sono io.
Sono una psicologa di 52 anni, vedova di recente dopo una lunga malattia di mio marito Andrea, ho 2 figli sui vent'anni, il mio nome è Sandra.
Qualche tempo fa una mia paziente mi parlò di una chiesa dove la sessualità non era aborrita, anzi era considerata un qualcosa da approvare, mi disse un sacramento. Un giorno spinta dalla curiosità andai in questo posto dall'altra parte della mia città, la parrocchia di San Sebastiano. Entrata, il parroco don Gabriele mi ricevette subito, un uomo ancora giovane e ben messo, con lo sguardo magnetico. Alla mia domanda rispose: “Il sesso è un sacramento, la più alta forma della manifestazione delle divinità è il seme, maschile e femminile. Purtroppo quello femminile non lo si può vedere. Noi crediamo che il seme, come insegnano le scritture, non si possa sprecare, cioè siamo per la “manducazione” o come dicono gli inglesi, "manducation”. Mi invitò ad una di queste cerimonie, che chiamò ufficio. Io accettai, allora mi disse di indossare una gonna larga o un abito femminile, insomma non i pantaloni, di depilarmi il sesso e di togliermi le mutandine prima dell'inizio.

Arrivai un poco titubante e vidi che la sala parrocchiale si riempiva di coppie di varie età, più o meno giovani, qualche singolo e anche coppie di uomini, che mi parevano gay. Don Gabriele mi fece sedere in prima fila, con un sorriso, e mi disse di disvelare pian piano la mia natura. Iniziò poi una breve predica parlando del sesso come dono di dio, grande forza e piacere da non disprezzare. Mentre parlava si toccava tra le gambe; io in preda ad una sorta di euforia, una voglia di sesso, iniziai ad alzare la gonna e ad aprire le gambe, fino a mostrargli la mia fica che iniziava a bagnarsi. Sempre parlando il parroco si avvicinò a me, mi prese per mano e mi fece alzare. “Questa è Sandra, che stasera inizieremo al nostro culto” disse presentandomi all'uditorio, poi mi alzò la gonna mostrando a tutti la mia fichetta. Seguì un mormorio di approvazione. Poi iniziò a titillarmi il clitoride e a toccarmi i capezzoli con lievità e maestria. L'assemblea intonò un canto a bassa voce e lui mi sollevò e mi fece sedere su una sorta di altare. Mi aprì le gambe, si inginocchiò davanti a me, facendosi il segno della croce, ed iniziò dolcemente ma risolutamente a leccarmela. Leccava – lo devo dire – da dio, un poco il clitoride, un poco il buchetto della fica, un po' dentro un po' fuori con la lingua, poi intorno al grilletto iniziè a scrivere con la lingua l'alfabeto del sesso e del piacere. Quando capì che ero pronta si alzò, estrasse dai pantaloni la sua verga eretta, di proporzioni considerevoli, ed iniziò a strusciarla contro il mio sesso. Mi guardò negli occhi con un interrogativo a cui risposi con un muto sì, erano anni che non ero penetrata da un uomo, né mai avevo conosciuto altri se non il padre dei miei figli. I membri dell'assemblea si erano avvicinati, dico membri perché gli uomini avevano estratto i loro e si masturbavano o erano masturbati dalle loro donne.

Don Gabriele rimase per lunghi secondi in contemplazione della mia passera, che pulsando chiedeva la grazia di essere penetrata dal suo fallo eretto.
Me ne stavo a gambe aperte mostrando a tutti la mia fica vogliosa, avrei voluto essere chiavata da tutti quei cazzi eretti, quelle cappelle turgide che a loro volta si eccitavano davanti alla mia passera spalancata.
Il parroco accostò il suo cazzone alle mie piccole labbra spalancate e dolcemente, lentamente premette il suo membro ed entrò nel mio canale vaginale. L'assemblea tacque, solo i nostri ansimi rompevano il silenzio e riempivano di lussuria la sala parrocchiale. Don Gabriele si chinò su di me, tanto che ci abbracciammo e ci baciammo aspramente e dolcemente insieme, poi mi sollevò, sempre col suo cazzone nella mia passera, mi tenne ben stratta a se, spingendo il mio bacino contro il suo pene durissimo, si girò su se stesso mostrando a tutti il nostro coito.
Sentii qualcosa muoversi dal più profondo del mio ventre, un sommovimento, un piacere che toglieva il respiro, che faceva muovere e contrarre il mio basso ventre, iniziai ad ansimare violentemente e a contrarmi in maniera spasmodica: l'orgasmo mi stava prendendo. "Questo è lo spirito che ti penetra" mi sussurrò ansimando Don Gabriele. Fu il maggiore orgasmo che avessi sperimentato in vita mia. Il parroco mi depose di nuovo sull'altare e iniziò lentamente a stantuffare avanti e indietro mentre alcune parrocchiane gli accarezzavano i testicoli. Il suo orgasmo fu lento ed intenso, lo accolse ad occhi chiusi, poi li aperse per guardare i miei, mentre il suo sperma inondava la mia fica. Estrasse il cazzo e subito una delle donne lo prese in bocca e lo leccò ben bene come per lavarlo.
Io rimasi a cosce a aperte, mentre due uomini mi reggevano le gambe un poco stanche e tremolanti, e altri accostarono i loro cazzi duri alla mia fichetta, mi penetrarono e dopo pochi movimenti - tanto erano eccitati - vi scaricarono il perlaceo succo dei loro testicoli. Tre quattro cinque, poi persi il conto...... sentivo il profumo dello sperma, alcuni mi toccavano i capezzoli turgidi, altri il clitoride. Le mie mani stringevano cazzi di chissà chi. La sborra stava per traboccare dalla mia vagina.

"Prendete e mangiatene tutti, questo è il divino che è in noi" disse ieratico Don Gabriele e tutti, uno dopo l'altro, accostarono le labbra e la lingua alla mia fichetta penetrandola ed estraendo un poco di sperma. Lingue di uomini, lingue di donne, che entravano rosse ed uscivano bianche. "Non disperdete il seme, che è divino, ma mangiatelo, nutritevene", continuava a rammentare Don Gabriele, che a un certo punto prese a sorreggere le mie gambe, riprendendo a contemplare il mio sesso ora soddisfatto. I due che fino ad allora avevano retto le mie gambe avvicinarono i loro cazzi alla mia bocca aperta e masturbandosi la riempirono della loro dolce e calda sborra, che io inghiottii. Poi come avevo visto fare leccai per bene le due cappelle, prima l'una poi l'altra. In tutte queste operazioni non una goccia di sperma andò dispersa. (continua)


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.6
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La parrocchia:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni