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Prima notte di matrimonio


di bull44
11.09.2014    |    46.833    |    3 9.3
"Ormai avevo perso ogni remora, complice quel prurito pomeridiano mai soddisfatto, cosi iniziai a succhiare il cazzo di Marco inghiottendolo fino alla..."
La cerimonia era stata veloce e con Carlo sbrigati i convenevoli eravamo
scappati sulla nostra macchinina per il viaggio di nozze.
Non avevamo nessuna meta se non quella di girare per il gusto di girare, scusa
per stare finalmente da soli.
Avevamo fatto poco sesso prima del matrimonio ma ora eravamo intenzionati a
recuperare il tempo perduto, Infatti sull’autostrada improvvisamente mi avvidi
di un certo gonfiore in mezzo alle gambe di Carlo, Allora allungai la mano e
gli accarezzai dolcemente il cazzo attraverso la stoffa. Il gonfiore aumentava
a vista d’occhio cosi che tirando giù la lampo dei calzoni liberai il cazzo
dalle mutande che lo imprigionavano. Mi chinai su di lui e comincia a
succhiarglielo mentre con le mani gli accarezzavo i coglioni.
Durante il pompino Carlo aveva rallentato e una strombazzata ci avverti che un
camionista superandoci aveva visto il mio ingoio dimostrando il suo
incoraggiamento a colpi di clacson. Dopo un attimo di incertezza ripresi in
pieno a pompargli il cazzo, leccandogli con golosità l’asta sino alle palle che
sotto le mie dita sentivo gonfiarsi di sborra. Anch’io mentre succhiavo l’
uccello avvertivo stimoli sempre più forti alla fica e passandomi sopra le dita
mi ritrovai tutta bagnata. Improvvisamente i gemiti di Carlo aumentarono mentre
la sua cappella si faceva paonazza. Sentivo che stava sborrando e cercai di
levarmi quando lui mi posò la mano sulla nuca e mi spinse verso il basso
infilandomi il cazzo in fondo alla gola. Subito un getto caldo di sborra mi
riempi la gola e mentre ingoiavo altri getti bollenti mi riempirono la bocca
mentre Carlo preso da uno spasmo mi ficco più in fondo l’uccello. Inghiottii
tutto lo sperma e devo dire che cominciò a piacermi il suo gusto tanto che un
rivolo uscitomi dalle labbra, lungo l’asta del cazzo lo leccai sino in fondo
ripulendolo ben bene. L’episodio se aveva soddisfatto Carlo aveva lasciato me
con un fremito doloroso alla fica e non vedevo l’ora di fermarmi per farmi
sfottere ben bene da quell’uccello che avevo appena finito di spompinare.
Finalmente verso sera arrivammo ad un ristorante con camere e dopo aver
prenotato una stanza mi preparai, con un profumato bidè, a farmi stantuffare la
mia fichetta che continuava a tirarmi da matti. Carlo aveva invece fame, lo
stronzo la goduta se l’era fatta, e quindi volle scendere al ristorante a
mangiare. Mi lasciai coinvolgere pensando che dopo me lo sarei spompato ben
bene. In sala da pranzo cominciammo a mangiare e Carlo a bere. Vicino a noi c’
erano tre uomini i quali facendosi coinvolgere dalla nostra allegria in breve
fecero amicizia e men che non si dica si sedettero al nostro tavolo. La
conversazione procedeva allegramente con risate ed ammiccamenti vari. A me
girava un po' la testa mentre Carlo era sulla via della sbronza.
Improvvisamente durante una risata generale sentii una mano che si posava
sulla mia coscia e carezzandomi sali verso l’interno delle cosce. I tre uomini
Paolo, Gianni e Marco erano tre tipi sulla quarantina e devo dire che da come
mi lumavano sembrava che volessero sbranarmi sul posto. La mano di Paolo
frattanto risaliva lungo la coscia e arrivata allo slip inizio a sfregarmi la
fica con un dito sopra il tessuto. Io già ero un po' brilla e nell’eccitazione
lascia fare per non creare imbarazzi nel ristorante.
Dopo un po’ Carlo era completamente ubriaco ed aiutata dai nuovi amici ci
avviammo sorreggendolo verso la nostra camera.
Arrivati dentro depositammo Carlo sul letto della camera poi ci riunimmo in
salotto. Gianni aveva portato su dal ristorante una bottiglia di spumante e
quindi finimmo di brindare al mio matrimonio. Mentre bevevo Paolo aveva di
nuovo allungato le mani sotto le mie sottane e alle mie poco convinte proteste
infilo le dita sotto lo slippino accarezzandomi le labbra della fica e
titillandomi il clitoride. Sentendola bagnata si senti in obbligo di insistere
e subito dopo mi ritrovai stesa sul divano con lui che mi succhiava avidamente
il clitoride dandomi poderose leccate dalla fica all’ano.
Poi aiutata dai due amici mi sfilo il vestito e inizio a succhiarmi con gusto
i capezzoli. Nel frattempo gli altri due non stavano con le mani in mano e
Gianni inginocchiatosi fra le mie gambe mi tolse le mutandine e iniziò a
leccarmi con golosità la fica. Marco il più taciturno nel frattempo si era
spogliato nudo e menandosi il cazzo lo avvicinò alla mia faccia e me lo ficcò
in bocca. Ormai avevo perso ogni remora, complice quel prurito pomeridiano mai
soddisfatto, cosi iniziai a succhiare il cazzo di Marco inghiottendolo fino
alla radice. Mentre pompavo il cazzo di Marco anche gli altri due si erano
denudati e si erano avvicinati per avere la loro parte di ingoio. Paolo aveva
un grosso cazzo leggermente curvo mentre Gianni aveva un cazzo da cavallo. Alla
vista di quel grosso palo mi sentii svenire pensando alla mia fichetta usata
poco. Ma superando le paure cominciai a spopinarli a turno ingoiando il cazzo
di Paolo a metà e quello di Gianni solo il glande da tanto che era grosso. Dopo
un po’ Paolo in preda ad una voglia pazzesca mi prese mi portò sul tappeto, mi
stese sulla schiena e messosi fra le mie gambe con due colpi poderosi di reni
mi ficcò il cazzo nella fica. Lanciai un urlo subito spento dai due cazzi degli
amici che mi si inserirono nella bocca. In realtà il cazzo era entrato di poco
nella fica e dopo un attimo di pausa, Paolo iniziò a pomparmi, prima piano
piano e poi sempre più velocemente. Io ero al settimo cielo, quel grosso cazzo
mi faceva sbrodolare la fica di goduria e nel frattempo succhiavo due cazzi
pronti a sborrare. La mia fica colava sborra femminile e il cazzo di Paolo
nella foga provocava un rumore di sciacquio. Godetti con mugolii vari un paio
di volte e dal ritmo sempre più veloce del mio partner e dal considerevole
ingrossamento del cazzo nella mia fica sentivo che stava per esplodere. In un
momento di lucidità volevo dirgli di non sborrarmi dentro ma i due cazzi che
stavo mungendo mi impedirono di parlare. Dopo un paio di colpi che mi
squassarono la pancia sentii Paolo che sborrava copiosamente riempiendomi l’
utero fino in fondo. Continuò ancora per poco e ne avrebbe fatta un’altra senza
fermarsi, se Gianni non lo pregò di prendere il suo posto. Paolo mi usci dalla
fica col cazzo semirigido e cedette il posto a Gianni il quale sdraiatosi mi
prese e mi mise sopra di sé strusciandomi l’enorme cappella contro la fica
fradicia di sborra allo scopo di lubrificare meglio il cazzo. Per evitare
pericoli allargai le gambe e colando sborra dalla fica spalancata mi impalai
piano piano su quel cazzo enorme. Quando fu entrato godetti come una troia
lubrificando ulteriormente l’asta bollente. Poi iniziai, aiutata dalle mani di
Gianni che mi tenevano il culo, a stantuffarlo con la fica mentre Paolo
prendeva il suo posto cacciandomi il cazzo sporco di sborra mia e sua in bocca.
Gianni era implacabile, pompava come un matto e il suo enorme cazzo aiutato
dalla mia sborra penetrava sempre di più nella fica.
Nel frattempo Marco aveva adocchiato il mio culetto vergine e date le
dimensioni piccole del suo uccello era partito alla carica. Impedita dal cazzo
di Gianni non potei fare molta resistenza ed aiutato dal sapiente lavorio di
dita sul mio ano e dalla saliva che mi faceva colare nel buchetto alla fine
ebbe vinta la battaglia e con un grugnito di soddisfazione mi infilo il cazzo
nel culo. Una scarica elettrica mi percorse tutta e iniziai a rantolare per le
godute che si susseguivano una sull’altra. Anche Gianni arrapato da quella
situazione, brancandomi le natiche mi sbatteva su e giù come un forsennato.
Avevo la fica in fiamme tutta gonfia di piacere e di eccitazione, nel culo,
passato il primo dolore cominciavo ad avvertire una sensazione strana che
montava colpo su colpo. Sentivo aumentare il ritmo dell’inculata e ormai stavo
godendo anche nell’ano. Poi sentii un clistere di sborra inondarmi l’intestino
mentre Marco spompato si abbatteva sulla mia schiena strapazzandomi le tette.
Anche Gianni stava venendo ed un getto violentissimo mi riempì l’utero
provocandomi un giramento di testa. Da sotto continuava nonostante la sborrata
a stantuffarmi e sentivo la broda colarmi lungo la fica.
Mi abbattei sopra il suo torace peloso e mi disarcionai dal suo cazzo
nonostante un suo mugolio di dispiacere. Paolo, nel frattempo,fattosi succhiare
ben bene il cazzo e ritornato bello turgido mi prese da dietro e iniziò a
palparmi le tette e la fica per risvegliarmi l’ardore. Visto che gradivo i
palpeggiamenti mi mise sdraiata alla pecorina col culo ben in aria e messosi in
groppa iniziò a strofinarmi la punta dell’uccello contro l’ano. Mi infilò due
dita nella fica e facendomi un ditalino li ritirò sporchi di sborra che
provvide a spalmare sullo sfintere. Cosi lubrificato iniziò a spingere
infilando il cazzo poco per volta nell’ano. Sentii un male feroce che man mano
che procedeva si affievoliva lasciando spazio ad un senso di piacere sempre più
intenso. Con un ultimo colpo inserì tutto il cazzo nel culo e dopo un attimo
di attesa iniziò a stantuffarmi nel culo. Ormai avevo perso la testa e iniziai
un’altra serie di sborrate. Gianni nel frattempo col suo cazzone cercava di
alleviarmi il dolore dell’ano dandomelo da ciucciare. Non so quanto durò ma
alla fine Paolo godette riempiendomi il culo di sborra. Ma gli amici non erano
ancora soddisfatti e Gianni col cazzo ancora duro prese il posto di Paolo.
Gemetti dal terrore al pensiero del suo cazzo nel culo, ma questi non volendo
farmi male mi strusciò ripetutamente la cappella sull’ano per lubrificarlo con
la sborra poi prendendomi le natiche con le mani mi infilò i pollici nella fica
allargandomela e a colpi poderosi infilò la mazza dentro l’utero. Non avevo mai
preso un cazzo cosi grosso e la posizione favoriva l’ingresso sino al collo
dell’utero. Strinsi violentemente i muscoli indolenziti della fica attorno all’
asta del cazzo per facilitargli la goduta e cosi iniziò una chiavata
memorabile. Sentivo il cazzo che mi arava le pareti interne della fica
provocando un ulteriore secrezione di umori uterini che andavano per fortuna a
lubrificare quel cazzo mostruoso. Ogni colpo lo sentivo in gola riempiendomi la
pancia con il suo volume. Finalmente sentendolo ansimare sempre più forte capii
che stava venendo. Infatti godette abbondantemente riempiendomi per l’ennesima
volta la fica di sborra.
Con tutto lo sperma che mi avevano pompato dentro il giorno dopo avrei speso
un capitale in "pillole". Nella stanza c’era un puzzo di sesso e finalmente
stanchi e spossati i tre amiconi si sdraiarono sul divano invitandomi a leccare
ben bene i loro cazzi. Non mi feci ripetere l’ordine e li pulii ben bene anche
i due che mi avevano inculato alla grande.
Quel porco di Marco che aveva sborrato una sola volta , sotto i colpi di
lingua si era ringalluzzito, cosi con lui continuai il pompino sino a quando
godette con un urlo riempiendomi di sborra la bocca e la gola. Bevvi una
quantità considerevole di sperma, non pensavo che quel cazzo normale secernesse
cosi tanta broda.
Alla fine ci salutammo e dopo averli accompagnati alla porta (prima che
qualcuno volesse fottermi ancora) mi trascinai dolorante in bagno dove dopo una
doccia mi infilai dolorante a letto vicino al mio caro sposo. La luce del
giorno mi sveglio e il mio primo pensiero fu che nonostante i dolori vari alla
fica e al culo avrei dovuto soddisfare le voglie dello sposino. Invece trovai
la faccia di Carlo stravolta da un mal di testa pazzesco che si scusava per la
brutta notte di nozze.
Non ti preoccupare, gli risposi, ce lo ricorderemo sempre questa notte di
nozze.
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