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Promiscuità - Parte 1


di HegelStrikesBack
03.11.2015    |    12.045    |    6 9.5
"Mi ritrassi solo per un attimo, per osservare la meraviglia architettonica del suo prolasso anale e ricominciai come una furia..."
Capita, spesso e volentieri, che le cose migliori siano quelle che accadono per caso.
Per caso ad esempio conobbi Nicolò, il leader di una band indie rock che stava cominciando ad affacciarsi con prepotenza nel mercato della musica in cui comandano le major.
Il blog per cui lavoravo mi mandò ad intervistarlo in una mattina di aprile, concordammo un luogo e un’ora per telefono e con l’occasione mi raccontò un po’ di sè e rimasi immediatamente affascinato: un ragazzo che sorrideva anche con la voce oltre che con la bocca, come nelle foto promozionali giunte in redazione e che campeggiavano confuse sulla mia scrivania.

E fu giovedì, alle 11:30 alla terrazza dello Zodiaco di Roma.
L’intervista non durò moltissimo, il tempo di due cappuccini.
Mi ringraziò delle domande, finalmente non banali, e si congedò prima di quanto avesse voluto.
Nel parcheggio una ragazza mora dai modi eleganti e dal bel sorriso inespressivo lo attendeva a bordo di una BMW sportiva nera.
Approfittai dell’essere rimasto solo per ammirare il panorama straordinario dello Zodiaco, poi chiamai un taxi e me ne tornai in hotel.
Approfittai dell’ora di pranzo per prendermi un panino gourmet di quelli che nel quartiere uber-chic di Monti si trovano ad ogni angolo di strada e di mangiarmelo mentre trascrivevo l’intervista.
Inviata. Fatto. Sono libero, adesso mi faccio un giro.
Dopo tanto tempo che mancavo dalla Capitale con un po’ di calma, faccio il turista. Giro a piedi, col naso all’insù, scatto foto, annoto luoghi sulla Moleskin con la speranza di avere un giorno tempo e modo di visitarli e approfondirli. Un aperitivo veloce a Trastevere con Sara, una mia ex di molti anni prima ora felicemente sposata e con bimbi e poi via in albergo.
Nel Mac ho qualche porno appena scaricato. Quasi quasi faccio così: doccia, sega e nanna.
Ma non faccio in tempo a entrare nella doccia che i miei programmi sono interrotti da un Whatsapp. È Nicolò: “Ciao, mi chiedevo se fossi ancora a Roma”.
“Sì, riparto domattina. Perchè?”
“Se ti va potremmo berci una cosa questa sera”
“Ok, se mi dai il tempo di farmi una doccia prendo un taxi e arrivo.”
Niente sega. Pazienza, in un certo senso sono contento così.

Un’ora esatta e sono nel posto concordato, una birreria dalle luci soffuse nel quartiere di Monteverde. Nicolò mi aspetta fuori dal locale: giubottino di pelle marrone un po’ consunto, camicia bianca e jeans. I capelli castani scompigliati si appoggiano qua e là sul suo bel viso, caratterizzato da un baffo inequivocabilmente vintage.
Entriamo, ci sediamo, ordiniamo e parliamo tantissimo.
A quanto pare abbiamo un sacco di cose in comune oltre al numero di anni assolutamente identico. Amiamo la musica, siamo laureati entrambi in filosofia, tutti e due beviamo tanto (troppo), amiamo molto il sesso e riusciamo a guardare la spirale dell’etichetta di “Black Sabbath n°4” senza rimanere ipnotizzati.
L’argomento principe della nostra conversazione però rimane il bere.
Gli racconto che ho cominciato a bere molto da quando mi sono lasciato con Eleonora lo scorso anno, e lui mi racconta che sono tredici anni che beve come una spugna, da quando ha perso il migliore amico in un incidente di moto.
Brindiamo, non so quante volte, comincio a capire veramente poco di questa situazione.
Ed è in questa conversazione che Nicolò tira fuori l’asso di briscola, ammettendo che spesso gli capita quando beve molto di eccitarsi più del dovuto.
Ed è col sorriso malizioso di questa affermazione che a tutti e due casca l’occhio su due ragazze che ci stanno fissando da un po’ in un tavolino vicino.
Nicolò non chiede neanche che cosa fare: si alza e inizia a fare il vitellone romano come se non ci fosse un domani. Mi aggrego, anche se io questo talento non l’ho mai avuto e lo ammiro nel suo sfoggiare una dialettica invidiabile che mixata a quell’aria da rocker maledetto incarnato in un possibile pariolino, inevitabilmente conducono ad un’acchiappone di prima categoria.
Nicole, la procace ragazza scelta da Nicolò per le sue brame fornicatorie è una morettina tettona di età stimata intorno ai 27 anni e fa la farmacista nella farmacia dei suoi genitori a Prati; Elena invece ha 30 anni tondi tondi, è castana, magra e con un viso enigmatico. È quella che per esclusione è toccata a me e non crede nelle relazioni monogame.

Ci vuole niente che paghiamo i due conti, nostro e loro, e ci dirigiamo alla macchina di Nicolò, che noto essere la stessa BMW Serie 3 che guidava alla mattina la mora dagli occhi inespressivi che ha portato via il rocker.
Pochi minuti e siamo a casa (sua). Un appartamento arredato in stile minimal nel quartiere Monteverde Vecchio. Appena accende la luce noto il soggiorno, caratterizzato da pochi mobili di design, chitarre, un pianoforte a coda e locandine di concerti passati ovunque.
Le ragazze sono piene di iniziativa e prima ancora che io possa fargli i complimenti per la bella casa Elena mi ha già attaccato al muro e mi sta limonando divinamente mentre il giubbotto di pelle di Nico è già stato lanciato sul divano rosso del salone e Nicole gli sta tirando fuori il cazzo dai pantaloni.
In quel momento, mentre le spalline di Elena scendono lungo la spalla, la mia giacca è per terra e la lingua di Nicole tocca la cappella enorme di Nico, fa irruzione in baby-doll la mora dal viso elegante e dal bello sguardo inespressivo che stamattina guidava la BMW nera. Non capisco ma me ne frego e infilo le mani direttamente sotto il vestito inguinale di Elena, con una brutalità che non mi appartiene e che mi stupisce positivamente.
“Amore, mi hai portato tre regali a casa stasera… sarà una notte lunghissima”
Nico per nulla sorpreso ci presenta Elisa, la sua compagna.
La sottoveste è molto trasparente e fa intravedere due capezzoli giganti su un bel seno, sarà circa una quarta, ma scompare accanto alle megatette di Nicole, che è alle difficili prese con il cazzo XXL di Nico.
Elena geme, le mie dita frugano nella sua vagina che si sta bagnando sempre più. Elisa sta cercando qualcosa, non capisco bene, poi vedo che sta preparando qualcosa sul tavolo. È bamba, in quantitativi sufficienti per un reggimento o semplicemente per una convention aziendale di Mediaset.
Nico tira la giovane farmacista pettoruta per i capelli fino al tavolo, prende una cannuccia e fa il primo tiro.
Ridono sguaiati sia lui che lei che l’altra, la compagna.
Nico, ora sta baciando vigorosamente Elisa mentre Nicole sotto il tavolo succhia avidamente e tutto ciò mi fa ricordare Flavia Vento in “Libero”, programma cult dei primi anni 2000. Rido sguaiatamente anche io mentre Elena, ignara di tutto questo pensare, squirta nella mia mano e sul pavimento.
L’erotica Armata Brancaleone si sposta dal salone alla camera da letto.

Elisa, da prava padrona di casa spoglia tutti i suoi ospiti e le sue ospiti. Io e Nico intanto ci accomodiamo sul letto, uno accanto all’altro, abbiamo giusto il tempo di scambiarci un breve complimento sulle reciproche dimensioni che i nostri membri sono inghiottiti rispettivamente da Elena e Nicole.
Elisa nel frattempo si allaccia lo strap-on e lecca alternativamente la figa a Elena e Nicole le quali, noncuranti della maleducazione che porta parlare con la bocca piena stanno godendo all’unisono.
Socchiudo gli occhi con la testa sul cuscino mentre la lingua di Elena non batte dove il dente duole bensì sulla mia cappella. Mi ridesto sentendo che la mano di Nico sta cercando la mia e mentre la sua voce calda mi sussurra “Rilassati” e le sue dita trovano le mie, un urlo dirompente mi fa capire che il fallo di plastica legato al pube di Elisa è entrato ufficialmente nell’emisfero anale di Nicole.
Nico nel mentre con una mano continua a giocare con le mie dita, con l’altra tiene ferma la testa di Nicole sul suo uccello; lo imito essendo meno avvezzo a questi divertimenti di gruppo, cercando sempre lo sguardo di approvazione di Nico che non tarda mai ad arrivare e sorprendentemente non solo mi arrendo al gioco di mani che stiamo intrattenendo ma mi faccio parte attiva e comincio anche io ad intrecciare la mia destra alla sua sinistra ed accarezzargli le dita.
Mi accorgo che sto per venire quindi per evitare che il gioco finisca troppo presto stacco la testa dell’avida Elena dal mio cazzo con una tirata di capelli, che ella pare non gradire troppo e mi dirigo verso la cucina a vista in cerca di un bicchiere d’acqua.
Fa caldissimo.

Mentre mi disseto una mano mi accarezza la spalla. Non ho bisogno di voltarmi perchè quel tocco ormai lo riconoscerei tra mille, è quello di Nico.
“Ti stai divertendo Pigi?”
“Ehi, sì sì… bella serata davvero, grazie”
“E di che… posso un goccio anche io?”
“Certo”
“Grazie…”
E mi stampa un bacio. Un bacio tenerissimo.
“Io, io non…”
“È da quando ti ho visto stamattina che ho pensato che sei un ragazzo stupendo”
Riuscii solo a ricambiare con un po’ più di partecipazione il secondo bacio, ma non riuscii a dire nulla.
Era l’ora di ributtarsi nella mischia.

Nella camera matrimoniale la scena era degna delle più peccaminose fluttuazioni mentali.
Corpo contro corpo Elisa ed Elena limonavano e si stuzzicavano i capezzoli a vicenda mentre Nicole, la ragazza dalle grandi tette, inginocchiata, passava da una figa all’altra come si assaggia la pasticceria mignon servita su un vassoio dorato.
Io e Nico rimanemmo sulla porta, uno col braccio sulla spalla dell’altro a goderci la scena, arrivando perfino a sentirci di troppo.
Ancora una volta però fu proprio Nico a prendere in mano la situazione e dopo aver disposto a pecorina Nicole ed Elena cominciammo a montarle da dietro mentre Elena, inforcato nuovamente lo strap-on cominciò inesorabilmente a puntare al buchino di Nico che nel frattempo stava letteralmente sfondando Nicole la quale era rimasta completamente senza fiato dai colpi inferti al suo sedere rotondo.
Elena no, Elena di fiato ne aveva ancora nonostante la mia monta fosse piuttosto grintosa e le mie tirate di capelli piuttosto poderose.
Mi ritrassi solo per un attimo, per osservare la meraviglia architettonica del suo prolasso anale e ricominciai come una furia. Non riuscivo a smettere, il suo culo creava dipendenza e non sentivo il bisogno di venire, finchè l’occhio non mi cadde su Nico che tanto dimostrava virilità con Elena nello stantuffarla, tanto era diventato una squallida troia sotto i colpi del cazzone di lattice che Elisa stava indossando.
Fortunatamente il tempismo fu piuttosto simile.
Le inginocchiamo tutte e tre e cominciammo a masturbarci fortissimo. Il primo a venire fu Nico, otto schizzi piuttosto densi che finirono quasi tutti sul volto di Elisa, poi toccò a me e furono dodici schizzi in faccia alle altre due, con la mano di Nico che mi accarezzava il torace e che a sborrata finita mi diede un bacio sulla testa in segno di congratulazione.
Con un gesto rapidissimo, Nico prese dal comodino l’iPad e ci scattammo un selfie così tutti e cinque: io e Nico sconvolti dal caldo e dallo sforzo, le ragazze col trucco colato e sborrate in faccia.

Mentre le ragazze si facevano una doccia e ridevano garrule dal bagno adiacente la camera, io e Nico a torso nudo affacciati al balcone fumavamo le ultime due Marlboro rosse prima che facesse mattina e parlando in maniera informale del disco nuovo della sua band, che peraltro mi era piaciuto molto.
Mi feci una doccia rapidissima anche io e mentre Nico si docciava e le ragazze si erano addormentate come amiche ad un pigiama party sul letto della camera matrimoniale, scivolai fuori dall’appartamento silenzioso come un gatto.

Mentre il taxi come una nuvola ovattata procedeva di gran carriera verso l’hotel, un altro whatsapp turbò la mia quiete, proprio come a inizio serata.
“Sei fantastico. Come amante e come persona. Mi piacerebbe rivederti, Nico.”
“Sono stato bene, ma domani parto… come si fa?”
“Non partire, ti prego.”
“Chissà…”
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