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QUEL RAGAZZO VOLEVA SENTIRSI "USATO" DA TUTTI LORO.


di RedTales
10.07.2015    |    15.274    |    6 9.6
"Gettò gli indumenti nell'abitacolo e gli ritornò vicino e lo trovò con i pantaloni abbassati e con l'uccello in mano..."

Si erano conosciuti con un annuncio. Umberto, sessantacinquenne alla perenne ricerca di sesso continuava a mettere inserzioni, nella speranza di trovare del divertimento. Gabriele, smaliziato ventiseienne esibizionista e praticamente senza il senso del limite provava sempre a mettersi in mostra.
Quando si erano incontrati la prima volta, oltre a una rapida inculata, l'anziano professore, aveva scopert nel giovane amico un vero complice che, parlandoci un po', sembrava proprio assecondare la sua voglia di sesso e di... provocazione.
Come dire, si erano trovati. Uno cercava piacere e un giovane sottomesso da esibire, l'altro voleva mostrarsi, magari come oggetto di piacere.
Si erano rivisti ancora alcune volte ed era evidente ad entrambi che non si accontentavano di una scopata. Tutti e due volevano di più e lo cercavano uno nell'altro.
“Che dici se la prossima volta andiamo a scopare in un parcheggio dove ci sono dei guardoni?”
“Dio che forte” Mi tira solo a pensarlo. Conosci un posto?
“Si, vuoi?”
“Si!”
Dopo due giorni andarono con la macchina di Umberto in un piazzale di periferia, particolarmente buio e decisamente non raccomandabile. C'erano una decine di macchine, alcune isolate, altre parcheggiate vicine. Loro ci passarono vicino, lasciando solo i fari di posizione e videro che in quasi tutte c'era dentro un uomo solo. In un angolo più lontano notarono anche un'altra vettura. Si avvicinarono e si accorsero che attorno sostavano tre persone, due, con i pantaloni abbassati, erano intenti a masturbarsi.
“E' il posto giusto. Li dentro c'è azione. Andiamo a dare un'occhiata anche noi”.
Fermarono poco oltre e si avvicinarono. I finestrini erano abbassati e all'interno c'era una coppia che stava scopando. Lei era una abbondante biondona, lui le stava sopra e... si dava da fare.
“Ti va di rubargli la scena?”
“Si, dai”.
Ritornarono alla loro macchina e Umberto gli chiese di togliersi pantaloni e mutande.
Lo fece in fretta, senza pensarci su perché era proprio quello che voleva e che lo eccitava da morire. Gettò gli indumenti nell'abitacolo e gli ritornò vicino e lo trovò con i pantaloni abbassati e con l'uccello in mano.
“Giù, mettiti in ginocchio o accovacciato e comincia a farmi un pompino, vedrai che pubblico tra un minuto”.
Non se lo fece ripetere e si sedette, a gambe incrociate, e glielo prese in bocca.
Quasi subito furono illuminati dai fari di una macchina ferma in lontananza che, abbassate le luci si avvicinò a loro. Scese un tipo che si mise a mezzo metro e quasi subito, abbassando la zip, se lo prese in mano. Da dietro si appropinquarono anche altri due, nascosti chissà dove, e persino uno dei tre che fissavano la coppia.
“E' una meraviglia. Te lo succhia come un professionista. Una vera troia” disse guardando quelli che si erano messi li attorno.
“E non smette finché non ti svuota. Cazzo, una vera gola profonda. E gli vanno bene tutti, giovani, vecchi, grassi... ahhh. Dio come ci sa fare!”
Gabriele non resisteva più e, lasciando la presa, si girò prima a destra e poi a sinistra per guardare. E soddisfatto di quello che c'era, riprese a succhiare.
Era proprio questo tipo di eccitazione che cercava e che, finora non era mai riuscito a trovare.
“Aspetta che mi metto più comodo”. Disse indietreggiando di un due metri e sistemandosi con la schiena sul cofano e con il cazzo... al vento.
Lui si alzò e, restando in piedi, ma piegato in avanti, riprese il suo lavoretto.
“Adesso si vede meglio, vero? Ma guardate che bocca. Dio, se lo infila tutto dentro, lo vedete?”
La nuova posizione offriva una visione decisamente migliore.
Lo spettacolo doveva essere avvincente perché ognuno aveva il proprio membro in mano.
“Ma vedete che fisico che ha? Che gambe? Che lunghe. E che culo. Ma lo vedete il culo. Duro, pieno, tondo. Cazzo, ma vedete... ahh... quanto sporge... se volete toccate pure. E' qui per questo”.
Nel sentire questa frase Gabriele, che era già eccitato, se lo sentì diventare durissimo proprio mentre una mano iniziò a palpargli il culo. E che mano, doveva essere grandissima perché gli strinse quasi per intero una chiappa.
Poco dopo due mani gli afferrarono tutti e due i glutei e iniziarono ad aprirglieli.
-Dio che goduria- pensò sentendosi toccare da degli sconosciuti e continuò con ancor più vigore la sua “mission” su quel pisellone che cercava di resistere per non inondargli la bocca così presto.
Intanto le mani sul corpo del giovane si erano moltiplicate, qualcuno gli aveva infilato un dito nel culo, un'altra lo stava masturbando e qualcuno probabilmente gli stava facendo un “succhiotto” sul fondo schiena.
“Non li vedi ma ne hai cinque su di te, Anzi, sei perché uno te lo trovi proprio davanti”.
Poi, facendo un respiro profondo, aggiunse: “rallenta se no ti riempio”. Ma il ritmo non calò e in breve le palle si svuotarono e la bocca si riempì.
Con il fiato corto per l'orgasmo riprese: “con me hai finito. Hai voglia di soddisfare ancora qualcuno?”
Alzando la testa e pulendosi con la mano le labbra fece si con la testa.
“Allora prendi quelli che vuoi, sono tutti tuoi”.
Gabriele si girò e si accucciò potendo vedere davanti al suo viso cinque bei cazzoni duri e pronti per essere soddisfatti: il suo sogno si stava avverando. Era li, con il suo “uomo” che aveva appena accontentato e che adesso lo stava offrendo a dei perfetti sconosciuti. -Dio che bello- pensò.
Ma immediatamente lasciò i pensieri da parte e aprì la bocca al primo palo che si era avvicinato. Prese a leccarlo e poi a succhiarlo e infine a masturbarlo, tutto senza usare le mani.
Uno si era abbassato al suo fianco e aveva ripreso a toccarlo proprio li, mentre un altro si era messo ad accarezzargli il culo provando a infilargli un dito dentro ma, vista la posizione, non ci riuscì e si accontentò di palpare e pizzicare.
Sarà stato il prolungato autoerotismo che aveva praticato mentre guardava o l'insperata accoglienza, ma il primo venne in gran fretta e si spostò subito mentre lui sputò due o tre volte al suo fianco per ricominciare con il secondo.
“Dai porca. Vedo che ti piace, sai! Certo che sei proprio una troietta.... me lo stai facendo tirare di nuovo, cazzo. Sei proprio porco! Ed è solo la prima volta che ti porto a battere”.
Non poteva vederlo, ma se gli avesse visto gli occhi sarebbe stato colpito dallo sguardo malizioso con cui fissava i peli di quel pube che aveva davanti.
Un'altra vettura puntò su di loro, illuminandoli a lungo e il gruppetto in parte si disperse. Anche il giovane rimase quasi accecato da quei fari che si trovò negli occhi.
“Dai, è ora di andare, ti sei divertito anche troppo come prima volta”.
Leggermente stordito dalla luce, dal piacere e dall'esperienza si alzò e si precipitò sul sedile.
Umberto mise in moto, i voyeur si allontanarono nel buio e ripartirono. Usciti dal piazzale fermò la macchina e sussurrando un: “adesso devi venire anche tu” gli si piegò sopra e, un pochino con le mani, e assai di più tra le labbra, riportò in vita quel piccolo cadavere che gli trovò tra le gambe e continuò fino a farlo godere. Anche lui inghiottì tutto.
“Ti è piaciuto?”
“Tanto”.
“Di più il pompino che ti ho fatto o quei cazzi tutti per te?
Esitò ma rispose con sicurezza: “i cazzi. Dio, Umberto. Cinque e tutti per me. Se non fosse stato per quello stronzo della macchina sarei ancora li a succhiarli...”
Rise e gli promise altre avventure.”Mai stato in riva al fiume?”
“Al fiume?”
Rise ancora.
“Sei una puttanella, ma ti manca l'esperienza...”
Risero tutti e due mentre la macchina si rimise in strada.
“Mettiti i pantaloni...”
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